San Lorenzo in Banale e la sua Ciuìga
San Lorenzo in Banale è una perla nascosta e quasi sconosciuta incastonata tra le Dolomiti trentine che è persino censito tra i “Borghi più belli d’Italia”. Noi non lo conoscevamo fin quando, di ritorno dal ben più famoso Lago di Molveno, ci siamo fermati qui.
Incuriositi dal cartello che lo annoverava tra i “Borghi più belli d’Italia” ci siamo addentrati nel piccolo borgo in pietra dove il tempo sembrava essersi fermato e noi eravamo gli unici visitatori in quella soleggiata domenica estiva.
Di ritorno a casa abbiamo cercato qualche informazione in più sul borgo di San Lorenzo in Banale e ho scoperto che sulle mappe si trova come San Lorenzo in Banale ma con il nuovo nome che è San Lorenzo Dorsino. Tutti però, nella zona, lo conoscono con l’antico nome, antico come il salume di rapa che da secoli si produce qui.
La nostra visita a San Lorenzo in Banale in Trentino
Ci siamo fermati a San Lorenzo in Banale ispirati dal cartello che segnala l’inizio del paese proprio perché è indicato che si tratta di uno dei borghi più belli d’Italia.
Cercando qualche informazione in più sul paese si legge su Wikipedia che trattasi di comune sparso. E io senza leggere cosa sia un comune sparso penso che sia proprio così perché è sparso tra 3 frazioni, 3 piccoli borghi, uno più bello dell’altro. Se poi cercate la definizione di comune sparso scoprite che non è questa la definizione giusta ma a me piace pensarla così.
Dalla prima frazione (Berghi), che si trova sulla strada principale che va dal Lago di Molveno a Trento, o viceversa. è possibile raggiungere a piedi gli altri due (Pergnano e Senaso) in una decina di minuti.
Sono tutti e tre piccoli borghi di pietra in cui il tempo sembra si sia fermato. Vi mostro qualche foto perché valgono, secondo me, più di mille parole.
In quella occasione abbiamo anche scoperto che San Lorenzo in Banale è famoso per la Ciuíga, un piatto della tradizione contadina: un particolare insaccato in cui alla polpa tritata di maiale sono mescolate le rape.
La storia della Ciuìga
Secondo i racconti orali degli anziani del paese, la Ciuìga è stata inventata, intorno al 1875, da un macellaio, tal Palmo Donati, che ha poi ceduto la ricetta ad Eugenio Baldessarri, in cambio di una fornitura di 2 etti di carne al giorno.
Oggi è un piatto prelibato, diventato anche presidio Slow Food, ma in passato era un piatto povero tant’è che si era proprio ricorsi all’aggiunta della rapa alla carne, che era considerata un lusso, aumentando il volume dell’insaccato ingannando così sia l’occhio che lo stomaco. La rapa bianca, con il suo gusto delicato, non alterava né copriva il sapore della carne, era facile da coltivare e non mancava mai nelle case dei contadini.
Perché si chiama Ciuìga
Sempre stando alle leggende popolari, sembra che il nome sia nato dall’esclamazione del suo produttore “Ma el par na ciuìga” che nel dialetto locale significa “mi sembra una pigna”. Si perché nel suo primo esperimento la ciuìga assomigliava più ad una pigna di conifera che ad una salsiccia.
Ingredienti e preparazione
In passato la Ciuìga era costituita dall’80% di rapa e il resto da scarti di carne di maiale tritati.
Oggi invece si usa carne scelta, non troppo grassa ma nemmeno troppo magra. Il 60% – 70% è carne. Per il resto è rapa.
Le rape bianche sono un prodotto povero e strettamente legato alla stagione autunnale. Vengono seminate ad inizio luglio e sono pronte per la raccolta ad ottobre giusto in tempo per l’inizio dell’attività di produzione degli insaccati.
Dopo la raccolta, la rapa viene pulita, tagliata a fette, cotta in acqua, poi messa in un secchio e strizzata, infine, una volta asciutta, unita alla carne a pezzi e macinata insieme. Successivamente vengono aggiunti gli aromi (sale, pepe nero, aglio e altre spezie). Una volta insaccate e legate, a mo’ di salsicce, le Ciuìghe vengono affumicate. Il luogo tradizionale per l’affumicatura è un locale senza camino (il fumo esce dalle finestre) dove il fuoco viene alimentato con rami di ginepro per conferire un aroma particolare.
