Parchi USA (prima parte) dalla California allo Utah
Il nostro on the road tra i parchi USA risale al Maggio del 2009 ma, visto che non vi abbiamo ancora dettagliato tutto il viaggio, abbiamo deciso di farlo adesso.
Questa è stata la nostra prima volta negli Stati Uniti, un viaggio da sogno che è poi diventato anche il viaggio più importante della nostra vita, quello in cui ci siamo sposati a Las Vegas!
Sono state tre settimane molto intense e per raccontarvele al meglio abbiamo diviso il viaggio in tre parti, qui trovate la prima settimana: dalla California allo Utah passando attraverso Nevada, Arizona e Colorado. Sono quasi 2500 chilometri solo la prima settimana di viaggio!
Qualche dettaglio sull’intero viaggio in USA tra i parchi dell’Ovest
L’itinerario del nostro viaggio nei parchi dell’Ovest
Il nostro viaggio on the road è iniziato e terminato nella stessa città: Los Angeles. Questo per risparmiare sui voli (normalmente acquistare il volo completo di andata e ritorno è più conveniente) e sul noleggio auto (la penale per lasciare l’auto in una città differente è spesso molto elevata). Ma non solo, anche per visitare il più possibile tutta la zona.
In tre settimane abbiamo attraversato i seguenti parchi degli Stati Uniti occidentali: Death Valley, Grand Canyon, Antelope Canyon, Monument Valley, Dead Horse Point, Canyonland, Arches Park, Yellowstone, Bryce Canyon e Zion National Park.
La parte più lunga è stata arrivare fino a Yellowstone ma siamo stati veramente molto contenti di essere arrivati comunque fin lì: è uno dei parchi assolutamente da vedere una volta nella vita!
Prima parte: da Los Angeles a Moab
Tutto il viaggio
1. Milano – Los Angeles
Partenza da Milano Malpensa alle 10:45 e arrivo alle 19:15 a Los Angeles dopo uno scalo di un paio d’ore ad Atlanta in Georgia.
Arrivati a Los Angeles ritiriamo subito l’auto al banco della Budget (una Nissan Versa nera) e ci dirigiamo all’Airport Hotels LAX prenotato dall’Italia (solo perché saremmo arrivati tardi e non avevamo voglia di cercare una sistemazione già la prima sera).
Iniziamo qui a mangiare la nostra dose quotidiana di junk food con dei tacos da Taco Bell: prendiamo 10 tacos per 10 dollari (un po’ troppi per noi ma sembrava una fantastica offerta!).
Andiamo poi subito a dormire perché la sveglia l’indomani mattina sarà molto presto.
2. Los Angeles – Death Valley (km 514)
Sveglia alle 5 del mattino, abbiamo un sacco di chilometri da fare, tantissime cose da vedere e dobbiamo arrivare allo Stovepipe Wells (nella parte nord della Death Valley): sistemazione che avevamo già prenotato dall’Italia tramite il sito Xanterra.
Già solo uscendo da Los Angeles iniziamo a respirare l’aria americana vista infinte volte nelle serie tv americane: le immense highway (autostrade ma quasi nessuna a pagamento) a 5 o 6 corsie per senso di marcia, i giganteschi trucks (camion) dall’aria cattivissima con quei potenti clacson che fanno paura solo a sentirli, i camper a due piani che sono più grandi di casa nostra, addirittura le case prefabbricate che vengono trasportate da un luogo ad un altro per non parlare delle pompe di benzina in mezzo alla giungla di motel e fast food che ci ricordano che questa è l’America!
Pian piano lasciamo il caos delle highway californiane passando da Baker, il paese il cui si trova il termometro più alto del mondo, dove lasciamo la Interstate 15 per prendere la Death Valley Road (SR 127).
Facciamo rifornimento nel piccolo paese di Shoshone prima di addentrarci nella Death Valley: non vogliamo mica rimanere a secco nella valle della morte!
La Death Valley
La Death Valley è uno dei parchi dell’ovest degli Stati Uniti che deve essere assolutamente visitata, cercate di andarci in un periodo dell’anno in cui non si “muore” letteralmente di caldo. A Maggio il caldo era sopportabilissimo!
Arrivati nella Death Valley la prima meraviglia naturale che troviamo è Badwater Basin: una delle depressioni maggiori della Terra e il punto più basso di tutto il Nord America. Si trova infatti a -86 metri sotto il livello del mare.
Questa zona è chiamata Badwater (acqua cattiva) a causa dei sali minerali accumulatisi dal bacino circostante che ne rende l’acqua imbevibile.
