Itinerario di 11 giorni tra La Gomera e Tenerife
Per il compleanno di Gabri, lo scorso Marzo 2023, abbiamo scelto di tornare alle Canarie, e questa volta abbiamo deciso di visitare l’isola di La Gomera, una tra le isole più piccole dell’arcipelago canario, che si trova a sud di Tenerife.
E visto che per raggiungere La Gomera dovevamo passare da Tenerife perché non fare un salto in una delle zone che più ci piace di Tenerife, il parco nazionale del Teide?
In questo articolo troverete il resoconto del nostro viaggio, comprensivo di un itinerario dettagliato giorno per giorno e delle relative spese sostenute, in modo tale che, se desiderate replicarlo, avrete una chiara idea dei costi da considerare per un viaggio simile.
Buona lettura!
Il nostro viaggio di 11 giorni tra La Gomera e Tenerife
qualche dettaglio
Itinerario on the road tra La Gomera e Tenerife
Per raggiungere La Gomera abbiamo dovuto fare scalo a Tenerife in quanto non ci sono voli diretti dall’Italia per l’isola di La Gomera. Nessun problema, abbiamo approfittato per visitare nuovamente anche Tenerife (sempre bella). Abbiamo quindi acquistato il volo Milano Malpensa – Tenerife Sud con EasyJet e abbiamo preso la nave con la compagnia navale Naviera Armas per raggiungere La Gomera (lo stesso al ritorno).
Siamo stati 7 notti a La Gomera e 4 notti a Tenerife, ecco il nostro itinerario:
1. Milano – Tenerife – La Gomera
Partiamo da Milano Malpensa all’alba, maledette partenze all’alba… ma almeno alle 10 siamo già a Tenerife. Per raggiungere il porto di Los Cristianos dall’aeroporto di Tenerife Sud prendiamo l’autobus numero 40 la cui fermata si trova appena fuori dall’aeroporto (per maggiori informazioni questi sono gli articoli di approfondimento su come spostarsi tra l’aeroporto e i due porti di Tenerife e tra i due aeroporti dell’isola).
I biglietti li abbiamo acquistati direttamente sull’autobus (3,20€ a testa) e abbiamo raggiunto la cittadina di Los Cristianos in circa 20 minuti.
Dalla fermata degli autobus di Los Cristianos il porto si raggiunge con una semplice (e pianeggiante) passeggiata di una ventina di minuti.
Arrivati al porto abbiamo però dovuto aspettare fino alle 14:30 perché ci fosse una nave diretta a La Gomera. Abbiamo acquistato i biglietti per i traghetti (45,20 euro a testa) e aspettato la partenza facendo un giro per Los Cristianos.
Una volta sulla nave, in un’ora di viaggio siamo arrivati a destinazione e ci siamo subito incamminati verso la nostra prima sistemazione sull’isola, Casa Doris. Abbiamo scelto un appartamento situato a San Sebastian de La Gomera per la comodità e la vicinanza con il porto (che si raggiunge facilmente a piedi).
Il nostro primo appartamento è bellissimo, ben arredato, confortevole e in un’ottima posizione panoramica sulla città .  Abbiamo anche trovato il frigo pieno di prelibatezze locali, come l’almogrote (il formaggio tipico di La Gomera) e un’ottima bottiglia di vino.
Il pomeriggio l’abbiamo passato in giro per la cittadina e per cena siamo andati al ristorante La Vieja Casa dove abbiamo assaggiato per la prima volta il queso a la plancha con Miel de Palma (formaggio alla piastra servito con il miele di palma), pescado fresco (il pesce cantarero tipico delle canarie, tipo uno scorfano rosso) e per dolce un leche asado (dolce tipico canario).
Per essere la prima sera è già stato un ottimo assaggio delle specialità gomere.
