Escursione da Ora alla Malga Cislon
Tra le tante escursioni che si possono fare partendo dal fondovalle della bassa atesina (così si chiama il territorio dell’Alto Adige tra Bolzano, Salorno e Termeno), in questo articolo vi parliamo dell’escursione che abbiamo fatto partendo da Ora alla Malga Cislon che si trova nel Parco Naturale del Monte Corno.
Noi siamo partiti da Ora ma se non avete intenzione di cimentarvi con un’escursione con così tanto dislivello (circa 1000 metri) potete partire da Montagna (che segue però lo stesso sentiero solo con un po’ meno dislivello) o da Trodena (fattibile invece anche con i bambini).
Il Parco Naturale del Monte Corno
Il Parco Naturale del Monte Corno è un’area protetta di circa 6.800 ettari di superficie ed è compresa tra i comuni di Montagna, Egna, Salorno, Trodena e Anterivo. Come si può capire facilmente il nome del parco è dovuto alla presenza del Monte Corno che svetta a 1.781 metri nelle dolomiti di Fiemme. Due particolarità di questo parco: si tratta del parco naturale protetto più a sud dell’Alto Adige (si trova infatti quasi al confine con il Trentino) e del più basso dell’Alto Adige perché infatti parte da quota 300 metri sul livello del mare.
La Malga Cislon
La Malga Cislon si trova proprio qui: nel parco Naturale del Monte Corno a 1.260 metri sul livello del mare. Ristrutturata da poco (nel 2016) la Malga Cislon è immersa nel verde (in primavera e estate) e nel bianco (in inverno). Per me è sempre un gran bello spettacolo quando finalmente la si raggiunge dopo la fatica fatta per arrivarci. E poi una bella birra e un’ottima scorpacciata di piatti tipici altoatesini è il giusto premio per essere arrivati fin lì!
Il Percorso: da Ora alla Malga Cislon
Punto di partenza: Ora (242 m.s.l.m)
Sentiero: Ora – Malga Cislon – Ora
Segnavia: 3 e 4
Lunghezza del percorso: 12 km (tra andata e ritorno)
Tempo di percorrenza: ca. 7 ore ( 4 all’andata e 3 al ritorno)
Dislivello: 1.018 m
Altitudine: da 242 a 1.260 m
Effettuato: aprile 2018 e febbraio 2020
Fattibile per i bambini: dipende dai bambini ma tendenzialmente no
Dal comune di Ora (in centro al paese) proseguite seguendo le strade Via di Mezzo, Via del Rio, Via della Cascata. Al fondo di Via della Cascata attraversate il ponticello sul Rio Nero.
Se vi voltate a sinistra, verso il fianco della montagna che sovrasta il paese, potreste vedere la cascata ma non in tutte le stagioni è visibile.
Seguite l’indicazione del sentiero numero 3 verso Montagna.
Attenzione alle zecche!
Ho aggiunto la foto, qui sopra, del crocevia da dove inizia il sentiero numero 3 perché vorrei parlarvi del fatto che, tra Ora e Montagna, così come nella zona del lago di Monticolo sono presenti le zecche ed è quindi necessario prestare un minimo di attenzione a dove si passa.
Vi riporto ciò che è indicato nel cartello di attenzione alle zecche:
Non abbandonate i sentieri segnati. Evitate il contatto con i cespugli e gli arbusti. Non camminate tra l’erba alta o sui margini erbosi dei sentieri.
Utilizzate scarpe chiuse e indossate indumenti di colore chiaro, chiusi ai polsi e alle caviglie. Rivoltate i calzetti o le calze sopra il bordo dei pantaloni.
Dopo l’escursione ispezionate tutto il corpo per individuare la presenza di eventuali zecche. Fate attenzione alla larve e ninfe, sono piccole di colore marrone chiaro e possono facilmente sfuggire gli occhi.