La sagra della Ciuìga
Ogni anno, solitamente nei primi giorni di novembre, si tiene la Sagra della Ciuìga tra i vicoli, le corti, le cantine e sotto i vòlt (portici) di San Lorenzo in Banale.
Il programma della Sagra cambia ogni anno, ma alcune cose non mancano mai: le degustazioni della Ciuìga nei chioschi all’aperto e nei ristoranti del paese, le esibizioni delle bande musicali locali e gli spettacoli degli artisti di strada per il divertimento dei bambini ma anche degli adulti.
Una festa a cui non volevamo mancare. Dopo aver visto il paese d’estate lo volevamo vedere addobbato a festa e poi dovevamo assaggiare la famosa Ciuìga che in estate non avevamo provato.
Siamo così riusciti ad andarci il primo sabato di Novembre.
Sarà stata l’atmosfera autunnale, la musica lungo le strade, le opere d’arte dei maestri artigiani, la Ciuíga o le birre artigianali trentine ma a noi San Lorenzo in Banale è piaciuto molto.
Un borgo caratteristico in qualsiasi stagione che da il suo meglio nel periodo della Sagra. Noi ci torneremo presto, magari proprio per mangiarci un buon piatto con la Ciuìga.
Ricette con la Ciuìga
Per chi l’avesse già assaggiata e apprezzata, e riuscisse ad acquistarla in uno dei presidi Slow Food che la vendono, vi lascio qui sotto qualche ricetta sfiziosa da provare.
Gnocchi di patate con Ciuìga e gorgonzola
Preparare i tradizionali gnocchi di patate. Fare una crema di gorgonzola e panna, aggiungere la Ciuìga a quadretti rosolata nel burro e salvia. Versare sugli gnocchi e servire.
Timballo di polenta con Ciuìga e porcini
Preparare la polenta di farina gialla. Sbollentare le Ciuìghe per 6 minuti, togliere la pelle, affettarle e distribuire le fette sopra la polenta, aggiungere formaggio grattugiato (tipo Parmigiano o Trentingrana) e burro fuso. Servire con porcini trifolati.
Tagliatelle alla Ciuìga e noci
Soffriggere in olio extravergine di oliva e burro della cipolla, aglio tritati, salvia, rosmarino e delle noci sminuzzate. Aggiungere al soffrite un cucchiaio di farina, un bicchiere di brodo e portare ad ebollizione. Aggiungere sale e pepe quanto basta e 100 gr di panna. Sbollentare la Ciuìga per 6 minuti, togliere la pelle, tagliarla a dadini ed aggiungerla ad sugo. Cuocere le tagliatelle e saltarne con il condimento appena preparato.
Orzotto alla Ciuìga
Lasciare l’orzo a bagno nell’acqua per 4 ore. Passato questo tempo, in una casseruola preparare un trito di cipolle, sedano, carote, porri rosolando leggermente con olio extravergine di oliva. Aggiungere l’orzo e l’acqua. Portare ad ebollizione e cuocere per circa 1 ora. A parte sbollentare la Ciuìga per 6 minuti, togliere la pelle, tagliarla a dadini ed aggiungerla all’orzotto un quarto d’ora prima che la cottura sia conclusa. Al termine aggiungere formaggio grattugiato (tipo Trentingrana o Parmigiano) e prezzemolo.
Dove si trova San Lorenzo in Banale
San Lorenzo in Banale (come dicevo sopra, sulle mappe è indicato come San Lorenzo Dorsino) si trova in Trentino sulla Strada Statale 421 del Lago di Molveno a circa 40 minuti da Trento, 15 minuti da Molveno e 12 dalle Terme di Comano. Potete abbinare la visita al Lago o una giornata alle Terme ad una sosta qui ad assaggiare la Ciuìga. Se capitate invece qui durante il periodo invernale vi consiglio di passare anche da Rango (25 minuti da San Lorenzo in Banale) per uno dei Mercatini di Natale considerato tra i più belli del Trentino.
San Lorenzo in Banale dev’essere un borgo fantastico: anche se ho lavorato per due estati a Molveno, non sono mai riuscita ad andarci! Mi dovrò programmare un bel viaggio nelle Giudicarie: castel Stenico + S. Lorenzo in Banale … e chi se ne andrà più via?