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    • Yuri Gagarin e il misterioso memoriale in Kirghizistan
      31-10-2019
    Sei qui: Destinazioni > Asia > Kirghizistan > Yuri Gagarin e il misterioso memoriale in Kirghizistan

    Yuri Gagarin e il misterioso memoriale in Kirghizistan

    Ultimo aggiornamento il 01/06/2021

    Tra i tanti incontri fatti in Kirghizistan mai potevamo pensare di trovarci al cospetto di Yuri Gagarin in persona!

    Beh non proprio in persona, più un faccia a faccia…. con la statua che è stata costruita in onore del primo uomo nello spazio.

    Incontrare Yuri Gagarin proprio in quel momento per noi è anche più di una casualità. Nel 2019, infatti, si festeggiava il cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, e sì perché, come scrive anche Paolo Attivissimo: Luna? Sì, ci siamo andati!

    Prima di quel 20 Luglio del 1969 Stati Uniti e Unione Sovietica hanno fatto passi da gigante durante la loro corsa allo spazio. Tutto ebbe inizio nel 1957 quando l’Unione Sovietica lanciò il primo satellite Sputnik che orbitò attorno alla Terra. Dopo quel primo successo fu un susseguirsi di avvenimenti: dal cane Laika, morto per l’umanità, al primo satellite americano. Poi i primi esseri viventi rientrati a casa sani e salvi, i cani russi Belka e Strelka, fino a quel famoso 12 aprile 1961.

    Contenuto dell'articolo nascondi
    Yuri Gagarin e quel famoso 12 aprile 1961
    Astronauta o cosmonauta?
    Il mistero del monumento dedicato a Yuri Gagarin in Kirghizistan
    Le nostre ipotesi
    Le varie ipotesi trovate in rete
    E’ atterrato a Tamga (Kirghizistan)
    Il suo volto in un masso
    Trascorreva le vacanze in Kirghizistan
    E’ stato solo una volta in Kirghizistan
    L’ipotesi più attendibile: la storia di Barskov Valentin Dmitrievich
    Cinque anni dopo la visita di Gagarin a Tamga
    La perseveranza di Barskov
    Il declino e il restauro
    Come raggiungere il monumento in onore a Yuri Gagarin

    Yuri Gagarin e quel famoso 12 aprile 1961

    Yuri Gagarin, cosmonauta russo di 27 anni, aveva infatti raggiunto, per la prima volta nella storia dell’umanità, lo spazio orbitando intorno alla Terra per 88 minuti. Da lassù osservando la Terra dall’oblò della navicella spaziale Vostok 1 aveva pronunciato queste parole: da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini.

    Se da lassù la Terra era bellissima, non c’erano frontiere né confini, quaggiù sulla Terra, i confini c’erano eccome, e Stati Uniti e Unione Sovietica erano ancora nel bel mezzo della guerra fredda.
    La vita sulla Terra, in quei 108 minuti passati in volo, non era cambiata, era cambiato lui: Yuri Gagarin era di fatto diventato il primo uomo nello spazio!

    Astronauta o cosmonauta?

    Yuri Gagarin era un astronauta o un cosmonauta? La conoscete che la differenza tra i due termini?

    Io l’ho scoperta dopo aver scritto questo articolo e passato la bozza da leggere a Gabri. Io avevo scritto che Gagarin era un’astronauta e invece Gagarin è un cosmonauta!

    Ma qual è la differenza tra astronauta e cosmonauta?

    Dall’origine delle due parole, latine ma prima ancora greche, si può intuire che il primo termine indica un navigatore degli astri e il secondo un navigatore del cosmo, ma che differenza c’è veramente? Etimologicamente nessuna, sono sinonimi.

    Invece la differenza sembra sia imputabile al primo utilizzo della parola dettato da visioni culturali differenti. La NASA, e successivamente anche l’ESA (Agenzia Spaziale Europea), ha da sempre utilizzato la parola astronauta mentre l’Agenzia Spaziale Russa (RKA) la parola cosmonauta.

