Parchi USA (seconda parte) dallo Utah al Wyoming
Continuiamo con il nostro on the road tra i parchi USA, questa è la seconda parte del viaggio, dallo Utah al Wyoming. Se vi siete persi la prima parte la trovate qui: dalla California allo Utah passando attraverso Nevada, Arizona e Colorado.
Se nella prima settimana i chilometri percorsi (2500) ci sembravano già tanti in questa seconda parte, considerando il lungo viaggio per raggiungere il parco nazionale di Yellowstone, ne abbiamo percorsi altri 2800. Sapevamo già che il tragitto verso il paco di Yellowstone sarebbe stato molto lungo, abbiamo “perso” quasi due giorni tra andata e ritorno ma, credeteci, ne vale veramente la pena! Il parco di Yellowstone è una meraviglia della natura da non perdere!
Qualche dettaglio sull’intero on the road
Se non avete letto la prima parte del viaggio, i primi sette giorni, vi riepiloghiamo qui sotto qualche dettaglio.
L’itinerario della seconda settimana e dell’intero viaggio
Seconda parte: da Moab a Yellowstone
Tutto il viaggio
8. Moab – Canyonland (km 283)
Giornata dedicata al trekking e più precisamente all’Elephant Hill Trail che si trova a circa 1 ora e mezza da Moab nel bel mezzo di Canyonland: la terra dei Canyon.
Abbiamo scelto di pernottare due notti a Moab per raggiungere velocemente sia Canyonland che Arches Park perché i parchi sono distanti tra loro e non si riesce a vedere tutto in una sola giornata. Se poi si vuole anche caminare un po’ come abbiamo fatto noi è meglio optare per dormire qualche notte nello stesso posto.
Di Dead Horse Point e Island In The Sky, due dei punti più famosi del parco di Canyonland, ne abbiamo già parlato nella prima parte del nostro viaggio.
Con questo trekking abbiamo deciso di dedicare un po’ di tempo in più alla scoperta gli angoli più nascosti del parco.
L’Elephant Hill Trail è un percorso di circa 10 chilometri (tra andata e ritorno) tra rocce di arenaria rossa e splendidi archi naturali.
9. Moab – Arches Park (km 93)
Intera giornata dedicata all’esplorazione di Arches Park: un’area naturale dove si trovano più di 2000 archi naturali di arenaria rossa come il famoso Delicate Arch ed una varietà di formazioni geologiche uniche al mondo.
Seguiamo alcuni dei percorsi che sono bel segnalati nel parco tra cui parecchi dei percorsi più semplici come “Lanscape Arch”, un percorsi di circa un’oretta che raggiunge il bellissimo e omonimo arco. E poi proseguiamo con il trekking che ci porta a raggiungere il più famoso Delicate Arch giusto all’ora del tramonto. Proprio quel giorno decine di fotografi sono piazzati lì perché la luna sorge proprio all’interno dell’arco. Una fortuna! Solo che non eravamo attrezzati per fotografare un tale evento quindi non possiamo farvi vedere quella meraviglia. Vi lasciamo le fotografie del tramonto….
10. Moab – Idaho Falls (km 750)
Giornata di spostamento questa. Volendo arrivare a Yellowstone dallo Utah bisogna contare due giornate di spostamento tra andata e ritorno. L’ideale per raggiungere Yellowstone sarebbe arrivare già all’aeroporto più vicino Jackson Hole nel Wyoming per evitare di percorrere centinaia di chilometri.
Noi comunque sulla strada, come già successo altre volte, abbiamo trovato delle cose da fare come visitare il Museum of Ancient Life at Thanksgiving Point, che allora era chiamato solo Dinosaurs Museum, che ci ha entusiasmato tanto che ci sembrava fossimo tornati bambini.
