Il bosco che suona della Val di Fiemme
Il Bosco che suona di Predazzo, in Val di Fiemme, è un luogo magico e suggestivo, dove la bellezza della natura si è unita alla creatività dei grandi artisti che l’hanno visitato per creare qualcosa di unico.
Noi ci siamo stati nella seconda uscita con Windy, il nostro nuovo Ford Nugget, e in questo articolo vi parliamo di questo splendido bosco che si trova a meno di un’ora da casa nostra, a due passi dalle Dolomiti.
Il Bosco che suona di Predazzo, in Val di Fiemme
un luogo magico che unisce natura, musica e storia
Non aspettatevi di entrare in un bosco sonoro, il bosco non suona realmente anche se nelle giornate ventose, può sembrare di sentire il suono del vento diffondersi attraverso l’intero bosco, creando un’atmosfera unica e suggestiva.
Il motivo per cui questo bosco è famoso è un altro, anzi due.
Il primo è che qui, in questo bosco ma non solo, in tutta la Val di Fiemme (una famosa valle che si trova in provincia di Trento), crescono gli abeti rossi, alberi dal pregiatissimo legno, apprezzatissimo dai gradi maestri liutai, come Antonio Stradivari, per le straordinarie caratteristiche acustiche. E’ con questo legno che vengono realizzate la casse armoniche di pregiati strumenti a corda quali organi, pianoforti, viole e violini, solo per citare i più famosi.
Il secondo, legato al primo, è che, i grandi artisti internazionali che partecipano ogni estate al festival chiamato “I suoni delle Dolomiti” sono stati chiamati, anno dopo anno, a scegliere un albero, un particolare abete all’interno del bosco, quello che più li assomiglia o li rappresenta.
Per esempio l’abete rosso di Giovanni Allevi si trova su un piccolo rilievo che sembra un palcoscenico.
Il grande musicista ha scelto questo abete, non solo per la posizione che gli da la possibilità di esplorare nuovi orizzonti ma anche per la sua chioma rigogliosa, raccolta verso l’alto, che vince ogni malinconia. Il suo abete è poi ancorato ai suoi ideali, ai suoi valori e al passato della musica come raccontano le radici che sono ancora ben affondate nel terreno.
Ispirato dall’esperienza del “battesimo” dell’abete del bosco che suona, Giovanni Allevi ha composto il brano “300 anelli“.
La mappa del bosco che suona
Gli artisti che hanno scelto il proprio albero nel bosco che suona sono (al momento) 29, purtroppo gli alberi ancora in piedi sono 22 in quanto 7 sono stati abbattuti dalla tempesta Vaia, ne restano però a ricordo le targhe degli artisti che li avevano adottati.
Gli artisti
- Ilya Grubert (violinista) nato in Russia ma naturalizzato Olandese, ha studiato con alcuni dei più grandi maestri del violino del XX secolo, tra cui David Oistrakh, ed è stato premiato in numerose competizioni internazionali
- Mario Brunello (violoncellista) fondatore e direttore dell’Orchestra d’archi italiana
- Marco Rizzi (violinista) ha studiato con grandi maestri del violino come Salvatore Accardo e ha vinto numerosi premi internazionali
- Danilo Rossi (violinista) è stato membro dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano per oltre trent’anni ed è noto per la sua interpretazione di Bach e della musica contemporanea
- I Sonatori della Gioiosa Marca (Orchestra) il gruppo si dedica alla ricerca e all’interpretazione di musica rinascimentale e barocca, utilizzando strumenti originali dell’epoca
- Uri Caine (pianista) famoso pianista e compositore americano, è noto per la sua eclettica fusione di jazz, classica e musica elettronica
