Itinerario di 6 giorni a Big Island (Hawaii)
In questo articolo trovate il resoconto del nostro on the road a Big Island (l’isola che da il nome all’arcipelago e terza delle isole che abbiamo visitato alle Hawaii, le prime sono state Oahu e Maui), comprensivo dell’itinerario dettagliato giorno per giorno e delle relative spese sostenute. Grazie a questo articolo avrete una chiara idea di cosa si riesce a fare in 6 giorni sull’isola più grande delle Hawaii e dei costi da considerare per un viaggio di questo tipo.
Buona lettura!
Itinerario on the road di 6 giorni a Big Island
Come già scritto le Hawaii sono un arcipelago di 8 isole più grandi e altri 129 isolotti per la maggior parte disabitati. Di queste 8 una è privata, Ni’ihau, ed è visitabile solo attraverso dei tour in elicottero dalla vicina Kauai.
Delle restanti 7 isole, avendo a disposizione solo 3 settimane di vacanza abbiamo dovuto scegliere quali isole visitare e quando stare su ogni isola. Non è stato facile.
Abbiamo scelto di visitare le 4 più grandi, Oahu, Maui, Big Island e Kauai. Suddividere i giorni tra le isole scegliendo di stare più giorni a Big Island e Maui e meno a Oahu e Kauai. In ogni isola saremmo stati volentieri un paio di giorni in più. L’ideale sarebbe avere 4 settimane per riuscire a vedere qualcosa di più. Ovviamente in 3 settimane si deve rinunciare purtroppo a qualcosa.
Big Island è stata la terza isola delle Hawaii che abbiamo visitato. Abbiamo scelto di passarci sei giorni interi perché volevamo esplorare il più possibile l’isola più grande delle Hawaii (e non siamo riusciti comunque a vedere tutto quello che avevamo in programma). E’ stata però una delle isole che ci è rimasta più nel cuore, non solo perché era l’isola che volevo visitare fin da bambina quando ho scoperto che qui si trova il Kilauea (uno tra i vulcani più spettacolari del mondo per le sue scenografiche colate laviche da ammirare in sicurezza) ma anche per gli incontri che abbiamo fatto e per il suo spirito Aloha.
Ecco il nostro viaggio a Big Island, buona lettura!
Dove dormire a Big Island
Se state ancora cercando dove dormire a Big Island vi consiglio la bellissima e accogliente casa in cui siamo stati. E’ vicinissima al parco dei vulcani e a meno di mezz’ora dall’incrocio della Saddle Road per salire al Mauna Kea e al Mauna Loa.
In perfetto stile hawaiano e con un host davvero premuroso:1. Da Maui a Big Island
Partiamo da Maui con un brevissimo volo interno alle 11,46 e arriviamo a Big Island in poco più di mezz’ora. Andiamo a ritirare l’auto da Dollars, ci danno una Chevrolet Malibù nera.
Come da tradizione, andiamo subito a fare la spesa da Wallmart e attraversiamo l’isola per raggiungere la nostra nuova “casa” a Mountain View (tra Hilo e il Parco Nazionale dei Vulcani).
Dall’aeroporto di Kona ci vogliono circa due ore per raggiungere la parte est dell’isola, attraversando la Saddle Road che passa tra i due vulcani, Mauna Kea e Mauna Loa. Peccato che il tempo non fosse dei migliori, pioveva e c’erano nuvole basse, perché i panorami sarebbero stati meravigliosi. Se tornassi adesso a Big Island sceglierei di non percorrere la Saddle Road ma piuttosto la costa est che, anche con il maltempo, sarebbe stata più panoramica.
Quando arriviamo alla nostra nuova “casa” abbiamo purtroppo una brutta sorpresa. Non c’è nessuno ad aspettarci, la proprietaria non risponde al telefono. Troviamo una ragazza che ci dice che non c’è nessuno e che nemmeno lei è riuscita a contattare i proprietari. Ci scegliamo una camera tra quelle libere, la meno peggio, e ci sistemiamo.
Non vi sto a raccontare quanto schifo facesse questa sistemazione, vi dico solo che su Booking ha un voto medio superiore a 8 e qualcuno gli ha dato persino 10!!! Abbiamo poi scoperto che la proprietaria cerca di far pena agli ospiti dicendo che è il figlio disabile che si occupa della pulizia e di dargli per questo comunque il massimo dei voti. Ho visto che per fortuna tanti, dopo il nostro soggiorno, stanno dando 1 alla struttura almeno gli abbassa un po’ il punteggio.