    La differenza, alla fine, è sostanzialmente questa: i cosmonauti sono russi mentre gli astronauti sono americani (o europei). 

    E poi ci sono anche i cinesi… che si chiamano taikonauti (dalla parola cinese tai kong che  significa spazio).

    Il mistero del monumento dedicato a Yuri Gagarin in Kirghizistan

    La prima cosa che ci siamo chiesti quando abbiamo scoperto che c’era un monumento a Yuri Gagarin in una bellissima valle alpina nei pressi del lago Issyk Kul in Kirghizistan è stato: “ma perché mai in Kirghizistan?“.

    Io e Gabri davanti al monumento in ricordo di Yuri Gagarin

    claudia e gabri yuri gagarin

    Le nostre ipotesi

    Inizialmente avremmo voluto avere una connessione internet disponibile e chiedere a lui che sa sempre tutto: Google! In quel momento però non potevamo così abbiamo dovuto pensare a qualche ipotesi. La prima che ci è venuta in mente era che Yuri Gagarin fosse nato in Kirghizistan. Ci sembrava però che fosse russo, poi abbiamo visto la targa sul monumento, abbiamo letto Mosca (un po’ di cirillico l’abbiamo imparato proprio durante questo viaggio) e quindi abbiamo deciso che probabilmente l’ipotesi non era corretta.

    targa ricordo yuri gagarin

    Ne abbiamo così pensate altre: che fosse morto in Kirghizistan, che avesse abitato in Kirghizistan, che la navicella spaziale fosse atterrata in Kirghizistan, ecc.

    Troppo difficile senza internet o senza qualcuno a cui domandarlo (vicino a noi c’erano solo russi che parlavano solo russo). Abbiamo dovuto attendere di interpellare il nostro amico Google.

    Le varie ipotesi trovate in rete

    Qui sotto trovate tutto ciò che siamo riusciti a trovare navigando qua e la tra i siti in inglese, russo e kirghiso. Abbiamo trovato varie ipotesi sul motivo per cui la statua si trova proprio in questo punto del mondo, alcune più accreditate di altre. Solo quando siamo capitati su articoli kirghisi abbiamo trovato quella che ci è sembrata la soluzione più plausibile del mistero che si cela dietro questo piccolo (era alto 1 metro e 57!) grande uomo che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità.

    E’ atterrato a Tamga (Kirghizistan)

    Qualcuno dice che, il luogo in cui si trova oggi il monumento, sia in realtà il punto in cui Yuri Gagarin è atterrato il 12 Aprile di 60 anni fa. La Russia avrebbe nascosto a tutto il mondo il punto in cui il velivolo è stato ritrovato solo perché non si trovava nelle vicinanze del punto previsto per l’atterraggio. L’ipotesi è stata però smentita da Anna Taktarova, la contadina del villaggio di Smelovka, nel distretto di Saratov in Russia, che sembra l’abbia ritrovato sano e salvo nei campi vicino a casa. Se però guardiamo la cartina il villaggio di Smelovka si trova a 1.948 chilometri dal Cosmodromo di Bajkonur (da cui è partito il Vostok con a bordo Yuri Gagarin) mentre Tamga in Kirghizistan si trova solo a 1.519 chilometri.

    Il suo volto in un masso

    Altri dicono che il monumento si trovi lì perché, proprio in quel punto, si trovava un masso che somigliava incredibilmente al volto di Yuri Gagarin. Il masso è poi andato distrutto poco dopo la dichiarazione di indipendenza del Kirghizistan dall’Unione Sovietica del 1991 ed è stato poi restaurato nel 2000 dalla Russia. Quest’ultima parte sembra trovare riscontro nella targa apposta sul monumento.

