Viaggio alla scoperta dell’Hawaiano e dei suoi segreti
Prima di entrare nel dettaglio del nostro viaggio alle Hawaii vorrei parlarvi della lingua che viene parlata alle Hawaii, l’hawaiano, una lingua che rischia di essere persa (come il Maori in Nuova Zelanda) per via dell’uso più comune dell’inglese, ma che gli hawaiani sembrano voler mantenere viva.
Già prima di partire avevo già capito che gli hawaiani ci tengono a mantenere forte il legame con la propria identità. Tutte le email che ho ricevuto mentre organizzavo il viaggio erano in inglese ma due parole erano sempre in hawaiano Aloha (usato per salutare ma è molto più di un saluto, lo vediamo dopo) e Mahalo (grazie). Sono state le prime parole che ho imparato di hawaiano.
L’Hawaiano
L’Hawaiano è stata una lingua solo parlata fino al 1820 quando i missionari europei hanno introdotto sulle isole l’alfabeto latino per educare gli indigeni ed insegnargli a leggere la Bibbia. Era l’epoca del regno del Re Kamehameha, il primo Re delle Hawaii. Anche il Giapponese è stata una lingua solo parlata fino al XI secolo d.C. Per fortuna, a differenza del Giapponese, alle Hawaii è stato introdotto l’alfabeto latino e non quello cinese!
Ai giorni nostri, l’hawaiano è parlato da meno di 5000 persone e l’unica isola in cui si parla ancora come prima lingua è Ni’Ihau: l’isola più a nord, a meno di 30 chilometri da Kauai, in cui vivono poco più di un centinaio di persone.
A parte le parole che abbiamo già imparato, Aloha e Mahalo, basta mettere piede alle Hawaii per imparare a leggere l’hawaiano. Soprattutto per noi italiani. A differenza degli inglesi (e degli americani) per noi italiani l’hawaiano è molto più semplice. Un po’ come il giapponese. Si, avete letto bene, il giapponese per noi italiani è molto semplice da pronunciare perché le sillabe si leggono esattamente come le pronunceremmo in italiano (poi la complessità del giapponese è un’altra…).
L’hawaiano è ancora più facile del giapponese, peccato che sia parlato da pochissime persone sulla faccia della terra.
Non appena si mette piede alle Hawaii si impara subito a leggere l’hawaiano e si inizia anche subito a riconoscere le varie parole che si trovano più frequentemente nei cartelli stradali e nei nomi di paesi, montagne e vulcani. Mauna, ad esempio, significa montagna: Mauna Kea e Mauna Loa sono i due vulcani più alti del mondo (e si trovano a Big Island, la più grande di tutte le isole hawaiane).
Hawaiʻi o Hawaii?
Una delle prime cose che mi ha incuriosito è stata la parola Hawaii scritta Hawaiʻi e tutti i vari cartelli con questo strano apostrofo messo qua e là (non so se ci avete fatto caso ma è al contrario). Questo apostrofo al contrario è chiamato Okina ed è usato in molte lingue polinesiane, in hawaiano è una consonante speciale che non si pronuncia ma serve a separare due vocali uguali. A esempio la lava di tipo aa non si può scrivere aa ma si scriverà aʻā (la seconda a, con il trattino sopra, macron, si legge più allungata).
La lingua hawaiana usa tutte e 5 le vocali (a-e-i-o-u) e solo 8 consonanti (h-k-l-m-n-p-w e l’okina) e tutte si leggono come le leggeremmo in italiano tranne la h e la w che si pronunciano come in inglese (la h aspirata e la w come fosse una u). La famosa spiaggia di Waikīkī si pronuncia uaikiikii.
Da dove arriva l’hawaiano e similitudini con altre lingue
L’hawaiano appartiene alla famiglia delle lingue polinesiane, la maggior parte della quale è distribuita su un’ampia area triangolare nell’Oceano Pacifico, con le Hawai’i all’angolo più settentrionale, la Nuova Zelanda (Aotearoa), dove si parla il Mãori, a sud-ovest, e l’Isola di Pasqua (Rapanui) a sud-est.
Il polinesiano è più lontanamente imparentato con molte lingue più a ovest, tra cui il fijiano, il malgascio, il malese e le lingue delle Filippine.
All’interno della famiglia polinesiana, alcuni dei parenti più stretti degli hawaiani sono tahitiani, marchesiani e maori; e più lontani samoani e tongani (per il tempo trascorso da quando queste lingue, ora separate, venivano parlate come un’unica lingua in un’unica comunità).
I primi scritti riguardo alle lingua hawaiana si devono ai diari pubblicati dal capitano James Cook, che con il suo equipaggio avvistò l’isola di Kauai il 18 gennaio 1778. Gli esploratori furono immediatamente colpiti dalla sua somiglianza al tahitiano e al mãori, nonostante le grandi distanze che separano le isole (tra 5.000 e 7.000 chilometri). I primi esploratori erano convinti che l’hawaiano e altre lingue del Pacifico fossero tutte dialetti di un’unica lingua: il Polinesiano.