2. Volcano National Park
Ci svegliamo presto per andare alla lavanderia prima di andare al parco nazionale dei vulcani (il motivo per cui siamo andati alle Hawaii).
Riusciamo a lavare tutta la biancheria sporca alla Laundry del Volcano Village (un piccolo villaggio con dei negozi e qualche hotel che si trova a poche centinaia di metri dall’ingresso del parco). Spendiamo circa 5 dollari tra detersivo (comprato al market che si trova dietro alla lavanderia), lavaggio e asciugatura.
All’ingresso del parco gli mostriamo il biglietto di ingresso dell’Haleakala di Maui e chiediamo che ci venga convertito nel Hawaii tri-park annual pass. Aggiungiamo 25$ ai 30$ spesi all’Haleakala e già così risparmiamo 5$ sull’acquisto del biglietto d’ingresso al parco. Avremo così incluso nel biglietto anche l’ingresso al Pu’uhonua O Hōnaunau National Historical Park.
Arrivati al Visitor Center i ranger del parco ci spiegano cosa vedere nel parco e come organizzare la visita in base al tempo a disposizione. Noi abbiamo tutto il tempo che vogliamo, siamo a Big Island, anzi alle Hawaii, solo per vistare questo parco e vedere il Kilauea, il mio vulcano del cuore fin da quando ero bambina.
I sentieri del parco
Scegliamo di andare subito ad ammirare il Kilauea attraverso il Crater Rim Trail: un incredibile viaggio attorno alla cima di uno dei vulcani più attivi del mondo.
Il sentiero, che si può fare anche partendo dal Visitor Center (come abbiamo fatto noi), va da Uēkahuna nella parte nord della caldera fino al Keanakākoʻi Crater a sud. Il sentiero passa in parte (nella zona sud) attraverso la foresta pluviale, e tra un campo di fumarole, il Sulphur Banks, dove si ha modo di “sentire” l’attività vulcanica anche quando – purtroppo come nel nostro caso – il vulcano non è in eruzione.
Il Kilauea è famoso per essere uno dei vulcani più attivi del mondo, fino a qualche anno fa eruttava in continuazione, e si poteva osservare la lava defluire lentamente dalla caldera verso il mare senza pericolo per gli osservatori. Purtroppo nel 2023 ha eruttato per pochissimo tempo nel mese di Agosto (noi siamo andati a Novembre) e nel 2024 ha fatto una mini eruzione di un paio di giorni e solo terremoti di avvertimento.
Adesso per riuscire a vedere il Kilauea in eruzione bisogna avere fortuna o abitare alle Hawaii.
Ma anche vederlo così, nell’immensità della sua caldera, è uno spettacolo. Questa parte della caldera è quella che si può vedere solo dall’alto perché è la zona del vulcano più attiva: si può notare il fumo fuoriuscire dalle fessure nel centro della caldera.
3. Volcano National Park – Chain of Road – Thanksgiving
Oggi è il giorno del Thanksgiving ed è la seconda volta che lo festeggiamo negli Stati Uniti (in Italia lo festeggiamo solo con le offerte Amazon). Per questo Thanksgiving abbiamo trovato un locale che lo prepara ad offerta libera, ci andiamo stasera, per ora torniamo al nostro parco dei vulcani.
Dopo aver ammirato il Kilauea dall’alto è ora di scendere e camminare sulla lava delle diverse eruzioni vulcaniche. L’ultima eruzione più violenta è quella del 2018 quando molte strade (sia fuori che dentro il parco) sono state distrutte o danneggiate in modo da interrompere il flusso stradale.
Il bello è che tutto è rimasto così come l’ha lasciato l’eruzione, non è stata ripristinata la circolazione stradale. Anche in altre zone dell’isola, la lava ha inglobato un parco, sentieri, strade, porticcioli, tutto è così com’era al termine dell’eruzione del 2018.
E’ quindi normale a Big Island trovarsi in una situazione come quella che vedete nella foto qui sotto.
Sulla lava del Kilauea e la Chain of Crater Road
Appena entrati nel parco abbiamo scelto di percorrere i sentieri che si trovano nella a zona a sud del Visitor Center. Siamo partiti a piedi dal parcheggio del visitor center e siamo scesi nella caldera del Kilauea dove si può camminare sulla lava di varie eruzioni, da quella più vecchia del 1919 fino alle più recenti. I sentieri nel parco sono talmente tanti e ben segnalati che è difficile perdersi. Dopo le nostre passeggiate “lunari” abbiamo scelto di percorrere in auto la Chain of Road (il giorno prima chiusa per rischio eruzioni, che purtroppo non ci sono state).