2. La Gomera (Agulo – Mirador de Abrante – Garajonay – Mirador de Los Roques)
Prima di andare a ritirare l’auto a noleggio all’aeroporto ne approfittiamo per andare a visitare il Museo di Archeologia che si trova nel centro della cittadina in modo da iniziare a conoscere quest’isola partendo dalla sua storia.
Andiamo a piedi al porto e ci rechiamo da Cicar per ritirare l’auto che avevamo prenotato già dall’Italia. Ci danno una Opel corsa bianca con la scritta El Hierro sulla portiera, sarà un segno? El Hierro sarà la nostra prossima isola?
Iniziamo ad esplorare l’isola fermandoci a tutti i mirador che incontriamo, è un’isola verdissima e fin da subito ci ha fatto un’ottima impressione. Ad un mirador vediamo una serie di 4×4 pieni di turisti (abbiamo poi capito che arrivano da Tenerife e li portano a vedere La Gomera in una giornata) e decidiamo di seguirli per vedere anche noi le cose più belle dell’isola per poi continuare ad esplorare il resto da soli nei prossimi giorni.
In realtà li perdiamo quasi subito ad un bivio tra le strette strade di un paesino non molto distante da Agulo. Decidiamo quindi di andare a visitare Agulo (è uno dei pittoreschi villaggi dell’isola ed è una meta imperdibile).
Per pranzo ci facciamo preparare dei bocadillos con jamon y queso in un mini market che ci mangiamo tranquillamente in un’area picnic poco distante dalla cittadina.
Decidiamo poi di salire verso il mirador di Abrante (uno dei mirador più visitati dell’isola perché si tratta di una passerella di vetro a strapiombo sulla valle di Agulo) e chi ci troviamo? Il gruppo di 4×4…. decidiamo allora di seguirli nuovamente.
Ci portano all’aera ricreativa Laguna Grande nel Parco nazionale di Garajonay, un’area da cui partono diversi sentieri nei boschi di laurisilva. Ci siamo quindi fatti una prima passeggiata tra il bosco di laurisilva de La Gomera seguendo il breve sentiero di meno di 1 chilometro (il numero 3) chiamato Laguna Grande I.
Quando abbiamo terminato il nostro giro i 4×4 stavano per ripartire per cui abbiamo deciso di seguirli nuovamente, ci hanno ancora portati al Mirador de Los Roques dove si trova uno tra i più bei coni vulcanici dell’isola, Los Roques.
Quando abbiamo visto che i 4×4 erano diretti verso San Sebastian de La Gomera abbiamo deciso di lasciarli correre verso la città e noi ce la siamo presa un po’ più con calma.
Ci siamo fermati ancora ad ammirare i panorami sull’isola a qualche mirador prima di tornare a casa per prepararci un apericena (con prodotti tipici canari) che ci siamo gustati sul balcone ammirando il tramonto su San Sebastian.
3. La Gomera (Alto de Garajonay)
Prima di iniziare la nostra giornata sull’isola andiamo a fare un po’ di spesa al mercato di San Sebastian de la Gomera per poi partire con la nostra esplorazione.
Decidiamo di iniziare la giornata con un trekking che ci porterà nel punto più alto dell’isola che si chiama Alto de Garajonay e si trova nel parco nazionale di Garajonay, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Scegliamo il sentiero numero 17 che parte da Pajarito (dove si trova un comodo parcheggio) e raggiunge Alto de Garajonay che si trova ad un’altitudine di 1.487 metri. Da qui si gode una vista panoramica straordinaria. Essendo Alto de Garajonay il punto più alto dell’isola si può godere di una vista a 360° tutto intorno ad essa. Da qui, se la giornata è abbastanza limpida si riesce a vedere gran parte de La Gomera ma anche le isole vicine: Tenerife, La Palma e la piccola El Hierro. Se la giornata è molto limpida si riesce anche a vedere Gran Canaria.
Il percorso è ad anello lungo circa 5 chilometri con un dislivello di meno di 200 metri. La prima parte è quella più impegnativa perché in poco tempo arriva nel punto più alto per poi ridiscendere lentamente. Se state pianificando anche voi questo trekking su Wikiloc trovate l’intero percorso.
