Marocco in 4×4: dalle dune del deserto all’oceano
Questa è la prima parte del nostro viaggio in Marocco: il regalo di compleanno per Gabri. Per questa occasione gli ho lasciato carta bianca. Era indeciso tra tornare nel deserto per guidare un 4×4 o andare in Francia nella zona dello Champagne. Visto che, nonostante fossero due viaggi molto diversi tra loro (era una decisione difficile) ho deciso di accontentarlo per entrambi i viaggi. A Marzo siamo andati nel deserto del Marocco in 4×4 e a Maggio, per il nostro decimo anniversario di matrimonio, in tour nello Champagne in Francia.
Gabri però non voleva che organizzassi un “semplice” viaggio nel deserto, voleva guidare un fuoristrada con tanto di corso di guida su sabbia. Sinceramente la ricerca è stata più dura del previsto, mi aspettavo di avere molta più scelta. E’ stato parecchio difficile trovare il viaggio adatto e soprattutto nel periodo che avevamo a disposizione. La scelta è caduta su un organizzatore italiano che si occupa principalmente di viaggi in Marocco in 4×4 e per questo tour dava la possibilità di scegliere se guidare l’auto o partecipare come ospite su un auto condotta da una delle guide.
Nel nostro tour eravamo due coppie con un fuoristrada a testa e altre cinque persone che stavano su altre due auto + tre guide (di cui due italiane e una berbera): in totale una carovana di quattro auto.
Il nostro on the road in Marocco in 4×4
Qui sotto trovate l’itinerario del nostro on the road in Marocco in 4×4. Tutta la parte nel deserto è però molto approssimativa perché su Google Maps non sono segnate le piste ma solo le strade statali. Le piste che abbiamo seguito sono molto più all’interno del deserto del Sahara quasi al confine con l’Algeria (la riga grigia che vedete sotto a quella blu evidenziata da Google).
1. Milano – Marrakech
Partenza al mattino da Bergamo con Ryanair insieme ad Adelaide, conosciuta all’aeroporto e cui condivideremo, oltre al viaggio di andata e la giornata in giro per Marrakech, anche il tour in Marocco in 4×4. Arriviamo a Marrakech nel primo pomeriggio dopo 4 ore di volo. Per raggiungere il centro della città utilizziamo, invece del taxi, l’autobus Alla numero 19 (che si trova proprio fuori dall’aeroporto) e che fino a Jamaa el Fna costa 30 Dh (circa 3 euro) andata e ritorno. Sul sito ufficiale trovate tutti gli orari e le fermate dell’autobus.
Nel pomeriggio facciamo conoscenza con la città e i suoi “simpatici” abitanti attirati dai turisti come una calamita è attirata dal magnete. Appena arrivati nella piazza Jamaa el Fna sarà facilissimo passare inosservati con le valigie a seguito e difficilmente gli ammaestratori di scimmie, gli incantatori di serpenti, i tatuatori ambulanti faranno a gara per vedere chi è il più ingenuo da cascarci… Ad ogni modo, se siete riusciti a passare indenni dalla piazza e a raggiungere il vostro Riad senza aver sganciato un solo dhiram siete dei grandi!
Dopo aver girato in lungo e in largo per la Medina di Marrakech, aver assaggiato i primi piatti locali, aver odorato i profumi delle spezie ed esserci quasi fatti fregare da un venditore di spezie “non proprio onesto”, terminiamo la nostra prima giornata in Marocco sognando le dune del deserto e le piste che avremmo affrontato nel nostro viaggio.
2. Marrakech – Ouarzazate (256 km)
Il nostro viaggio inizia all’aeroporto di Marrakech dove incontriamo i nostri compagni di viaggio e le nostre guide e recuperiamo il fuoristrada che ci avrebbe accompagnato durante questa avventura in Marocco: un Toyota Landcruiser Prado 4×4.
Viaggiamo da Marrakech a Ouarzazate attraversando il suggestivo passo del Tizi n’Tichka che si trova a 2.260 metri sul livello del mare sulle montagne dell’Alto Atlante. Il deserto si trova proprio dietro questa catena montuosa la cui cima più alta supera i 4000 metri di altezza. Quasi in cima al passo abbiamo fatto una sosta ristoratrice in un piccolo locale in cui le donne producono e vendono olio di Argan. Abbiamo assistito al loro lavoro partendo dalla materia prima, ovviamente le noci di argan. Alla fine è tutto lavoro manuale: grazie ad una pressa molto rudimentale e “olio di gomito” si produce quest’olio dalle mirabolanti proprietà benefiche: si può dire quindi che dall’olio si produce olio!