La Chain of Craters Road è una strada panoramica di 30 km che attraversa il fianco del vulcano Kilauea, offrendo viste spettacolari su crateri vulcanici, colate laviche e l’oceano Pacifico. Nonostante la sua lunghezza relativamente breve, percorrere l’intera strada può richiedere un’intera giornata se ci si ferma ad ogni viewpoint e si esplorano i sentieri accessibili lungo il percorso. Insieme alla vista della caldera del Kilauea è stata una delle esperienze più emozionanti del parco per i panorami lunari e paesaggi vulcanici unici al mondo. La strada termina sull’oceano Pacifico dove anche la lava ha subito uno stop al suo percorso distruttivo, dove, nel passaggio, ha creato un arco naturale e altre formazioni rocciose strabilianti.
Il nostro Thanksgiving
Il Thanksgiving è una festa nazionale americana celebrata il quarto giovedì di novembre. Commemora il primo raccolto dei Padri Pellegrini nel 1621 e simboleggia gratitudine e abbondanza. Gli americani, inclusi quelli che vivono alle Hawaii, lo festeggiano come parte della loro identità culturale, indipendentemente dalla posizione geografica. È un’occasione per riunirsi con la famiglia, condividere un pasto tradizionale e riflettere sulle cose per cui si è grati. Noi siamo grati alle persone che nei nostri ultimi due viaggi negli Stati Uniti proprio in occasione del Thanksgiving ci hanno fatto sentire parte di loro e ci hanno offerto il pasto tipico del Thanksgiving: piatti a base di zucca, patate e ovviamente l’immancabile tacchino.
A Big Island qualche giorno prima del Giorno del Ringraziamento (così come viene chiamato in italiano il Thanksgiving) abbiamo trovato un bar che offriva il pasto in cambio di una donazione.
Noi abbiamo mangiato:
- Tacchino arrosto con gravy sauce (una salsa densa fatta con i succhi di cottura del tacchino)
- Mashed potatoes – patate schiacciate preparate con burro e latte (tipo la nostra purea)
- Cavoletti di Bruxelles saltati in padella
- Dinner rolls – panini morbidi serviti come accompagnamento
- Stuffing – un contorno fatto di pane a cubetti, erbe e talvolta salsiccia, cotto dentro o fuori dal tacchino
- Pumpkin pie – la tradizionale torta di zucca del Thanksgiving
Altri piatti tipici del Giorno del Ringraziamento includono:
- Salsa di mirtilli rossi (cranberry sauce)
- Patate dolci
- Purea di mais (corn pudding)
- Green bean casserole (fagiolini in casseruola)
- Torta di pecan
Ogni famiglia può avere le proprie variazioni e tradizioni culinarie per questa festa.
4. Pu’uhonua o Honaunau – Green Sand Beach
Lasciamo finalmente questa casa, stasera andremo in una nuova, e partiamo all’alba direzione nord. Andiamo a visitare la zona in cui, nel 1778, è approdato l’esploratore e navigatore britannico James Cook. Primo europeo a raggiungere le Hawaii, a cui inizialmente diede il nome di isole Sandwich, in onore del suo protettore John Montagu, conte di Sandwich.
Pu’uhonua o Honaunau National Park
Lasciamo finalmente questa casa e partiamo all’alba direzione nord. Andiamo a visitare la zona in cui, nel 1778, è approdato l’esploratore e navigatore britannico James Cook. Primo europeo a raggiungere le Hawaii, a cui inizialmente diede il nome di isole Sandwich, in onore del suo protettore John Montagu, conte di Sandwich.
Andiamo a visitare il parco dal nome più impronunciabile delle Hawaii, il Pu’uhonua o Honaunau National Park. Che poi non è nemmeno così difficile, ci hanno insegnato che per pronunciare le parole hawaiane più facilmente basta dividerle in sillabe e pronunciarne un pezzo alla volta. Come il pesce hawaiano che si chiama humuhumunukunukuapua’a: basta pronunciarlo humus humu nuku nuku a pu a, facile no?
