Viaggio in Giappone in 3 settimane
Il viaggio in Giappone è stato il nostro primissimo viaggio insieme fuori dall’Europa. E’ stato anche quello che ci ha fatto capire che, se eravamo riusciti a viaggiare in Giappone, potevamo continuare a farlo in altre parti del mondo.
Oggi viaggiare in Giappone è molto diverso, già solo per la tecnologia che abbiamo a portata di mano. Quando siamo andati noi, non avevamo gli smartphone, usavamo i computer dell’ostello che ci ospitava giusto per prenotare da una città all’altra e per controllare il meteo. Non c’erano i Travel Blogger da cui trarre ispirazione. Non abbiamo organizzato quasi nulla dall’Italia, siamo partiti e abbiamo seguito il vento: già allora iniziava a delinearsi quello che sarebbe diventato lo spirito dei nostri viaggi.
Il viaggio in Giappone (e Corea) è nato per andare a trovare i nostri amici Chiho (giapponese) e i coreani: TJ (il vero nome era impronunciabile quindi ha scelto il nickname TJ), Kim (che è il cognome, si chiamano tutti Kim in Corea) e Sonia (in realtà è Sun-Ha che italianizzato è diventato Sonia). I primi giorni infatti, già o meno una settimana, li abbiamo passati prima con Chiho a Tokyo, poi insieme a Chiho siamo volati in Corea del Sud e passato qualche giorno tutti insieme a Seoul. E’ al ritorno a Tokyo che è iniziata la nostra avventura da soli in Giappone!
Qualche dettaglio sul nostro viaggio in Giappone
L’itinerario del nostro viaggio in Giappone
1. arrivo a Tokyo
Il nostro viaggio in Giappone inizia all’arrivo all’aeroporto Narita dove troviamo Chiho ad aspettarci con il suo caloroso Benvenuto!
Appena arrivati a Tokio Chiho ci ha portato subito a vedere i fiori di ciliegio (sakura in giapponese) appena sbocciati al parco di Ueno: uno splendore mai visto, se avete in previsione di fare un viaggio in Giappone scegliete la primavera, non ve ne pentirete!
Dopo l‘hanami, così si chiama l’usanza giapponese di godere della bellezza dei fiori appena sbocciati, da Hana = fiori e mi = vedere, andiamo subito al quartiere di Akihabara – il quartiere famoso per l’informatica e i manga. Questo quartiere è il paradiso per gli amanti del genere, ogni centro commerciale (e ce ne sono un’infinità) ha piani su piani di qualsiasi cosa una persona normale possa pensare di trovare più tutto quello che non pensa di trovare e molto di più: dai gadget da 100 Yen (ne avrei comprati centinaia) alle Action Figure da migliaia di Yen. Macchine fotografiche di ogni genere: Nikon e Sony per la maggior parte, ero tentata di comprare qualcosa ma alla fine i prezzi di questi prodotti internazionali non erano poi così convenienti, anche perché poi la garanzia non sarebbe stata valida in Italia.
La nostra prima cena in Giappone
Vi racconto l’aneddoto della nostra prima cena in Giappone. Premetto che questo viaggio per noi è stato un po’ un salto nel buio, non conoscevamo usi e costumi giapponesi, né che tipi di cibi si mangiassero, a parte il sushi.
Siamo andati con Chiho in un ristorante molto carino di Akihabara e naturalmente ci siamo fidati di Chiho che ha ordinato per noi. Quando arriva il piatto io ci rimango talmente male che penso di aver fatto una cavolata a venire in Giappone. Dall’immagine qui sotto non si capisce ma quando è arrivato questo piatto si muoveva!!!
In realtà quello che si muoveva era il Katsuobushi (fiocchi di tonno essiccato) che, essendo in piccoli fiocchi, appoggiato sopra al cibo, con il calore si muoveva, ma io non lo sapevo e pesavo fosse qualcosa di VIVO!
