Minivan e Camper: i limiti alla libertà di viaggio e come affrontarli
Nel nostro primo anno di viaggio con Windy, il nostro minivan, abbiamo scoperto una realtà che prima ci era completamente sfuggita. Ciò che sembrava promettere libertà illimitata e avventura senza confini si è rivelato un percorso disseminato di ostacoli inaspettati e restrizioni sorprendenti.
Questa esperienza ha aperto i nostri occhi su una serie di sfide che molti viaggiatori affrontano quotidianamente, ma che rimangono invisibili a chi utilizza solo l’auto per spostarsi.
Una nuova prospettiva: un mondo di limitazioni inaspettate
Da quando abbiamo in giro con Windy, il nostro minivan, ci siamo imbattuti in una serie di ostacoli che hanno rapidamente trasformato la nostra percezione del viaggio itinerante. Le restrizioni e i divieti che ora incontriamo regolarmente ci appaiono non solo limitanti, ma spesso illogici e discriminatori. Questa nuova realtà ci ha fatto riflettere su diverse problematiche che i camperisti di lunga data affrontano quotidianamente.
Divieti invisibili
Prima di possedere un minivan, non avevamo mai notato la moltitudine di cartelli e restrizioni che limitano la sosta e l’accesso dei veicoli ricreazionali. Queste limitazioni, ora evidenti, sollevano interrogativi sulla loro effettiva necessità e equità.
Certamente una regolamentazione ci va ma non a discapito di chi si comporta senza arrecare danno alle persone e alle cose che lo circondano.
La sottile linea tra camper, minivan e veicolo commerciale
Il nostro minivan, pur essendo omologato come camper, è fisicamente indistinguibile da un normale furgone commerciale in termini di lunghezza e larghezza. L’unica differenza sostanziale è l’altezza, leggermente superiore. Questa situazione mette in luce l’arbitrarietà di molti divieti.
I minivan come vengono considerati camper o auto? Nei vari forum che frequento da quando ho il minivan non è chiaro perché ognuno fa le proprie regole. C’è chi dice che quando scrivono camper si intendono i mezzi che sporgono dalle righe di un parcheggio per auto per cui noi, essendo lunghi e larghi come un auto, non dovremmo essere camper, in realtà però il minivan è immatricolato come camper, quindi? Ognuno interpreta il minivan come più gli fa comodo. Quando è meglio essere auto il minivan è un auto, quando è più conveniente essere camper (quasi mai) il minivan è un camper.
Non solo, se dovessimo essere esclusi da aree di sosta o parcheggi a causa della classificazione del nostro veicolo come “camper”, sarebbe come vietare l’accesso a tutti i Ford Transit utilizzati da idraulici, carpentieri e altri professionisti in tutta Italia. Questa incongruenza evidenzia quanto le attuali regolamentazioni possano essere poco ragionate e potenzialmente discriminatorie.
Impatto sulla libertà di movimento
Il divieto di accesso ai camper non solo limita le possibilità di viaggio ed esplorazione di tutti coloro che possiedono un mezzo ricreativo, ma mettono in discussione il concetto stesso di libertà di movimento, un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal tipo di veicolo che scelgono di utilizzare.
Il paradosso delle aree naturali
In Trentino Alto Adige, una delle regioni più rinomate per le bellezze paesaggistiche e nonché nostra “regione” di adozione, si manifesta una situazione singolare: in minivan risulta più agevole pernottare in aree urbane piuttosto che immersi nella natura. Le zone verdi, che dovrebbero accogliere chi cerca un contatto diretto con l’ambiente, sono disseminate di divieti che ne limitano l’accesso.
Le nostre esperienze
Da quando viaggiamo in minivan abbiamo, nostro malgrado, dovuto prendere atto che tante zone del Trentino e in parte anche dell’Alto Adige, non accettano i camperisti se non nelle apposite aree a loro destinate.
Tutte restrizioni che rendono i nostri weekend sempre più complicati. Finché dormiamo nei pressi delle città nessun problema. Ci basta un parcheggio in strada in un luogo sicuro e tranquillo. Ma è fuori città, nelle aree verdi, che stiamo incontrando più problemi.
