La Sardegna da scoprire tra storia e tradizioni popolari
Quando abbiamo detto che quest’anno saremmo andati in Sardegna la principale reazione è stata di stupore, neanche avessimo detto Jesolo, la meta estiva più gettonata dagli altoatesini. “Andate al mare? Voi?” – “No, noi andiamo in Sardegna, in Sardegna non c’e mica solo il mare!”
Nell’immaginario collettivo andare in Sardegna significa sole, mare, relax, spiaggia e movida. Certo, il mare è meraviglioso, come non capirli i migliaia di turisti di tutto il mondo che ogni anno prendono d’assalto le spiagge più belle della Sardegna.
Noi però non amiamo questo genere di vacanze. Noi abbiamo deciso andare alla scoperta della Sardegna più nascosta, abbiamo scelto il suo entroterra, abbiamo cercato di conoscere il suo popolo, la sua storia e la sua cultura anche per capire come questa sia stata influenzata da tutte le popolazioni che, nel corso dei secoli, hanno abitato quest’isola.
Un lungo viaggio storico in Sardegna
Ripercorriamo qui con voi alcune tappe del nostro viaggio storico partendo ancora prima della comparsa dell’uomo sulla terra ed in particolare dal Cambriano, epoca geologica in cui hanno iniziato a formarsi le splendide grotte sarde.
Alcune di esse sono state scoperte per caso in epoche recenti, come la grotta di Santa Barbara che è stata trovata dai minatori. Altre erano già utilizzate dai nuragici e dai romani come templi votivi, come la grotta di Su Mannau. Altre ancora hanno caratteristiche eccezionali, come la Grotta di Ispinigoli con la sua colonna più alta d’Europa o la Grotta di San Giovanni che un tempo era la grotta carrozzabile più lunga al mondo.
Nella stessa epoca geologica sull’isola erano attivi 9 vulcani. Oggi sono tutti spenti ma i segni della loro presenza sono evidenti un po’ dappertutto perché la lava solidificatasi a formare basalto e trachite, entrambe rocce utilizzate per la costruzione, in età del bronzo di nuraghi, come il più famoso della Sardegna il Su Nuraxi di Barumini, che è costruito con enormi rocce di basalto o la cittadina termale di Fordongianus che è interamente costruita da una meravigliosa trachite rossa.
I nuraghi dell’età del bronzo
La testimonianza della presenza dei nuragici in Sardegna è pazzesca, ci sono più di 8.000 nuraghi ma la Lonely Planet ne cita 12! E’ vero, sono i più belli o i meglio conservati ma ce ne sarebbero molto più di 12 da visitare.
Dall’età della bronzo è facilmente raggiungibile l’epoca romana o passare prima dall’invasione fenicia per poi proseguire con gli spagnoli sempre restando nello stesso sito archeologico dove gli scavi continuano giorno dopo giorno. Le università, non solo italiane, sono molto interessate ai siti archeologici sardi, sono infatti un enorme libro aperto sulla cultura del mediterraneo. Pensate che un quinto dei siti archeologici italiani si trova proprio in Sardegna!
E noi abbiamo fatto un meraviglioso viaggio nella storia di questa regione tra nuraghi (più o meno famosi), menhir (alcuni alti addirittura 6 metri), tombe dei giganti, tofet, antiche ville aragonesi (una di queste, pensate, ha posato le sue fondamenta proprio su un nuraghe), terme romane e tanto tanto altro.
L’età moderna
Dalla storia antica a quella moderna il passo è breve, basta spostarsi nell’iglesiente, nel sud della Sardegna, per entrare nel vivo dell’archeologia industriale.
Anche in questa zona c’è veramente tanto da vedere ma per un tuffo nel periodo d’oro e poi nella successiva decadenza dello sfruttamento minerario basta poco. Oltre ai siti aperti al pubblico sono centinaia quelli a cielo aperto come miniere abbandonate, ruderi di edifici minerari e villaggi fantasma.
La visita guidata è d’obbligo. Solo in questo modo è possibile comprendere veramente quali erano le estreme condizioni di vita dei minatori, che non erano solo uomini ma anche donne e bambini molto piccoli. Sono storie di vita da far accapponare la pelle!
Folklore e tradizione in Sardegna
Il nostro percorso culturale sardo non si è limitato alla storia dell’isola ma anche agli aspetti folkloristici, popolari e tradizionali, tra le tante cose abbiamo:
- conosciuto l’antica arte della filatura del bisso marino per cui era famosa Sant’Antioco
- girato in lungo e in largo per cercare il murales più bello a partire da Orgosolo, il più famoso perché qui sono nati i primi murales sardi nel 1969, continuando per San Gavino Monreale, San Sperate e tanti altri paesi
- scoperto l’esistenza di alcune feste talmente radicate e grandiose, come quella che si svolge ogni anno il primo maggio per Sant’Efisio a Cagliari, che nemmeno il Covid è riuscito a fermare
- visitato il museo delle maschere carnevalesche tipiche di alcuni paesi dell’entroterra come Ottana e Mamoiada
- ascoltato la musica prodotta dalle Launeddas, uno strumento a fiato di origine preistorica che è sopravvissuto per secoli in Sardegna
- bevuto vini prodotti da viti antichissime, a piede franco, che crescono nella sabbia a pochi metri dal mare di Calasetta
Un viaggio in Sardegna è tutto questo e ancora tanto altro…
Un consiglio: anche se siete amanti delle vacanze relax, fatelo un salto nell’entroterra sardo, non ve ne pentirete! Nei prossimi articoli vi racconteremo più nel dettaglio le nostre due settimane in Sardegna. Continuate a seguirci.
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