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    • Viaggio in Giappone in 3 settimane
      27-06-2019
    Sei qui: Destinazioni > Asia > Giappone > Viaggio in Giappone in 3 settimane

    Viaggio in Giappone in 3 settimane

    Ultimo aggiornamento il 31/01/2023

    Il viaggio in Giappone è stato il nostro primissimo viaggio insieme fuori dall’Europa. E’ stato anche quello che ci ha fatto capire che, se eravamo riusciti a viaggiare in Giappone, potevamo continuare a farlo in altre parti del mondo.

    Oggi viaggiare in Giappone è molto diverso, già solo per la tecnologia che abbiamo a portata di mano. Quando siamo andati noi, non avevamo gli smartphone, usavamo i computer dell’ostello che ci ospitava giusto per prenotare da una città all’altra e per controllare il meteo. Non c’erano i Travel Blogger da cui trarre ispirazione. Non abbiamo organizzato quasi nulla dall’Italia, siamo partiti e abbiamo seguito il vento: già allora iniziava a delinearsi quello che sarebbe diventato lo spirito dei nostri viaggi.

    Il viaggio in Giappone (e Corea) è nato per andare a trovare i nostri amici Chiho (giapponese) e i coreani: TJ (il vero nome era impronunciabile quindi ha scelto il nickname TJ), Kim (che è il cognome, si chiamano tutti Kim in Corea) e Sonia (in realtà è Sun-Ha che italianizzato è diventato Sonia). I primi giorni infatti, già o meno una settimana, li abbiamo passati prima con Chiho a Tokyo, poi insieme a Chiho siamo volati in Corea del Sud e passato qualche giorno tutti insieme a Seoul. E’ al ritorno a Tokyo che è iniziata la nostra avventura da soli in Giappone!

    Contenuto dell'articolo nascondi
    Qualche dettaglio sul nostro viaggio in Giappone
    L’itinerario del nostro viaggio in Giappone
    1. arrivo a Tokyo
    La nostra prima cena in Giappone
    2. Tokyo
    Shibuya
    3. Tokyo
    4. dal Giappone alla Corea del Sud
    5 – 6. Seoul
    7. dalla Corea del Sud al Giappone
    8. Tokyo – Kyoto – Osaka – Kyoto
    9. Kyoto – Arashiyama – Kyoto
    10. Kyoto – Nara – Osaka – Kyoto
    11. Kyoto – Fukuoka
    12. Fukuoka – Hiroshima – Miyajima – Fukuoka
    13. Kagoshima
    14. Sakurajima
    15. Kagoshima – Beppu
    16. Aso – Beppu
    17. Kobe
    Museo di Osamu Tezuka
    La carne di Kobe
    18. Kobe – Kurashiki – Tokyo
    19. Tokyo – Nikkō – Tokyo
    20. Tokyo – Mitaka – Tokyo
    21. Tokyo – Narita Airport – Italia

    Qualche dettaglio sul nostro viaggio in Giappone

    • Periodo

      Dal 4 al 24 Aprile 2008

    • Spostamenti

      British Airways (Italia-Giappone) + Japan Airlines (Giappone-Corea-Giappone)

    • Fuso Orario

      da 7 a 8 ore in più

    • Sistemazioni

      Ostelli, Hotel e Ryokan (pensioni tipiche giapponesi)

    L’itinerario del nostro viaggio in Giappone

    1. arrivo a Tokyo

    Il nostro viaggio in Giappone inizia all’arrivo all’aeroporto Narita dove troviamo Chiho ad aspettarci con il suo caloroso Benvenuto!

    Claudia e Chiho benvenuto

    Appena arrivati a Tokio Chiho ci ha portato subito a vedere i fiori di ciliegio (sakura in giapponese) appena sbocciati al parco di Ueno: uno splendore mai visto, se avete in previsione di fare un viaggio in Giappone scegliete la primavera, non ve ne pentirete!