Quando poi Chiho mi ha spiegato cos’era mi sono tranquillizzata e ho capito che in Giappone non sono come in altri paesi orientali che mangiano gli insetti o altri animali vivi (cioè qualcosa mangiano anche loro ma non come in altri posti, tipo Cina e Tailandia, o come scopriremo più avanti, anche in Corea).
2. Tokyo
La giornata di oggi inizia… nel cuore della notte! Ieri siamo andati a letto prestissimo per via della stanchezza accumulata durante il viaggio. Abbiamo dato appuntamento a Chiho alle 10:30 di oggi. Nel cuore della notte, erano solo le 23, e dormivamo forse da 2 ore, Gabri si sveglia, guarda l’ora e mi butta giù dal letto urlando “E’ tardi, è tardi, svegliati, Chiho ci aspettava alle 10:30 e sono le 11, presto!”. Io lo guardo, guardo fuori dalla finestra, vedo buio, e gli dico: “Dormi, è ancora notte! Ci vediamo domani mattina, buonanotte!”. Gabri ci rimane malissimo ma poi se ne fa una ragione e torna a letto.
Alle 10:30, freschi come una rosa, siamo all’appuntamento con Chiho per iniziare una nuova giornata a Tokyo.
Dall’ostello in cui dormiamo a Minami Senju andiamo a piedi al tempio il tempio Senso-Ji di Asakusa dove Chiho ci spiega la tradizione dell’omikuji. Si tratta di bigliettini contenenti una predizione divina che vengono legati ad una griglia fuori dal tempio se la predizione è negativa, in questo modo la cattiva sfortuna resta lì piuttosto che rimanere attaccata a chi ha aperto il foglietto. In caso di predizione positiva il foglietto si deve tenere con se.
Ansiamo poi alla Tokyo Tower dove pranziamo. La Tokyo Tower, quando siamo andati, nel 2008, era la torre più alta del Giappone con i suoi 133 metri di altezza, e o è stata fino al 2012 quando è terminata la costruzione della Tokyo Sky Tree, che purtroppo non abbiamo ancora avuto il piacere di ammirare.
Shibuya
Nel pomeriggio girovaghiamo per Shibuya dove, ci racconta Chiho, si trova il luogo in cui si danno appuntamento i giapponesi: davanti alla statua di Hachiko! Dopo il film con Richard Gere del 2009, Hachi, il cucciolo di Akita Inu è diventato famoso in tutto il mondo.
Per chi non conoscesse la sua storia: Hachi, fin da cucciolo, era solito accompagnare e andare a prendere il suo padrone alla stazione di Shibuya. Un giorno il padrone ha un malore all’università dove insegna e muore improvvisamente. Hachi la sera va a prenderlo come sempre alla stazione ma lui non torna. Da quel giorno tutti i giorni, fino alla sua morte, va alla stazione ad attenderlo.
E’ una storia tristissima ma è una storia di vero amore di un cane per il suo padrone. Se non avete visto il film con Richard Gere e siete curiosi io vi consiglio di guardare il film giapponese del 1987 “Hachiko Monogatari” che è moooolto più fedele alla storia originale, partendo da come mai Hachi si chiama Hachi (e non Hachiko come viene chiamato nel film del 2009) fino al fatto che è ambientato veramente in Giappone!
Shibuya, oltre che per la statua di Hachiko, è conosciuta per l’incrocio più famoso al mondo: un incrocio in cui allo scattare del semaforo da tutti i lati delle strade che si incrociano proprio lì partono migliaia di persone tutte insieme e in 55 secondi (il tempo in cui il semaforo è verde) tutte riescono ad attraversare. E’ pazzesco come solo in Giappone possa funzionare un incrocio del genere, in Italia sarebbe il caos!
Dopo Shibuya e una passeggiata serale al parco Meji-jingu gyoen, ci dirigiamo a Shinjuku per la cena. E’ qui che per la prima volta assaggio il Mochi e la marmellata di fagioli Azuki (Anko). Da lì in avanti il Mochi è diventato per me il mio dolce giapponese preferito!