Arriviamo a Ouarzazate in serata. Prima di andare all’hotel prenotato per la notte (Le Jardins de Ouarzazate) ci fermiamo davanti agli Atlas Film Studio (che a quell’ora erano già chiusi ma comunque la visita non era prevista). Facciamo così un salto in Game Of Thrones: qui sono state infatti girate alcune delle scene in esterno della serie tv andata in onda dal 2011 al 2019. Ma non solo, in questo deserto sono state girate scene del Gladiatore, di Lawrence d’Arabia e Le Crociate.
Arrivati in hotel partecipiamo al briefing dove le guide ci illustrano il viaggio e ci forniscono indicazioni e i consigli per lo svolgimento del tour. Per Gabri e Luca, che guidano i fuoristrada, si tiene la prima lezione teorica su come gestire il mezzo sui vari tipi di terreno.
Cena etnica in hotel e poi tutti a letto, domani inizia il “vero” viaggio!
3. Ouarzazate – Erg Chebbi (388 km)
Sveglia prestissimo (alle 5:30), colazione e partenza alle 7:00: dobbiamo fare molti chilometri oggi!
Attraversiamo una serie di villaggi e Ksar dove iniziamo ad assaporare l’essenza della civiltà marocchina. Per l’occasione ci mimetizziamo con i locali: acquistiamo il chèche (o Tagelmust), il classico copricapo berbero.
Ci addentriamo nella Valle delle Rose (famosa per le antiche Kasbah e per la coltivazione delle rose da essenza), quindi nella Valle di Dades; superiamo i villaggi di Tinghrir, Tinejdad e ad Erfoud (dalla porta del Sahara) entriamo in pieno deserto.
Raggiungiamo per pranzo la Kasbah Hotel Said ad Erfoud dove ci attende il primo pasto tipico del deserto. Nel primo pomeriggio inizia la guida nel deserto.
Percorriamo la prima pista con caratteristiche miste: REG (pista dura), ERG (sabbia), sterrate e spianate che costeggiano dune e piccoli rilievi. Mentre ci abituiamo alla guida nel deserto ci fermiamo ad esplorare una grande distesa di antichi fossili: trilobiti (come quello della foto qui sotto) e ammoniti del periodo Devoniano (800 milioni di anni fa, molto prima dei dinosauri).
Dopo la pausa paleontologica iniziamo a vedere le dune, ci stiamo avvicinando al maestoso Erg Chebbi: un posto indescrivibile, con dune alte fino a 300 metri e location della maggior parte dei film ambientati nel Sahara. Iniziamo anche a prendere dimestichezza con la guida su sabbia.
Arrivo al campo con sorpresa
Giunti ad un antico villaggio abbandonato, lasciamo i fuoristrada e saliamo in groppa ai dromedari. In carovana saliamo sulle dune mentre ammiriamo un fantastico tramonto all’orizzonte del Sahara. L’esperienza sul dromedario è da fare una volta (basta una!) nella vita. Innanzi tutto sono altissimi e già salire e scendere è complicato. La parte più difficile è quando devono scendere dalle dune! Mica si rendono conto che hanno qualcuno in groppa. Fanno dei movimenti bruschi che se non ti reggi bene cadi e, da quell’altezza, rischi di farti male. Come una nostra compagna di viaggio, Albera, che è caduta perché (non si sa come mai) il suo cammello si è agitato, ha strattonato i nostri (era dietro di me in carovana) e tutti si sono spaventati. Anche io e Gabri abbiamo rischiato di cadere!
Raggiungiamo così il campo tendato immerso tra le dune di sabbia del grande Erg Chebbi. Dopo la tipica cena in tenda ci lasciamo cullare dai tamburi berberi che si lanciano in canti tribali.
