I monumenti naturali dell’Alto Adige
In Alto Adige i più bei monumenti non sono quelli creati dall’uomo bensì quelli creati dalla natura che, con un lavoro di anni, certe volte di millenni, è riuscita a modellare la Terra regalandoci delle bellezze da lasciarci senza fiato. In questo articolo vediamo alcuni tra i migliaia di monumenti naturali che si possono ammirare in Alto Adige.
I monumenti naturali
Un monumento naturale può essere: un singolo oggetto, ad esempio un albero, una fonte, una roccia, una grotta o un giacimento minerale; un gruppo di oggetti (come nel caso delle buche di ghiaccio); una determinata area (ad esempio biotopi, cascate, specchi lacustri); infine un paesaggio (come quello costituito dalle piramidi di terra).
Quando hanno particolare importanza, anche i monumenti naturali, come quelli creati dall’uomo, vengono posti sotto tutela.
In Alto Adige ci sono 1.082 monumenti naturali sotto tutela, di questi 448 sono alberi, 218 sono rocce, gole o canyon e 416 sono monumenti legati all’acqua.
I biotopi
I biotopi sono un habitat protetto per piante e animali rari. Per far sì che tali ambienti si mantengano inalterati, è vietato raccogliere piante, disturbare gli animali ma soprattutto costruire case o strade.
In Alto Adige ci sono 175 biotopi protetti; il più famoso dei quali è Castelfelder che si trova tra i comuni di Ora, Montagna ed Egna e che si estende per una superficie di 108 ettari. Qui si possono trovare a pascolare allegramente caprette, mucche e cavalli tra le rovine dell’antica Castelfeder.
La gola del Bletterbach
La gola del Bletterbach, nei pressi di Aldino, è un monumento naturale di grande interesse geologico che si estende per 12 chilometri e con un dislivello di 2.000 metri. Di particolare non ha solo l’età (si stima che abbia 15.000 anni), ma anche i diversi strati rocciosi, formatisi nel corso di diverse ere geologiche e distinguibili in modo molto netto.
Trovate qui il nostro articolo di approfondimento sulla bellissima gola del Bletterbach.
La gola di Stanghe
Uscendo dalla Val di Racines si incontra la gola di Stanghe, una valle profonda con pareti ripide interamente scavata nel marmo.
La gola di Stanghe, profonda 50 metri e lunga 400, si è formata grazie alle continue erosioni del Rio Racines che per secoli si è insinuato nelle profondità della roccia. Il marmo è una roccia dura, difficile da modellare, ma grazie alla forza del fiume che, ancora oggi continua a scorrere nella gola di Stanghe, oggi noi possiamo ammirare le splendide cascate di Stanghe.
Gli omini di pietra
Gli “Stoanmandin” (omini di pietra) sono delle pile di sassi che ricordano per la loro forma un omino o una torre. Si tratta di segnavia in mezzo alla natura, che un tempo venivano realizzati per indicare i percorsi in montagna.
Prima dell’invenzione della segnaletica erano molto utili per orientarsi ma anche adesso nei percorsi non così ben segnalati sono creati dagli escursionisti per aiutare le altre persone che seguono lo stesso percorso.
La maggior concentrazione di omini di pietra si trova in Val Sarentino ad oltre 2.000 m di altitudine. Qui la loro presenza è documentata già dal 1540. E’ possibile trovare altri omini di pietra anche a Valles in Val Pusteria e a Planol nell’Alta Val Venosta.
La vite più grande e più antica d’Europa
In Alto Adige si trova la vite più grande d’Europa e “forse” la più antica della Terra; si chiama Versoaln, ha più di 350 anni e le sue fronde ricoprono una superficie di 350 metri quadrati.
Si trova a Prissiano, a circa 600 metri di altitudine, e cresce sul pendio settentrionale di Castel Katzenzungen (il castello del gatto) a ridosso di un muro e sorretta da pali di castagno.
La vite Versoaln, sopravvissuta alla fillossera, produce ogni anno dai 3 ai 7 quintali di uva da cui viene prodotto un rinomato vino bianco che porta lo stesso nome della pianta.