Continuiamo poi verso nord passando dal Natural Bridge Trail: una breve passeggiata lungo un torrente pietroso che conduce a un grande ponte naturale.
Da lì lasciamo la strada principale per percorrere la Artist Drive (una strada secondaria che si ricongiunge a quella principale) da cui si raggiunge la Artist Palette: una formazione rocciosa dai colori spettacolari.
Lasciata la Artist Drive torniamo leggermente indietro sulla strada principale per raggiungere il Devils Golf Course: si tratta di una grande salina formatasi circa 3000 anni fa dal prosciugamento di un lago. La sua superficie è stata poi scolpita negli anni da processi erosivi che l’hanno trasformata in qualcosa di unico tant’è che, una guida locale nel 1943, diceva che solo il diavolo poteva giocarci a golf!
L’operazione Harmony divenne storicamente famosa per l’uso di grandi squadre di muli e di doppi carri che trasportavano il borace dal deposito fino alla ferrovia più vicina a Mojave, in California.
Prima di arrivare a destinazione passiamo ancora dall’Harmony Borax Works (poco dopo Furnace Creek), un luogo storicamente importante perché qui si estraeva tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 il borace: un’importante composto del boro scoperto proprio qui.
Prima di giungere a Stovepipe Wells percorriamo ancora il Salt Creek Interpretative Trail: un percorso ad anello di poco più di un chilometro in cui, in determinati periodi dell’anno, si possono trovare i Salt Creek pupfish che sono dei piccoli pesciolini che si trovano solo qui, in questa zona della Death Valley.
La giornata è stata lunga e intensa: arrivati a destinazione, allo Stovepipe Wells (prenotato dall’Italia), ammiriamo il tramonto sulle dune di sabbia poi ceniamo con un ottimo hamburger nel ristorante del villaggio e andiamo subito a letto: la sveglia suonerà presto per iniziare una nuova avventura.
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3. Death Valley – Grand Canyon (km 660)
Sveglia alle 4 del mattino: abbiamo un sacco di chilometri da macinare oggi per raggiungere il Grand Canyon. Prima però dobbiamo passare dalle Mesquite Flat Sand Dunes.
Pronti? No, la macchina ha una spia accesa…. e vuoi mica rischiare di fermarti nella Death Valley! Telefoniamo all’assistenza (vi ricordo che era il 2009 e non avevamo ancora gli smartphone) dalla cabina del telefono di fronte al villaggio. Se volete leggere tutta la avventura telefonica la trovate in questo articolo.
Ad ogni modo, poco dopo le 6:00, riusciamo a lasciare Stovepipe Wells direzione dune di Mesquite che all’alba sono meravigliose: fanno parte della nostra top 10 dei deserti più belli del mondo!
Andando verso est nella Death Valley passiamo ancora due bellissimi punti panoramici dove non ci si può non fermare: si tratta di Zabriskie Point (Michelangelo Antonioni ci ha anche girato l’omonimo film) e Dante’s View da cui si ha una bellissima vista sulla Death Valley ed in lontananza sulle Black Mountains.
Lasciamo a malincuore la Death Valley (un giorno in più ci sarebbe stato bene) ma abbiamo un sacco di cose da vedere in poco tempo quindi partiamo direzione Gran Canyon.
Per raggiungere la nostra destinazione, il Red Father Lodge (prenotato dall’Italia), che si trova a Grand Canyon Village, passiamo fuori da Las Vegas (non ci fermiamo) e continuiamo nel nulla per centinaia di chilometri. E’ qui che facciamo la conoscenza dell’autostoppista ubriaca, soprannominata da noi Jean Doe. Potete leggere la nostra avventura in mezzo al nulla nell’articolo che gli abbiamo dedicato.
Le fermate “consentite”, visti i tanti chilometri da fare, sono poche: giusto quelle per fare rifornimento di carburante per l’auto e di cibo per noi.
Ma ci sgranchiamo le gambe, comunque, per una mezz’oretta nei pressi di Seligman perché vediamo che c’è una mostra di auto d’epoca: vuoi non scattare decine di foto alle auto d’epoca americane?
Ci fermiamo anche a scattare qualche foto al volo alla mitica e storica Route 66 che percorriamo per un pezzo fino a Williams.
Arriviamo a destinazione alle 20:30 che è già buio. Giusto il tempo di cenare e poi crolliamo stanchissimi a letto.