    Trascorreva le vacanze in Kirghizistan

    Altri ancora dicono che, essendo questa una zona militare sovietica, i russi lo mandarono a passare le vacanze proprio qui. Questa era infatti una zona sicura perché proibita a chiunque e il cosmonauta, così come facevano anche altri suoi colleghi russi, soggiornò spesso al sanatorio di Tamga dopo la missione spaziale. Yuri Gagarin in questa zona poteva ripararsi dagli occhi indiscreti dei giornalisti, soprattutto quelli occidentali, nonché riposarsi dopo l’eroica impresa. Me lo immagino passeggiare tra i pini di questa valle alpina mentre ripensa sognante alle ore trascorse nello spazio osservando sognante la Terra da lassù.

    E’ stato solo una volta in Kirghizistan

    A differenza di quanto scritto sopra, secondo un articolo kirghiso (che vi linko qui anche se è in russo) Yuri Gagarin è stato solo una volta in Kirghizistan. Nell’agosto del 1964 quando è andato a visitare il sanatorio di Tamga. Il sanatorio era un edificio in cui militari e cosmonauti sovietici potevano curarsi in quanto le acque termali della zona avevano poteri benefici. Askar Ashanovich Shakeev (dice l’articolo), all’epoca era uno scolaretto ed era presente all’arrivo di Gagarin al sanatorio, lo ricorda come un avvenimento e racconta che non capisce perché tutti adesso dicano che il cosmonauta amasse l’Issyk Kul e Tamga: c’era stato una sola volta e poi mai più!

    Dalle indagini sui siti kirghisi abbiamo anche scoperto un nome, quello che sembra essere l’autore del monumento nella gola di Barskoon. Si tratterebbe di un tal Barskov Valentin Dmitrievich: ex militare russo che lavorava come grafico nel sanatorio. Ho trovato anche la storia di come ha voluto a tutti i costi rendere omaggio a Yuri Gagarin (il racconto è in inglese).

    L’ipotesi più attendibile: la storia di Barskov Valentin Dmitrievich

    Tutto ebbe inizio quell’Aprile del 1961 quando Barskov, come tutti i russi e probabilmente anche tutto il resto del mondo, era incollato davanti alla televisione per seguire l’impresa del cosmonauta russo. In quel momento dedicò a Gagarin il primo ritratto del primo uomo nello spazio.

    Nell’agosto del 1964 era presente anche lui al sanatorio di Tamga, è lì che si è riaccesa la passione per il cosmonauta. Gagarin ha passato poche ore lì ma visitò il sanatorio, il canyon, le cascate e poi fece un giro per Issyk-Kul a bordo di una nave passeggeri.

    Tutte le persone dei villaggi vicini si sono radunate sulla spiaggia per salutare il loro eroe e su alcuni siti russi si trovano anche alcune foto della memorabile giornata.

    Cinque anni dopo la visita di Gagarin a Tamga

    Cinque anni dopo la visita di Gagarin in Kirghizistan un fotografo chiese a Barskov Valentin Dmitrievich di scrivere su un masso le parole “Gagarin è stato qua, Agosto 1964”. Qualcuno dice che su quel masso Gagarin si sia appoggiato e fatto scattare una fotografia, ma noi non abbiamo trovato fotografie di questo tipo.

    Su quel masso, che iniziava ad essere conosciuto nella zona come “la pietra di Gagarin”, presto si aggiunsero scritte, firme, cuoricini, disegni vari di chiunque volesse lasciare un segno del proprio passaggio, proprio come succede oggi su qualsiasi monumento.

    Alla fine degli anni ’70 il cosmonauta Aleksej Archipovič Leonov (morto pochi giorni fa all’età di 85 anni) si ritrovò al sanatorio di Tamga per passare qualche giorno di riposo. Quando vide il monumento vandalizzato in quel modo chiese a Barskov di cancellare tutto e scrivere una sola parola Gagarin e aggiungere una lavagna con disegnato il volto di Gagarin. Da lì iniziò a prendere forma l’idea di far diventare quella roccia un monumento.

    Chiese quindi alla fattoria collettiva “Barskoon” (proprietari del terreno su cui si trovava il masso) il permesso di far si che il suo sogno diventasse realtà. Accettarono di buon grado, il memoriale si sarebbe fatto. In pochi mesi il progetto era pronto e approvato dal Comitato Regionale che però volle inviare i suoi scultori locali. Il prezzo richiesto dagli stessi era però talmente elevato che il progetto svanì in un attimo.