Per la notte ci siamo fermati dalle parti di Idaho Falls in quello che nella nostra memoria è stato il peggior motel di tutto questo viaggio (non il peggior pernottamento della nostra vita, quello ve lo racconteremo in qualche prossimo articolo). All’epoca non avevamo gli smartphone e, quando era ora di cercare un posto dove dormire, utilizzavamo il navigatore o ci fermavamo nel primo motel con il cartello “no vacancy” esposto. In questo caso è stato il navigatore a portarci in un motel a Idaho Falls di cui non ricordo nemmeno il nome.
Già appena entrati abbiamo la nostra prima sensazione è stata quella di trovarci nell’hotel di Shining. Il corridoio era un mix tra l’Overlook Hotel di Stephen King e l’hotel del delfino di Haruki Murakami, i miei due scrittori preferiti ma non avrei mai pensato di ritrovarmi in un libro dell’orrore… L’orrore non è finito qui: il peggio è stato quando siamo entrati nella nostra camera. Non avevamo mai visto, fino ad allora, un moquette così alta, era tipo un tappeto molto peloso e non abbiamo osato guardare cosa c’era sotto il letto. Ci siamo infilati subito nel letto e, dopo qualche ora di sonno, siamo scappati a gambe levate per raggiungere il parco di Yellowstone.
11. Idaho Falls – West Yellowstone (km 173 + 229 km nel parco)
Lasciamo, felici di essere ancora vivi, l’hotel di Idaho Falls e ci dirigiamo verso la nostra meta: il parco di Yellowstone. Grazie alla sveglia all’alba alle 10:00 siamo già all’ingresso del parco.
Poco prima di entrare troviamo un cartello stradale di avvertimento con su scritto “Buffalo Ahead”. Noi capiamo chiaramente che è un cartello che ci vuole avvisare della possibile presenza di bisonti più avanti quindi rallentiamo.
Voltiamo l’angolo, vediamo l’insegna del parco di Yellowstone e… troviamo una mandria di bisonti proprio davanti a noi!
Quindi capiamo subito che il cartello “Buffalo Ahead” non voleva dire che potevamo incontrare dei bisonti ma che avremmo incontrato dei bisonti!
A proposito, ma voi lo sapete perché gli americani li chiamano bufali mentre sono bisonti? Non è così chiaro nemmeno in rete. Sembra quasi che non siano nemmeno stati gli americani a dargli il nome buffalo bensì gli europei, forse i francesi, da les boefs. Oppure dalle loro pelli chiamate”Buffe” o “Bufle”.
Ad ogni modo i bisonti, non buffalo, erano in mezzo alla strada a pascolare allegramente e noi in coda ad aspettare che i ranger arrivassero a farli spostare.
Se andate a Yellowstone armatevi di tanta pazienza perché questa sarà una scena che si ripeterà più volte al giorno in tutto il parco. Le mandrie di bisonti americani sono come le nostre mandrie di mucche, solo un po’ più pelose!
La seconda sorpresa che ci ha fatto Yellowstone subito dopo i bisonti è stata la neve! Per noi che venivamo dal sud, dal caldo, vedere nevicare a Yellowstone è stato molto strano, ci aspettavamo freddo ma non la neve.
Prima cosa che andiamo a vedere a Yellowstone è uno dei simboli del parco. No, non l’orso Yoghi…. ma il vecchio fedele, l’Old Faithful, il geyser che spruzza getti d’acqua calda con orari regolari dal 1870 (probabilmente anche prima ma dal 1870 è stato chiamato Old Faithful).
Dopo il bellissimo show dell’Old Faithful, il nostro primo geyser, andiamo a vedere un’altra zona spettacolare del parco di Yellowstone: Mammoth Hot Spring. Si tratta di caratteristiche terrazze di travertino formatesi grazie al carbonato di calcio depositato dall’acqua termale di cui è ricco il sottosuolo. Una delle zone più belle di tutto il parco, ne abbiamo parlato nell’articolo che abbiamo scritto sui luoghi più inospitali del pianeta.