4. Grand Canyon (km 93)
Oggi giornata dedicata alla visita del Grand Canyon e nel pomeriggio sorvolo del Canyon con un velivolo a 6 posti. Non vi dico che esperienza: se pensate di stare male (come me) optate per un elicottero! Ogni corrente d’aria che prendeva per il capitano era un Hi-Ho, io stavo sempre peggio, finché ho dato la macchina fotografica a Gabri e ho smesso di guardare di sotto, per fortuna ho le fotografie per ricordarmi quel momento.
Dall’alto il Grand Canyon è veramente impressionante!
5. Grand Canyon – Antelope Canyon – Page (km 400)
Partenza all’alba da Grand Canyon Village direzione Antelope Canyon; qui non possiamo arrivare tardi perché abbiamo la prenotazione per il tour di mezzogiorno quindi alle 11:30 dobbiamo essere a Page.
Prima di lasciare il Grand Canyon andiamo ancora ad ammirarlo dall’alto della Desrt View Watchtower.
Si tratta di una torre in pietra, a base rotonda, alta 21 metri situata sul bordo meridionale del Grand Canyon. All’interno si possono vedere sculture e disegni rupestri che adornano le pareti della torre.
Ma non solo! Anche, e soprattutto, ammirare il canyon con una vista unica a 360°.
E’ anche possibile acquistare qualche souvenir al negozio che si trova al pian terreno: noi ci abbiamo comprato una maglietta che Gabri usa ancora adesso!
Arriviamo puntualissimi a Page per prendere parte al tour di mezzogiorno: l’orario migliore per andare all’Antelope Canyon perché i raggi del sole sono verticali ed entrano diretti nello slot canyon (canyon a fessura).
Nel canyon non si può andare né da soli (si trova in terra Navajo) né con una macchina normale: è necessario andare accompagnati con un tour autorizzato che ti porta con un fuoristrada fino all’ingresso del canyon, la guida ti accompagna, insieme agi altri turisti, all’interno del canyon mentre il fuoristrada ti aspetta dalla parte opposta della fessura nella roccia.
Ci sono due tour nell’Antelope Canyon: l’Upper (quello che abbiamo fatto noi, più famoso ma anche purtroppo più turistico) e il Lower (un po’ meno famoso ma secondo me altrettanto bello).
Il tour di mezzogiorno è poi anche il più affollato perché è quello in cui la luce del sole crea le ombre più belle nel canyon. Questa è solo una delle centinaia di foto che ho scattato.
Dopo il tour nell’Antelope Canyon l’agenzia turistica ci riporta a Page e da lì andiamo a vedere quello che si chiama Horseshoe Blend: si tratta di un meandro del fiume Colorado situato a pochi chilometri da Page che ha la forma di un ferro di cavallo. Si può ammirare dall’alto da un’altezza di 300 metri.
Nella nostra foto non vedete il ferro di cavallo per intero perché io soffro di vertigini e arrivare proprio sul bordo per scattare la foto non mi sembrava il caso: per me è già bella così!
Dopo essere stati al Marble Canyon e aver visto per la prima volta un condor americano sul Navajo Bridge andiamo ad ammirare il tramonto nei pressi di Lake Powell poco fuori Page.
6. Page – Monument Valley (km 386)
Sveglia come sempre all’alba e partenza direzione Monument Valley.
Vogliamo cercare di arrivare al massimo nel primo pomeriggio per poterci gustare il tramonto nella Monument Valley: uno dei parchi che aspettavamo con più ansia di visitare dopo averlo visto in decine e decine di film americani. Come in Mission Impossible II quando Tom Cruise si arrampica a mani nude su una parete rocciosa e sotto di lui si vede l’intera Monument Valley. Solo che quella parete rocciosa non si trova in questa magnifica valle ma nello Utah (un altro bel parco americano che ovviamente abbiamo visitato in questo viaggio).
Ad ogni modo dopo una sosta al Wallmart (la più grande catena di supermercati americana) per fare un po’ di spesa passiamo la Monument e cerchiamo da dormire poco più avanti per non spendere cifre esagerate all’unico hotel del parco: il The View Hotel gestito dalla tribù Navajo. Arriviamo quindi nella cittadina di Mexican Hat dove ci sistemiamo al Canyonlands Motel che in quel momento era in ristrutturazione e la nostra camera era una delle poche appena terminate.
Torniamo poi indietro fino a raggiungere l’entrata del parco per iniziare il nostro tour in autonomia.