In effetti ci sono parecchie parole che sono le stesse sia in hawaiano che in tahitiano che in lingua Maori, come ad esempio:
- mare è, nelle tre lingue, sempre Moana (parola che probabilmente già conoscete per via del titolo originario del film d’animazione Disney, Oceania)
- donna è, nelle tre lingue, sempre Wahine (parola che diventa presto famigliare alle Hawaii perché si trova spesso scritta sulla porta della toilette)
Se siete stati in Nuova Zelanda troverete molte analogie tra le i nomi dei luoghi neozelandesi e quelli hawaiani. Almeno questa è stata la mia impressione, così come è stata quella del capitano Cook (che, tra l’altro, abbiamo scoperto che è stato ucciso proprio alle Hawaii sull’isola di Big Island).
I termini vulcanici hawaiani
Una della cose che mi ha sempre stupito è che, nonostante l’hawaiano sia una lingua parlata da pochissime persone al mondo, ci sono parole hawaiane che sono diventate parte del linguaggio scientifico per descrivere i vari tipi di lava. Questo perché alle Hawaii si possono trovare entrambi i tipi di lava:
Pāhoehoe è una lava fluida, poco viscosa, che scorre facilmente, che si solidifica formando superfici ondulate dette “a corda”. La traduzione di Pāhoehoe è “pietre su cui si può camminare”. Poter camminare sulla lava Pahoehoe è il motivo per cui volevo andare alle Hawaii (insieme al vulcano Kilauea, ve ne parlerò).
ʻAʻā è una lava più viscosa e ruvida, con una superficie fratturata e appuntita. La traduzione di ʻAʻā è semplicemente “pietre su cui NON si può camminare”. Ed effettivamente camminare sulla lava di tipo ʻAʻā è veramente complicato.
Ci sono anche altri termini hawaiani come ad esempio i Capelli di Pele. Pele è la dea hawaiana del fuoco (molto riconosciuta alle Hawaii) e i suoi capelli sono in realtà i sottili filamenti di vetro che si formano durante le esplosioni di fontane di lava.
Lo spirito Aloha
Nonostante la lingua parlata dagli hawaiani sia per lo più l’inglese ogni volta che incontrerete un vero hawaiano (non necessariamente nato nelle isole) vi saluterà con Aloha e vi aprirà le braccia e il cuore.
Lo spirito Aloha è una parte fondamentale della cultura hawaiana, è un modo di vivere che si riflette in ogni aspetto della vita quotidiana. Questo spirito promuove la connessione con la natura, con gli altri e con se stessi. Gli hawaiani credono che l’Aloha sia una forza positiva e trasformatrice che può unire le persone, portando gioia e benessere.
Ci sono quattro pilastri fondamentali dello spirito Aloha:
- Aloha ena (amore): rappresenta l’amore e la gentilezza verso gli altri. Gli hawaiani cercano di diffondere amore e positività nelle loro interazioni quotidiane.
- Aloha kākou (unità): sottolinea l’importanza dell’unità e della condivisione. Gli hawaiani credono che tutti siano connessi, creando un senso di comunità e appartenenza.
- Aloha ʻāina (amore per la terra): questo riflette il rispetto e l’amore per la terra e la natura. Gli abitanti delle Hawaii si considerano custodi della terra e si impegnano a preservarla per le generazioni future.
- Aloha kekahi i kekahi (rispetto reciproco): questo pilastro sottolinea l’importanza del rispetto reciproco. Gli hawaiani credono che attraverso il rispetto e la comprensione, è possibile costruire relazioni forti e durature.
La nostra esperienza con lo spirito Aloha
Noi abbiamo avuto prova dello spirito Aloha sull’isola di Kauai quando volevamo fare il bucato e non avevamo la tessera (normalmente nelle lavanderie si paga con le monetine, qui serviva la tessera).
La lavorante ci avrebbe caricato i soldi in una tessera temporanea ma, mentre eravamo lì, Bernard, un hawaiano trasferitosi in Idaho, tornato alle Hawaii per trovare la mamma malata, ci ha voluto pagare sia il lavaggio che l’asciugatura senza volere nulla in cambio.
Abbiamo passato il tempo del bucato a chiacchierare con lui e abbiamo scoperto che il gesto che aveva fatto per noi l’aveva già fatto anche per altre persone (meno abbienti) presenti nella laundry. Un gesto di generosità incondizionata che non abbiamo mai trovato in giro per il mondo. Questo è l’Aloha!
Il gesto che vedete fare da Bernard si chiama Shaka, in inglese Hang Loose, ed un segno che viene spesso associato ai surfisti delle Hawaii ma che viene fatto da tutti come un saluto e un invito ad avere un atteggiamento accogliente verso gli altri e a prendere la vita con calma. Sia “Aloha” che “Hang Loose” sono i simboli dello spirito libero e di condivisione della comunità hawaiana.
Mahalo per averci seguito in questo articolo che non parla propriamente di viaggio ma che è fondamentale per capire questo viaggio: un viaggio alla scoperta di un popolo che, nonostante sia un pezzetto di Stati Uniti in mezzo all’Oceano Pacifico, fa di tutto per mantenere la propria identità.
Sperando di farvi cosa gradita, visto l’avvicinarsi delle feste, vi lasciamo con gli auguri di Buon Natale in hawaiano. Si legge proprio così come si scrive (nella seconda parola l’accento va sulla terza sillaba).
Mele Kalikimaka
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