Viaggio in Corea: 2 giorni a Seoul
Durante il nostro viaggio in Giappone abbiamo fatto una toccata e fuga di 2 giorni in Corea “già che eravamo da quelle parti”. E’ una cosa che ci capita spesso quando viaggiamo in auto “Dai, facciamo questa deviazione, è solo a X chilometri da qui…” e puntualmente deviamo per centinaia di chilometri. In questo caso era “solo” a 2 ore di volo, non potevamo non andare in Corea!
Il nostro viaggio inizia a delinearsi due anni prima, quando prima Tj, poi Kim e in ultimo Sonja, tre nostri amici coreani, sono venuti a trovarci in Italia nel loro giro dell’Europa prima del rientro in Corea.
Tutti e tre i ragazzi, terminati gli studi in Corea, avevano deciso di trascorrere qualche settimana a Malta per studiare l’inglese (luogo in cui Gabri li ha conosciuti) ed al termine, prima di rientrare in Corea, farsi ancora qualche settimana di vacanza per vedere l’Europa. A detta loro questa è una prassi abbastanza comune tra i ragazzi coreani, tanti si indebitano anche per potersi permettere questo tipo di esperienza.
Ad ogni modo è stata l’amicizia che si è sviluppata con loro che ha fatto si che decidessimo di passare anche dalla Corea durante il nostro viaggio in Giappone, questo nonostante Tj continuasse a ripeterci che il Giappone è meglio e che in Corea non c’è nulla da vedere.
Ma noi non gli abbiamo creduto e anzi, dopo 2 giorni a Seoul abbiamo capito che dobbiamo assolutamente tornare in Corea perché c’è veramente tanto da scoprire in questo paese un po’ sottovalutato sia dal turismo che dai coreani.
Due giorni a Seoul
Sono stati due giorni molto intensi, a partire dal nostro arrivo un po’ movimentato all’aeroporto Incheon di Seoul: se amate il programma televisivo “Airport Security” vi consiglio la lettura della nostra dis-avventura coreana. Qui sotto vi raccontiamo i nostri due giorni a Seoul, considerate che eravamo ospiti dei nostri amici per cui non abbiamo potuto fare tutto ciò che avremmo fatto se fossimo stati da soli. Questo articolo non vuole quindi essere un itinerario di due giorni da seguire alla lettera. E’ solo il racconto del nostro viaggio in Corea da cui potete prendere qualche spunto per organizzare il vostro viaggio in Corea.
Changdeokgung Palace
Il palazzo di Changdeokgung è il palazzo principale ed anche il più ben conservato dei cinque grandi palazzi fatti costruire dai sovrani della dinastia Chosun. Eretto nel 1405, distrutto da un incendio nel 1592 durante l’invasione giapponese, ricostruito nuovamente nel 1611, è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco nel 1997.
L’intera struttura è costituita da un palazzo principale, tanti padiglioni e un giardino sul retro in cui si trova un gigantesco albero di oltre 300 anni che un tempo era il luogo di riposo dei membri della famiglia reale.
I momenti migliori per vedere il giardino sono sicuramente la primavera (quando siamo andati noi) per ammirare la fioritura dei ciliegi e l’autunno quando il foliage è al culmine.
I ciliegi in fiore coreani
Anche in Corea si possono osservare i ciliegi in fiore come in Giappone, chissà perché non se se sente parlare molto.
Uno dei luoghi preferiti dai coreani per ammirare i ciliegi fioriti è lungo l’Hangang (il fiume che attraversa Seoul). Vi suona familiare il nome Hangang? Forse perché vi ricorda la canzone Gangnam style? Beh, Gangnam è il quartiere di Seoul che si trova a sud del fiume Han infatti facendo un po’ di lezione di coreano:
- Gang = fiume
- Nam = sud
E sapete perché questo quartiere è così popolare tanto da dedicargli una canzone? Perché è il più ricco e alla moda di tutta la città e viene spesso paragonato a Beverly Hills.
N Seoul Tower
Questa torre di comunicazione alta 236 metri, costruita nel 1971, è stata la prima torre ad onde radio della Corea, adesso è una delle principali attrazioni turistiche della città .
Per raggiungere la torre si può prendere la funivia che si trova ai piedi del monte Namsan. La vista, già dalla base della torre, è spettacolare, se poi avete la possibilità di salire fin su, potrete vedere un meraviglioso skyline di Seoul. Noi ci siamo andati di sera per cui abbiamo potuto vedere l’intera città illuminata!
Jjimjilbang: la spa coreana
Come i più conosciuti onsen giapponesi anche in Corea si possono trovare dei bagni tradizionali chiamati jjimjilbang. Si tratta di un grande bagno pubblico in cui si trovano vasche idromassaggio, docce, saune tradizionali coreane e lettini per il massaggio o lo scrub. Facendo ancora un po’ di lezione di coreano vediamo che jjimjilbang deriva dalle parole:
- Jjimjil = riscaldamento
- Bang = stanza
Nell’edificio si trovano zone comuni e zone riservate a persone dello stesso sesso, un po’ come negli onsen più grandi in Giappone dove si possono trovare delle aree comuni come ristoranti o zone relax.
