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  • Il museo del pomodoro di Santorini
    17-11-2022
Sei qui: Destinazioni > Europa > Grecia > Il museo del pomodoro di Santorini

Il museo del pomodoro di Santorini

Non è certo il pomodoro la prima associazione che facciamo con l’isola greca di Santorini eppure, noi oggi, dopo aver girato l’isola in lungo e in largo, se pensiamo al pomodoro ci viene in mente senz’altro Santorini.

A Santorini si produce una varietà di pomodoro molto speciale che non ha bisogno di acqua (o meglio ha bisogno di pochissima acqua e quel poco che gli serve lo prende dell’umidità dell’aria) e, fino a qualche anno fa, era esportato in tutta la Grecia sia nella sua forma naturale sia come concentrato di pomodoro.

Nel nostro viaggio alla scoperta di Santorini siamo andati a visitare il museo che si trova nel luogo in cui un tempo sorgeva lo stabilimento della famiglia Nomikos dove si produceva il famoso concentrato di pomodoro di Santorini.

Venite con noi alla scoperta di questo insolito museo, il museo del pomodoro!

Contenuto dell'articolo nascondi
La fabbrica del pomodoro di Santorini
Gli agricoltori di Santorini
I pomodorini di Santorini e la loro trasformazione in concentrato di pomodoro
La storia della fabbrica del concentrato di pomodoro
La visita al museo del pomodoro di Santorini
Qualche informazione utile per raggiungere il museo
Orari
Prezzi
Location

La fabbrica del pomodoro di Santorini

La fabbrica del pomodoro di Santorini fu fondata da George Nomikos nel 1945. Fu costruita in soli sei mesi e durante la sua prima estate iniziò i lavori senza un tetto per riuscire a smaltire in tempo il raccolto di quell’annata. In pochi mesi, dall’inizio del suo funzionamento, raggiunse la produzione di 3.000 ceste al giorno (circa 175 tonnellate di pomodori).

Il complesso fu costruito vicino al mare, a due passi dalla spiaggia di Vlychada, al fine di utilizzare l’acqua del mare per la pulizia dei pomodori e per il raffreddamento dei macchinari.

Quella posizione, così ottimale non era però così sicura, infatti nel 1952, una grande inondazione ruppe le porte del cortile e trascinò in mare prodotti e macchinari riempiendo la fabbrica con circa due metri e mezzo di fango. Per questo motivo Nomikos costruì, in un secondo momento, il magazzino al fine di proteggere la fabbrica da una eventuale nuova inondazione.

museo del pomodoro di Santorini

Gli agricoltori di Santorini

Gli agricoltori arrivavano, da tutti i paesi di Santorini, fino alla fabbrica portando i pomodori dentro a delle ceste che potevano contenere fino a 50 chili l’una. Gli asini, con il loro carico, si fermavano fuori dalla fabbrica per non sporcare i locali. I produttori portavano le ceste sulle spalle fino al 1952, anno in cui fu cementato il cortile e quindi il trasporto delle ceste poteva avvenire più agilmente con dei carrelli. L’incaricato della pesatura pesava ogni carico e lo stesso George Nomikos sedeva nel suo ufficio e annotava il peso per il pagamento dell’agricoltore.

Il produttore veniva pagato sia in soldi sia in concentrato di pomodoro. Tutte le forme di compravendita si completavano fino alla festa di San Menna, protettore della famiglia che si celebra l’11 Novembre. Dopo averli pesati, i cesti venivano sposatati nel cortile. Ogni agricoltore aveva il suo spazio riservato. Lì aspettava che venisse il suo turno per riprendersi i semi che avrebbe piantato l’anno successivo ma anche tutto ciò che avanzava; bucce e gli altri resti del pomodoro che usava per nutrire i propri animali. Nulla andava sprecato.

I pomodorini di Santorini e la loro trasformazione in concentrato di pomodoro

Santorini si trova nella parte meridionale delle isole Cicladi in una regione dove le piogge scarseggiano e il terreno vulcanico è poroso e arido.

Le coltivazioni dell’isola non vengono irrigate delle piogge ma dall’umidità del mattino, la rugiada. La pianta di pomodoro, introdotta per la prima volta da Syros nel 1840, produce piccoli pomodorini, dalla buccia dura e un’alta concentrazione di zuccheri. E’ particolarmente saporita ed ha una grande resa per la produzione del concentrato di pomodoro.

La coltivazione del pomodoro di Santorini cominciava con la semina verso la fine di Febbraio e gli inizi di Marzo mentre la raccolta avveniva a Giugno.

Una volta raccolti i pomodorini iniziava la produzione del concentrato di pomodoro.

La fabbrica lavorava attivamente dal 26 giugno fino alla fine di agosto 7 giorni alla settimana e 24 ore su 24. 70/80 operai (la maggior parte donne) divisi in turni da 12 per ciascuno.

Dalla fabbrica, il concentrato di pomodoro veniva confezionato e immagazzinato nel magazzino adiacente pronto per essere trasportato, attraverso la spiaggia, fino al molo e da lì caricato sulle imbarcazioni dirette in Grecia e in tutte le altre isole greche.

museo del pomodoro di Santorini

La storia della fabbrica del concentrato di pomodoro

La storia della famiglia imprenditoriale inizia a metà del XiX secolo da Dimitris Nomikos con la costruzione del primo mulino a motore a Fira. La farina, importata dalla Grecia centrale veniva lavorata e rivenduta nelle altre isole delle Cicladi. Nella stessa zona Dimitris Nomikos aprì una distilleria, un pastificio e un panificio.

Nel 115 Dimitrios Nomikos inizia a produrre il concentrato di pomodoro utilizzando una tecnologia preindustriale a Messaria, nel sud di Santorini.