3. Tokyo
Al mattino visiamo il Palazzo Imperiale, anche se solo dall’esterno perché non si può entrare, ci vive l’Imperatore con la sua famiglia!
Ci dirigiamo poi nel quartiere moderno di Odaiba dove si trova la riproduzione della statua della libertà e il Rainbow Bridge che assomiglia al Golden Gate solo che non è rosso. Ora si trova lì anche la statua di Gundam a grandezza naturale (quando siamo andati noi non c’era).
Il pomeriggio e la sarata li passiamo all’Oedo Onsen Monogatari: un bellissimo onsen (spa) in cui ci sono aree comuni in cui possono stare insieme uomini e donne mentre nelle saune e l’accesso è distinto. Io ero con Chiho quindi ero più avvantaggiata, avevo lei che mi spiegava tutto ciò che bisognava fare mentre Gabri che era da solo si è dovuto arrangiare guardando gli altri uomini. Certo che fare il guardone di uomini giapponesi nudi non deve essere stato il massimo…
4. dal Giappone alla Corea del Sud
Oggi lasciamo il Giappone per volare in Corea a trovare i nostri amici coreani. Il volo dura solo 2 ore e 20. L’arrivo all’aeroporto di Seoul è un po’ burrascoso per via dei salami che abbiamo portato dall’Italia per i nostri amici che ne sono ghiotti. Arriviamo in serata a Seoul e Tj ci invita a cena al ristorante dove fa il cuoco per una cena di Sushi spettacolare: ci prepara sushi con pesci e crostacei mai mangiati prima di allora.
5 – 6. Seoul
Nonostante il nostro amico Tj dica che in Corea non c’è nulla da vedere, secondo lui è meglio il Giappone, in questi due giorni abbiamo capito che non era per niente vero e anzi, la Corea merita un bel viaggio approfondito.
7. dalla Corea del Sud al Giappone
Rientrati a Tokyo inizia il nostro “vero” viaggio in Giappone: quello da soli, in cui abbiamo imparato a viaggiare senza Chiho ad aiutarci con la lingua. Salutiamo Chiho che ripartirà a breve per Hiroshima (la chissà in cui vivono i suoi genitori) e noi, dopo l’ultima notte a Tokyo, iniziamo l’avventura nel paese del Sol Levante!
8. Tokyo – Kyoto – Osaka – Kyoto
Prendiamo il nostro primo Shinkansen (il treno superveloce giapponese) da Tokyo a Kyoto. Alla stazione prima della partenza restiamo stupefatti dalla squadra di pulizia che rimette a nuovo il treno in pochissimi minuti. Il treno fa infatti sempre la tratta Tokyo-Kyoto e viceversa. All’arrivo a Tokyo la squadra di pulizia (tutti vestiti uguali tipo i 7 nani) gira tutti i sedili (si perché i sedili sono sempre tutti rivolti verso il senso di marcia) e cambia i poggiatesta, scende dal treno e gli fa un inchino. Un servizio impeccabile!
Arrivati a Kyoto restiamo sbalorditi dalla mega stazione che ci troviamo davanti. Dentro alla stazione si trovano centri commerciali, hotel, cinema e addirittura uffici amministrativi della città. Uno dei reparto che più ha attirato la mia attenzione era quello dei vestiti delle Geisha. Vestiti bellissimi con tessuti pregiati e un paio di sandali che mi sarei comprata immediatamente se non fosse che costavano 18.000 Yen (all’epoca mi sembravano tantissimo invece alla fine non sono neanche 150€).
A Kyoto ci facciamo un giro nell’antico quartiere Ponto-Cho dove è possibile vedere qualche Geisha passeggiare lungo il fiume.
