Storie di altri tempi: quando la giornata non era quella di oggi
Una storia d’altri tempi quella che vi raccontiamo oggi quando nel piccolo paese di Montanaro (in provincia di Torino) la giornata non era la stessa dei giorni nostri.
Montanaro e l’Abbazia di Fruttuaria
Intorno all’anno Mille Montanaro era costituito da un gruppetto di catapecchie attorno ad un maniero chiamato pomposamente Castello e circondato da una folta foresta. Buona parte di questo territorio apparteneva alla Diocesi di Ivrea, la quale pensò bene di scambiarlo con l’antichissima Chiesa di Sant’Eusebio che i monaci benedettini di San Benigno possedevano in riva al lago di Candia.
Soddisfatti dello scambio, i monaci cercarono di entrare in possesso di tutto il territorio e così Montanaro, vuoi per donazioni spontanee o per scambi o, ancora, per il fatto che i montanaresi si diedero volontariamente al Monastero di S. Benigno per sottrarsi all’oppressione dei Nobili, in circa 150 anni, passò sotto la giurisdizione temporale e spirituale dell’Abbazia di Fruttuaria, e i montanaresi vi restarono fino al 1741, felici perché oggetto di innumerevoli franchigie e privilegi da parte degli abati.
Uno di questi privilegi era l’unità di misura dei terreni agricoli.
La giornata di Montanaro
In Piemonte l’unità di misura dei terreni agricoli è sempre stata la Giornata, ossia un appezzamento di terra che un agricoltore con una coppia di buoi riusciva a lavorare in una giornata. Non stupisce quindi che questo appezzamento abbia diverse metrature a seconda del fatto che il terreno sia ghiaioso, argilloso o di terra “buona”.
Troviamo così che in provincia di Torino (ma la proporzione è la stessa in tutto il Piemonte), su 294 Comuni la giornata è di 3.810 mq in 167 Comuni (tra questi anche San Benigno e Lombardore pur se appartenenti all’Abbazia di Fruttuaria), 3.810,39 mq in altri 80, 3.810,3948 in altri 15 arrivando fino a 3814 per gli altri, eccetto 2 Comuni appartenenti all’abbazia di Fruttuaria: Feletto 3.990,39 mq e Montanaro 4.174 mq; quasi il 10% superiore a tutti i Comuni della Provincia di Torino.
Ma perché viene considerato un privilegio?
A quei tempi, come nei nostri, il proprietario del terreno che lo cedeva in affitto ad un agricoltore otteneva da questi un sacco (circa un quintale) di grano ogni Giornata di terra. Allora la terra, senza i concimi e senza i diserbanti di oggi, produceva mediamente 10 quintali di grano; ed il conto è presto fatto: Montanaro, con il 10% di terre in più, produceva anche un quintale di grano in più e questo serviva a pagare l’affitto, mentre all’agricoltore ne rimanevano 10 quintali netti.
Ancora oggi i Notai che operano in territorio di Montanaro, quando redigono atti che riguardano soprattutto terreni agricoli, riportano le misure “ufficiali” e cioè are e centiare aggiungendo “corrispondenti a tavole xxx e piedi yyy” dove si evince chiaramente che, essendo la giornata di 100 tavole, quella di Montanaro equivale appunto a 4.174 mq.
Da non perdere tra Montanaro e San Benigno
Per toccare con mano la storia che vi abbiamo raccontato potete visitare l’Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese, piccolo comune della cintura di Torino che dista dal capoluogo piemontese circa 20 chilometri. Qui, oltre all’abbazia di Fruttuaria (visite guidate su prenotazione) potete vedere i resti del ricetto medioevale con le sue porte e le torri d’angolo nonché parti di finestre bifore con decorazioni in cotto, quattro meridiane risalenti al 1699 e l’ala del mercato in mattoni del 1700. Se passate per Montanaro (a 10 minuti da San Benigno Canavese) potete invece ammirare l’antica torre della zecca in cui, a quei tempi, gli abati di Fruttuaria coniavano moneta. La torre della zecca si trova all’interno del Castello di Montanaro e non è visitabile se non in caso di aperture straordinarie ma, se passate da qui fate un salto a visitare la chiesa di Santa Maria Assunta con il suo possente organo monumentale costruito a inizi ‘800 e composto da ben 2400 canne costruite nel 1810 e finemente restaurato. Se capitate a Montanaro nel periodo natalizio non perdete il concerto di Santo Stefano, organizzato dall’associazione Antichi Organi del Canavese.
Gli strumenti di misura coniati nella zecca di Montanaro
Nella zecca di Montanaro, si dice che siano anche stati fusi gli strumenti di misura lineare e di capacità adottate dall’Abbazia di Fruttuaria e conservate nell’archivio storico del Comune di Montanaro.
Pensate che questi strumenti – il trabucco, l’emina, la mezza emina, il coppo ecc. – furono inviati all’Esposizione Universale di Parigi del 1867 e poi requisiti dallo Stato e restituiti a Montanaro solo dopo lunghe ed estenuanti pratiche.
Fuse nel recipiente si leggono anche i nomi degli strumenti di misurazione e a cosa servivano Ad esempio: “Mina della Comunità di Montanaro che si paga il grano al Castello 1628”.
L’emina conteneva circa 18 Kg di frumento e ci volevano 6 emine per riempire un sacco di circa 108 Kg.
Foto dell’archivio storico del comune di Montanaro
Ci auguriamo che questo salto nella storia piemontese vi sia interessato e vi ricordiamo che, se volete leggere altri articoli sulla nostra regione, li trovate nella sezione dedicata al Piemonte qui su Travel With The Wind. Alla prossima!
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