4. le piste del deserto (141 km)
Oggi prima giornata in cui mi ricordo il motivo per cui ODIO i viaggi di gruppo. Ero bella concentrata nel fare questa foto e si parte! Come si parte? Le dune sono illuminate così bene e il sole è nella posizione giusta e noi dobbiamo partire? Ma perché? Perché l’ha deciso il nostro accompagnatore!
Seguendo le piste del deserto iniziamo ad andare verso Sud attraverso dune spianate di sabbia vastissime. In lontananza vediamo un particolare profilo di una montagna che sembra proprio indicarci la strada.
Una volta fermatici al suo cospetto scopriamo essere un vulcano spento. La sosta ci permette di raccogliere frammenti di roccia vulcanica dalle forme più strane.
Costeggiamo il oued Rheris dove continuiamo a sperimentare la guida su questo tipo di terreno sempre diverso, da quello vulcanico fino a tornare a quello sabbioso delle dune di Ouzina fino all’ora di pranzo dove ci fermiamo al Porte de Sahara: un ristorante che fa anche da hotel e che si trova in mezzo al nulla.
La città perduta di Ba Ba Hallou
Dopo pranzo attraversiamo gran parte della regione di Ramlia, cercando l’antica città perduta di Ba Ba Hallou, che all’improvviso ci appare in lontananza, con le sue rovine arroccate su una collina rocciosa. Ci fermiamo a visitare la fortezza portoghese che si pensa sia stata costruita intorno al 1500 sopra la strada che portava all’oasi Mharech.
Continuiamo con una pista impegnativa attraverso uno spettacolare percorso per lo più sabbioso: quello che piace a Gabri!. Da quel che ci hanno raccontato i nostri accompagnatori il deserto più bello per loro è quello algerino e noi siamo al limitare del confine tra Marocco e Algeria. Già di qua è uno spettacolo, chissà di là… Peccato solo che ci fermiamo poche volte, giusto una sosta di servizio, e sempre in posti poco fotogenici. Quando incontriamo dei posti bellissimi da fotografare non ci si ferma!
Proseguiamo continuando a percorrere distese e distese di piste sabbiose. Passiamo due laghi salati dove le piste si incrociano con altre piste e la polvere che alziamo con i nostri mezzi fa si che non si riesca più a vedere la macchina che ci precede. Raggiungiamo infine il campo tendato tra le dune della Kasbah Marabout dove ci attende un buon the alla menta.
Prima della tipica cena nella tenda berbera ci arrampichiamo sulla cima della duna più alta e ci godiamo un bellissimo tramonto.
Un’altra giornata nel deserto se ne va accompagnata, attorno al fuoco, dai tamburi berberi e da canti tribali dei nostri ospiti.
5. valle del Draa – deserto dello Chagaga (223 km)
Oggi seconda volta in cui rimpiango di aver prenotato un viaggio di gruppo: infatti si parte ancora prima di ieri, non ho nemmeno il tempo di fare una foto alle dune all’alba!
La pista prosegue fino alla valle del fiume Draa, superiamo Zagora per poi raggiungere la grande oasi di Tagounite che attraversiamo per alcuni chilometri (purtroppo senza fermarci mai).
Dal deserto alle oasi: una sosta al palmeto
Ci fermiamo per il pranzo al ristorante Les Palmeraias. Arriviamo molto prima di pranzo (cosa che mi fa ancora più arrabbiare perché avrei potuto godermi l’alba) ma cogliamo l’occasione per rilassarci un po’ nel bel mezzo del palmeto in cui si trova il ristorante.
Ripartiamo alla volta dell’Erg Jeudi fino alle dolci forme delle Dunes du Juif dove ci fermiamo per arrampicarci sulle dune di sabbia.
La pista prosegue, prima tra le sabbie di Mhamid, e poi fino al cuore del deserto dello Chagaga. Queste piste, oltre ad essere le più belle del Marocco sono state anche le più impegnative che abbiamo affrontato in 4×4: bravo Gabri!
Arriviamo al campo tendato Erg Chigaga Luxury Desert Camp giusto in tempo per gustarci un bellissimo tramonto se non fosse che, in cima alla duna, dei turisti francesi non hanno smesso di parlare, se non quando il sole è sceso dietro la duna, rovinando l’atmosfera. Potete vedere qui sotto i francesi chiacchieroni in cima alla duna nella foto che ho scattato prima di salire sulla duna (quando ancora non sapevo che fossero chiacchieroni).