La Cantina di Laimburg, che vinifica le sue uve dal 2006 ne produce circa 600-700 bottiglie tutte numerate e acquistabili direttamente presso il castello. Assolutamente da provare!
Le piramidi di terra
Le piramidi di terra sono lunghe e sottili colonne di terra sormontate da una grossa roccia: la loro forma (da qui il nome) ricorda quella di piramidi allungate. Le rocce proteggono dalla pioggia le piramidi, contribuendo alla loro conservazione.
Con la loro altezza massima di 30 metri, le piramidi di terra del Renon sono le più alte d’Europa. Formazioni simili, in Alto Adige, si possono trovare anche a Terento, Meltina, San Genesio, Tirolo, Collepietra, Caines e Perca.
Trovate qui il nostro articolo di approfondimento sulle Piramidi di Terra del Renon.
La roccia inquietante
All’uscita della Vallelunga, a due passi da Curon Venosta (il paese del campanile sommerso) c’è una formazione rocciosa che i fantasiosi abitanti del posto hanno chiamato “krampusloch“. La formazione rocciosa è un arco naturale dalla forma molto singolare che si dice assomigli ad un diavolo (krampus) oppure che sia opera del diavolo, in italiano infatti “krampusloch” significa buco del diavolo.
Ad ogni modo in tedesco i krampus non sono diavoli qualunqie sono esseri ben precisi, demoni dalle sembianze mostruose e animalesche, molto inquietanti, che, la leggenda vuole che si aggirano per le strade rincorrendo i bambini durante la festa di San Nicola (il 5 dicembre).
Nelle rappresentazioni che si svolgono ogni anno in molti paesi altoatesini non rincorrono solo i bambini ma indifferentemente chiunque si trovi sul loro passaggio. Alcuni sono pericolosi (e non scherzo). Le frustate che lanciano in mezzo alla folla possono veramente fare male. Noi non li amiamo ma, capisco che chi non li ha mai visti magari li vuole vedere. Vi diamo però un consiglio: se capitate in Alto Adige nel periodo di San Nicola e volete assolutamente vedere le sfilate dei krampus, guardateli da molto distante!
Le sequoie giganti
Le sequoie giganti sono alberi molto antichi con un tronco particolarmente grosso, quelle più famose sono quelle del Sequoia National Park in California, ma ce ne sono cinque anche in Alto Adige!
Come sono arrivate le sequoie in Alto Adige, vi starete chiedendo. Sono state piantate nel 1898 in occasione del giubileo d’oro di Francesco Giuseppe I d’Austria (il marito della Principessa Sissi) e da allora sono cresciute fino a raggiungere un’altezza di 40 metri e un diametro di 4,5 metri.
Per raggiungere le cinque sequoie giganti (in tedesco Mammutbäume) seguite la strada che va dal paese di Cortaccia sulla Strada del Vino in direzione Lago di Favogna.
Se impostate su Google Maps “Sequoie giganti di Fennhals” le troverete facilmente altrimenti non è così facile trovarle da soli (non ci sono indicazioni sulla strada).
Le sequoie giganti si vedono facilmente dalla strada principale ma, se volete andarci sotto, potete parcheggiare l’auto nel piazzale davanti al ristorante “Boarnwold” e tornare indietro a piedi per pochi minuti.
Le panche delle streghe
A Bullacia, sull’Alpe di Siusi, ci sono delle rocce di porfido dalla forma molto particolare: sono le cosiddette panche delle streghe (in tedesco “Hexenbänke”); delle panche giuste giuste per due persone, che hanno la forma di una poltrona con tanto di poggiapiedi, braccioli e schienale.
Una leggenda vuole che in questa zona vivessero, durante il medioevo, le famose Streghe dello Sciliar e che la strega più anziana del villaggio amasse sedersi proprio su queste rocce per ammirare i panorami.
Poco sopra Castelrotto, in località Tiosels, si trovano altri blocchi di porfido chiamati, questa volta, sedie delle streghe.