    Dopo l‘hanami, così si chiama l’usanza giapponese di godere della bellezza dei fiori appena sbocciati, da Hana = fiori e mi = vedere, andiamo subito al quartiere di Akihabara – il quartiere famoso per l’informatica e i manga. Questo quartiere è il paradiso per gli amanti del genere, ogni centro commerciale (e ce ne sono un’infinità) ha piani su piani di qualsiasi cosa una persona normale possa pensare di trovare più tutto quello che non pensa di trovare e molto di più: dai gadget da 100 Yen (ne avrei comprati centinaia) alle Action Figure da migliaia di Yen. Macchine fotografiche di ogni genere: Nikon e Sony per la maggior parte, ero tentata di comprare qualcosa ma alla fine i prezzi di questi prodotti internazionali non erano poi così convenienti, anche perché poi la garanzia non sarebbe stata valida in Italia.

    Action Figure nelle vetrine di Akihabara

    action figure akihabara

    La nostra prima cena in Giappone

    Vi racconto l’aneddoto della nostra prima cena in Giappone. Premetto che questo viaggio per noi è stato un po’ un salto nel buio, non conoscevamo usi e costumi giapponesi, né che tipi di cibi si mangiassero, a parte il sushi.

    Siamo andati con Chiho in un ristorante molto carino di Akihabara e naturalmente ci siamo fidati di Chiho che ha ordinato per noi. Quando arriva il piatto io ci rimango talmente male che penso di aver fatto una cavolata a venire in Giappone. Dall’immagine qui sotto non si capisce ma quando è arrivato questo piatto si muoveva!!!

    cena akihabara

    In realtà quello che si muoveva era il Katsuobushi (fiocchi di tonno essiccato) che, essendo in piccoli fiocchi, appoggiato sopra al cibo, con il calore si muoveva, ma io non lo sapevo e pesavo fosse qualcosa di VIVO!

    Quando poi Chiho mi ha spiegato cos’era mi sono tranquillizzata e ho capito che in Giappone non sono come in altri paesi orientali che mangiano gli insetti o altri animali vivi (cioè qualcosa mangiano anche loro ma non come in altri posti, tipo Cina e Tailandia, o come scopriremo più avanti, anche in Corea).

    2. Tokyo

    La giornata di oggi inizia… nel cuore della notte! Ieri siamo andati a letto prestissimo per via della stanchezza accumulata durante il viaggio. Abbiamo dato appuntamento a Chiho alle 10:30 di oggi. Nel cuore della notte, erano solo le 23, e dormivamo forse da 2 ore, Gabri si sveglia, guarda l’ora e mi butta giù dal letto urlando “E’ tardi, è tardi, svegliati, Chiho ci aspettava alle 10:30 e sono le 11, presto!”. Io lo guardo, guardo fuori dalla finestra, vedo buio, e gli dico: “Dormi, è ancora notte! Ci vediamo domani mattina, buonanotte!”. Gabri ci rimane malissimo ma poi se ne fa una ragione e torna a letto.

    Alle 10:30, freschi come una rosa, siamo all’appuntamento con Chiho per iniziare una nuova giornata a Tokyo.

    Dall’ostello in cui dormiamo a Minami Senju andiamo a piedi al tempio il tempio Senso-Ji di Asakusa dove Chiho ci spiega la tradizione dell’omikuji. Si tratta di bigliettini contenenti una predizione divina che vengono legati ad una griglia fuori dal tempio se la predizione è negativa, in questo modo la cattiva sfortuna resta lì piuttosto che rimanere attaccata a chi ha aperto il foglietto. In caso di predizione positiva il foglietto si deve tenere con se.

    Omikuji al tempio Senso-Ji

    tempio predizione chiho

    Ansiamo poi alla Tokyo Tower dove pranziamo. La Tokyo Tower, quando siamo andati, nel 2008, era la torre più alta del Giappone con i suoi 133 metri di altezza, e o è stata fino al 2012 quando è terminata la costruzione della Tokyo Sky Tree, che purtroppo non abbiamo ancora avuto il piacere di ammirare.

    Non somiglia alla Tour Eiffel?

    tokyo tower

    Shibuya

    Nel pomeriggio girovaghiamo per Shibuya dove, ci racconta Chiho, si trova il luogo in cui si danno appuntamento i giapponesi: davanti alla statua di Hachiko! Dopo il film con Richard Gere del 2009, Hachi, il cucciolo di Akita Inu è diventato famoso in tutto il mondo.