La serata decidiamo di passarla ad Osaka ad ammirare lo Skyline e respirare l’aria innaturale alla Blade Runner che il quartiere di Dotombori regala ai suoi ospiti.
Il rientro a Tokyo mette alla prova le nostre capacità di adattamento che ci siamo fatti con Chiho. Dobbiamo prendere diversi treni perché dopo una certa ora non ci sono più tutti i treni come all’andata. Ormai chi ci ferma più…
9. Kyoto – Arashiyama – Kyoto
Oggi giornata dedicata al tempio di Arashiyama con la sua foresta di bambù e il parco delle scimmie nei dintorni di Kyoto.
La strana statua che vedete qui sotto è un Tanuki una creatura mitologica giapponese che ho fotografato spesso durante il nostro viaggio in Giappone perché l’ho trovata molto buffa.
10. Kyoto – Nara – Osaka – Kyoto
Giornata dedicata al Giappone antico, prima visita al meraviglioso tempio scintoista Fushimi Inari Taisha dove è possibile ammirare i centinaia Torii (la classica porta di accesso ai templi di colore rosso).
Ci trasferiamo poi nella vicina Nara, l’antica capitale giapponese. In questa città una delle cose più bizzarre è quella che ospita centinaia di Cervi Sika (o cervi giapponesi).
Nel pomeriggio visitiamo il bellissimo acquario di Osaka. La particolarità di questo acquario è quella di avere la vasca (su tre piani) più grande del mondo.
Dopo il giro sulla ruota panoramica di Osaka torniamo a Kyoto per il pernottamento in ryokan.
11. Kyoto – Fukuoka
Prima di riprendere il viaggio visitiamo il Kyoto Manga Museum: se conoscete il giapponese e siete appassionati di manga questo posto è assolutamente una meta imperdibile. Se come noi, invece, vi piacciono un po’ i manga ma non siete così appassionati e in più non conoscete una parola di giapponese questo bel museo si riduce ad essere una grande biblioteca dove sfogliare qualche fumetto, dei migliaia disponibili, ma nulla di più.
Il viaggio in Giappone prosegue in Shinkansen (con cambio a Osaka) fino ad Fukuoka.
La sera a Fukuoka la passiamo in giro per le famose bancarelle di street food di cui Fukuoka è famosa. Come scegliere in quale andare? Beh ovvio in quella che mi ispira di più. Siccome queste sono delle strutture chiuse da tende che oscurano la vista sia di chi sta mangiando sia di che tipo di ciò offre (probabilmente quello era scritto nelle insegne ma non sapevamo leggerle….) il mio metodo era quello di infilare la testa in ognuna di esse ed entrare dove mi ispirava. La ricerca è terminata quando abbiamo trovato quella di questi ragazzi che ci sembravano simpatici, poi ci siamo fatti anche tante risate perché invece di mangiare ciò che cucinavano mangiavano un panino di Mac Donald!
La serata è stata molto divertente perché abbiamo anche conosciuto dei businessman giapponesi di Tokyo che erano appena usciti dal lavoro e ci hanno aiutato a decifrare il menu, hanno ordinato per noi e poi ci hanno anche offerto la torta perché era il compleanno di uno di loro!
12. Fukuoka – Hiroshima – Miyajima – Fukuoka
Arrivati fin qui vi chiederete come mai siamo andati a Fukuoka per passarci solo la notte. Perché non avevamo trovato nulla di economico a Hiroshima e, visto che il treno (Shinkansen) da Fukuoka a Hiroshima ci metteva meno di 30 minuti abbiamo deciso di risparmiare!
Il museo della pace di Hiroshima è uno di quei posti che ti rimane impresso per le atrocità vissute nelle ore di visita, a me ha fatto più male di Auschwitz. Un giorno vi racconterò quello che abbiamo vissuto in questi due luoghi tristemente legati alla guerra.
