Una settimana indimenticabile sul Nilo
Non abbiamo davvero parole per descrivere la settimana trascorsa navigando sul Nilo. Era un viaggio che sognavamo da anni, uno di quei desideri nel cassetto che aspettano solo il momento giusto per essere realizzati. Sapevamo che volevamo qualcosa di speciale, non la classica crociera sul Nilo, ma un’esperienza unica. E così è stato.
Abbiamo esplorato l’Egitto, scoprendo i suoi segreti con guide straordinarie e compagni di viaggio indimenticabili. Il nostro mezzo? Una dahabeya, la tipica imbarcazione tradizionale, raffigurata già migliaia di anni fa sulle pareti delle tombe dei faraoni. Con il suo fascino autentico, ci ha accompagnati dolcemente lungo le acque maestose del Nilo, uno dei fiumi più grandi e leggendari del mondo.
Ogni giorno era una nuova scoperta: luoghi straordinari che ci lasciavano senza fiato, così imponenti e carichi di storia da sembrare un sogno ad occhi aperti. Tra emozioni uniche e panorami da favola, abbiamo vissuto un’esperienza che resterà per sempre nel nostro cuore.
La dahabeya: il nostro salotto viaggiante
La dahabeya non è stata solo il nostro mezzo di trasporto: era il nostro salotto viaggiante, come ci piaceva chiamarlo. Un luogo accogliente, dove ogni dettaglio sembrava pensato per farci sentire a casa, con la calma del Nilo a fare da cornice alle nostre giornate.
Le giornate iniziavano con una colazione rilassante a bordo, mentre la barca scivolava dolcemente sulle acque placide del fiume. Si concludevano con cene che erano molto più di semplici pasti: erano veri e propri momenti di festa, condivisi con compagni di viaggio e impreziositi da piatti indimenticabili.
I pranzi a buffet erano un tripudio di sapori, con specialità tipiche della cucina egiziana sapientemente spiegate dalla nostra guida, Hassan Hanafy. Ogni portata era un viaggio nei sapori locali, un’immersione nella cultura egiziana che ci ha fatto apprezzare ancora di più il legame tra cibo e tradizione.
Durante la navigazione, all’ora della merenda, l’equipaggio ci viziava con torte e biscotti appena sfornati. Era impossibile resistere al loro profumo invitante, e ogni assaggio era un piccolo momento di dolcezza, perfetto per accompagnare la tranquillità del pomeriggio sul Nilo.
Ogni volta che risalivamo a bordo dopo un’escursione, il personale ci accoglieva con gesti che ci facevano sentire coccolati: un asciugamano fresco per rinfrescarci e un bicchiere di succo di frutta fresca appena spremuta: mango e guava erano i miei preferiti, una pausa rigenerante che aggiungeva un tocco di dolcezza a ogni giornata.
L’ultima sera è stata magica. La tavola era decorata con dettagli scintillanti, quasi come fosse Natale, trasformando il nostro salotto viaggiante in uno spazio ancora più speciale. La cura con cui tutto era preparato e il calore dell’equipaggio hanno reso quella serata un momento indimenticabile, uno di quei ricordi che porteremo sempre nel cuore.
Alla scoperta della storia millenaria degli antichi egizi
Ogni giorno era un tuffo nella storia, con visite guidate ai luoghi più iconici dell’Egitto. Luca, il nostro archeologo, e Hassan, la nostra guida, ci hanno accompagnati attraverso templi e tombe, trasformando ogni tappa in un viaggio nella vita e nei misteri dell’antichità.
Tra i tanti luoghi visitati, due che ci hanno colpito particolarmente sono stati il Tempio di Philae, un’oasi sull’acqua dedicata alla dea Iside, e il maestoso Abu Simbel, con i suoi colossi di Ramses II e Nefertari, che ci hanno lasciati senza fiato. I grandiosi templi di Karnak e Luxor, uniti dal leggendario Viale delle Sfingi e degli Arieti, ci hanno incantati con i loro simboli e dettagli, raccontandoci una storia di potere e spiritualità.
Il Tempio di Dendera, dedicato alla dea Hathor, ci ha affascinati con i suoi dettagli straordinari, come il soffitto riccamente decorato con scene astrologiche e il celebre rilievo della “lampada di Dendera”, che ancora oggi accende il dibattito tra studiosi e appassionati.