Torniamo al nostro parco nazionale. Il parco Pu’uhonua o Honaunau è una zona storica delle Hawaii, qui vivevano gli indigeni che hanno conosciuto (e probabilmente anche ucciso) il Capitano Cook.
Questo storico parco è un luogo di grande importanza culturale per il popolo hawaiano, essendo stato un rifugio sacro per coloro che violavano le leggi tradizionali, conosciute come kapu (parola hawaiana che significa vietato e che ancora oggi viene utilizzata nella lingua moderna). Chi violava un kapu e riusciva a scappare e a raggiungere la zona chiamata pu’uhonua prima di essere catturato, un kahuna (un grande sacerdote, uno sciamano) avrebbe eseguito una cerimonia di purificazione concedendogli la grazia e permettendogli di tornare a casa e tornare a vivere normalmente.
I kahuna sono un po’ come i giudici che annullano le multe a quei conducenti che sono stati sorpresi a violare i limiti di velocità alle Hawaii (kapu)… ma questa è un’altra storia che vi racconteremo quando conosceremo il verdetto del giudice.
Il biglietto di ingresso al parco Pu’uhonua o Honaunau è compreso nel Hawaii tri-park annual pass quindi se avete già visitato l’Haleakala a Maui e il Parco dei Vulcani di Big Island, questo parco è incluso nel biglietto.
Museo del caffè di Kona e il Lava Tube
Dopo il parco andiamo a vedere il punto esatto in cui è stato ucciso il Capitano Cook (c’è una statua a ricordo dell’evento) andiamo a visitare il Royal Kona Coffee Visitor Center con annesso lava tube nel giardino.
Il caffè Kona ha una lunga storia che risale ai primi anni del 1800, quando le prime piante furono introdotte nell’isola. Il Royal Kona Coffee Center celebra questa tradizione offrendo visite guidate che mostrano il processo di coltivazione, raccolta e tostatura del caffè. Nel centro si possono osservare da vicino le piante di caffè, imparare a riconoscere i chicchi maturi e scoprire come il clima unico della regione contribuisce al sapore distintivo del caffè Kona.
Ma non solo, qui si possono assaggiare diverse varietà di caffè Kona, apprezzando le sottili differenze di aroma e sapore. Le degustazioni sono accompagnate da spiegazioni dettagliate sulle caratteristiche di ogni tipo di caffè, offrendo così un’esperienza educativa unica. Ovviamente, Gabri, essendo patito di caffè, ha assaggiato tutte le varietà proposte.
Nel giardino del Royal Kona Coffee Center, abbiamo poi esplorato un affascinante lava tube, una formazione naturale creata dal flusso di lava durante le eruzioni vulcaniche. Questi tunnel di lava si formano quando la superficie esterna della lava si solidifica, mentre l’interno continua a fluire, lasciando un vuoto una volta che il flusso si esaurisce.
Green Sand Beach
Sulla strade del ritorno decidiamo di andare a cercare la famosa Green Sand Beach (la spiaggia verde), conosciuta anche come Papakōlea Beach, una delle spiagge più uniche e spettacolari delle Hawaii, situata sulla punta meridionale di Big Island.
Famosa per la sua sabbia verde oliva, derivata dai cristalli di olivina, è una delle quattro spiagge verdi al mondo, le altre sono in Norvegia, alle Galapagos e sull’isola di Guam.
Per saperne di più sulla nostra avventura alla Green Sand Beach e per tutti i dettagli su come raggiungerla, vi invitiamo a leggere il nostro articolo dedicato già pubblicato qui sul nostro blog.
L’avventura del rientro a casa
Al ritorno a casa, nella nuova casa, il Red Cottage, ci siamo trovati in mezzo a un’altra avventura che, a dire il vero, non è ancora finita, ma speriamo si concluda con un lieto fine.
Gabri, che solitamente guida piano, questa volta aveva fretta di tornare a casa o forse era distratto e stava seguendo l’auto davanti che andava più veloce del limite consentito. In quel punto il limite era di 25 miglia all’ora (circa 40 km/h) e Gabri stava andando a 47 miglia all’ora (circa 75 km/h). Come nei film americani, la polizia era nascosta e, quando siamo passati, ha acceso i lampeggianti e ci ha seguiti fino a farci fermare.
L’auto davanti a noi è fuggita… bravissimi, vero? Così, la polizia ha fermato noi.
Il poliziotto è sceso dall’auto, ha chiesto patente e documenti dell’auto. Ci ha informato che avevamo superato il limite di velocità e ci ha consegnato il verbale della multa.