Dopo cena Fabrizio, uno degli organizzatori, ci ha deliziato con una lezione astronomica sotto le stelle in cui abbiamo imparato a leggere l’ora nel cielo, ad orientarci con le stelle e tanto altro: una serata veramente molto interessante.
Dopo la lezione passiamo ancora un po’ di tempo attorno al fuoco ad ascoltare canti berberi e poi, per evitare i problemi della partenza all’alba dei giorni precedenti, e visto che non avevamo potuto goderci il tramonto, chiediamo agli organizzatori se possiamo posticipare la partenza a dopo l’alba. Non se ne parla nemmeno! E qui non vi sto a raccontare la mia incazzatura, tanto l’avete capita!
6. deserto – valle di Foum Zguid (216 km)
Saltiamo la colazione per fare almeno qualche foto alle dune all’alba, almeno il sole è dalla mia parte perché qualche raggio interessante mi permette di scattare qualche foto tra cui questa qui sotto:
Ripartiamo attraversando il bellissimo deserto dello Chagaga fino ad arrivare al bianchissimo lago salato Iriki dove proviamo la sensazione di silenzio assoluto. Facciamo un esperimento: prendiamo come riferimento una roccia all’orizzonte, chiudiamo gli occhi e cerchiamo di camminare in linea retta facendo 100 passi. Nessuno è riuscito: la linea retta che mentalmente immaginavamo di seguire si era trasformata quasi in una circonferenza suscitando ilarità degli altri compagni di viaggio che assistevano all’esperimento. Il silenzio assoluto annulla i riferimenti: un’esperienza da provare!
Seguiamo il “lago” per tutta la sua vastità fino a incrociare una parte del percorso della famosa Parigi–Dakar.
Per pranzo ci fermiamo per un pic-nic nel deserto in mezzo al nulla:
Proseguiamo poi, percorrendo piste che ci ricordano quelle della savana namibiana, fino a Tissint dove ci fermiamo a vedere dall’alto questo spettacolare canyon di tufo:
Ci dirigiamo poi all’hotel Kasbah Tissint dove arriviamo poco dopo le 17.
Tra l’altro non vi ho detto che tutto questo viaggio l’ho fatto con l’influenza. Arrivati all’albergo avevo di nuovo la febbre alta per cui sono andata a letto per un paio d’ore prima di cena. La sera ero talmente cotta da non arrabbiarmi per la giornata appena trascorsa ma, se leggete bene cosa abbiamo fatto, dove abbiamo mangiato e a che ora siamo arrivati all’albergo la sera, capirete che il no dell’organizzazione, sulla richiesta di stare una mezz’ora in più sulle dune la mattina all’alba, era ingiustificato.
7. Valle di Foum Zguid – Forte di Tafnidilt (356 km)
Oggi che non siamo più nel deserto e non c’è nulla da fotografare intorno a che ora partiamo? Con molta calma… Che oggi va anche bene perché mi devo riprendere dalla febbre della notte, però…
La strada percorsa al mattino è quasi tutta asfaltata e noiosissima. Per fortuna prima ci fermiamo un po’ al Souk di Akka dove ci immergiamo nei profumi e nei colori delle spezie marocchine.
Poi, passati Akka e Ait Ouabelli, arriviamo a Icht all’Auberge Borj Biramane per il pranzo.
Il percorso continua attraversando villaggi fino a Guelmin dove finalmente imbocchiamo una pista che costeggia il fiume Draa. Purtroppo il divertimento dura solo una decina di chilometri perché all’orizzonte vediamo prima l’imponente forte di Tafnidilt e poco dopo, speculare, la sua ricostruzione, il Ksar Tafnidilt dove ceniamo e pernottiamo.
Per fortuna qui abbiamo tempo (forse fin troppo) per andare a piedi al forte, rientrare all’albergo e poi salire sulla collinetta poco distante dall’albergo per ammirare in tranquillità il tramonto.
8. Forte di Tafnidilt – foci del Draa (298 km)
Finalmente si torna in parte nel deserto. Lo capiamo alla mattina, prima di partire, quando sgonfiamo di nuovo le gomme (sulla sabbia è necessario avere le ruote più sgonfie per far si che la macchina tenga meglio la strada e non si insabbi).