- I virtuosi Italiani (orchestra) il gruppo è composto da musicisti di fama internazionale, è stato fondato dal violinista Alberto Martini, e si esibisce in tutto il mondo, eseguendo un repertorio che spazia dalla musica barocca alla musica contemporanea – IL LORO ALBERO E’ STATO ABBATTUTO DA VAIA
- Iva Bittovà (violinista) di origine ceca la musicista è nota per la sua combinazione di musica folkloristica e classica
- Giuliano Carmignola (violiinista) specializzato nell’esecuzione di musica barocca e classica
- Daniel Hope (violinista britannico) noto per le sue performance come solista e per le sue collaborazioni con importanti orchestre in tutto il mondo
- Ezio Bosso (direttore d’orchestra) è stato un compositore e direttore d’orchestra italiano, noto per la sua fusione di elementi classici e contemporanei nella sua musica – IL SUO ALBERO E’ STATO ABBATTUTO DA VAIA
- Salvatore Accardo (violinista e direttore d’orchestra italiano) considerato uno dei più grandi violinisti del XX secolo
- Isabelle Faust (violinista tedesca) nota per la sua interpretazione del repertorio barocco e romantico – IL SUO ALBERO E’ STATO ABBATTUTO DA VAIA
- Uto Ughi (violinista italiano) noto per le sue performance come solista e per le sue collaborazioni con importanti orchestre in tutto il mondo
- Giovanni Allevi (pianista e compositore italiano) noto per la sua fusione di elementi classici e pop nella sua musica
- Kioi Sinfonietta Tokyo (orchestra giapponese) specializzata nell’esecuzione di musica classica e contemporanea – IL LORO ALBERO E’ STATO ABBATTUTO DA VAIA
- Ivry Gitlis (violinista francese) noto per la sua carriera di lunga data e le sue collaborazioni con importanti orchestre e musicisti
- Accademia Nazionale Santa Cecilia (orchestra italiana) tra le più antiche e prestigiose del mondo, fondata nel 1585 – IL LORO ALBERO E’ STATO ABBATTUTO DA VAIA
- Paolo Vallorz (pittore italiano) noto per i suoi paesaggi e ritratti realistici
- Quartetto di Cremona (quartetto d’archi italiano) noto per le sue esecuzioni di musica classica e contemporanea – IL LORO ALBERO E’ STATO ABBATTUTO DA VAIA
- Stefano Bollani (pianista e compositore italiano) noto per la sua fusione di elementi jazz e classici nella sua musica
- Giovanni Sollima (violoncellista e compositore italiano) noto per la sua fusione di elementi classici e contemporanei nella sua musica – IL SUO ALBERO E’ STATO ABBATTUTO DA VAIA
- Piero Farulli (violinista e direttore d’orchestra italiano) noto per la sua lunga carriera nell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
- Gidon Kremer (violinista lettone) noto per le sue performance come solista e per le sue collaborazioni con importanti orchestre in tutto il mondo
- Kremerata Baltica (orchestra da camera lettone) fondata da Gidon Kremer nel 1997
- Franco D’Andrea (pianista e compositore italiano) noto per la sua fusione di elementi jazz e classici nella sua musica
- Arve Tellefnsen (violinista norvegese) noto per la sua carriera di lunga data e le sue performance come solista e con importanti orchestre
- Thomas Zehetmair (violinista e direttore d’orchestra austriaco) noto per le sue interpretazioni del repertorio barocco e classico
- Berliner Philharmoniker (violoncellisti) facenti parte dell’omonima orchestra tedesca di fama mondiale fondata del 1882
Il bosco che suona dopo Vaia
Purtroppo, come avete potuto vedere dagli alberi abbattuti, anche il Bosco che suona, è stato danneggiato dal ciclone che ha colpito la Val di Fiemme nel 2018.