Proprio mentre eravamo nel punto più alto dell’isola abbiamo scelto la nostra meta successiva che svettava davanti ai nostri occhi. Siamo andati al Mirador de Igualero dove si trova la chiesa di San Francesco d’Assisi e il monumento al Silbo Gomero (la lingua fischiata utilizzata dagli abitanti dell’isola e tutelata com patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, tra le altre cose ne avevamo parlato in questo articolo).
Prima di rientrare a San Sebastian decidiamo di andare ad esplorare una spiaggia, scegliamo Playa Santiago che è “relativamente” comoda da raggiungere. Ho messo relativamente tra virgolette perché per poter comprendere come si visita la Gomera dovere prima sapere com’è fatta quest’isola.
Dovete immaginare di avere davanti a voi un enorme spremiagrumi, al centro si trova Alto de Garajonay (il punto più alto dell’isola) e tutto intorno tante valli che scendono verso le coste. Se si vuole passare da una spiaggia ad un’altra bisogna tornare (più o meno) nel centro dell’isola e poi scendere verso la successiva destinazione.Â
La cosa più bella di andare verso le spiagge (almeno per noi che non amiamo la vita da spiaggia) è il panorama lungo queste valli che è meraviglioso.
Playa Santiago l’abbiamo trovata una località molto tranquilla, nonostante la vicinanza con l’aeroporto. La spiaggia è di sabbia nera vulcanica ed è circondata da un pittoresco paesaggio costiero. Noi ne abbiamo approfittato per una sosta in un bar sulla spiaggia.
Siamo poi rientrati a casa e ci siamo preparati la cena da gustare sul terrazzo dell’appartamento con vista porto e spiaggia di San Sebastian.
4. La Gomera (foresta di laurisilva)
Dopo una colazione sul terrazzo di Casa Doris finiamo di preparare i bagagli e lasciamo questa sistemazione e San Sebastian de La Gomera per raggiungere la nostra nuova destinazione, quella che il proprietario, Stefan, aveva descritto come la casa con la migliore vista di tutta l’isola.
Avevamo quindi grandi aspettative sulla nostra nuova sistemazione che sono state ampiamente superate quando l’abbiamo vista. Si tratta della bellissima Casa Sol che ha veramente la migliore vista di tutta l’isola: nelle giornate limpide si può anche vedere Tenerife con il Teide svettare davanti a casa.
Una delle case più belle in cui siamo stati in tanti nostri viaggi. Struttura assolutamente consigliata per chi vuole passare qualche giorno a La Gomera in un luogo meraviglioso e in assoluto relax!
Dopo aver lasciato i bagagli andiamo a farci il nostro trekking quotidiano… andiamo a El Cedro, che si trova all’interno del parco di Garajonay  e scegliamo un percorso circolare di 7 chilometri che ci permette di entrare nella magica foresta di laurisilva gomera.
Per cena, visto che anche il compleanno di Gabri, andiamo al ristorante Los Telares, consigliatoci da Stefan. Qui ci concediamo una deliziosa cena gomera dove assaggiamo per la prima volta il Barraquito e il vino bianco locale che viene prodotto con l’uva Forastera che cresce esclusivamente sul terreno vulcanico de La Gomera da più di 500 anni.
La viticultura eroica a La Gomera
La viticoltura sull’isola di La Gomera viene definita “viticoltura eroica” per le sfide che, la sua coltivazione comporta. Essa avviene infatti su terreni con una pendenza molto ripida, che varia tra il 30% e il 45% . L’unico modo per poter coltivare l’uva lungo questi pendii è la creazione di terrazzamenti.
Inoltre, a causa delle caratteristiche del terreno e della pendenza, la meccanizzazione delle operazioni agricole è difficile, rendendo necessaria una grande quantità di lavoro manuale.
