I Balmetti di Borgofranco: il borgo dove la montagna respira
Andiamo ai Balmetti? E’ quello che abbiamo fatto noi qualche settimana fa ma anche ciò che fanno gli abitanti di Borgofranco d’Ivrea da generazione in generazione. Loro però lo dicono in dialetto piemontese “Anduma ai Balmet?”.
Le ore passate ai Balmetti sono state intense e piene di sorprese e in questo articolo vi vogliamo soprattutto far conoscere i Balmetti, perché nonostante avessimo abitato per anni a pochi chilometri da essi non li conoscevamo nemmeno noi, poi scriveremo altri articoli per raccontarvi di tutte le altre sorprese che ci ha riservato quella giornata.
Borgofranco d’Ivrea
Partiamo innanzitutto localizzando il paese di Borgofranco d’Ivrea che, come si può intuire dal nome si trova dalle parti di Ivrea, ma dove?
Borgofranco è un piccolo borgo sorto verso la fine del Duecento come borgo franco. Tutto intorno era pianura alluvionale e Borgofranco era un accampamento romano difensivo senza tasse (da qui il termine borgo franco).
Abitato da poco più di 3500 anime, Borgofranco si trova a circa 5 chilometri a nord di Ivrea, in provincia di Torino, sulla strada che collega il Piemonte alla Val d’Aosta.
Anticamente da Borgofranco d’Ivrea passava la Via delle Gallie, la strada romana fatta costruire da Cesare Augusto per collegare la Pianura Padana alla Gallia, e che in epoca medievale è diventata la Via Francigena che collegava Roma alla Francia.
La parte orientale del territorio di Borgofranco comprende una parte della Serra d’Ivrea, l’inconfondibile collina morenica originata dal ritiro del ghiacciaio della Val d’Aosta. Proprio ai piedi della Serra, a circa un chilometro dal centro del paese, addossati al massiccio del Mombarone, si trovano i Balmetti.
I Balmetti di Borgofranco
Per chiunque giunga ai Balmetti di Borgofranco di’Ivrea senza una guida o comunque senza nessuno che ne spieghi e faccia toccare con mano il particolare fenomeno geologico della zona, a prima vista, il piccolo borgo non è nulla di più di uno sparuto gruppo di casette a ridosso della montagna. Ma i Balmetti sono molto di più di ciò che si vede, sono in realtà proprio ciò che nascondono!
Il nome Balmetti deriva dal diminutivo del termine ligure Balma, che sta ad indicare un particolare tipo di struttura ricavata a mo’ di grotta al di sotto di una roccia che le funge da tetto.
Ma cosa nascondono i Balmetti? E come mai sono stati costruiti proprio a Borgofranco d’Ivrea?
Già nel XVIII secolo gli abitanti di Borgofranco avevano capito che la montagna che si erge a pochi chilometri dal paese poteva diventare un’immensa fonte di sostegno.
Grazie ad alcuni fenomeni geologici unici al mondo, la montagna di Borgofranco respira! Respira aria fresca tutto l’anno alla stessa temperatura! E volete sapere com’è stata chiamata l’aria fresca che fuoriesce dalla montagna? Si chiama “ora” proprio come il paese in cui viviamo noi in Alto Adige, quanto amiamo queste coincidenze! Ma “ora” non intesa come unità di misura del tempo, deriva infatti dal latino “aura” che significa proprio aria, vento o brezza.
Come dicevamo prima Borgofranco sorge su un terreno prevalentemente paludoso quindi era difficile ricavare una cantina dove mantenere i prodotti necessari alla sussistenza dell’eporediese medio: vini, salumi e formaggi.
Cos’hanno fatto allora gli abitanti di Borgofranco per ovviare a questo problema? Hanno deciso di sfruttare le ore, dono della natura, costruendoci intorno le cantine che non potevano avere nel proprio paese.
La montagna che respira
Le ore che fuoriescono dalla montagna sono 292 mentre i Balmettti sono qualcuno in meno, circa 220, in quanto in un Balmetto possono esserci anche più di un’ora. Ma ci sono anche Balmetti che possiedono più ore o Balmetti che sfruttano ore secondarie, cioè ore che non arrivano direttamente dalla montagna ma attraversano un altro Balmetto.