    Per chi non conoscesse la sua storia: Hachi, fin da cucciolo, era solito accompagnare e andare a prendere il suo padrone alla stazione di Shibuya. Un giorno il padrone ha un malore all’università dove insegna e muore improvvisamente. Hachi la sera va a prenderlo come sempre alla stazione ma lui non torna. Da quel giorno tutti i giorni, fino alla sua morte, va alla stazione ad attenderlo.

    E’ una storia tristissima ma è una storia di vero amore di un cane per il suo padrone. Se non avete visto il film con Richard Gere e siete curiosi io vi consiglio di guardare il film giapponese del 1987 “Hachiko Monogatari” che è moooolto più fedele alla storia originale, partendo da come mai Hachi si chiama Hachi (e non Hachiko come viene chiamato nel film del 2009) fino al fatto che è ambientato veramente in Giappone!

    Shibuya, oltre che per la statua di Hachiko, è conosciuta per l’incrocio più famoso al mondo: un incrocio in cui allo scattare del semaforo da tutti i lati delle strade che si incrociano proprio lì partono migliaia di persone tutte insieme e in 55 secondi (il tempo in cui il semaforo è verde) tutte riescono ad attraversare. E’ pazzesco come solo in Giappone possa funzionare un incrocio del genere, in Italia sarebbe il caos!

    In mezzo all’incrocio

    shibuya crossing

    Dopo Shibuya e una passeggiata serale al parco Meji-jingu gyoen, ci dirigiamo a Shinjuku per la cena. E’ qui che per la prima volta assaggio il Mochi e la marmellata di fagioli Azuki (Anko). Da lì in avanti il Mochi è diventato per me il mio dolce giapponese preferito!

    3. Tokyo

    Al mattino visiamo il Palazzo Imperiale, anche se solo dall’esterno perché non si può entrare, ci vive l’Imperatore con la sua famiglia!

    il palazzo dell’Imperatore

    palazzo imperatore Tokyo

    Ci dirigiamo poi nel quartiere moderno di Odaiba dove si trova la riproduzione della statua della libertà e il Rainbow Bridge che assomiglia al Golden Gate solo che non è rosso. Ora si trova lì anche la statua di Gundam a grandezza naturale (quando siamo andati noi non c’era).

    odaiba

    Il pomeriggio e la sarata li passiamo all’Oedo Onsen Monogatari: un bellissimo onsen (spa) in cui ci sono aree comuni in cui possono stare insieme uomini e donne mentre nelle saune e l’accesso è distinto. Io ero con Chiho quindi ero più avvantaggiata, avevo lei che mi spiegava tutto ciò che bisognava fare mentre Gabri che era da solo si è dovuto arrangiare guardando gli altri uomini. Certo che fare il guardone di uomini giapponesi nudi non deve essere stato il massimo…

    4. dal Giappone alla Corea del Sud

    Oggi lasciamo il Giappone per volare in Corea a trovare i nostri amici coreani. Il volo dura solo 2 ore e 20. L’arrivo all’aeroporto di Seoul è un po’ burrascoso per via dei salami che abbiamo portato dall’Italia per i nostri amici che ne sono ghiotti. Arriviamo in serata a Seoul e Tj ci invita a cena al ristorante dove fa il cuoco per una cena di Sushi spettacolare: ci prepara sushi con pesci e crostacei mai mangiati prima di allora.

    Seoul di notte

    seoul di notte

    5 – 6. Seoul

    Nonostante il nostro amico Tj dica che in Corea non c’è nulla da vedere, secondo lui è meglio il Giappone, in questi due giorni abbiamo capito che non era per niente vero e anzi, la Corea merita un bel viaggio approfondito.

    SCOPRI cosa abbiamo fatto 2 giorni a Seoul

    7. dalla Corea del Sud al Giappone

    Rientrati a Tokyo inizia il nostro “vero” viaggio in Giappone: quello da soli, in cui abbiamo imparato a viaggiare senza Chiho ad aiutarci con la lingua. Salutiamo Chiho che ripartirà a breve per Hiroshima (la chissà in cui vivono i suoi genitori) e noi, dopo l’ultima notte a Tokyo, iniziamo l’avventura nel paese del Sol Levante!

