San Ponso e il castello di Agliè
Oggi Luigi ci porta, insieme alla famiglia, a visitare due chicche del Canavese: una più famosa (ma solo perché l’avete vista in televisione), il Castello di Agliè e l’altra un piccolo borgo antico, San Ponso.
Anche noi ci ripromettiamo sempre di andare ad Agliè a visitare il castello ma siamo sempre di corsa e quando passiamo ad Agliè è solo per comprare i miei biscotti preferiti: i torcetti di Agliè.
Se volete abbinare i dolci alla storia fate un salto in Canavese! Intanto lasciamo la parola a Luigi che ci racconta la gita domenicale tra il Castello di Agliè e San Ponso.
San Ponso
Me l’aveva promesso, quando vuoi visitare qualcosa nel Canavese me lo dici e ti accompagno, San Ponso vuoi vedere? e dov’è? con tutto quello che c’è da vedere…
Passato lo sgomento iniziale Marco ha scoperto che domenica 27 giugno la chiesa e il battistero venivano aperti per una visita guidata. Così, con mogli nonne figli e nipotina, tutti in gita alla ricerca di una chiesetta strana tra prati grassi, granoturco rigoglioso, rogge alberate e canali colmi d’acqua, San Ponso! Chi era costui?
Da lontano la sagoma è inconfondibile, una torre costruita da bambini, scatole messe a caso una sopra l’altra, una grande, un’altra diversa, una stretta e lunga, finché non cade…
Siamo una dozzina alla visita guidata che inizia con la storia del sito, una storia antichissima perché in questa località pare ci fosse un tempio dedicato a una dea romana. Di sicuro c’era un cimitero romano usato poi anche dai Longobardi che probabilmente hanno costruito la prima chiesa e il battistero a cui sono seguiti i soliti abbandoni, interventi e rifacimenti che nel corso di 1500 anni hanno portato al complesso che oggi vediamo.
Nella chiesetta, l’ultima versione è degli inizi del Settecento, c’è un’edicola con la statua di San Ponzio/San Ponso di cui si racconta che una sua reliquia sia stata qui portata attorno all’anno Mille da Leodogardo, vescovo di Autun, in fuga dalla Francia perché accusato di abusi sessuali e riparato, guarda caso, nel monastero femminile di Busano, per il resto, niente di importante.
Misteri longobardi a San Ponso
Nell’oratorio che unisce la chiesa al battistero è stato istituito un minimuseo con le lapidi romane ritrovate lì attorno, c’è quella col busto del defunto decurione Tutilio Secondino e quella di un certo Ottavio Marcello. Alcune sono di marmo con scritte ben lavorate, testimonianza di famiglie con una buona disponibilità economica, altre di scisto con scritte grossolane, probabilmente datate ai periodi bui dopo la caduta dell’Impero.
Alcune stele cimiteriali sono state anche utilizzate per costruire l’abside della chiesa. Una, la più intrigante, è stata messa come architrave sulla porta del battistero. La donna rozzamente scolpita si chiamava Secondino Aebutia. Ha un velo e una corona in testa e tiene uno specchio in mano, chi era? Nessuno lo sa, una guaritrice medioevale? Una nobildonna longobarda? Un po’ di mistero non guasta mai.
A proposito di longobardi, il massiccio battistero, il cuore del complesso sacro, sembra sia stato da loro costruito nel decimo secolo su un probabile edificio più antico. All’interno non c’è più segno della vasca battesimale e le robuste pareti sono nude tranne che per i resti di due affreschi del battesimo di Cristo dipinti uno sopra l’altro per la gioia dei restauratori.
C’è anche una scala che permette, ma non è consentito, di raggiungere il tetto del battistero. I più arditi, da qui, possono salire all’incongruo campanile che un genio dell’architettura ha costruito sopra il battistero nel 1585. Poi qualcun altro nel 1767 ha pensato bene di aggiungere una meridiana sul battistero e, per i giorni senza sole, un orologio con una sola lancetta sul campanile, dite quel che volete, comunque è unico!
A fine visita i genitori hanno mediamente apprezzato, i figli si sono mediamente annoiati e le nonne si sono mediamente stancate a inseguire la nipotina che però si è divertita un sacco.
A prescindere dal valore storico del sito, una cosa è certa, ancora oggi le duecentocinquanta anime di San Ponso, strette attorno alla loro umile chiesetta, mantengono in vita una comunità qui radicata da duemila anni!
Da San Ponso al Castello di Agliè
A una dozzina di chilometri da San Ponso c’è il castello ducale di Aglié, tutelato dall’UNESCO come parte delle Residenze Sabaude.
L’avevo visto mentre tornavamo da San Ponso, cos’è quella costruzione rossa là in fondo? Il castello di Agliè, non l’hai mai visto? Certo che no e così mi sono prenotato in autonomia per una visita guidata.
Sull’acciottolato del piazzale d’ingresso file di sedie bianche per uno spettacolo serale, bianche sono anche le intelaiature delle grandi finestre che mi ricordano architetture francesi, una lunga galleria a due piani collega il castello alla chiesa parrocchiale alle nostre spalle, dopo, se avrò tempo.
Arriva la signora che ci farà da guida, si può iniziare. Il problema delle visite guidate di gruppo è che o ascolti e segui la guida che ha una certa tempistica da rispettare o stai in retroguardia cercando di fare foto senza troppe teste che sbucano dal basso o persone che non si decidono ad andare avanti. Io ho optato per la seconda modalità di visita e mi sono perso quasi tutta la spiegazione.