La viticoltura su quest’isola comporta anche costi di produzione elevati a causa delle difficoltà di accesso ai vigneti situati in posizioni remote e impervie. Girando in auto su e giù per l’isola è facile notare, ai bordi delle strade, le carrucole (guinche) utilizzate per portare su l’uva dai vigneti sottostanti.
5. La Gomera (MEG – Canada de Jorge – Valle Gran Rey)
Dopo un’abbondante colazione a casa e una meravigliosa alba con il vista Teide dal terrazzo di casa andiamo a Hermigua (il paese che si trova proprio sotto alla nostra sistemazione) per visitare il Museo Etnografico de La Gomera (MEG)
Si tratta di un piccolo ma interessante museo dedicato alla conservazione del patrimonio culturale e delle tradizioni dell’isola. Attraverso le sue esposizioni interattive (come quella sul silbo gomero) e informative, il MEG permette di conoscere  le attività agricole, le abitudini alimentari, la musica tradizionale, l’artigianato locale e molti altre aspetti della vita degli abitanti dell’isola nel corso dei secoli.
Se decidete di andare anche voi tenete presente che il museo è chiuso il sabato e la domenica e nei giorni festivi.
Abbiamo poi deciso di provare a tornare al Mirador de Abrante per vedere il panorama senza la foschia dei giorni prima. Peccato che, quando siamo arrivati, abbiamo scoperto che il lunedì è il giorno di chiusura. Ci siamo dovuti accontentare del panorama dalle terrazze naturali al posto della terrazza di vetro.
Abbiamo colto l’occasione del ritorno al mirador per passare dal centro visitatori del Parco de Garajonay, Juego de Bolas, che si trova a poche centinaia di metri dal mirador, e che la volta precedente era chiuso. Non è un semplice centro visitatori, è quasi un museo (gratuito) dove, oltre alle attività da organizzare nel parco, si possono trovare: un’esposizione permanente sull’ecosistema della laurisilva e sulla sua conservazione,  una mostra dedicata alla vita tradizionale e rurale con riproduzioni di una casa contadina e di una sepoltura aborigena e un giardino botanico dove imparare a riconoscere la flora autoctona canaria.
Per il nostro trekking quotidiano abbiamo scelto di andare a Canada de Jorge, punto strategico dentro la foresta di laurisilva da cui partono diversi sentieri. Abbiamo optato per il semplice percorso ad anello numero 10 che, in poco più di 3 chilometri e in circa un’oretta di tempo, permette di addentrarsi nella foresta di laurisilva.
Visto che avevamo ancora tempo abbiamo poi scelto di percorrere anche il sentiero numero 12 che va in direzione Raso de la Bruma e passa per il Mirador Risquillos de Corgo, da qui si apre un bel panorama sulla valle sottostante.
Prima di rientrare a casa decidiamo di andare a vedere la famosa spiaggia di Valle gran Rey.  Appena arrivati a destinazione abbiamo capito subito il motivo per cui è famosa.
La spiaggia di Valle Gran Rey è stata un luogo di attrazione per gli hippie e per le persone alla ricerca di una vita alternativa fin dagli anni ’60 e ’70. Durante quel periodo, molti giovani europei, spesso hippie, si sono stabiliti nella valle e hanno creato comunità alternative, cercando uno stile di vita più semplice e in contatto con la natura.
A Valle Gran Rey ci siamo goduti anche noi l’atmosfera rilassata e bohémien della cittadina dove avremmo volentieri passato almeno una notte in questo luogo così diverso da tutte le località balneari dell’isola. Se andare a La Gomera e volete fare un salto negli anni ’60 Valle Gran Rey è una meta che vi consigliamo.
6. La Gomera (PEG – Pescado de Hermigua – El Chorro del Cedro – Morro de Agando)
Iniziamo la giornata con l’esplorazione del Pescante di Hermigua, la zona di Hermigua che vediamo dal balcone di casa e che ci ha, fin da subito, incuriosito.