    Claudia e Gabri di rientro in giappone

    8. Tokyo – Kyoto – Osaka – Kyoto

    Prendiamo il nostro primo Shinkansen (il treno superveloce giapponese) da Tokyo a Kyoto. Alla stazione prima della partenza restiamo stupefatti dalla squadra di pulizia che rimette a nuovo il treno in pochissimi minuti. Il treno fa infatti sempre la tratta Tokyo-Kyoto e viceversa. All’arrivo a Tokyo la squadra di pulizia (tutti vestiti uguali tipo i 7 nani) gira tutti i sedili (si perché i sedili sono sempre tutti rivolti verso il senso di marcia) e cambia i poggiatesta, scende dal treno e gli fa un inchino. Un servizio impeccabile!

    shinkansen in stazione

    Arrivati a Kyoto restiamo sbalorditi dalla mega stazione che ci troviamo davanti. Dentro alla stazione si trovano centri commerciali, hotel, cinema e addirittura uffici amministrativi della città. Uno dei reparto che più ha attirato la mia attenzione era quello dei vestiti delle Geisha. Vestiti bellissimi con tessuti pregiati e un paio di sandali che mi sarei comprata immediatamente se non fosse che costavano 18.000 Yen (all’epoca mi sembravano tantissimo invece alla fine non sono neanche 150€).

    La mega stazione di Kyoto

    tokyo station

    A Kyoto ci facciamo un giro nell’antico quartiere Ponto-Cho dove è possibile vedere qualche Geisha passeggiare lungo il fiume.

    La serata decidiamo di passarla ad Osaka ad ammirare lo Skyline e respirare l’aria innaturale alla Blade Runner che il quartiere di Dotombori regala ai suoi ospiti.

    Il quartiere di Dotombori ad Osaka

    osaka dotonbori

    Il rientro a Tokyo mette alla prova le nostre capacità di adattamento che ci siamo fatti con Chiho. Dobbiamo prendere diversi treni perché dopo una certa ora non ci sono più tutti i treni come all’andata. Ormai chi ci ferma più…

    9. Kyoto – Arashiyama – Kyoto

    Oggi giornata dedicata al tempio di Arashiyama con la sua foresta di bambù e il parco delle scimmie nei dintorni di Kyoto.

    La strana statua che vedete qui sotto è un Tanuki una creatura mitologica giapponese che ho fotografato spesso durante il nostro viaggio in Giappone perché l’ho trovata molto buffa.

    foresta di bambu
    Claudia e Gabri al parco delle scimmie di arashiyama
    tanuki

    10. Kyoto – Nara – Osaka – Kyoto

    Giornata dedicata al Giappone antico, prima visita al meraviglioso tempio scintoista Fushimi Inari Taisha dove è possibile ammirare i centinaia Torii (la classica porta di accesso ai templi di colore rosso).

    Gabri davanti ai torii

    Ci trasferiamo poi nella vicina Nara, l’antica capitale giapponese. In questa città una delle cose più bizzarre è quella che ospita centinaia di Cervi Sika (o cervi giapponesi).

    nara cervi

    Nel pomeriggio visitiamo il bellissimo acquario di Osaka. La particolarità di questo acquario è quella di avere la vasca (su tre piani) più grande del mondo.

    osaka acquario

    Dopo il giro sulla ruota panoramica di Osaka torniamo a Kyoto per il pernottamento in ryokan.

    11. Kyoto – Fukuoka

    Prima di riprendere il viaggio visitiamo il Kyoto Manga Museum: se conoscete il giapponese e siete appassionati di manga questo posto è assolutamente una meta imperdibile. Se come noi, invece, vi piacciono un po’ i manga ma non siete così appassionati e in più non conoscete una parola di giapponese questo bel museo si riduce ad essere una grande biblioteca dove sfogliare qualche fumetto, dei migliaia disponibili, ma nulla di più.

