Lago di Carezza: il lago arcobaleno altoatesino
La prima volta che abbiamo visto il Lago di Carezza ce ne siamo subito innamorati. Era il 2005 ed era il nostro primissimo viaggio insieme, quello in cui o va tutto bene e vissero tutti felici e contenti oppure ci si saluta al termine del viaggio, amici come prima e chi s’è visto s’è visto. Ovviamente sapete tutti com’è andata.
Da quella prima volta, dopo 10 anni, ci siamo trasferiti in questo paradiso geologico che è l’Alto Adige e, a Carezza, siamo stati spesso perché i primi amori non si scordano mai e perché volevamo ammirarlo in tutte le sue forme e in tutte le stagioni.
Per questo motivo in questo articolo vi vogliamo parlare del Lago di Carezza tra leggende e realtà, il Latemar, del massiccio dolomitico, che lo sovrasta e della rinascita dei boschi dopo la tempesta Vaia.
Il lago di Carezza e il Latemar
Il Lago di Carezza è un piccolo lago alpino che si trova a 1534 metri di altitudine, nel comune di Nova Levante a circa 25 chilometri da Bolzano in Alto Adige.
La principale caratteristica di Carezza, senza la quale non sarebbe così famoso, è il Latemar, la catena montuosa dolomitica che ha scelto questo lago cristallino per specchiarsi e rimirare in esso la sua immortale bellezza.
Il Lago di Carezza però non è meraviglioso solo per i riflessi del Latemar ma anche per il suo colore. Non a caso in lingua ladina viene chiamato Lec de arcoboàn ossia Lago dell’arcobaleno.
Il merito di tutto questo splendore è dovuto soprattutto al fondale di roccia dolomitica accompagnato allo scarso sviluppo di alghe in superficie. Le acque del lago sono quindi chiare e trasparenti. I raggi del sole inoltre, penetrando molto in profondità, rendono i colori del lago unici. Non a caso questo è uno dei laghi più fotografati al mondo.
Il lago è alimentato solo da sorgenti sotterranee e la sua estensione varia a seconda della stagione e delle precipitazioni.
Se volete vedere il lago nella sua massima estensione vi consigliamo di andare in tarda primavera/inizio estate con lo scioglimento delle nevi. In tale periodo può raggiungere un’estensione di oltre 250 metri x 100 metri e circa 17 metri di profondità.
Nei mesi successivi il livello dell’acqua cala fino a raggiungere l’estensione minima e una profondità di soli 6 metri verso i primi di Novembre.
In inverno solitamente il lago gela ma, se siete fortunati potete comunque vedere il Latemar riflesso nel lago ghiacciato.
La natura che ruota intorno al lago
Tutto intorno al lago, ma anche nel lago stesso, la natura risplende rigogliosa, nonostante il disastro causato dalla tempesta Vaia.
Dovete sapere che nell’Ottobre del 2018 la tempesta Vaia, con raffiche di vento oltre i 120 km all’ora, ha praticamente distrutto i boschi circostanti cambiando significativamente il paesaggio dietro il lago di Carezza.
Quella notte del 29 Ottobre 2018 le spaventose raffiche di vento hanno raso al suolo più di 5000 ettari di boschi in 86 comuni dell’Alto Adige. Un quarto degli alberi abbattuti, in totale 1,5 milioni di metri cubi, erano proprio nella zona circostante al Lago di Carezza nel comune di Nova Levante.
E’ dal giorno successivo a Vaia che si sta lavorando incessantemente per favorire il rimboschimento, soprattutto dell’abete rosso, con piantine fornite dai vivai forestali della provincia di Bolzano. Prima che tutto torni come prima ci vorranno da 120 a 150 anni. Quindi mettiamoci l’anima in pace, noi non vedremo mai più il lago di Carezza com’era prima di Vaia!
L’abete rosso: l’albero amato dai liutai
L’abete rosso è l’albero più diffuso in questa zona per le sue condizioni favorevoli: è un albero che ama le quote tra i 1000 e 1500 metri, un clima fresco e uno scarso irraggiamento.
Gli abeti rossi del lago di Carezza sono facilmente riconoscibili: sono quelli che svettano dritti verso il cielo propri davanti al Latemar. Alcuni possono raggiungere anche 50 metri d’altezza e un diametro di 1 metro e mezzo e possono vivere fino a 600 anni, tempeste permettendo…
Lo sapete perché è famoso l’abete rosso di questa zona?
Perché il suo legno, chiamato anche legno armonico, è utilizzato per la produzione di casse di risonanza per gli strumenti musicali. Una delle caratteristiche principali che deve avere il legno per costruire un ottimo violino è l’elasticità: le vibrazioni amplificano il suono. Questa è proprio una delle caratteristiche dell’abete rosso! Ogni anno arrivano qui liutai da tutto il mondo proprio per procurarsi l’albero perfetto.