Anche se con un tour organizzato avremmo potuto vedere molte più zone del parco abbiamo optato per esplorare questa zona meravigliosa da soli con la nostra auto. Volevamo immergerci in quelle che sono state le location della maggior parte dei film western degli anni ’60, la valle rossa per eccellenza! E infatti la nostra auto ha fin da subito cambiato colore una volta iniziato a percorrere la Valley Drive.
Questa bellissima strada sterrata è infatti percorribile autonomamente seguendo il percorso che che passa tra i monoliti e le formazioni più e meno note della valle.
I più famosi, e anche quelli che è impossibile non vedere perché si vedono dal centro visitatori e dall’albergo, sono i Mittens and Merrick’s Butte le tre formazioni rocciose che sono riconosciute come il simbolo della Monument Valley. Il John Ford’s Point e l’Artist’s Point sono due dei punti panoramici più belli, il primo perché è quello che abbiamo visto tutti nei film western e il secondo perché proprio da lì ci si può rimanere per ore incantati a rimirare la valle perdersi fin oltre l’orizzonte.
Noi siamo rimasti fino a dopo il tramonto, non volevamo più andare via. Abbiamo aspettato che la natura facesse il suo corso e il sole smettesse di illuminare la meraviglia che avevamo davanti ai nostri occhi.
Per terminare una giornata indimenticabile ci vuole una cena che lo sia altrettanto.
Andiamo allora al The Swingin Steak dove ci mangiamo una deliziosa bistecca cotta alla griglia proprio davanti ai nostri occhi.
La foto della bistecca non ce l’ho: mi sa che avevamo più fame che voglia di immortalarla.
7. Monument Valley – Moab (km 412)
Dalla Monument Valley (in Arizona) ci dirigiamo a Moab (in Utah) dove ci fermeremo tre notti visto che i parchi da visitare in zona sono due, Canyonland e Arches Park, ai quali vogliamo dedicare un giorno per parco.
Sulla strada per Moab iniziamo la collezione di archi prima di arrivare ai due parchi più famosi. Sulla strada ci fermiamo a fotografare il Wilson Arch che si trova a circa 40 chilometri a sud di Moab ed è visibile dalla strada.
Dopo aver raggiunto Moab e aver trovato un motel economico e comodo per raggiungere i parchi nelle vicinanze andiamo a Dead Horse Point, un piccolo parco relativamente poco conosciuto dal cui punto panoramico principale si gode di un’impressionante vista sulla regione: la vista può ricordare il Grand Canyon, ma l’effetto è molto differente.
Noi naturalmente ci siamo andati per due film cult girati proprio qui.
Uno è ovviamente Mission Impossible, e la parete in cui Tom Cruise arrampica a mani nude, era proprio qui, a Dead Horse Point!
Ma la pellicola che ha reso immortale questo parco è un’altra: Thelma e Louise. Avete presente la scena finale? Quando l’auto delle due donne volo giù dal burrone. Anche qui, sembra sia il Grand Canyon, e invece era qui, a Dead Horse Point, e in particolare sulla Potash Road, un’impressionante strada panoramica sterrata che parte da Moab e arriva fino a Island in the Sky. Ovviamente noi l’abbiamo percorsa tutta fino a Island in the Sky.
In questa parte di parco percorriamo a piedi il Mesa Arch Trail, un giro ad anello della durata di circa 30 minuti, e poi torniamo a Moab attraversando la bellissima Scenic View 128 che segue il corso del fiume Colorado.
Il nostro on the road continua… dallo Utah al Wyoming!
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Che invidia! Il vostro praticamente è stato il viaggio di nozze che tutti vorrebbero fare! Curiosa di scoprire le prossime tappe!
Noi lo consideriamo il viaggio del nostro matrimonio più che quello di nozze, viaggio che abbiamo poi fatto l’anno dopo alle Maldive.
Un viaggio mitico, di scoperta e on the road! Questi sono gli States che immagino di vedere!
Grazie mille e a presto!
Mimì
I parchi occidentali degli Stati Uniti sono tutti uno più bello dell’altro e tutti da vedere almeno una volta nella vita!
Noi alla monument valle abbiamo beccato la pioggia del secolo! Non pioveva da 25 anni, siamo arrivati noi…
Esperienza che pochi hanno vissuto…
Sicuramente un’esperienza fuori dal comune!
Che posti pazzeschi! Chissà se riuscirò mai a vederne almeno la metà. Ho giusto avuto un assaggio di California ben 10 anni fa ormai, ma ahimè nessun parco :(
Il mio sogno, il viaggio rimandato per via del covid ma che riprenotero’ appena possibile. Articolo completo ed interessante, foto suggestive…mi avete fatto sognare!