Sono sicuro però che il primo ambiente è il Salone di Caccia dove sono esposti i ritratti di Maria Cristina di Borbone e di suo marito Carlo Felice. Bene, gli ultimi padroni li abbiamo visti, segue la Sala dei Valletti, e già sono in ritardo per fotografare il primo dei lampadari antichi che illuminano tutte le sale, uno più bello dell’altro. Nella Biblioteca c’è un modellino in legno del castello, un lavoro da specialisti, io invece non sono specialista della genealogia sabauda per cui recupero terreno con un passaggio veloce nella Sala degli Antenati.
Le sale del Castello di Agliè
Nella Galleria d’Arte stop per fotografare un luminoso vaso di alabastro e più avanti una sdolcinata statua di bambina con cane, e così mi sono perso tutto il resto, dipinti ottocenteschi e busti della famiglia reale compresi. Sala del Biliardo, bel colpo, Eccellenza! mai come il vostro, Maestà! Sala d’Angolo, nelle bacheche souvenirs dei numerosi viaggi in paesi esotici del duca Tomaso di Savoia Genova, invidia, e che dire della scacchiera sul tavolo? Ma questo è scacco al re?! Sì, ma non l’ho detto io per primo, Sire…
Nel Salone d’Onore dove ballavano Elisa e Fabrizio, i due amanti della serie TV Elisa di Rivombrosa che nel castello è stata girata, ci sta dentro tutta San Ponso campanile compreso, splendido il lampadario di cristallo.
Nella Sala Tuscolana c’è un sarcofago romano oltre a statue e altri reperti, se ci fosse mia moglie direbbe: la solita roba.
Tutto il tempo a inseguire il gruppo con la guida che mi guarda un po’ nervosa, ci sono, ci sono, la Sala Gialla e la Galleria Verde, papiers peints, ho capito, dipinti a mano non come quelli dell’IKEA, e questa è la Sala della Musica, foto al pianoforte Ernst Kaps dai tasti un po’ rovinati e partitura aperta del Don Giovanni di Mozart, come canta bene la Baronessa, non è la Baronessa, è una cantante lirica, ah, mi sembrava…
Finito il piano nobile la visita guidata oggi non prevede gli appartamenti reali ma il piano inferiore trasformato in reparto di convalescenza per ufficiali feriti in guerra. Infilata di camerette dotate di letto comodino cassettiera toilette in ferro stile Umbertino con specchio bacile brocca e secchio quadretti a tema sacro alle pareti, tutto ok, ecco, forse manca un po’ di privacy, per andare a trovare tuo cugino Giuseppe devi passare dalle camere del tenente Romagnoli, coma va oggi?, del sottotenente Puglisi, la trovo meglio!, del capitano Maffei, mi saluti la moglie…
Quante sale e stanze abbiamo visto? Una trentina? Nel castello ce ne sono 300!
Il parco del Castello di Agliè
Finalmente libero di girovagare per i giardini, uscendo seguite la destra e suonate al cancello, ci dice la guida prima di salutarci.
In fondo al viottolo in discesa si arriva alla vista più famosa del castello, la facciata alta e austera con la doppia scalinata e le due torri angolari che si riflettono nel laghetto circolare. Un po’ incongruo per un parco all’inglese ma ottimo per il riflesso della facciata.
Per osservare al meglio la geometria del giardino all’italiana del secondo livello, con le sue siepi di bosso e i cespugli di ortensie, bisogna salire al terzo livello, al giardino pensile su cui si affacciano le serre, quella verde, una galleria completamente ricoperta da rampicanti, i piccoli ambienti della serra azzurra con pareti e soffitti decorati a grottesca che necessitano di un urgente restauro e la serra bianca, un salone con imponenti colonne candide e pavimento in cotto come il refettorio di un monastero benedettino.
Via di corsa passando sotto la strada verso il parco e la fontana, mi sembra di essere come il Bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie, è tardi! è tardi!
La Fontana dei Quattro Fiumi non è come quella della reggia di Caserta ma non è male. Dovrebbero però decidere se tenerla perfettamente pulita come una fontana di stile classico o lasciarla ulteriormente inselvatichire come si conviene a un giardino romantico con i grumi neri delle alghe che galleggiano sullo specchio d’acqua morta, le tife che lo invadono e gli alberelli che spuntano tra i piedi delle statue.
Del resto nel grande parco all’inglese l’atmosfera è già di per sé romantica, il grande prato invaso dai fiori rosa della salcerella, i viali ombrosi e il laghetto silenzioso creano un’atmosfera a tratti decadente, tronchi fatiscenti al suolo, angoli intimi tra le felci, recinzioni in legno abbandonate al loro destino. Il posto ideale per le cavalcate dei due innamorati della serie TV.
Ma è tardi! E’ tardi! Mi aspettano per pranzo!
Noi ringraziamo Luigi per averci fatto conoscere San Ponso, di cui ignoravano l’esistenza anche noi, ma anche per averci parlato del Castello di Agliè e vi ricordiamo che, se volete scrivere un articolo per i nostri e i vostri amici potete contattarci, saremo felici di ospitarvi.
Tutti gli articoli che Luigi ha scritto per noi li trovate sulla sua pagina dedicata qui su Travel With The Wind!! Altri articoli li trovate invece su Non Solo Turisti e su Gli scrittori della porta accanto.
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