Al termine di questa giornata ricca di momenti meravigliosi, come lo sbuffo dell’Old Faithful, le passeggiate tra le zone solforose del Mammoth Lake, i bisonti, qualche lupo avvistato dalla strada, la neve e la stanchezza del viaggio, la serata si conclude con l’arrivo al Three Bear Lodge (prenotato dall’Italia) con un bel bagno rilassante nella jacuzzi che avevamo in camera. Una deliziosa cena e poi a nanna… nei prossimi giorni ci aspettano nuove avventure al parco di Yellowstone!
12-13. Yellowstone (km 525 nel parco)
Il Parco Nazionale di Yellowstone è immenso… lo si capisce anche dai tanti chilometri percorsi nel parco, in totale 754! Ma il parco è molto più grande, si estende infatti per circa 9.000 km quadrati. In gran parte si trova nel Wyoming (dove abbiamo pernottato noi) ma si estende anche parti del Montana e dell’Idaho.
Nei due giorni successivi al nostro arrivo ci siamo dedicati alla scoperta degli angoli più remoti del parco e abbiamo anche camminato tanto alla ricerca di tutte le centinaia di specie animali lo abitano: orsi, lupi, alci, antilopi e naturalmente bisonti (anche se quelli non è necessario cercarli).
Abbiamo sfiorato un’incontro con una mamma orsa e il suo cucciolo. Quasi perché sembrava fosse proprio sul nostro percorso ma, purtroppo, o per fortuna?, non l’abbiamo visto. Ci hanno avvisato altri turisti che tranquillamente ci hanno chiesto “avete visto l’orso con il cucciolo?” E noi tristissimi…. Abbiamo poi recuperato! L’ultima sera, era già quasi buio, mentre percorrevano la strada per raggiungere il nostro lodge, un orso, probabilmente maschio data la sua possanza, esce dal bosco e ci taglia la strada a pochissimo dalla nostra auto. Se fossimo stati poco più avanti ci avrebbe preso in pieno!
14. Yellowstone – Cedar City (km 1041)
Giornata dedicata al rientro in Utah, i chilometri sono tanti, più di 1000 tutti in una giornata! Ma non possiamo perdere tempo fermandoci qua e la, anche se la tentazione è stata forte, soprattutto a Salt Lake City (ma ci torneremo prossimamente…).
Riusciamo però ad arrivare nel tardo pomeriggio a Cedar City in modo da riuscire a fare ancora un giretto nel Cedar Break National Monument: un anfiteatro naturale di arenaria rossa profondo circa 600 metri e lungo quasi 5 chilometri. Ricorda un po’ a Bryce Canyon (infatti non siamo troppo lontani) anche se è molto diverso. Peccato avere poco tempo per visitarlo.
Il nostro on the road continua… continuate a seguirci anche voi!
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Che ricordi!!! Mi hai appena riportata all’estate di qualche hanno fa quando ho seguito una rotta molto simile alla tua. Che emozione rileggere e rivedere luoghi visitati in viaggio ❤️
È la prima volta che leggo un tuo articolo e questo è davvero stupendo! Mi hai fatto sognare!
Visitare i parchi degli USA è in cima alla nostra Travel Dreams List! L’anno scorso avevamo iniziato ad organizzarlo ma poi abbiamo dovuto stoppare tutto quanto…
Davvero impressionanti le sculture naturali dell’Arches Park e meravigliose le immagini degli animali incontrati durante il vostro itinerario!!!
Un viaggio incredibile, uno di quelli che ti segnano la vita. Dopo questo viaggio ti senti molto più vicino alla terra e alla natura. Io ho scoperto lo spazio, l’immensità del silenzio e dell’orizzonte. Ne sono uscita sicuramente migliore e con una grande voglia di continuare a viaggiare.
Non sono ancora riuscita a visitare la parte ovest degli USA, ma tutti questi parchi mi incuriosiscono molto. Amo la natura e so già che non mi deluderanno. Che emozione che deve essere vedere gli orsi in libertà :)
Ho effettuato lo stesso itinerario qualche anno fa e ne sono rimasta incantata. I parchi americani sono tutti meravigliosi, ma Yellowstone mi è rimasto nel cuore, ci tornerei molto volentieri!