Le ultime parole famose…. e infatti su queste piste parecchio sabbiose, con sabbia fine ma in abbondanza, Gabri si è insabbiato. Uscire da questo insabbiamento da soli era abbastanza difficile, è servita la spinta di tutti e una bella accelerata per uscirne. Ecco perché non è una buona idea addentrarsi con una sola auto nel deserto!
Prima di pranzo raggiungiamo l’Oceano Atlantico seguendo il fiume Draa fino alle sue foci dove ci fermiamo per il pic-nic. Peccato che il tempo non sia dei migliori, fa freschino ma per fortuna non piove.
Riprendiamo la pista che costeggia l’oceano, è uno spettacolo sia perché è una pista sabbiosa, come piace a Gabri, e poi perché a fianco a noi si stagliano imponenti falesie alte decine di metri, sarebbe un posto da fermarsi ad ogni curva ma, non siamo soli, e non si può…
Il pomeriggio sulla sabbia per i guidatori è stato molto divertente perché abbiamo dovuto cambiare spesso percorso e cercarne di migliori, infatti le dune sono dinamiche, non sono ferme come le antiche dune del Kalahari in Namibia. Ogni volta che trovavamo una duna sulla pista avevamo due soluzioni, o ci passavamo sopra (sarebbe anche stato bello, come in Oman quando Gabri ha guidato sulle dune) oppure, come qui in Marocco, cambiavamo strada!
Alle 17 arriviamo all’hotel in riva al mare a Sidi Ouarzeg e fino alle 20, anche se c’è moltissima foschia, passeggiamo sulla spiaggia tornando in hotel giusto in tempo per la cena a base di pesce.
9. rientro a Marrakech (406 km)
Dopo la colazione ripartiamo, questa volta verso Nord, seguendo la litoranea per Tiznit, e ci fermiamo ad ammirare gli spettacolari archi naturali di Legzira.
Continuiamo seguendo la pista sull’oceano chiamata “Moon road”, molto diversa da quelle percorse fino adesso, questa è bianca, fatta di sabbia e conchiglie. La pista costeggia per lo più l’oceano e permette così a Gabri di guidare ancora un po’ sulla sua amata sabbia e a me di ammirare le falesie che ad ogni curva si stagliano sotto di noi.
Per l’ultimo pranzo ci fermiamo al ristorante di Sidi Wassay sulla spiaggia.
Dopo pranzo ci aspettano ancora parecchi chilometri di monotona autostrada prima di raggiungere Marrakech e terminare il nostro tour lasciando i fantastici 4×4 che ci hanno accompagnato in Marocco e salutare gli organizzatori.
Alla sera la comitiva si divide: chi troppo stanco, chi vuole starsene tranquillo, chi, come noi insieme a Luca & Laura, Tania e Daniela, si gusta un’ultima cena marocchina in un ristorante poco distante dall‘hotel Meriem, dove soggiorniamo.
Tour del Marocco in 4×4: totali
Chilometri percorsi (la maggior parte su piste) –> 2028 km
Tour del Marocco in 4×4 pagato 850€ a testa comprensivo di:
- noleggio fuoristrada
- benzina
- pernottamenti
- pranzi e cene e acqua per tutto il viaggio in auto
- ESCLUSO solo volo
Considerazioni finali sul tour
Le considerazioni finali su questo tour del Marocco in 4×4 dovremo scriverle a due mani perché io e Gabri abbiamo due opinioni diverse sul viaggio. Opinioni diverse ma solo perché diverse erano le aspettative iniziali rispetto a questo viaggio.
Le aspettative di Gabri
Gabri voleva guidare il fuoristrada nel deserto e imparare qualche tecnica in più sulla guida off-road, in particolare su sabbia e su terreni impervi. Gabri è stato infatti pienamente soddisfatto soprattutto per le competenze degli organizzatori che erano veramente molto preparati! Hanno dato sempre ottimi consigli e spiegato per filo e per segno come comportarsi in ogni tipo di terreno che si sarebbe affrontato.
Le mie aspettative
Io invece, che non avevo le stesse aspettative di Gabri, cercavo di vivere il viaggio così come l’avrei voluto vivere se non fossimo stati in gruppo. Avrei voluto fare molte più fotografie.