LE ZECCHE POSSONO TRASMETTERE MALATTIE INFETTIVE
Noi infatti, da quando abitiamo in queste zone, ci siamo vaccinati contro la meningoencefalite da zecca, una delle principali malattie trasmesse dalle zecche. Il motivo per cui vaccinarsi è spiegato bene in questo articolo della Regione Veneto.
Sentiero numero 3 da Ora a Montagna
Il percorso fino al centro del paese di Montagna, di circa 1,7 chilometri, è tutto in salita (190 metri di dislivello) ma è molto semplice. La prima parte, fino alla chiesetta che sovrasta il paese di Ora, è la più ripida ma il sentiero è ben segnato e mai esposto.
Nei tratti più ripidi sono presenti dei corrimano in acciaio che permettono tenersi ben saldi. Ogni tanto ci si può riposare sulle panchine che sono sistemate in prossimità dei punti panoramici.
La chiesetta
La chiesetta sorge sulla collinetta a fianco ad una abitazione quindi pensiamo che sia di proprietà privata (non sono riuscita a trovare informazioni al riguardo) però è molto carina e soprattutto immersa nei verde agricolo quindi se ci passate in primavera, quando i meleti sono fioriti, è veramente uno spettacolo.
Il Monte di Mezzo
Il Monte di Mezzo, quella formazione rocciosa che vedete nel centro della foto qui sotto, è alta circa 680 metri e separa l’Oltradige dal fondovalle atesino. E’ di origine vulcanica ed è infatti costituita da rocce porfiriche formatesi circa 270 milioni di anni fa dalla solidificazione di nuvole di gas incandescenti, con ceneri e lapilli, sprigionate dalle viscere della terra.
La cantina Pfischer
Poco prima di giungere alla strada asfaltata di Montagna si passa davanti alla cantina Pfischer. Se passate di qui in un giorno della settimana fermatevi per assaggiare il loro spettacolare vino, io vi consiglio il Sauvignon ma sono tutti buonissimi, dal Gewürztraminer al Lagrain passando per il Müller-Thurgau: in queste zone non ho ancora trovato vini mediocri!
Il cimitero di Montagna con la tomba di Ettore Tolomei
Subito dopo la cantina, proseguendo verso il paese di Montagna, si passa davanti al piccolo cimitero che non sarebbe così famoso se non per la tomba di Ettore Tolomei. Probabilmente a voi questo nome non dirà molto, io stessa non lo conoscevo finché non iniziato ad interessarmi alla storia dell’Alto Adige.
Ettore Tolomei è colui che ha avuto, durante il ventennio fascista, il compito di “italianizzare” il Südtirol. A lui si deve il termine Alto Adige al posto di Südtirol e sempre a lui si devono le “italianizzazioni” di tutti i toponimi di lingua tedesca.
Come si legge sulla pagina a lui dedicata su Wikipedia, quest’opera di italianizzazione è stata una sua idea fin dall’inizio, Tolomei era infatti un’irredentista italiano, anche se viveva nel regno asburgico, e già nel 1906, quando si trasferì a Gleno (una frazione del comune di Montagna), iniziò a scrivere la sua opera Prontuario dei nomi locali dell’Alto Adige che fu poi conclusa durante il governo Mussolini.
Tolomei ha fatto veramente molta ricerca storica per decidere come tradurre ogni toponimo come si può leggere nella sua opera ma questo non è bastato per farsi apprezzare dagli abitanti della zona, soprattutto da quelli di lingua tedesca che lo considerano ancora oggi il becchino del Südtirol o, come lo definisce lo storico Gaetano Salvemini, il boia del Tirolo.
Detto questo se passate da Montagna e, non trovate la tomba distrutta dall’ennesimo atto vandalico, potete fare un salto nella storia del Südtirol visitando la tomba di Ettore Tolomei (tomba che vedete nella foto qui sotto).
Se poi siete interessati ad approfondire la storia del Südtirol vi consiglio di leggere “Eredità” di Lilli Gruber. Per chi non lo sapesse la famiglia di Lilli Gruber abitava a Pinzon (Pinzano in italiano): un paese che si trova a due passi da Montagna.