    Gabri che fa finta di leggere un fumetto in giapponese

    Gabri al kyoto manga museum

    Il viaggio in Giappone prosegue in Shinkansen (con cambio a Osaka) fino ad Fukuoka.

    La sera a Fukuoka la passiamo in giro per le famose bancarelle di street food di cui Fukuoka è famosa. Come scegliere in quale andare? Beh ovvio in quella che mi ispira di più. Siccome queste sono delle strutture chiuse da tende che oscurano la vista sia di chi sta mangiando sia di che tipo di ciò offre (probabilmente quello era scritto nelle insegne ma non sapevamo leggerle….) il mio metodo era quello di infilare la testa in ognuna di esse ed entrare dove mi ispirava. La ricerca è terminata quando abbiamo trovato quella di questi ragazzi che ci sembravano simpatici, poi ci siamo fatti anche tante risate perché invece di mangiare ciò che cucinavano mangiavano un panino di Mac Donald!

    business man giapponesi
    fukuoka

    La serata è stata molto divertente perché abbiamo anche conosciuto dei businessman giapponesi di Tokyo che erano appena usciti dal lavoro e ci hanno aiutato a decifrare il menu, hanno ordinato per noi e poi ci hanno anche offerto la torta perché era il compleanno di uno di loro!

    12. Fukuoka – Hiroshima – Miyajima – Fukuoka

    Arrivati fin qui vi chiederete come mai siamo andati a Fukuoka per passarci solo la notte. Perché non avevamo trovato nulla di economico a Hiroshima e, visto che il treno (Shinkansen) da Fukuoka a Hiroshima ci metteva meno di 30 minuti abbiamo deciso di risparmiare!

    Il museo della pace di Hiroshima è uno di quei posti che ti rimane impresso per le atrocità vissute nelle ore di visita, a me ha fatto più male di Auschwitz. Un giorno vi racconterò quello che abbiamo vissuto in questi due luoghi tristemente legati alla guerra.

    A-Bomb Dome (l’unico edificio salvatosi dalla distruzione)

    Claudia ad Hiroshima

    Per riprenderci un po’ dalla tristezza che ci ha lasciato la visita al museo siamo poi andati sull’isola di Miyajima dove ho scattato centinaia di foto al famoso Torii rosso e ai cervi che passeggiano in riva al mare facendosi avvicinare senza paura.

    torii nel mare

    La sera, dopo il tramonto, rientriamo a Fukuoka dove ceniamo e passiamo la notte.

    13. Kagoshima

    Da Fukuoka continuiamo a scendere, sempre senza lasciare l’isola di Kyūshū, arriviamo a Kagoshima.

    Il motivo per cui siamo andati a Kagoshima è solo uno: il vulcano Sakurajima! Ed è proprio questo vulcano a far si che Kagoshima, gemellata con la città di Napoli, è chiamata la Napoli del Giappone. Il panorama che di gode da Kagoshima verso Sakurajima è uno spettacolo! La differenza sostanziale tra Napoli e Kagoshima è che il Sakurajima è molto più attivo del Vesuvio, l’ultima eruzione risale infatti al 2016.

    14. Sakurajima

    Il mattino, anche se il tempo non è il massimo, prendiamo l’autobus per il porto, dopodiché la nave che ci avrebbe portato a Sakurajima.

    Nonostante la pioggia abbiamo deciso di prendere parte alla visita guidata che ci avrebbe portato al museo del vulcano dove avremmo imparato qualcosa di più su questo vulcano che, allora quando siamo andati noi, era dal 1991 che non eruttava. Anche solo vederlo così, dormiente ma fumante (cadevano infatti ceneri su tutta l’isola), era affascinante, chissà poter assistere ad un eruzione dal vivo… il mio sogno!

    Dall’autobus che ci accompagnava nel tour dell’isola abbiamo visto scolaresche in giro per l’isola con i classici caschetti gialli che i bambini devono indossare durante i terremoti o le calamità naturali come le eruzioni vulcaniche che qui sono abbastanza frequenti.