Lungo la costa di Hermigua, è difficile non notare i resti di una curiosa struttura (il Pescante) che, un tempo, veniva utilizzata per caricare le navi mercantili. Oggi di quella struttura restano solo quattro piloni a ricordare i tempi in cui da La Gomera partivano navi cariche di prodotti della terra. Ma il Pescante di Hermigua è un luogo molto scenografico non sono per i resti del pescante ma anche per la sua piscina a bordo oceano dove bagnarsi i piedi nelle giornate più calde. Fate sempre tante attenzione, se ci  andate, perché le onde possono facilmente raggiungere anche la piscina.
Pensate che la località del pescante è talmente scenografica che è stata scelta come location per la serie tv Foundation, tratta da una serie di libri dello scrittore Isaac Asimov, che al momento è trasmessa da Apple tv. Noi non abbiamo ancora visto la serie ma abbiamo subito riconosciuto il Pescante del trailer.
Per pranzo decidiamo di tornare al ristorante Los Telares ma prima andiamo a visitare il Parco Etnografico de La Gomera (PEG) che si trova proprio a fianco del ristorante (o meglio diciamo che è più il ristorante a trovarsi a fianco del parco).
Il parco etnografico di Hermigua è molto interessante a partire dal suo orto botanico con tante varietà di pinte e fiori che crescono a La Gomera fino alle sale interpretate dove imparare a conoscerei prodotti artigianali dell’isola come il gofio, il miele di palma e tanto altro. Grazie all’audioguida disponibile anche in italiano il viaggio interpretativo al PEG è un’esperienza unica.
Terminata la visita al parco, con annesso giro di acquisti allo shop, andiamo a pranzo al ristorante Los Telares.
Per il trekking del giorno scegliamo di andare a cercare la Cascata El Chorro del Cedro. Anche se eravamo già stati a El Cedro non sapevamo dell’esistenza della cascata finché non l’abbiamo scoperta al PEG dove, nel giardino, si trova un binocolo che invita il visitatore a cercare, tra il verde che circonda il parco, la cascata che da sempre è necessaria a creare il particolare e unico ecosistema della valle di Hermigua.
Dal paese di Hermigua, o ancora meglio dal giardino del PEG, non si possono non notare le due formazioni vulcaniche che sovrastano il paese chiamate Roques Pedro y Petra per la somiglianza con delle figure umane per l’appunto Pedro e Petra.
Prima di rientrare a casa ci fermiamo ancora al Mirador del Morro de Agando, uno tra i più bei mirador dell’isola Da qui si staglia proprio di fronte la montagna conosciuta come El Roque (quella che avevamo già visto, da un’altra angolazione, il primo giorno sull’isola e che somiglia al profilo di King Kong) ma non solo, se le giornate sono abbastanza limpide si può facilmente vedere Tenerife con il Teide che svetta nel centro dell’isola. Nella foto qui sotto potete vedere il panorama dal mirador con El Roque in primo piano e, sulla sinistra, l’isola di Tenerife in lontananza.
7. La Gomera (Vallehermoso)
Al centro visitatori del parco di Garajonay abbiamo saputo dell’esistenza del museo del Miel de Palma e così (visto che è aperto solo pochi giorni alla settimana, dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 17:30) abbiamo colto l’occasione per andarci.
Il museo, chiamato Centro per l’interpretazione del Miel de Palma, è l’unico posto sull’isola dove andare per approfondire la conoscenza su questo particolare prodotto tradizionale molto apprezzato per il suo sapore unico e le sue qualità nutritive. Il museo è anche gratuito quindi la visita è d’obbligo!
Il miele di palma viene ottenuto dalla linfa degli alberi di palma Canaria (Phoenix canariensis), una specie che cresce abbondantemente sull’isola. La linfa viene raccolta attraverso l’incisione del tronco dell’albero e, fatta fluire in contenitori appositi, viene poi riscaldata lentamente fino a che il contenuto di acqua si riduce e il liquido si trasforma in un denso sciroppo. Questo sciroppo viene poi lasciato fermentare per alcuni giorni per sviluppare il caratteristico sapore dolce e caramellato del miele di palma, ampiamente utilizzato nella cucina locale come dolcificante naturale e ingrediente in vari piatti tradizionali.