Se andate a Carezza, dal parcheggio, percorrete il percorso pedonale sotterraneo che arriva direttamente al lago senza attraversare la strada statale. Poco prima di arrivare al lago grazie all’installazione che si trova sul muro della struttura, avrete modo di far risuonare i tronchi di abete rosso e sentire con le vostre orecchie il suono pulito che producono.
Come si riconosce l’abete rosso dall’abete bianco?
L’abete rosso è facilmente distinguibile dall’abete bianco (detto anche abete comune) per alcune caratteristiche:
- le chiome dell’abete rosso sono a punta
- i rametti dell’abete rosso pungono
- le pigne dell’abete rosso cadute a terra sono intere (quelle dell’abete bianco si sfaldano prima di cadere a terra)
Provate anche voi a cercare gli abeti rossi della zona di Carezza, vedrete quanto è facile!
Il Latemar: un atollo di 240 milioni di anni
Il massiccio del Latemar, così come l’intera catena dolomitica, 240 milioni di anni fa, era un vero e proprio atollo tropicale dove coralli, alghe, spugne calcaree e un’infinità di microrganismi vivevano iniziando a dare il via ad imponenti scogliere calcaree sottomarine.
L’attività vulcanica aprì poi enormi fenditure tra gli stati di calcare, l’erosione delle lava scavò canali, camini e insenature, lasciando scoperte architetture impressionanti come le Torri del Latemar e la vetta chiamata Torre d Pisa.
Assolutamente da fare, se siete nei dintorni, è un trekking ad alta quota sul massiccio del Latemar, oltre ai panorami meravigliosi che si possono godere da lassù potete fare un affascinante viaggio nel tempo nei mari del Triassico!
Le leggende del lago di Carezza e del Latemar
Le leggende che avvolgono di mistero certi luoghi sono sempre affascinanti. Anche i più increduli restano a bocca aperta ascoltano i racconti degli antichi che cercano si spiegare alcuni miracoli della natura che, di per sé, non hanno nulla di misterioso.
Alcune di queste leggende sono quelle che si narrano qui, a Carezza: una sulle bambole del Latemar e una sulla ninfa del lago. Se non le conoscete ve le raccontiamo brevemente.
Le bambole del Latemar
La cresta del Latemar, quella che si vede dal lago di Carezza, viene anche chiamata dagli abitanti della zona la pocessiòn de le pope che significa “la processione delle bambole”.
Secondo la leggenda, alcuni pastorelli stavano pascolando le greggi in un boschetto quando un vecchietto chiese loro se avessero trovato il suo coltello. I ragazzi risposero di no e si unirono a lui nella ricerca. Arrivata la sera, dopo una ricerca infruttuosa, i ragazzi si avviarono verso casa. Fu proprio sulla strada del ritorno che, la più grande del gruppo, vide il coltello luccicare tra i fiori, lo raccolse e lo portò al suo proprietario. Per ringraziarla le disse che l’indomani le avrebbe regalato la più bella delle sue bambole. Le disse anche “ora però corri a casa che a quest’ora arrivano le streghe cattive”.
Ovviamente chi poteva incontrare la pastorella se non la strega cattiva? Naturalmente però la pastorella non immaginava mica che la donna incontrata potesse essere la strega cattiva così le racconta dell’uomo, del coltello ritrovato e della bambola regalata.
La strega cattiva, che ovviamente non si fa mai gli affari suoi, le disse di non accettare la bambola più bella con i vestiti di seta perché in realtà l’uomo nasconderebbe delle bambole ancora più belle e adorne di gioielli bellissimi. Per fare ciò, alla vista della bambole, la ragazzina dovrà pronunciare una formula magica “bimbe di pietra con stracci di seta, rimanete là ad ammirar il Latemar!”
Il mattino successivo, quindi, alla vista delle bellissime bambole vestite di seta, pronunciò la formula magica e…. dal bosco si levarono sonore risate malefiche e le bambole vennero immediatamente pietrificate.
Ancora oggi, quando splende il sole, è possibile ammirare, sulla cresta del Latemar, gli abiti di queste bambole pietrificate dalla strega malvagia.
La ninfa del lago di Carezza
La superficie dei laghi di montagna può tingersi di verde, blu o nero, ma solo quella del lago di Carezza riflette tutti i colori dell’arcobaleno. O almeno così credevano i Dirlinger, un leggendario popolo di minatori, a cui si deve questa leggenda.
Nel lago viveva un tempo una bellissima ninfa, che amava sedersi sulle sue sponde a cantare. Era però molto timida e non amava essere osservata per cui se qualcuno si avvicinava al lago mentre lei cantava si tuffava prontamente nel lago.