    La sera al ritorno a Kagoshima è stata una di quelle cene più incredibili di tutta il nostro viaggio in Giappone, il locale lo decidiamo scegliendone uno pieno di giapponesi e naturalmente, senza sapere una sola parola di giapponese, entriamo…. il resto lo potete leggere qui.

    sakurajima
    studenti con il caschetto giallo a sakurajima

    15. Kagoshima – Beppu

    Da Kagoshima ci dirigiamo in un’altra zona vulcanica, la città di Beppu. Avremmo poi scoperto anni più avanti essere gemellata con un’altra città ad alta attività geotermica in Nuova Zelanda: Rotorua!

    La principale caratteristica di questa città così come di Rotorua è la presenza di un odore simile a uova marce che si respira dappertutto, bisogna farci un po’ l’abitudine… Questo particolare odore non è quello dello zolfo, come erroneamente si pensa, perché lo zolfo è inodore, questa caratteristica “puzza” è dovuta al legame tra zolfo e idrogeno che combinati insieme producono il solfuro di idrogeno.

    Claudia davanti al umi jikoku

    Beppu, proprio per la sua caratteristica geotermica, è considerata la capitale giapponese degli onsen. Nella zona sono presenti infatti migliaia di sorgenti termali ma non solo anche caldere, fumarole e solfatare. In città si possono visitare i principali siti geotermici che sono chiamati jigoku (inferni).

    Noi avevamo acquistato il biglietto cumulativo per poter entrare in tutti e nove gli inferni: uno più bello dell’altro (per me ovviamente che adoro la geologia e tutto ciò che ha a che fare con essa e con i vulcani).

    SCOPRI la mia classifica dei luoghi più inospitali del pianeta

    Oniishibouzu Jigoku

    Un ippopotamo si gode il caldo delle pozze sulfuree

    ippopotamo yama jikoku

    16. Aso – Beppu

    Anche questa giornata è dedicata alle meraviglie della natura, gita fuori porta (3 ore di viaggio con un treno “normale”, non Shinkansen) all’Aso San, il vulcano Aso, anche lui attivo e soprattutto attivo proprio il giorno in cui siamo andati noi per cui non siamo andare vicino al cratere.

    cima del Aso San

    Il Monte Aso è il più grande vulcano attivo del Giappone e uno dei più grandi del mondo. La sua caldera, larga 120 Km, è anch’essa una delle più grandi del mondo, peccato che non abbiamo potuto avvicinarci più di tanto.

    cartello chiusura cratere

    17. Kobe

    Il tempo per visitare il Kyūshū è terminato, lasciamo Beppu dirigendoci verso Tokyo per gli ultimi giorni del nostro viaggio in Giappone. Decidiamo però di fermarci a Kobe per un motivo: la carne di Kobe! Se non la conoscete leggete il mio articolo su questa delizia. Se invece la conoscete non potete lasciare questa pagina senza aver letto l’articolo in cui vi parlo della carne di Wagyu altoatesina.

    Prendiamo il treno e cambiamo a Kokura. Questa città è quasi sconosciuta per noi europei. Per fortuna conosciuta perché fortunata durante la seconda guerra mondiale. Kokura era infatti il principale secondo obiettivo, dopo Hiroshima, per il lancio della bomba atomica che si è salvata solo per il mal tempo che imperversava sulla zona. Era la bomba che fu poi lanciata su Nagasaki.

    Quando arriviamo a Kobe, grazie al mio intuito nel leggere le cartine giapponesi, uscendo dalla metro e cercando l’albergo, andiamo nella direzione opposta! Veniamo però soccorsi da Giuseppe, napoletano trasferitosi a Kobe, che ci riconosce come italiano dallo zaino dell’Invicta. Ci accompagna all’albergo, ci parla di Kobe e ci consiglia un locale dove andare ad assaggiare la fantomatica carne di Kobe.

    Museo di Osamu Tezuka

    Approfittiamo della gita a Kobe per fare un salto al museo di Osamu Tezuka! Chi si ricorda “la principessa Zaffiro” si ricorderà dei suoi occhioni. Beh questi occhioni sono la caratteristica distintiva di Osamu Tezuka, li avete visti in Kimba il leone bianco, Astro Boy e come non dimenticare nei Bom Bom magici di Lilly, ve lo ricordate?