Ci ha spiegato che avevamo tre opzioni:
- contestare la multa (ma con le fotografie come prova, non aveva molto senso)
- pagare la multa di 177 dollari
- chiedere scusa al giudice
Il poliziotto ci ha spiegato che il giudice può annullare la multa se abbiamo una scusa plausibile e non abbiamo precedenti. Ci ha anche suggerito alcune scuse da usare: era la nostra prima volta nella zona, eravamo stanchi, tornavamo dalla spiaggia e non vedevamo l’ora di toglierci la sabbia di dosso, seguivamo l’auto davanti e non abbiamo notato il cambio di limite di velocità.
Così, nei giorni successivi, abbiamo cercato carta e busta, scritto a mano la lettera di scuse, fotocopiato la multa e spedito tutto al giudice.
Non sappiamo se il giudice non ha ancora deciso il verdetto, se la lettera di risposta si è persa, se un giorno arriverà qualcosa da pagare o se non ci faranno più entrare negli Stati Uniti per via di questa multa non pagata. Prima o poi lo scopriremo. Quando succederà, vi faremo sapere…
5. Mauna Kea Summit
Oggi giornata dedicata alla salita a piedi alla sommità del Mauna Kea: uno dei vulcani più alti del mondo e il più alto delle Hawaii: 4.205 metri sul livello del mare.
La storia di come siamo finiti a percorrere 25 chilometri in un giorno e 1.400 metri di dislivello per raggiungere la cima del Mauna Kea l’abbiamo già raccontata ma se ve la siete persa, ecco il link al racconto.
Nella fotografia che vedete qui sotto siamo noi in cima al Mauna Kea, dopo 1400 metri di dislivello e 12 chilometri di camminata, poi siamo anche dovuti scendere!
Al nostro rientro a casa, abbiamo finalmente incontrato il nostro host, Patrick, che teneva molto a conoscerci. Erano già due giorni che alloggiavamo da lui, ma a causa dei nostri orari non eravamo ancora riusciti a incontrarci.
È stato un incontro speciale: abbiamo chiacchierato con Patrick per almeno un’ora su molti argomenti diversi, scambiandoci storie e consigli. Abbiamo deciso di rivederci l’indomani per ricevere ulteriori suggerimenti su come trascorrere al meglio la nostra giornata.
6. Maku’u Farmer Market – Isaac Park
Patrick ci consiglia di trascorrere la domenica come fanno gli hawaiani, e noi seguiamo il suo consiglio alla lettera.
La prima tappa è il Maku’u Farmers Market, un mercato settimanale che si svolge ogni domenica dalle 8:00 alle 14:00. Questo mercato è rinomato per la sua ampia selezione di frutta e verdura coltivate localmente, artigianato locale e numerosi stand gastronomici.
Al Maku’u Farmers Market abbiamo assaggiato per la prima volta lo Shave Ice, mi sono fatta fare un tatuaggio con l’henné, ho comprato un vestito artigianale e abbiamo pranzato con Spring Roll e Apple Banana.
L’incontro con Gary Sleik
Dopo pranzo, ci dirigiamo verso Isaac Hale Beach Park, famoso per i cambiamenti radicali apportati dall’eruzione del Kilauea del 2018. La strada verso il parco è panoramica, ma un cartello attira la nostra attenzione e decidiamo di deviare verso una casa isolata in mezzo a un campo sterminato di lava nera.
È qui che conosciamo Gary Sleik, un personaggio speciale e autodefinitosi “lava addicted“. Gary vive in mezzo alla lava che ha sepolto la sua casa nel 2010. In questo articolo del DailyMail (in inglese) potete trovare la storia di come la lava gli ha distrutto la casa e di come lui sia rimasto lì fino all’ultimo a guardarla e a fotografarla mentre si riduceva in cenere.
Passiamo più di un’ora con Gary, ascoltando i suoi affascinanti racconti sulle Hawaii, sul Kilauea e sulla lava che ha distrutto la sua casa. Nonostante la distruzione, Gary ha ricostruito la sua casa nello stesso luogo, perché i terreni di proprietà restano tali anche se la lava li distrugge. La sua nuova casa ha ora una posizione privilegiata con vista mare, che prima non aveva.
L’incontro con Gary è stato il momento culminante della giornata, aggiungendo un’esperienza unica e indimenticabile al nostro viaggio. Compriamo due delle sue fotografie, scattate a pochi passi dalla lava, e lui ci regala un meraviglioso video girato durante un’eruzione.