La Valle dei Re è stata un momento di pura emozione: camminare nelle tombe dei faraoni, con i loro colori ancora vividi e le decorazioni raffinate, è stata un’esperienza unica. La tomba di Tutankhamon, con il sarcofago e la mummia ancora al suo interno, e quella di Seti I, considerata la più ricca e spettacolare, sono state tra i momenti più memorabili del viaggio.
Ogni sito aveva una storia unica, e grazie a Luca e Hassan abbiamo imparato a cogliere i dettagli più affascinanti. Per esempio, il motivo per cui i faraoni venivano rappresentati con la gamba sinistra in avanti da vivi, simbolo di movimento e vitalità, mentre da morti con le gambe dritte, segno di immobilità e pace eterna. Abbiamo scoperto anche il significato delle barbe posticce: dritte per simboleggiare il potere terreno dei vivi, curve per rappresentare il passaggio al regno dei defunti.
E poi l’importanza dei vasi canopi, utilizzati per conservare gli organi dei defunti durante la mummificazione, un elemento fondamentale per garantire la vita eterna secondo le credenze egizie. Ma non finisce qui: ogni spiegazione era accompagnata da tante altre curiosità e dettagli. Ad esempio, perché alcune statue dei faraoni erano colossali e altre di dimensioni ridotte, il significato delle posture e degli oggetti che tenevano tra le mani, oppure come interpretare i geroglifici che decoravano le pareti dei templi.
Abbiamo imparato anche tanto sugli dei egizi, sul simbolismo dei colori usati nelle pitture, e su come i costruttori dell’epoca progettassero templi e tombe con un’attenzione straordinaria all’allineamento astronomico e al ciclo del sole.
Ogni spiegazione era come un tassello di un grande puzzle che ci ha permesso di comprendere più a fondo questa straordinaria civiltà, lasciandoci incantati di fronte alla complessità e alla bellezza del mondo antico. E tanto, tanto altro ancora, tanto che sarà difficile riuscire a mettere in ordine tutto quello che abbiamo scoperto in così pochi giorni!
Serate magiche con Massimo Polidoro
Il motivo principale per cui abbiamo scelto questo viaggio è stata la presenza di Massimo Polidoro, giornalista, scrittore, divulgatore scientifico e indagatore di misteri. Grazie a lui, questa esperienza si è trasformata in un viaggio che difficilmente dimenticheremo.
Dopo le intense giornate di esplorazione tra templi e tombe, le serate si concludevano nel salotto della dahabeya. Seduti sui comodi divani, con una tazza di tè caldo tra le mani, ci lasciavamo incantare dalle storie di Massimo. Ci ha raccontato curiosità sull’antico Egitto, come le teorie sulla maledizione di Tutankhamon, e ci ha fatto vivere attraverso le sue parole gli incontri straordinari della sua carriera. Tra i racconti più emozionanti, quello del suo incontro con Piero Angela, che gli ha permesso di diventare allievo di James Randi, celebre illusionista e divulgatore scientifico.
Le serate non erano solo dedicate ai racconti. Massimo ci ha sorpresi con incredibili giochi di carte che hanno lasciato tutti a bocca aperta. I nostri compagni di viaggio, incuriositi e insaziabili, chiedevano continuamente di vedere un nuovo trucco, cercando di carpire i segreti per poi replicarli e stupire i propri cari una volta tornati a casa.
In questo clima di meraviglia e complicità, le giornate intense lasciavano il posto a serate rilassanti, trascorse in compagnia di persone speciali che già ci mancano e di un personaggio unico, Massimo, che è riuscito a farci sentire come se lo conoscessimo da sempre. Un viaggio così non è solo un’esperienza da ricordare, ma un tesoro da custodire.
Un viaggio che ci resterà nel cuore
La settimana a bordo della dahabeya è stata molto più di un viaggio: è stata un’esperienza che ha unito storia, cultura, sapori e persone straordinarie.
I nostri compagni di viaggio, con la loro simpatia e gioia, hanno contribuito a creare un’atmosfera unica, trasformando ogni momento in un ricordo prezioso.
La lentezza della navigazione sul Nilo, il calore dell’equipaggio, le lezioni di Luca e Hassan e le conversazioni con Massimo Polidoro hanno reso tutto speciale.
Questo viaggio è diventato una pagina indelebile della nostra vita, una di quelle che si ripensano con un sorriso e una domanda: “Ma è successo davvero?”
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