    Beh, se vi ricordate questi cartoni animati, questo museo non potete proprio mancarlo. Fuori dal museo c’è anche una strada simile alla Hollywood Walk of Fame ma dove si trovano le impronte delle mani dei protagonisti dei suoi racconti.

    Claudia e la mano della principessa Zaffiro
    Gabri al Osamu Tezuka Museum

    Io infatti mi sono fatta la foto con la mano della principessa Zaffiro!!!

    Il museo di Tezuka lo ricorderemo anche perché è lì che per caso un depliant di un museo, “forse” non lontano da lì, ha attirato la nostra attenzione e ci ha fatto decidere di rimandare il nostro rientro a Tokyo ancora di un giorno.

    La carne di Kobe

    La sera è la grande serata della carne di Kobe: una di quelle esperienze gustative che ti lasciano senza parole. Una consistenza (tipo tonno rio mare che si taglia con un grissino) e un gusto mai provati prima di allora. Se non siete vegetariani è una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita.

    18. Kobe – Kurashiki – Tokyo

    Questa giornata non sarebbe stata in programma se non fosse stato per quel depliant trovato a Kobe al museo di Tezuka… E’ la giornata della visita ad Okayama per andare al museo di Candy Candy o meglio al museo della sua mamma Yumiko Igarashi.

    Di ritorno da Kurashiki torniamo a Tokyo dove passeremo le ultime tre notti prima del ritorno in Italia.

    LEGGI il racconto della nostra visita al museo di Candy Candy

    19. Tokyo – Nikkō – Tokyo

    Gli ultimi due giorni facciamo gite di una giornata in destinazioni poco distanti da Tokyo. La prima è Nikkō, si trova a 140 km da Tokyo, ed è comodamente raggiungibile in treno.

    Nikkō è una di quelle mete molto turistiche che consiglio di fare all’inizio del viaggio. A noi, vedendola alla fine, non ha entusiasmato più di tanto. I panorami sembravano tutti già visti. Ormai dopo tanti giorni in Giappone i templi buddisti e i santuari scintoisti ci sembravano tutti uguali.

    Molto carine sono invece le cascate Kegon (Kegon no Taki) che si trovano nella zona. Per raggiungerle bisogna prendere l’autobus che dalla stazione dei treni di Nikkō va a Chuzenjiko Onsen (il bus impiega 50 minuti). Dopodiché le cascate si raggiungono con una breve passeggiata.

    Claudia e Gabri davanti alla kegon no taki

    20. Tokyo – Mitaka – Tokyo

    La seconda gita giornaliera da Tokyo è quella più attesa e programmata già i primi giorni del nostro viaggio in Giappone. Abbiamo infatti chiesto a Chiho di acquistare per noi i biglietti per il Museo dello Studio Ghibli. Adesso è tutto molto più facile, basta acquistarli on line. Allora bisognava andare in un supermercato Lawson e acquistarli anticipatamente alle macchinette, tipo bancomat, del supermercato. Naturalmente era tutto in giapponese per cui senza Chiho non ci saremmo mai riusciti!

    mitaka

    Il Museo Ghibli è assolutamente uno dei posti da vedere se amate i film di animazione giapponesi.

    Senza un salto a Mitaka il viaggio in Giappone non è completo!

    Non potete perdervi il Neko Bus, il robot soldato di Laputa, gli i corti d’animazione, i rodovetri disegnati da Hayao Miyazaki in persona e tanto altro.

    Questo è decisamente un luogo magico in cui, chissà, potrebbe comparire un saltellante Totoro quando uno meno se l’aspetta.

    uno dei robot dell’anime Laputa

    Claudia e Gabri e il robot di Laputa

    21. Tokyo – Narita Airport – Italia

    La partenza è sempre la parte più difficile di un viaggio. E questo ritorno a casa è stato veramente molto triste. Forse perché era il mio primo viaggio dall’altra parte del mondo o forse perché mi sono innamorata di un paese e di un popolo che nel tempo è diventato speciale.