Ecco alcune delle situazioni più emblematiche che abbiamo incontrato:
- Comano Terme: l’area intorno alle terme di Comano presenta una diffusa presenza di divieti di accesso e di sosta per camper. Sia i camperisti, che i proprietari di minivan, pur non rientrando “fisicamente” in questa categoria, si trovano esposti al rischio di sanzioni, vedendo così ridotte le possibilità di visita a siti di interesse. Noi ad esempio eravamo in zona per visitare le Palafitte di Fiavè, trovare un parcheggio non proprietà privata e senza cartelli di divieto è stata un’impresa, e anche così non abbiamo dormito sonni tranquilli.
- Paneveggio: la situazione qui assume contorni surreali. La maggior parte dei parcheggi presenta divieti di sosta notturna (alcuni dalle 19 o dalle 21 alle 7 o alle 9 del mattino) estesi a tutti i veicoli, incluse le automobili. Abbiamo letto di casi di escursionisti costretti a un bivacco di emergenza per il maltempo e, la mattina dopo, hanno trovato come regalo una bella multa da 175 euro. Questa regolamentazione solleva interrogativi sulla sua ragionevolezza e sulle potenziali conseguenze per la sicurezza dei visitatori.
- Lago di Resia: uno dei miei primi pensieri quando abbiamo comprato il minivan è andato a questo lago, che meraviglia può essere addormentarsi con vista sul campanile del lago e svegliarsi la mattina avendolo di nuovo davanti agli occhi? Beh non si può, anche nel parcheggio del lago di Resia non si può sostare di notte (nessuno, non solo i camper, nemmeno le auto).
Le barriere invisibili: limiti di altezza nei parcheggi
Un ulteriore ostacolo è rappresentato dai limiti di altezza nei parcheggi. Mentre alcune restrizioni in strutture sotterranee sono quanto meno comprensibili, l’installazione di barriere a 2 metri nei parcheggi all’aperto appare meno giustificata. Questa pratica è particolarmente diffusa lungo la costa del Lago di Garda, dove numerosi parcheggi esterni escludono di fatto camper e minivan.
È evidente che nei parcheggi del Lago di Garda non vogliono camperisti o desiderano che utilizzino campeggi e aree di sosta attrezzate. Da quanto ho letto in rete, il problema principale è stato causato dai camperisti che si “accampavano” in queste aree turistiche, tirando fuori di tutto e “campeggiando” nei parcheggi. Le restrizioni che hanno adottato penalizzano però anche chi si “comporta bene” e vuole solo pernottare lì per esplorare l’area, costringendolo a scegliere un’altra zona e rinunciare così alla visita della località desiderata.
La segnaletica inadeguata complica ulteriormente la situazione. In molti casi, i cartelli che indicano l’altezza massima consentita sono posizionati direttamente all’imbocco dell’ingresso sotterraneo, costringendo i conducenti a raggiungere l’entrata prima di realizzare l’impossibilità di accesso. Questo genera disagi e potenziali blocchi del traffico.
Ci capita spesso di arrivare all’entrata di un parcheggio e renderci conto solo in prossimità dell’ingresso (ovviamente perché non segnalato prima) che il parcheggio ha una limitazione di altezza che non ci consente di entrare. Il caos che ne deriva, con la necessità di fare retromarcia per uscire dall’imbocco del tunnel del parcheggio, potrebbe essere facilmente evitato segnalando la limitazione prima dell’arrivo nel parcheggio, magari nei segnali di indicazione per raggiungerlo.
Ovviamente questa è un’altra delle cose che abbiamo imparato solo dopo aver acquistato un mezzo che ha un’altezza tale da richiedere qualche verifica in più prima di entrare in un parcheggio che ha una limitazione in altezza. Quando siamo in macchina mica ci preoccupiamo di tutti quei cartelli che indicano altezze, larghezze e pesi posizionati agli ingressi di una determinata area.
La questione della legalità dei divieti
Un aspetto controverso che merita attenzione riguarda la legalità stessa dei cartelli, di divieto di sosta o di accesso, specifici per i camper in Italia.
La legislazione italiana riguardante la sosta dei camper e minivan è complessa e spesso soggetta a interpretazioni. L’articolo 185 del Codice della Strada equipara gli autocaravan (camper) agli altri autoveicoli per quanto riguarda la circolazione e la sosta. Tuttavia, questo lascia spazio a incertezze sulla definizione di “sosta libera”.