Dopo la visita al museo siamo passati dal centro di Vallehermoso e successivamente della spiaggia dove si trova un castello in rovina, il Castillo del Mar, chiuso dagli anni ’50 e lasciato in balia degli eventi ma soprattutto dei vandali che l’hanno reso purtroppo inaccessibile.
Vallehermoso è un paesino caratteristico circondato da un bellissimo panorama (d’altronde non poteva essere altrimenti visto che il nome Valle Hermoso significa valle bellssima) e da un altro particolare camino vulcanico che si chiama Roque Cano.
Dopo la sosta a Vallehermoso ci dirigiamo verso Alajero dove si trova il Monumento naturale della Caldera, una tra le zone più belle dell’isola.
Qui ci siamo fatti una bella camminata di circa due ore (tra andata e ritorno) da Quise direzione caldera: le vallate verdi qui diventano panorami marziani con le rosse rocce vulcaniche che ci accompagnano lungo tutto il percorso. Avessimo potuto avremmo dedicato molto volentieri più tempo a questa zona dell’isola.
Per cena siamo andati a provare un altro ristorante di Hermigua chiamato Tasca Telemaco, molto buono ma Los Telares per noi resta il migliore.
8. La Gomera – Tenerife
Ammiriamo per l’ultima volta l’alba da Casa Sol prima andare al porto e imbarcarci sulla nave direzione Tenerife: l’isola che abbiamo ammirato e rimirato da lontano in questi ultimi giorni a La Gomera.
Prima di imbarcarci riusciamo ancora ad andare a visitare Casa Colon, la casa in cui si dice abbia soggiornato Cristoforo Colombo quando è arrivato a La Gomera per fare provviste prima di ripartire per le Americhe.
Lasciamo l’auto alla Cicar di San Sebastian de la Gomera e, a malincuore lasciamo quest’isola che avremmo volentieri visitato più a lungo ma ci consoliamo con il fatto che la vacanza non è ancora finita perché passeremo ancora due giorni a Tenerife.
Ci imbarchiamo sulla nave della Naviera Armas a la Gomera e, in mezz’ora, arriviamo a Tenerife e recuperiamo una nuova auto, questa volta è una Fiat Cinquecento bianca.
Ci dirigiamo subito verso il Teide ma prima facciamo una sosta spesa + pranzo in una cittadina prima dell’inizio del parco nazionale.
Dopo varie soste nei mirador più visitati del parco (quelli lungo la strada principale) decidiamo di fermarci poco dopo la stazione di base della Teleferica che porta in cima al Teide.
Facciamo una camminata tra la lava del Teide prima seguendo un sentiero segnato nel terreno e poi perdendoci tra le meravigliose formazioni rocciose create dalle varie colate laviche che si sono succedute nella zona.
Torniamo alla macchina.
Faccio una premessa: appena arrivati al parcheggio vediamo un cartello che indica di fare attenzione ai furti e portare con se gli oggetti di valore. Ci è sembrato un cartello un po’ eccessivo (c’eravamo già stati a Tenerife e anche sul Teide e non era mai successo nulla) ma abbiamo deciso di portare via il portafoglio con i passaporti e le carte di credito e lasciare in auto solo le valigie con i vestiti.
E abbiamo fatto bene, perché quando siamo ritornati alla macchina abbiamo scoperto che ci hanno forzato il finestrino del passeggero per aprire l’auto. Forse i ladri erano ancora lì quando siamo rientrati all’auto perché non avevano nemmeno toccato le valigie nel bagagliaio. Ad ogni modo, questo per dirvi di fare attenzione se andate al Teide, portate sempre con voi gli oggetti di valori.