Un giorno passò nei pressi del lago uno stregone che si innamorò perdutamente della ninfa. Per riuscire ad avvicinarla decise di accettare il consiglio di una strega che le disse di trasformarsi in un vecchio mercante e distendere un arcobaleno dal Latemar fino al lago. In questo modo riuscirà a convincere la ragazza ad avvicinasi con la scusa che il tessuto dell’arcobaleno si sarebbe trasformato in bellissimi gioielli. Già così ve la immaginate la ninfa? Cosa se ne fa dei gioielli una ninfa? Ma vabbè, è una leggenda…
Lo stregone però si dimentica di trasformasi in mercante e la ninfa lo riconosce così spaventata si tuffa nel lago scomparendo alla vista dello stregone che si infuria e cosa fa? Strappa l’arcobaleno e lo getta nel lago. Questo si scioglie spandendo tutti i colori dell’arcobaleno sulla superficie del lago. Da quel momento il lago di Carezza viene chiamato il lago dell’arcobaleno.
La passeggiata intorno al Lago di Carezza
La passeggiata intorno al lago di Carezza è un’escursione fattibile da chiunque, anche per i bambini. Potete portare anche il vostro amico a quattro zampe ma, mi raccomando, al guinzaglio. L’intera passeggiata vi permetterà di fare tutto il giro del lago in circa un’oretta (poi dipende da quanto vi fermate a fotografare lungo il percorso).
Il sentiero passa quasi interamente nel bosco, costeggiando la riva del lago, ed è perfetto da percorrere in estate quando nel fondo valle le temperature diventano insopportabili. Il Lago di Carezza si trova ad un’altitudine tale, oltre 1500 metri, per cui le temperature sono sempre più basse di quelle della conca di Bolzano. D’inverno è una passeggiata molto suggestiva con la neve ma non è detto che si riesca a compiere l’intero giro a piedi senza ciaspole e/o ramponcini, dipende da quanta neve si deposita sul sentiero.
Come raggiungere il lago di Carezza
Da quel che avrete capito noi non crediamo nelle leggende ma più alle meraviglie che la natura ha creato per noi in milioni di anni di storia geologica. Per questo vi diciamo di andare ad ammirare il meraviglioso lago Carezza con il Latemar riflesso nelle sue acque.
Se siete in Alto Adige da Bolzano dista poco più di 25 chilometri: vi basta uscire da Bolzano direzione Brennero prendendo la Statale 12 e, a Cardano, proseguire poi sulla SS241 direzione Nova Levante. Il lago di Carezza si trova circa 5 chilometri dopo il paese di Nova Levante.
Se invece siete in Trentino, magari in Val di Fassa, siete ancora più vicini. Da Pozza di Fassa (dove si trovano le nostre amate QC Terme) si raggiunge il Lago di Carezza in meno di 20 minuti.
Ho avuto la fortuna di vedere il lago di Carezza prima che la tempesta Vaia compisse il suo disastro. La prima volta fu anche per me amore a prima vista. Era maggio e il lago, nella sua massima estensione, era meraviglioso. La seconda, invece, era a ottobre. Pur essendo molto più piccolo era comunque magico.
Sai che è da anni che trascorro le vacanze estive in Alto Adige e non ho mai visto il lago di Carezza? Ho visto che ha dei colori meravigliosi. Hai ragione, la tempesta Vaia ha cambiato il volto di quei territori… è stato tremendo. Speriamo che pian pianino la natura torni al suo originario splendore!
Che meraviglia! Dovrei andare al lago di Carezza quest’estate in agosto! Purtroppo so già che sarà pieno di gente.. Sarà un buon motivo per rivederlo anche con la neve :D
In queste giornate così calde non sogno altro di essere in un luogo così tranquillo e paradisiaco come questo, partirei anche subito!
In queste giornate così calde, io sto andando proprio alla ricerca di piccoli laghi nel mio ponente ligure. Il lago di Carezza, però, ha dei colori davvero unici, che meritano sicuramente una visita! Mi viene voglia di tuffarmici proprio ora!
Il Lago di Carezza è uno dei simboli delle Dolomiti e dell’Alto Adige e la sua fama lo precede davvero: non ci sono purtroppo mai stata ma sicuramente è un luogo che vale la pena vedere in ogni stagione come mi confermi!
in tarda primavera verso maggio verrò a visitare questi incantevoli posti. Sono stupende le tue fotografie, complimenti!
Tempo fa proposi un guest post sui laghi più belli d’Italia e una collega parlò proprio del Lago di Carezza. Io non ci sono mai stata, ma leggendo il suo articolo e oggi anche il tuo mi sono ritrovata con la mente a viaggiare in questo luogo magico. Mi piacerebbe molto vederlo di persona un giorno!