Sentiero numero 4 da Montagna alla Malga Cislon
Arrivati nel centro del paese di Montagna, proprio davanti alla chiesa principale, trovate questi segnavia. Vedete che per la Malga Cislon si può seguire il sentiero numero 3 (attraverso la frazione Doladizza – Kalditsch) o il sentiero numero 4 che va verso Gleno. Noi continuiamo su quest’ultimo anche perché è il più breve. Si passa quindi dalla strada che costeggia il fianco sinistro della chiesa seguendo sempre il sentiero numero 4.
Dopo una prima parte in mezzo ai boschi si raggiunge la pista ciclabile che va da Ora a Cavalese: la pista ciclabile che segue l’antica ferrovia della Val di Fiemme (un’altra ottima escursione se vi trovate da queste parti).
Dal sentiero che parte dalla pista ciclabile la strada diventa sempre più ripida, la parte più dura di tutta l’escursione: si passano 680 metri di dislivello in 3,7 chilometri (tempo di percorrenza 2 ore e mezza).
Fatta d’estate è stata dura ma in inverno è stata molto peggio. Siamo partiti dal fondovalle che sembrava quasi primavera (era febbraio) ma da pochi metri oltre la pista ciclabile abbiamo iniziato a trovare la neve che è diventata sempre più alta. La difficoltà maggiore è riuscire a seguire il sentiero (fortuna che è ben segnato sugli alberi).
I toponimi italiani che troviamo sulla strada
Più saliamo più facciamo caso ai segnavia con i toponimi italiani cancellati. Molto probabilmente, per chi non ne conosce il motivo, la cosa passa inosservata, ma non per noi.
Nella foto qui sotto i toponimi italiani sono stati cancellati tracciando una x sopra, non sappiamo chi sia stato ma casi analoghi sono frequenti in Alto Adige. Lo scorso agosto alcuni Schützen (associazione altoatesina che si ripropone di valorizzare e tramandare le tradizioni locali) hanno coperto i nomi italiani delle località altoatesine aggiungendoci la scritta “non ufficiale da 97 anni”. Se volete approfondire potete leggere la notizia sul giornale l’Adige.it.
Arrivo alla Malga Cislon
Man man che saliamo, la malga è sempre più un miraggio. Non vedendo altre impronte se non le nostre, siamo anche sempre più convinti che sia chiusa. Quando però ci appare oltre il muro di neve non importa più che sia aperta o chiusa l’importante è arrivare a destinazione!
Per fortuna però la malga era aperta e ci siamo potuti godere un ottimo pranzo! Alla malga potete trovare piatti tipici come Canederli, Zuppa d’Oro, Spiegeleier, Polenta con Salsiccia e Funghi o Polenta e formaggio fuso e tanti altri. Tra i dolci Strudel di Mele, Strauben o Kaiserschmarrn. Con questi piatti riprendiamo all’istante le calorie appena perse per arrivare fin qui!
Il ritorno, nonostante la neve, è comunque più semplice dell’andata. Nella neve seguiamo i nostri passi per cui non rischiamo di perderci, raggiunta la zona senza neve la discesa è stata una passeggiata: nel giro di neanche 3 ore siamo tornati a Ora.
Se volete leggere altri nostri articoli su Trentino & Alto Adige tornate a trovarci ogni primo giovedì del mese perché uscirà un nuovo articolo!
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Questa cosa delle zecche, ne avevo letto lo scorso anno, mi aveva davvero preoccupato tant’è che mi aveva fatto desistere dall’andare a fare delle gite
Eh si purtroppo in queste zone ci sono ma bisogna solo fare un po’ di attenzione in più durante le gite.
Pur vivendo da quelle parti fino a poco tempo fa (sono della Val di Fiemme) non sono mai stata a Malga Cislon anche se ne ho sentito parlare diverse volte. Magari una delle prossime volte che sono in zona la inserisco tra le escursioni da fare :)