La fessura 8
Lasciata la casa di Gary siamo andati a cercare le fessure che ci ha suggerito Gary di andare a vedere, sono i punti in cui nel 2018 la lava ha iniziato a scorrere verso il mare distruggendo tutto ciò che incontrava lungo il suo percorso.
Dovete sapere che, durante l’eruzione del Kilauea del 2018 si aprirono 24 fessure.
Ogni fessura è stata nominata con un numero crescente da 1 a 24 in base al momento in cui si sono aperte.
La più famosa è la Fessura 8 (oggi ancora attiva e fumante) che venne successivamente nominata Ahu’aila’au in onore della divinità hawaiana Aila‘au, divinità hawaiana associata al fuoco e ai vulcani.
La fessura si aprì vicino all’incrocio tra Luana Street e Leilani Avenue nella suddivisione di Leilani Estates il 5 maggio del 2018, il terzo giorno dell’eruzione.
Al culmine dell’eruzione, la Fessura 8 proiettava lava a 60 metri di altezza, con un fiume di lava che scorreva a una velocità di 76 metri cubi al secondo. Il flusso si diresse infine verso il mare e ricoprì gran parte di Leilani Estates e Kapoho, aggiungendo quasi 4 chilometri quadrati di nuova terra all’Isola di Big Island.
Isaac Park – la spiaggia di sabbia nera e i suonatori di bonghi
Seguendo la colata lavica, arriviamo all’Isaac Hale Beach Park, dove la lava ha inglobato parte del parco, rendendolo oggi un luogo molto particolare e assolutamente da vedere.
Poco distante dal parco, facciamo l’ultimo bagno su questa meravigliosa isola alla Kehena Black Sand Beach, una spiaggia di sabbia nera frequentata soprattutto dai locali. Dopo il tramonto, si radunano nel vicino parco per suonare i bonghi e partecipare a improvvisate sessioni musicali, creando un’atmosfera di comunità e celebrazione. Questo luogo non è solo un rifugio naturale, ma anche un punto di incontro culturale che offre un’esperienza unica delle Hawaii, dove la potenza della natura e l’energia della musica si fondono in un armonioso abbraccio.
Concludiamo la nostra ultima giornata a Big Island con una cena messicana in un ristorante, frequentato solo dai locali, consigliatoci dal nostro host, Patrick.
Al rientro a casa raccontiamo la nostra meravigliosa e pienissima giornata e lo salutiamo perché la mattina dopo saremmo partiti molto presto dalla sua casa per essere all’aeroporto dall’altra parte dell’isola alle 7.
Patrick ci regala una bottiglia di Chianti che purtroppo non possiamo accettare perché viaggiamo con il solo bagaglio a mano. Ringraziamo per la sua generosità e per i giorni passati con lui e a casa sua. Lo ricorderemo sempre e speriamo un giorno di tornare, intanto casa sua la consigliamo a tutti coloro che ci leggono perché un host così è raro da incontrare. Se, quindi andrete alle Hawaii, scegliete The Red Cottage per il vostro soggiorno a Big Island!
7. Partenza per Kauai
Partenza alle 4:30 di notte per riuscire ad attraversare tutta l’isola e raggiungere l’aeroporto di Kona per la partenza del nostro volo Hawaiian Airlines diretto a Kauai, la nostra ultima isola da esplorare.
Tornassi indietro, resterei a Big Island, per me la migliore insieme a Maui!
Se volete leggere i racconti con gli itinerari delle altre isole vi lascio qui sotto i link:
- 3 giorni a Oahu
- 5 giorni a Maui
- qui trovate tutto il viaggio (non dettagliato giorno per giorno) ma dove trovate tutte le spese dell’intero viaggio di 3 settimane alle Hawaii
L’aeroporto internazionale di Kona è uno degli scali più unici delle Hawaii, è completamente all’aperto!
A differenza dei tradizionali aeroporti chiusi, l’aeroporto di Kona è composto da edifici bassi e aperti, niente terminal chiusi. Qui si cammina sotto tettoie che proteggono dal sole hawaiano mentre si respira l’aria fresca dell’oceano. Questa struttura aperta rende l’arrivo e la partenza dall’aeroporto di Kona un’esperienza piacevole e rilassante. Non sembra nemmeno di essere in un aeroporto…. Quello che vedete nella fotografia qui sotto era il nostro Gate.
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