- Non mi sarei fermata due ore a pranzo (per me due ore perse!).
- Non sarei arrivata alla destinazione finale due ore prima (altre due ore perse!) e soprattutto mi sarei fermata molto più tempo nel deserto.
- Avrei sfruttato tutte le ore di luce, soprattutto quelle di alba e tramonto, per scattare centinaia di fotografie e mi sarei goduta un po’ di più il silenzio del deserto. Per fortuna per quanto riguarda le fotografie ho rimediato nella nostra seconda parte del viaggio in Marocco, non era in 4×4, ma sempre un on the road: da Marrakech a Tangeri passando per le città imperiali e Chefchaouen (la città blu), trovate qui il racconto.
Quello che mi spiace di questo viaggio è stato che sarebbe bastata un po’ di comprensione da parte degli organizzatori. Se fossimo stato un gruppo numeroso avrei capito, ci sarebbe voluta sicuramente un po’ di disciplina. Eravamo però solo in nove e quasi tutti avremmo volentieri rallentato un po’ il viaggio facendo qualche fermata in più durante il giorno, partendo un po’ più tardi la mattina o diminuendo la pausa pranzo.
Una nota positiva, oltre al fatto che a Gabri è piaciuto il mio regalo di compleanno, è stata che abbiamo conosciuto delle splendide persone: i nostri compagni di viaggio. Con loro abbiamo già avuto, o avremo, occasioni per vederci in giro per l’Italia, per ripercorrere le piste del deserto del Marocco in 4×4 o chissà in quale altra avventura in giro per il mondo.
Che bell’avventura avete fatto! Luoghi stupefacenti! Anche se mi dispiace che tu non sia riuscita a goderti appieno i momenti come avresti voluto! Credo che, probabilmente, avrei provato anche io questa sensazione… Mi piace assaporare ogni momento del viaggio, gustarlo con lentezza e senza avere troppi vincoli e orari… o troppa fretta!
Claudia la penso come te. Potevano essere più elastici e adattare il programma alle vostre esigenze, ma si sa che coi viaggi organizzati alla fine non si può accontentare tutti. Mi piacerebbe proprio fare questo viaggio, diverso dai soliti tour e mi sembra anche abbastanza economico.
Cara Claudia questo regalo è semplicemente meraviglioso e hai descritto in modo dettagliato questo soggiorno in Marocco, un Paese che adoro e dove mi auguro di tornare presto insieme al mio fidanzato (casomai farò come te e mi organizzerò per tempo regalandogli un viaggio qui in nord Africa). Anche io come te credo che 2 ore siano “sprecate” per un pasto… quando visito un Paese o una città mi piace godermi i pasti, ma cerco sempre di trascorrere il meno tempo possibile per pranzi e cene in modo da avere più tempo a disposizione per esplorare le zone :)
Questo tuo articolo mi ha fatto tornare alla mente il nostro viaggio a Dubai. Abbiamo fatto una piccola escursione in 4×4 nel deserto e…la nostra macchina si è incastrata…hanno dovuto trainarci con un’altra auto…ehehe all’inizio panico…ma comunque lo rifarei
A febbraio saremo in Marocco anche noi e ci stiamo divorando i vostri articoli per cercare di trarne il meglio!
Grazie! :)
Vi auguro di fare un magnifico viaggio così come è stato per noi! Buona avventura!
Ho letto con attenzione questo tuo articolo perchè affronta due “temi” a me cari: il Marocco (meta del viaggio on the road con il mio compagno di questa estate, se tutto va bene) e i viaggi di gruppo. Il tour che avete fatto è sicuramente interessante e dal tuo racconto avete visto comunque molte cose. Certo è che con un gruppo ci deve essere affinità, stessa cosa con la guida altrimenti rischi proprio di non goderti il viaggio. Mi spiace per le due ore perse a pranzo (stesso tuo pensiero) e per l’intransigenza dell’accompagnatore: spero che tu possa comunque trarre il meglio da ciò che hai vissuto.
Sicuramente dopo questa esperienza sceglierò con molta più attenzione gli accompagnatori. Il Marocco è comunque un paese bellissimo e mi rimarrà nel cuore, spero di tornarci presto a anche io.