Per riprenderci un po’ dalla tristezza che ci ha lasciato la visita al museo siamo poi andati sull’isola di Miyajima dove ho scattato centinaia di foto al famoso Torii rosso e ai cervi che passeggiano in riva al mare facendosi avvicinare senza paura.
La sera, dopo il tramonto, rientriamo a Fukuoka dove ceniamo e passiamo la notte.
13. Kagoshima
Da Fukuoka continuiamo a scendere, sempre senza lasciare l’isola di Kyūshū, arriviamo a Kagoshima.
Il motivo per cui siamo andati a Kagoshima è solo uno: il vulcano Sakurajima! Ed è proprio questo vulcano a far si che Kagoshima, gemellata con la città di Napoli, è chiamata la Napoli del Giappone. Il panorama che di gode da Kagoshima verso Sakurajima è uno spettacolo! La differenza sostanziale tra Napoli e Kagoshima è che il Sakurajima è molto più attivo del Vesuvio, l’ultima eruzione risale infatti al 2016.
14. Sakurajima
Il mattino, anche se il tempo non è il massimo, prendiamo l’autobus per il porto, dopodiché la nave che ci avrebbe portato a Sakurajima.
Nonostante la pioggia abbiamo deciso di prendere parte alla visita guidata che ci avrebbe portato al museo del vulcano dove avremmo imparato qualcosa di più su questo vulcano che, allora quando siamo andati noi, era dal 1991 che non eruttava. Anche solo vederlo così, dormiente ma fumante (cadevano infatti ceneri su tutta l’isola), era affascinante, chissà poter assistere ad un eruzione dal vivo… il mio sogno!
Dall’autobus che ci accompagnava nel tour dell’isola abbiamo visto scolaresche in giro per l’isola con i classici caschetti gialli che i bambini devono indossare durante i terremoti o le calamità naturali come le eruzioni vulcaniche che qui sono abbastanza frequenti.
La sera al ritorno a Kagoshima è stata una di quelle cene più incredibili di tutta il nostro viaggio in Giappone, il locale lo decidiamo scegliendone uno pieno di giapponesi e naturalmente, senza sapere una sola parola di giapponese, entriamo…. il resto lo potete leggere qui.
15. Kagoshima – Beppu
Da Kagoshima ci dirigiamo in un’altra zona vulcanica, la città di Beppu. Avremmo poi scoperto anni più avanti essere gemellata con un’altra città ad alta attività geotermica in Nuova Zelanda: Rotorua!
La principale caratteristica di questa città così come di Rotorua è la presenza di un odore simile a uova marce che si respira dappertutto, bisogna farci un po’ l’abitudine… Questo particolare odore non è quello dello zolfo, come erroneamente si pensa, perché lo zolfo è inodore, questa caratteristica “puzza” è dovuta al legame tra zolfo e idrogeno che combinati insieme producono il solfuro di idrogeno.
Beppu, proprio per la sua caratteristica geotermica, è considerata la capitale giapponese degli onsen. Nella zona sono presenti infatti migliaia di sorgenti termali ma non solo anche caldere, fumarole e solfatare. In città si possono visitare i principali siti geotermici che sono chiamati jigoku (inferni).
Noi avevamo acquistato il biglietto cumulativo per poter entrare in tutti e nove gli inferni: uno più bello dell’altro (per me ovviamente che adoro la geologia e tutto ciò che ha a che fare con essa e con i vulcani).
16. Aso – Beppu
Anche questa giornata è dedicata alle meraviglie della natura, gita fuori porta (3 ore di viaggio con un treno “normale”, non Shinkansen) all’Aso San, il vulcano Aso, anche lui attivo e soprattutto attivo proprio il giorno in cui siamo andati noi per cui non siamo andare vicino al cratere.
Il Monte Aso è il più grande vulcano attivo del Giappone e uno dei più grandi del mondo. La sua caldera, larga 120 Km, è anch’essa una delle più grandi del mondo, peccato che non abbiamo potuto avvicinarci più di tanto.