In quel fatidico 29 Ottobre 2018 la tempesta Vaia, una delle tempeste più forti che abbia mai colpito l’Italia, ha causato venti molto forti e precipitazioni intense, abbattendo milioni di alberi e causando danni economici enormi. I suoi effetti si vedono ancora oggi, poiché molte aree boschive sono ancora in fase di ripristino. Oggi però, oltre al disboscamento, le zone in cui è passato Vaia hanno anche un altro grosso problema da combattere, il bostrico, un parassita che attacca gli abeti rossi, e che ha trovato qui il terreno ideale per diffondersi. Questo parassita, che attacca l’interno dell’albero, ne causa la morte in pochi mesi. Per combattere il bostrico, le comunità locali stanno lavorando per contenere la diffusione del parassita e salvare il maggior numero possibile di alberi.
Perché visitare il Bosco che suona
Se state pianificando una visita in Val di Fiemme, il Bosco che suona è sicuramente una meta che non dovete perdere. Passeggiare tra gli alberi, ascoltare il suono del vento e delle foglie, e scoprire le composizioni musicali dei grandi artisti che hanno scelto questo luogo come fonte di ispirazione, vi farà sentire come immersi in un mondo incantato e fuori dal tempo.
Se siete appassionati di fotografia, il Bosco che suona offre scenari meravigliosi e suggestivi, soprattutto al tramonto e all’alba, quando la luce crea giochi di ombre e riflessi tra gli alberi.
In ogni stagione l’esperienza sarà diversa: durante l’estate potrete godere del fresco e della quiete del bosco, mentre in inverno potrete ammirare la bellezza del paesaggio innevato.
Se avete la fortuna di visitare il Bosco che suona in primavera, potrete ammirare anche la fioritura dei rododendri che creano un vero e proprio spettacolo di colori e profumi.
In ogni caso, la visita al Bosco che suona è un’esperienza che vi porterà a contatto con la natura in modo profondo e suggestivo, e vi permetterà di scoprire la storia e la bellezza del legno degli abeti rossi che crescono in questo luogo unico al mondo.
Non dimenticate di portare con voi la macchina fotografica e di prepararvi ad immergervi in un mondo di suoni e colori che vi lasceranno senza parole.
Come raggiungere il Bosco che suona
Raggiungere il Bosco che suona è relativamente semplice anche perché potete tranquillamente seguire le indicazioni di Google. Impostate sul navigatore “Il bosco che suona” e vi porterà esattamente al cartello che ne indica l’inizio del sentiero.
L’unica cosa che dobbiamo segnalarci è che gli ultimi 4 chilometri, che iniziano subito dopo il parcheggio del Ristorante Bar Miola di Predazzo, sono su strada provinciale non asfaltata in salita. Non è necessario un 4×4 per percorrerla ma occorre una certa attenzione. E’ una strada molto stretta e due auto non ci passano per cui, in caso di auto provenienti nella direzione opposta, occorre tornare indietro per trovare uno slargo dove fare manovra, se non siete pratici evitate di percorrerla onde evitare situazioni pericolose.
Nel momento in cui scriviamo (12 Maggio 2023) la strada è aperta solo nei week-end in quanto sono in corsi dei lavori di manutenzione per salvaguardare gli abeti del bosco che suona.
Quando arrivate al punto indicato da Google Maps se proseguite per la strada di sinistra dovreste trovare un parcheggio, noi ci siamo fermati nello spiazzo proprio di fronte al cartello ma ci stanno giusto un paio di automobili.
Da lì proseguite a piedi seguendo i cartelli che ne indicano la posizione. E’ una semplice passeggiata di una quindicina di minuti in salita. Arrivati al Bosco che suona scegliete se seguire il senso cronologico delle targhe commemorative o se andare a zig zag tra gli abeti.
Se volete rendere la vostra esperienza ancora più intensa potete scegliere di scaricare l’App gratuita che è stata creata appositamente per una visita più immersiva. La trovate sia sull’Apple Store che sul Google Play.
Curiosi di sapere dove andremo la prossima volta con Windy? Seguiteci sulla pagina dedicata al nostro Ford Nugget!
BELLISSIMO! Complimenti