    Dopo il viaggio infatti ho iniziato a studiare giapponese e, anche se ultimamente l’ho un po’ mollato (forse anche per colpa di questo blog), è sempre forte la voglia di rimettermi a studiare.

    La tristezza sul nostro ultimo treno diretti all’aeroporto, il nostro viaggio in Giappone stava per finire…

    Claudia sul treno per Narita

    Essendo stato questo il nostro primo viaggio non eravamo ancora preparati con block notes per gli appunti di viaggio. Tutto quello che ho raccontato qui era scritto su cartoline che abbiamo comprato durante il viaggio in Giappone e parecchi sono miei ricordi personali. Purtroppo non posso fare come per gli altri viaggi. Non posso dettagliare le spese sostenute perché non le abbiamo riportate da nessuna parte. Ci auguriamo però che, anche questo itinerario, possa comunque servirvi come spunto per crearne uno vostro.

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    7 commenti
    1. Dani
      Dani dice:
      28/06/2019 in 08:41

      Il Giappone è davvero affascinante, una cultura e un luogo tutti da scoprire. Ci sono stata diversi anni fa e ora conto i giorni per la seconda partenza!!!

      Rispondi
    2. Virginia & Leonardo
      Virginia & Leonardo dice:
      28/06/2019 in 11:55

      Leggere del vostro primo impatto con il Giappone ci ha fatto ricordare il nostro primo viaggio in Giappone: che emozioni! Grande applauso per essere stati anche voi al Museo d’Arte Ghibli, assolutamente imperdibile (secondo noi)

      Rispondi
    3. Marianna
      Marianna dice:
      28/06/2019 in 16:56

      Il Giappone è una terra che amo profondamente e che vorrei visitare di nuovo per scoprirne meglio le peculiarità! Il vostro itinerario l’ho trovato assolutamente perfetto! La Corea invece mi manca! Prendo spunti ?

      Rispondi
    4. Giovy Malfiori
      Giovy Malfiori dice:
      17/07/2019 in 22:14

      Dev’essere stato un viaggio meraviglioso. Io e l’Asia (Cina e Mongolia a parte) dobbiamo ancora imparare a incontrarci per bene.

      Rispondi
      • Enrica Monaco
        Enrica Monaco dice:
        30/08/2019 in 00:51

        I vostri blog sono scritti in modo scorrevole e divertente, sicuramente utili per chi viaggia ….Bravi ragazzi continuate così ????Spero di poter conoscere un po’ di mondo come fate voi fra qualche anno con Giovanni e useremo i vostri blog……per ora mi faccio una cultura!!!!!!??

        Rispondi
    5. Fiorenza
      Fiorenza dice:
      19/07/2019 in 04:31

      Che itinerario pazzesco. Io sono stata in Giappone anni fa, ma solamente per 12 giorni… devo decisamente ritornare!

      Rispondi
    6. Marina
      Marina dice:
      06/02/2021 in 09:57

      Il nostro viaggio in Giappone fu il primo viaggio dopo il viaggio di nozze e lo ricordo come un sogno anche se funun tour de force si 10 gg

      Rispondi

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    Claudia e Gabri

    Io sono Claudia, sono io che organizzo i viaggi, che scelgo le mete (quasi sempre), che gestisco il blog e scrivo gli articoli che state leggendo.

    Gabri è colui che mi sopporta in viaggio come nella vita di tutti i giorni. A lui piace guidare per cui nei viaggi on the road è lui che guida e, ogni tanto, quando glielo lascio fare, è anche quello decide anche la meta.

    Insieme viaggiamo da più di 15 anni e dopo il nostro primo viaggio in Giappone abbiamo capito che, se siamo sopravvissuti in un paese in cui quasi nessuno parlava inglese e dove la maggior parte dei cartelli stradali erano in una lingua incomprensibile, potevamo viaggiare in qualsiasi posto avremmo voluto e così abbiamo fatto e continuiamo a fare.

    Insieme abbiamo vissuto il viaggio più importante della nostra vita: il viaggio in cui abbiamo deciso di sposarci a Las Vegas!

    Se volete seguirci nei nostri viaggi in giro per il mondo ne saremo molto felici!

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