In uno di questi bagni coreani Tj, Chio, Gabri ed io ci abbiamo passato un intero pomeriggio, non ho memorizzato il nome perché tanto non l’avrei saputo scrivere ma era sicuramente un bagno tradizionale e per niente turistico: c’erano solo coreani!
Qui io e la nostra amica giapponese Chiho abbiamo avuto la brillante idea di farci fare lo scrub. Se avessimo visto prima la nostra massaggiatrice forse avremmo desistito: era una donnona coreana che sembrava più una lottatrice di Sumo che una massaggiatrice! Poi abbiamo capito che doveva per forza essere così: per girarci, quando sarebbe stato più facile dirci di girarci (ma lei non parlava inglese e noi non parlavamo coreano) ci avvolgeva intorno all’asciugamano e ci srotolava con forza sul lettino, avete presente come quando si srotola la tovaglia sul tavolo, ecco proprio così! Solo che dentro all’asciugamano c’eravamo noi! Durante l’esfoliazione sembrava poi talmente goduta quando ci mostrava la pelle morta che aveva “sradicato” dal nostro corpo. Meno male che io e Chiho ci guardavamo e ridevamo… Ci siamo fatte grosse risate quel pomeriggio!
Street food coreano e incomprensioni linguistiche
A Seoul non è raro trovare bancarelle di street food in in cui si può trovare cibo di ogni genere.
E’ qui che scopriamo che i coreani mangiano gli insetti: non l’avrei immaginato! Così non pensavo potessero mangiare i cani! Per fortuna non c’è il pericolo di entrare in un locale e trovarsi il cane nel piatto perché è molto costoso essendo razze allevate appositamente, si tratta dei Chow Chow, i cani che assomigliano a dei leoni con la criniera. Abbiamo però rischiato di mangiare i bachi da seta, Gabri li voleva assaggiare mentre io non l’avrei mai fatto!. E invece abbiamo mangiato le zampe di gallina! Tutto è nato perché il nostro amico Tj (che aveva appena concluso il suo corso d’inglese a Malta) ci ha chiesto se ci piacevano le Chicken Legs, noi abbiamo tranquillamente risposto di si pensando si trattasse di coscette di pollo, invece no, erano proprio Legs (zampe!). A quel punto non abbiamo potuto dire di no e abbiamo dovuto mangiare queste zampe di gallina condite con sugo di pomodoro e unghie che navigavano nel sugo: un’impressione!
Le donne coreane che ci seguivano!
Premessa: il volo per Seoul da Tokyo l’aveva acquistato Chiho in Giappone come un pacchetto turistico completo che comprendeva volo + trasferimento e hotel. Dall’aeroporto di Seoul al nostro albergo siamo quindi andati in autobus insieme a decine di giapponesi amanti delle serie tv coreane strappalacrime (l’abbiamo scoperto sull’autobus). La guida turistica che accompagnava la comitiva era una tipica donna coreana. Me la ricordo così: corporatura media, non troppo alta, viso tondo, capelli a caschetto e occhi a mandorla.
Beh dopo averla vista sull’autobus per tutto il tragitto aeroporto-hotel (con sosta ai negozi di souvenir!) ha continuato a seguirci per tutti e due i giorni. In albergo c’era lei, ogni volta che prendevamo una nuova strada trovavamo lei, in televisione c’era lei, era dappertutto!
E’ così cha abbiamo capito come mai gli orientali non riescono a capire la differenza tra italiani, spagnoli o francesi, per loro siamo tutti occidentali. E così per noi le coreane sono tutte uguali! Probabilmente guardandole con attenzione avremmo trovato qualche differenza ma guardandole così, di sfuggita, la nostra sensazione era che si somigliassero veramente tanto. In Giappone non abbiamo mai avuto questa sensazione, forse per via dell’abbigliamento: la signora coreana che ci seguiva era sempre vestita nello stesso modo!
Cucina fai da te
Nei due giorni a Seoul i nostri amici ci hanno fatto assaggiare piatti tipici in locali altrettanto caratteristici, come quelli fai da te! In questo tipo di locali ogni tavolo è attrezzato con fornelletto a gas o barbecue e si sta seduti tutti intorno ad esso, nel caso del barbecue ognuno cucina i propri pezzi di carne mentre con il fornelletto a gas uno cucina per tutti gli altri, nel nostro caso Kim!
Nel nostro viaggio in Corea abbiamo scoperto la cucina è molto differente da quella giapponese, si mangia più carne e i piatti sono spesso piccanti. Uno dei piatti più conosciuti di cui abbiamo fatto quasi indigestione è stato il Kimchi: un piatto di verdure fermentate con spezie, tra cui immancabile il peperoncino, che i coreani consumano a tonnellate. Non è possibile andare in Corea e non assaggiarlo!
Bye Bye Korea, torneremo…. anche perché dobbiamo rivedere i nostri amici!
La Corea mi ispira alla grande. Il mio sogno (irrealizzabile per ora) è di sconfinare anche in Corea del Nord ma i turisti non invitati dal governo non sono ancora ammessi. Mi piacerebbe, però, visitare Seul e poi andare verso nord per vedere il confine.
Della Corea se ne parla sempre poco, eppure è un paese stupendo che anch’io ho scoperto solo da pochi anni, spero di seguire presto le vostre tracce per una visita di Seoul e altri luoghi del paese.