Che decidiate di andare a sedervi sulle sedie o sulle panche delle streghe, non dimenticate che i panorami che si possono ammirare da qui sono tra i più belli di tutto l’Alto Adige con lo Sciliar che svetta di fronte a voi.
Larici millenari
A Santa Gertrude, in Val d’Ultimo, a circa 1500 metri di altitudine, si trovano tre larici millenari considerati le più antiche conifere d’Europa.
Nel 1930 gli scienziati stimarono che gli alberi avessero oltre 2.000 anni facendoli diventare famosi come i larici millenari della Val d’Ultimo (in tedesco “Ultner Urlärchen”) così nel 1979 vennero messi sotto tutela e considerati oggi Patrimonio Naturale dell’Umanità.
Nel 2004 l’età dei larici venne nuovamente misurata con nuove metodologie e si scoprì così che la loro età è di “soli” 850 anni, comunque una bella età!
Di questi tre larici sono imponenti anche le loro dimensioni: l’albero più alto è alto 36,5 metri e il più largo è largo 8,34 metri.
I larici della Val d’Ultimo non sono però gli unici antichi larici dell’Alto Adige, altri larici secolari di possono trovare a Plata in Val Passiria.
Le buche di ghiaccio
Le buche di ghiaccio (in tedesco “Eislöcher”) si trovano in un avvallamento della montagna che presenta cavità e fessure, da cui soffia costantemente un vento molto freddo, che oscilla tra gli 0 e i 9 gradi.
In Alto Adige le buche di ghiaccio più famose si trovano sul Monte Ganda tra Appiano e Caldaro, in un’area di 200 metri x 40 metri. A causa delle basse temperature, anche d’estate si possono osservare stalattiti di ghiaccio. E non solo, tutt’intorno alle buche di ghiaccio, crescono piante che normalmente si trovano solo in alta montagna.
Un fenomeno simile alle buche di ghiaccio è quello che si può osservare ai Balmetti di Borgofranco d’Ivrea in Piemonte. Ce n’eravamo interessati qualche anno fa quando siamo andati a vederli e sentire la Ora provenire dalle profondità della montagna che respira. Ecco il nostro articolo dove potete conoscere questo “strano” fenomeno naturale.
Oltre alle correnti fredde, in Alto Adige esistono fenditure sotterranee da cui sale invece anche aria calda. Se siete curiosi, queste correnti calde, le potete trovare sul Monte di Mezzo sopra al lago di Caldaro, a poca distanza da un altro monumento naturale, una formazione rocciosa chiamata Denti di Cavallo (in tedesco “Rosszähne”). Se volete fare un’escursione dal lago di Caldaro fino ai Denti di Cavallo potete seguire questa escursione ad anello di 7,5 chilometri che, in circa 2 ore e mezza, vi porterà sia ai Denti di Cavallo che alle rovine di Castelchiaro.
Che potessero essere tanti i monumenti naturali dell’Alto Adige potevamo immaginarlo, è talmente bello…. ma non pensavamo fossero più di mille quelli tutelati. Voi lo sapevate? Quanti ne avete visti? Ne conoscete altri? Scrivetecelo nei commenti.
Alla prossima!
Uno degli aspetti che amo dell’Alto Adige è proprio la presenza di così tanti monumenti naturali. La prima volta che ho visto un cartello indicante questa peculiarità mi trovavo al lago di Carezza, uno dei miei posti del cuore.
Un itinerario davvero pazzesco da intraprendere con i bambini al seguito. Saranno senz’altro affascinati da queste attrattive naturali, che diventano un pò un parco giochi all’aria aperta in cui sperimentare giochi e far volare le emozioni.
Vale sempre la pena andare in Alto Adige, ed i monumenti naturali sono un motivo in più per chi ama la natura! Ultimamente ho avuto modo di fare una passeggiata fra i Larici millennari della Val d’Ultimo!
Una bellezza immensa …
Mi hai fatto davvero sognare con un percorso tra i monumenti naturali dell’Alto Adige. Ho respirato a pieni polmoni guardando le tue foto.