Il problema è poi stato che la macchina era rimasta aperta perché non si riusciva a rimettere a posto il finestrino. Decidiamo di tenerla così e aspettare l’indomani per portarla alla Cicar.
Andiamo a prendere possesso della nuova sistemazione a Puerto de la Cruz, Apartamentos Los Dragos del Norte, e ci facciamo consigliare un guachinche dove andare a mangiare.
Seguiamo il consiglio del concierge e andiamo al Guachinche El Divorzio a La Orotava. Il nome è tutto un programma ma il locale è perfetto: una tipica osteria canaria dove ci siamo gustati piatti tipici casalinghi con un ottimo rapporto qualità -quantità -prezzo.
9. Tenerife (parco del Teide)
Facciamo colazione all’hotel (con vista piscina) e poi andiamo a farci sistemare il vetro da Cicar a Puerto de la Cruz. Ci mettono 3 minuti di orologio, forse sono abituati…
Partiamo direzione El Portillo Visitor Center e da lì seguiamo il sentiero numero 1 che porta al Riscos de la Fortaleza. Non contenti e non volendo rifare lo stesso sentiero dell’andata scegliamo di percorrere il sentiero numero 33 che porta verso la Montagna Negra e da lì torniamo verso il sentiero originale prendendo il sentiero numero 22 fino ad incrociare il numero 1 dove continuiamo fino al visitar center da dove siamo partiti.
In totale abbiamo percorso 14 chilometri con un dislivello di circa 350 metri. Penso che tutti i sentieri dentro il parco del Teide meritino di essere percorsi ma questo ve lo consigliamo per la bellissima vista del Teide che si ha lungo tutto il sentiero numero 1 e perché non è molto turistico quindi incontrerete poca gente lungo il percorso.
Lasciato il Teide andiamo a casa del nostro amico Roberto che ci ospita per le ultime due notti e con lui andiamo a cena al Guachinche El Patio de Pedro (proprio dietro l’aeroporto di Tenerife nord).
10. Tenerife (trekking ad Anaga)
Passiamo la giornata con il nostro amico Roberto che non vediamo dall’ultimo nostro viaggio a Tenerife, quando siamo andati a La Palma nel 2020. Abbiamo tanto da raccontarci ma visto che a tutti piace camminare scegliamo di passare la giornata nella zona nord di Tenerife.
Dopo una bella colazione in una panaderia locale, facciamo la spesa per il nostro pranzo al sacco e partiamo direzione parco naturale di Anaga.
Arrivati a Cruz del Carmen, dove si trova un grande parcheggio e il centro visitatori del parco di Anaga, scegliamo di percorrere il sentiero che porta verso Punta Hidalgo ma noi decidiamo di fermarci a Chimada. Già così abbiamo percorso 12 chilometri con un dislivello di circa 700 metri.
Una volta tornati alla macchina andiamo a Punta Hidalgo a farci un aperitivo vista mare e poi rientriamo a casa. Abbiamo ancora molto da condividere con Roberto per cui decidiamo di cenare a casa e passare così la serata a chiacchierare.
11. Tenerife – Milano
Purtroppo oggi si torna a casa ma questa volta EasyJet ci fa un bellissimo regalo. Saliamo sull’aereo e scopriamo che i nostri posti sono sull’uscita di emergenza e, non solo abbiamo le gambe completamente libere, ma ci mettono obbligatoriamente i bagagli a mano (quelli che devono state sotto al sedile) nella cappelliera.
Poi di contro partiamo con un’ora di ritardo, ma non è colpa di EasyJet, ma dei controllori di volo italiani che hanno deciso di scioperare.
Arriviamo a Malpensa e rientriamo a casa in serata.
Quando sono stata alle Isole Canarie ho trascorso 7 giorni a Fuerteventura e 7 a Tenerife, ma mi piacerebbe tornare a vedere le altre isole, La Gomera potrebbe essere un’opzione interessante.