    Tutto rimase fermo per anni perché Barskov lasciò il Kirghizistan e tornò a Leningrado. Il suo sogno però non era svanito, ogni volta che tornava in queste valli in vacanza ci pensava e ripensava.

    La perseveranza di Barskov

    Decise così di raccogliere fondi volontari da chi voleva partecipare all’impresa ma anche questo non potè metterlo in atto perché la donazione volontaria era illegale.

    Pensò allora di costruire il monumento a Yuri Gagarin a sue spese. Era l’agosto del 1989 (25 anni dopo la visita di Gagarin a Tamga) e Barskov utilizzò i due mesi di ferie dal suo lavoro di insegnante a Odessa (nell’attuale Ucraina) per lavori al suo progetto.

    Si fece aiutare da alcuni sui amici per portare nel canyon i materiali da costruzione, l’argilla, il rinforzo in cemento armato e le attrezzature per la saldatura così potè iniziare i lavori. I due mesi però non erano abbastanza. Al termine delle sue ferie non aveva ancora terminato e dovette lasciare tutto e tornare a Odessa.

    L’anno dopo, stesso periodo di ferie, tornò a Tamga e trovò, suo malgrado, tutto distrutto, solo il masso. Non si arrese e ricominciò il lavoro questa volta aiutato da alcuni suoi studenti giunti appositamente da Odessa e da amici del sanatorio.

    Lavorando ininterrottamente dall’alba al tramonto e fermandosi solo la domenica per andare in montagna sono riusciti nell’impresa titanica di trasformare il suo sogno in realtà: il monumento in onore di Yuri Gagarin era completato!

    Il declino e il restauro

    Probabilmente dopo questo racconto la storia si intreccia con quella raccontata in altri articoli che abbiamo letto e che troverebbe riscontro nella targa che attualmente si trova apposta sul memoriale.

    Nel 1991, quando il Kirghizistan è diventato uno stato indipendente il monumento è stato vandalizzato e successivamente poi restaurato con il sostegno del governo di Mosca.

    Come raggiungere il monumento in onore a Yuri Gagarin

    Naturalmente la prima cosa da fare dall’Italia è prendere un volo per il Kirghizistan! Perché andare in Kirghizistan, oltre che per onorare il monumento a Gagarin, l’ho raccontato appena rientrati in Italia. Noi abbiamo preso un volo A/R con scalo a Mosca dell’Aeroflot (prima compagnia di bandiera russa) pagato 550 euro a testa.

    Una volta arrivati a Bishek abbiamo ritirato l’auto noleggiata dall’Italia. Noi abbiamo fatto molto altri giri prima di andare al monumento (ve li racconteremo). Se voi, invece, volete andarci direttamente da Bishkek dirigervi verso il lago Issyk Kul. All’altezza di Barskoon prendete la A364 fin quando non incontrerete Yuri Gagarin in persona!

    Prima di raggiungere il monumento potete fermarvi a Tamga, un piccolo villaggio vicino alla sponda meridionale del lago ed è proprio qui che si trovava il sanatorio militare sovietico in cui Yuri Gagarin è stato e dove lavorava Barskov Valentin Dmitrievich, l’autore del monumento.

    Continuando lungo la valle alpina di Barskoon potete fermarvi ad ammirare la splendide cascate di Barskoon che si trovano 2 chilometri dopo il monumento. Le più piccole e accessibili si possono raggiungere con circa 20 minuti di cammino mentre quelle più grandi necessitano di almeno un paio d’ore.

    Una volta raggiunto il monumento, se siete fortunati, troverete solo qualche turista altrimenti dovrete attendere il vostro turno per avvicinarvi e fare anche voi un selfie con l’eroe popolare russo. Questo è il luogo in tutto il Kirghizistan in cui abbiamo trovato più persone!

    yuri gagarin turisti russi

    Siete stati anche voi al cospetto di Yuri Gagarin? In Kirghizistan o in altre parti del mondo? Avete altre informazioni sulla misteriosa scultura dedicata a Gagarin? Raccontatecelo nei commenti.