17. Kobe
Il tempo per visitare il Kyūshū è terminato, lasciamo Beppu dirigendoci verso Tokyo per gli ultimi giorni del nostro viaggio in Giappone. Decidiamo però di fermarci a Kobe per un motivo: la carne di Kobe! Se non la conoscete leggete il mio articolo su questa delizia. Se invece la conoscete non potete lasciare questa pagina senza aver letto l’articolo in cui vi parlo della carne di Wagyu altoatesina.
Prendiamo il treno e cambiamo a Kokura. Questa città è quasi sconosciuta per noi europei. Per fortuna conosciuta perché fortunata durante la seconda guerra mondiale. Kokura era infatti il principale secondo obiettivo, dopo Hiroshima, per il lancio della bomba atomica che si è salvata solo per il mal tempo che imperversava sulla zona. Era la bomba che fu poi lanciata su Nagasaki.
Quando arriviamo a Kobe, grazie al mio intuito nel leggere le cartine giapponesi, uscendo dalla metro e cercando l’albergo, andiamo nella direzione opposta! Veniamo però soccorsi da Giuseppe, napoletano trasferitosi a Kobe, che ci riconosce come italiano dallo zaino dell’Invicta. Ci accompagna all’albergo, ci parla di Kobe e ci consiglia un locale dove andare ad assaggiare la fantomatica carne di Kobe.
Museo di Osamu Tezuka
Approfittiamo della gita a Kobe per fare un salto al museo di Osamu Tezuka! Chi si ricorda “la principessa Zaffiro” si ricorderà dei suoi occhioni. Beh questi occhioni sono la caratteristica distintiva di Osamu Tezuka, li avete visti in Kimba il leone bianco, Astro Boy e come non dimenticare nei Bom Bom magici di Lilly, ve lo ricordate?
Beh, se vi ricordate questi cartoni animati, questo museo non potete proprio mancarlo. Fuori dal museo c’è anche una strada simile alla Hollywood Walk of Fame ma dove si trovano le impronte delle mani dei protagonisti dei suoi racconti.
Io infatti mi sono fatta la foto con la mano della principessa Zaffiro!!!
Il museo di Tezuka lo ricorderemo anche perché è lì che per caso un depliant di un museo, “forse” non lontano da lì, ha attirato la nostra attenzione e ci ha fatto decidere di rimandare il nostro rientro a Tokyo ancora di un giorno.
La carne di Kobe
La sera è la grande serata della carne di Kobe: una di quelle esperienze gustative che ti lasciano senza parole. Una consistenza (tipo tonno rio mare che si taglia con un grissino) e un gusto mai provati prima di allora. Se non siete vegetariani è una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita.
18. Kobe – Kurashiki – Tokyo
Questa giornata non sarebbe stata in programma se non fosse stato per quel depliant trovato a Kobe al museo di Tezuka… E’ la giornata della visita ad Okayama per andare al museo di Candy Candy o meglio al museo della sua mamma Yumiko Igarashi.
Di ritorno da Kurashiki torniamo a Tokyo dove passeremo le ultime tre notti prima del ritorno in Italia.
19. Tokyo – Nikkō – Tokyo
Gli ultimi due giorni facciamo gite di una giornata in destinazioni poco distanti da Tokyo. La prima è Nikkō, si trova a 140 km da Tokyo, ed è comodamente raggiungibile in treno.
Nikkō è una di quelle mete molto turistiche che consiglio di fare all’inizio del viaggio. A noi, vedendola alla fine, non ha entusiasmato più di tanto. I panorami sembravano tutti già visti. Ormai dopo tanti giorni in Giappone i templi buddisti e i santuari scintoisti ci sembravano tutti uguali.
Molto carine sono invece le cascate Kegon (Kegon no Taki) che si trovano nella zona. Per raggiungerle bisogna prendere l’autobus che dalla stazione dei treni di Nikkō va a Chuzenjiko Onsen (il bus impiega 50 minuti). Dopodiché le cascate si raggiungono con una breve passeggiata.