Tutti i Balmetti sono privati e generalmente vengono passati di generazione in generazione fin dalla loro origine più antica. In alcuni casi sono stati divisi quando presenti più ore all’interno dello stesso Balmetto. La cosa importante non è il Balmetto ma bensì l’ora al suo interno.
I Balmetti più antichi, e più caratteristici, sono quelli costruiti proprio a ridosso della montagna dove l’aria fuoriesce direttamente. Altri, costruiti a valle dei precedenti Balmetti, sono quelli che sfruttano le ore secondarie e che però aiutano a dare la forma di piccolo borgo a questo mezzo chilometro di montagna speciale.
I Balmetti nella tradizione popolare
Per gli abitanti di Borgofranco “andare ai Balmetti” significa ritrovarsi in un’ambiente familiare dove festeggiare le ricorrenze o anche solo passare una serata in famiglia e, tra una chiacchiera e l’altra, bere e mangiare i prodotti della propria terra.
I Balmetti infatti non sono solo cantine, sono delle vere e proprie abitazioni attrezzate con cucina ma soprattutto con la sala da pranzo dove accogliere amici e parenti e dare sfogo alla propria gioia nel trascorrere del tempo con loro. Basta un giro tra i Balmetti per rendersi conto di quando siano gaudiosi i loro frequentatori. Le vie che li attraversano si chiamano Via del Buonumore (la via principale), Vicolo di Bacco e Via della Coppa, che vogliano dire qualcosa?
Perché prima, tra gli ambienti del Balmetto, non abbiamo menzionato la camera da letto? Perché i Balmetti ne sono sprovvisti. Per una legge regionale, data la sismicità del luogo, non è permesso utilizzarli come abitazioni e pernottarvi. Peccato, avremmo passato volentieri la notte in un Balmetto!
Come visitare i Balmetti di Borgofranco
Come dicevamo fin dall’inizio andare da soli ai Balmetti senza entrare all’interno per sentire la loro aura non è la stessa cosa che andarci nei giorni di festa o accompagnati da guide specializzate che vi potranno raccontare ancora meglio di noi quello che sono i Balmetti dalla loro geomorfologia fino a vederne l’utilizzo nella vita quotidiana degli eporediesi.
Barocco e Balmetti
Life in Progress di Ivrea, agenzia specializza in tour guidati nell’eporediese, propone l’evento “Barocco & Balmetti” che vi guiderà alla scoperta dei Balmetti ma non solo… potete anche entrare e ammirare i meravigliosi affreschi barocchi del Palazzo Marini di Borgofranco d’Ivrea.
Noi vi consigliamo questo tour, non solo perché le guide specializzate sono veramente brave, ma perché l’agenzia lavora a stretto contatto con la Proloco dei Balmetti ed è veramente un’occasione unica per poter visitare anche i più antichi Balmetti aperti proprio per l’evento.
Le prossime date in programma le trovate sulla pagina ufficiale dell’agenzia Life in Progress di Ivrea.
Andoma ai Balmit
“Andoma ai Balmit” non è solo la frase più pronunciata dagli abitanti di Borgofranco di Ivrea, è anche il nome della festa popolare che si svolge ai Balmetti ogni anno la terza domenica di Giugno. E’ proprio in quella occasione che, tra un buon vino canavesano, un piatto tipico e una calda atmosfera, è possibile scoprire il segreto dei Balmetti: le ore che fuoriescono dalla montagna, il famoso respiro della montagna!
Segnatevi la data: 16-17-18 e 19 Giugno 2023 con musica, balli, vino, piatti tipici tra cui i famosi canestrelli e i balmetti aperti per l’occasione. Non mancate!
Tanti conoscono l’Erbaluce di Caluso ma quanti conoscono il Carema DOC? I Giovani Vignaioli Canavesani (tutti under 40) sono sempre in movimenti e, ai Balmetti, organizzano sempre qualche cosa come ReWine: un itinerario di degustazione delle migliori produzioni canavesane.
ReWine è un termine nato dall’unione di rewind e wine, dove riavvolgendo il nastro i produttori canavesani vogliono mettere il loro vino, quello canavesano, al centro della scena grazie a questa e altre manifestazioni.