Secondo la normativa, la sosta libera è autorizzata se:
- il veicolo poggia sulle sue ruote e non su supporti a terra;
- non produce deflussi oltre quelli del motore;
- non occupa uno spazio sulla carreggiata oltre il proprio ingombro (quindi se non viene aperto il tendalino o le finestre laterali).
L’articolo 158 del Codice della Strada elenca numerosi luoghi dove la sosta è vietata per tutti i veicoli, inclusi camper e minivan, come ad esempio in prossimità di incroci, su marciapiedi, sugli attraversamenti pedonali, davanti a cassonetti dei rifiuti e in tanti altri luoghi pericolosi in cui ognuno di noi non parcheggerebbe nemmeno l’auto, figuriamoci un camper.
Numerose sentenze della Corte di Cassazione hanno stabilito che i divieti specifici per camper o autocaravan non sono legali se discriminano questi veicoli rispetto alle automobili. Secondo queste sentenze, i camper dovrebbero essere trattati come normali autoveicoli per quanto riguarda la circolazione e la sosta.
Nonostante ciò, molte amministrazioni locali continuano a installare cartelli di divieto specifici per camper, basandosi su interpretazioni delle normative locali o su presunte esigenze di gestione del territorio.
Questa situazione crea un paradosso: mentre la giurisprudenza tende a considerare non validi i divieti specifici per camper, la realtà sul territorio resta variegata e spesso controversa. I viaggiatori si trovano così in una zona grigia, dove la legittimità dei divieti che incontrano è spesso discutibile, ma la loro contestazione richiede tempo, energia e conoscenze legali non sempre alla portata di tutti.
La necessità di una regolamentazione più inclusiva
Le attuali normative sembrano non tenere conto delle diverse esigenze dei viaggiatori, in particolare di coloro che viaggiano in camper o minivan. Alcune possibili soluzioni potrebbero includere:
- eliminazione dei cartelli discriminatori per i camper (qualora questo non sia dovuto a restrizioni specifiche di lunghezza, larghezza, peso per cui già esistono cartelli di divieto specifici);
- creazione più di aree di sosta a pagamento dedicate al pernottamento libero legale. Questo garantirebbe a chi come noi vuole pernottare liberamente di farlo senza violare la legge e garantirebbe entrate per le comunità locali (alcuni comuni già lo fanno ed è una soluzione molto semplice da attuare);
- introdurre autorizzazioni temporanee per il pernottamento in determinate aree, magari gestibili tramite piattaforme digitali. Anche in questo caso ci sarebbero entrate aggiuntive per le comunità locali:
- miglioramento della segnaletica per le altezze nei parcheggi sotterranei posizionando informazioni chiare e tempestive prima degli accessi ai parcheggi, magari già nel cartello che ne indica la direzione.
Riflessioni conclusive
La situazione attuale pone significative limitazioni alla libertà di movimento e di esplorazione per chi sceglie il pernottamento libero. Le regolamentazioni in vigore non solo restringono l’accesso a aree di notevole interesse naturalistico e culturale, ma rischiano anche di impattare negativamente sull’economia locale, scoraggiando una forma di turismo potenzialmente sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
Si rende necessaria una riconsiderazione dell’approccio alla gestione del territorio, che riconosca il valore del turismo itinerante e del pernottamento libero come modalità legittime di esplorazione. Un dialogo costruttivo tra tutte le parti coinvolte potrebbe portare a soluzioni che promuovano un turismo responsabile e inclusivo, preservando al contempo l’integrità dei territori.
La possibilità di esplorare il territorio in modo spontaneo e flessibile rappresenta un’esperienza preziosa. È auspicabile che le istituzioni riconoscano questa realtà e agiscano di conseguenza, nell’interesse di tutti i viaggiatori e delle comunità che li accolgono.
Come avete avuto modo di vedere in questo articolo viaggiare in camper o minivan può essere un’esperienza straordinaria, ma le numerose restrizioni e limitazioni possono trasformare il viaggio in un percorso a ostacoli.
Vi invitiamo a leggere gli altri articoli sul nostro blog dedicati al plein air, dove troverete consigli e suggerimenti per viaggiare al meglio.
E voi, cosa ne pensate di queste restrizioni? Se siete automobilisti, avete mai notato cartelli discriminatori o divieti di sosta notturna? E se siete camperisti, vi sentite discriminati o ormai ci avete fatto l’abitudine? Condividete le vostre esperienze nei commenti, siamo curiosi di sapere la vostra opinione!
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