20. Tokyo – Mitaka – Tokyo
La seconda gita giornaliera da Tokyo è quella più attesa e programmata già i primi giorni del nostro viaggio in Giappone. Abbiamo infatti chiesto a Chiho di acquistare per noi i biglietti per il Museo dello Studio Ghibli. Adesso è tutto molto più facile, basta acquistarli on line. Allora bisognava andare in un supermercato Lawson e acquistarli anticipatamente alle macchinette, tipo bancomat, del supermercato. Naturalmente era tutto in giapponese per cui senza Chiho non ci saremmo mai riusciti!
Il Museo Ghibli è assolutamente uno dei posti da vedere se amate i film di animazione giapponesi.
Senza un salto a Mitaka il viaggio in Giappone non è completo!
Non potete perdervi il Neko Bus, il robot soldato di Laputa, gli i corti d’animazione, i rodovetri disegnati da Hayao Miyazaki in persona e tanto altro.
Questo è decisamente un luogo magico in cui, chissà, potrebbe comparire un saltellante Totoro quando uno meno se l’aspetta.
21. Tokyo – Narita Airport – Italia
La partenza è sempre la parte più difficile di un viaggio. E questo ritorno a casa è stato veramente molto triste. Forse perché era il mio primo viaggio dall’altra parte del mondo o forse perché mi sono innamorata di un paese e di un popolo che nel tempo è diventato speciale.
Dopo il viaggio infatti ho iniziato a studiare giapponese e, anche se ultimamente l’ho un po’ mollato (forse anche per colpa di questo blog), è sempre forte la voglia di rimettermi a studiare.
Essendo stato questo il nostro primo viaggio non eravamo ancora preparati con block notes per gli appunti di viaggio. Tutto quello che ho raccontato qui era scritto su cartoline che abbiamo comprato durante il viaggio in Giappone e parecchi sono miei ricordi personali. Purtroppo non posso fare come per gli altri viaggi. Non posso dettagliare le spese sostenute perché non le abbiamo riportate da nessuna parte. Ci auguriamo però che, anche questo itinerario, possa comunque servirvi come spunto per crearne uno vostro.
Il Giappone è davvero affascinante, una cultura e un luogo tutti da scoprire. Ci sono stata diversi anni fa e ora conto i giorni per la seconda partenza!!!
Leggere del vostro primo impatto con il Giappone ci ha fatto ricordare il nostro primo viaggio in Giappone: che emozioni! Grande applauso per essere stati anche voi al Museo d’Arte Ghibli, assolutamente imperdibile (secondo noi)
Il Giappone è una terra che amo profondamente e che vorrei visitare di nuovo per scoprirne meglio le peculiarità! Il vostro itinerario l’ho trovato assolutamente perfetto! La Corea invece mi manca! Prendo spunti ?
Dev’essere stato un viaggio meraviglioso. Io e l’Asia (Cina e Mongolia a parte) dobbiamo ancora imparare a incontrarci per bene.
I vostri blog sono scritti in modo scorrevole e divertente, sicuramente utili per chi viaggia ….Bravi ragazzi continuate così ????Spero di poter conoscere un po’ di mondo come fate voi fra qualche anno con Giovanni e useremo i vostri blog……per ora mi faccio una cultura!!!!!!??
Che itinerario pazzesco. Io sono stata in Giappone anni fa, ma solamente per 12 giorni… devo decisamente ritornare!
Il nostro viaggio in Giappone fu il primo viaggio dopo il viaggio di nozze e lo ricordo come un sogno anche se funun tour de force si 10 gg
Avete fatto un viaggio straordinario all’insegna della bellezza e dello stupore! Sogno il Giappone da quando ero bambina (sono una otaku senza speranza) e un giorno non nego che mi piacerebbe trasferirmi proprio qui, nel Paese del Sol Levante!