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    8 commenti
    1. Lucy
      Lucy dice:
      01/11/2019 in 13:20

      Ti faccio i complimenti per questo articolo originalissimo come se ne trovano pochi! Da appassionata di russo e di cose slave poi… magari un domani farò anch’io un viaggio simile al tuo e incontrerò Jurij! (Sì, ti confermo che la targa dice che il monumento è stato restaurato con il contributo dell’amministrazione comunale di Mosca. Quanto è bello il cirillico *_*)

      Rispondi
    2. Paola
      Paola dice:
      01/11/2019 in 15:35

      La scultura con la faccia gigante di Yuri è un po’ inquietante, ma il vostro racconto fa venire voglia di andarci di persona! Io Yuri l’ho incontrato solo a Torino nel ristorante russo Sovietnico, dove è ritratto gigantesco su una parete (sarà una mania russa di fare tutto oversize?)

      Rispondi
    3. Sara
      Sara dice:
      01/11/2019 in 18:45

      Che sorpresa trovare Yuri Gagarin in Kirghizistan! Quando studiavo cultura russa all’università la prof ne parlava come l’eroe russo per eccellenza e ricordo ancora quando spiegava a lezione del bombardamento mediatico che era stato fatto in Russia su Yuri al suo ritorno dallo spazio. Mi hai fatto tornare indietro nel tempo di 15 anni!

      Rispondi
    4. Giovy Malfiori
      Giovy Malfiori dice:
      04/11/2019 in 08:05

      Da quello che so, sono i lavoratori del Kirghizistan che hanno avuto a che fare con la navicella di Gagarin. Per quello il memoriale è lì, per ricordare l’impresa.

      Rispondi
    5. Raffi
      Raffi dice:
      04/11/2019 in 16:38

      Bello questo post. Mettere insieme le notizie raccolte come si legano tra loro i puntini su un foglio è la cosa che preferisco. Anche se a volte le spiegazioni sono molto più semplici di quelle che immaginavamo.

      Rispondi
    6. Annalisa trevaligie-travelblog
      Annalisa trevaligie-travelblog dice:
      17/01/2020 in 15:55

      Davvero interessante. Anche se il monumento lo trovo alquanto inquietante. Il vostro tour, compresa questa sensazionale tappa, è davvero pazzesco. Non avevo mai letto di queste zone, le sto conoscendo attraverso i vostri articoli e le vostre foto.

      Rispondi
    7. Matteo
      Matteo dice:
      02/11/2022 in 21:08

      Bellissimo articolo, soprattutto per uno che è un grande appassionato di Gagarin e del progetto cosmonautico sovietico.
      Vi consiglio di andare al Museo dei Cosmonauti a Mosca, uno di quei musei da visitare almeno una volta nella vita.

      Rispondi
      • Claudia
        Claudia dice:
        03/11/2022 in 10:11

        Grazie Matteo, Mosca era una già una meta dei nostri viaggi nel cassetto così come la visita al Museo dei Cosmonauti. Speriamo che finisca presto questa guerra assurda e si possa tornare a viaggiare in quelle zone.

        Rispondi

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    Io sono Claudia, sono io che organizzo i viaggi, che scelgo le mete (quasi sempre), che gestisco il blog e scrivo gli articoli che state leggendo.

    Gabri è colui che mi sopporta in viaggio come nella vita di tutti i giorni. A lui piace guidare per cui nei viaggi on the road è lui che guida e, ogni tanto, quando glielo lascio fare, è anche quello decide anche la meta.

    Insieme viaggiamo da più di 15 anni e dopo il nostro primo viaggio in Giappone abbiamo capito che, se siamo sopravvissuti in un paese in cui quasi nessuno parlava inglese e dove la maggior parte dei cartelli stradali erano in una lingua incomprensibile, potevamo viaggiare in qualsiasi posto avremmo voluto e così abbiamo fatto e continuiamo a fare.

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