Nel 1922 apre a Monolithos uno dei primi stabilimenti per la produzione di conserve di pomodoro, il primo “nei Balcani”, diceva con orgoglio, con le più avanzate e moderne tecnologie portate a Santorini dall’estero.

Ma è suo figlio George che apre nel 1945 lo stabilimento a Vlychada, nel centro della zona più produttiva del pomodoro di Santorini.

Nel 1953, l’anno dopo l’alluvione che distrugge prodotti e macchinari, vengono costruiti i magazzini nella parte nord del cortile per immagazzinare i prodotti ed evitare così disastri come quello dell’inverno precedente.

Pochi anni dopo, nel 1956, la fabbrica riesce a sopravvivere senza vittime e senza troppi danni al grande terremoto che colpisce Santorini e George Nomikos espande la sua attività sull’isola di Kos costruendo un’altra fabbrica. A quel tempo, c’erano 9 fabbriche operanti sull’isola, con la produzione al suo apice. I prodotti venivano caricati sulle barche dalla spiaggia e commercializzati in tutta la Grecia.

Negli anni successivi, man mano che lo sviluppo del turismo sull’isola aumentò, i terreni per piantare i pomodorini di Santorini vennero via via ceduti ed utilizzati per la crescente domanda di strutture ricettive finché, dopo la produzione estiva del 1981, lo stabilimento chiuse i battenti per riaprire come museo del pomodoro nel 2014.

Dal 1982 la coltivazione del pomodorino e di conseguenza della produzione del concentrato di pomodoro avviene solo nella Grecia peninsulare e ancora oggi l’azienda Nomikos è il principale produttore di concentrato di pomodoro di tutta la Grecia, peccato che del suffisso “di Santorini” del pomodorino ci sia rimasto soltanto il ricordo e qualche coltivazione per uso personale sparsa qua e la per l’isola.

museo del pomodoro di Santorini

La visita al museo del pomodoro di Santorini

E’ un viaggio molto interessante quello che si può fare nel museo del pomodoro di Santorini.

Qui è possibile ripercorrere le fasi della storia della fabbrica di Nomikos, è possibile seguire tutto il percorso produttivo: dall’arrivo in fabbrica del pomodorino di Santorini fino alla produzione del concentrato di pomodoro e il successivo confezionamento.

Durante la visita si può vedere ma anche comprendere, grazie all’audio guida in più lingue (tra cui l’italiano) il funzionamento di tutti i macchinari utilizzati per produrre e commercializzare il famoso concentrato di pomodoro Nomikos.

Ma anche conoscere le storie degli operai e delle operaie che, nonostante fosse un lavoro duro, lo amavano ed erano grate a George Nomikos per avergli permesso di contribuire a far conoscere in tutta la Grecia il loro prodotto: il pomodorino di Santorini.

Al termine della visita non si può andare via senza assaggiare questo famoso concentrato di pomodoro! Al bar del museo è possibile assaggiare gratuitamente il concentrato di pomodoro servito su un crostino di pane.

museo del pomodoro di Santorini

Qualche informazione utile per raggiungere il museo

Orari

Il museo è aperto da Aprile a Settembre dal martedì alla domenica e segue i seguenti orari

  • Aprile, Maggio e Giugno dalle 10:00 alle 16:00 (ultimo ingresso ore 15:15)
  • Da Giugno a Settembre dalle 10:00 alle 18:00 (ultimo ingresso ore 17:15)

Il museo è sempre chiuso il lunedì.

Prezzi

Il prezzo del biglietto d’ingresso è di 10€ per gli adulti e di 6€ per i ragazzi dai 12 ai 18 anni.
Gratis per i bambini fino a 11 anni.

L’ingresso è ridotto a 6€ anche per le seguenti categorie:

  • studenti
  • disoccupati
  • persone sopra i 65 anni
  • persone con disabilità e loro accompagnatori

Location

Il museo del pomodoro di Santorini è facilmente raggiungibile indicando “Tomato Museum Santorini”  sul navigatore.

Si trova nel sud dell’isola vicino alla spiaggia di Vlichada.

In caso vi servisse qui sotto trovate già la mappa di Google Maps, basta cliccare su “Indicazioni stradali” e seguire le indicazioni.

Purtroppo la storia del museo del pomodorino di Santorini è una storia triste. La storia di come il turismo ha ridotto e sta ancora sempre più riducendo questa meravigliosa isola, dove ogni terreno potenzialmente interessante viene riconvertito, alla velocità della luce, in mega strutture ricettive per vacanze di lusso.

Se avete modo di passare da Santorini non limitatevi a vedere Oia e Fira. Fate un salto nel resto dell’isola. Cercate i piccoli paesi ancora non toccati, se non in minima parte, dal turismo e andate al museo del pomodoro, sarà un viaggio nel tempo su quest’isola che il turismo si sta pian piano portando via.

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Claudia e Gabri

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Io sono Claudia. Sono io che organizzo i viaggi, scelgo (quasi sempre) le mete, scrivo gli articoli che state leggendo e curo ogni dettaglio di questo blog. Da poco sono anche Travel Designer certificata: se avete bisogno di un viaggio su misura, ci sono io ad aiutarvi.

Gabri è colui che mi sopporta in viaggio e nella vita di tutti i giorni. A lui piace guidare per cui nei viaggi on the road è lui che guida e, ogni tanto, quando glielo lascio fare, è anche quello decide anche la meta.

Insieme viaggiamo da più di 20 anni e dopo il nostro primo viaggio in Giappone abbiamo capito che, se siamo sopravvissuti in un paese in cui quasi nessuno parlava inglese e dove la maggior parte dei cartelli stradali erano in una lingua incomprensibile, potevamo viaggiare in qualsiasi posto avremmo voluto e così abbiamo fatto e continuiamo a fare.

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