Maggiori informazioni sulle attività dei Giovani Vignaioli Canavesani le trovate sulla loro pagina Facebook.
Al Balmet dal Farinel
Se siete nei paraggi in altre occasioni, passate lo stesso dai Balmetti! Fermatevi in Via del Buonumore al Balmet del Farinel, dove potete assaggiare la specialità della zona, le Miasse, che il Farinel prepara in modo superlativo.
Noi, il Farinel e la Farinella (alias Marco e Ale), li abbiamo conosciuti proprio in occasione della visita ai Balmetti e ci siamo innamorati della loro storia. Per lungo tempo hanno viaggiato in lungo e in largo con il Farinel On the Road, un food truck attrezzato con cui deliziavano i propri clienti con le loro specialità.
A proposito volete sapere cosa significa Farinel? Farinel in piemontese significa birichino, non sappiamo quali birichinate ha combinato in giro per il mondo ma di sicuro ha lasciato il segno con le sue miasse.
Se non avete mai assaggiato le miasse dovete subito catapultarvi ai Balmetti, non ve ne pentirete! Ah già, non vi abbiamo detto cosa sono le miasse!
Le miasse sono simili ad una piadina ma fatte con la farina della polenta, cotte su dei ferri arroventati sul fuoco. I Farinel li preparano seguendo l’antica lavorazione utilizzando solo farina di mais di qualità e acqua della fonte. Le miasse vengono poi farcite con prodotti locali canavesani come: il salignun (una crema di ricotta fresca alle erbe alpine e peperoncino), il salamPatata (un insaccato di salame con pancetta, lardo e patate bollite) e tantissimi altri prodotti tutte rigorosamente a km 0.
I Balmetti in televisione
Se volete vedere in anteprima i Balmetti, ma non solo, anche conoscere più da vicino gli abitanti di questa zona del Canavese dove la vita scorre lenta, con un ritorno alla natura e alle antiche tradizioni, vi lasciamo qui il link al video che è stato presentato su Rai3 nella trasmissione Geo.
Ringraziamenti
Noi ringraziamo Simona Marra della Life in Progress che, non solo ci ha portato ai Balmetti, ci ha fatto sentire ospiti d’eccezione in una domenica di scoperte tra Ivrea e l’Olivetti. Con i Balmetti ha però messo una ciliegina sulla torta in quella che è stata una giornata perfetta.
Ringraziamo il sindaco del comune di Borgofranco, Fausto Francisca, e l’assessore alla cultura, Liliana Blasutta, che ci hanno deliziato con i loro racconti su Borgofranco e i Balmetti. Un sentito grazie anche a Gianpiero della Proloco che ci ha fatto godere dei prodotti tipici di Borgofranco, non solo i vini ma anche i famosi canestrelli che si producono nello stesso modo solo in pochi altri paesi piemontesi. E coincidenza… uno di questi è Montanaro, il paese natale di Gabriele e dove vivevamo prima di trasferirci in Alto Adige.
Ringraziamo inoltre i proprietari degli altri Balmetti che, incrociati durante la nostra visita, su richiesta di Simona, che conosce praticamente tutti nel borgo, ci hanno gentilmente accolti all’interno delle loro cantine raccontandoci le loro storie.
Ci auguriamo che questo magico borgo, nato grazie al connubio tra uomo e natura, vi abbia sorpreso così come ha sorpreso noi.
Se quello che vi abbiamo raccontato sui Balmetti vi ha lasciato ancora qualche curiosità o siete interessati a conoscerli più da vicino vi lasciamo i link alle pagine Facebook e Instagram degli Amici dei Balmetti:
https://www.facebook.com/jamisdijbalmit
https://www.instagram.com/j_amis_dij_balmit/?hl=it
Se già conoscevate i Balmetti raccontateci qualcosa della vostra esperienza nei commenti. Vi aspettiamo!
Ma pensa te cosa abbiamo a pochi passi da casa ! Sapevo dell’esistenza dei balmetti attraverso i giornali locali , ma non mi sembravano così interessanti come invece è venuto fuori dal tuo articolo ! Bravi e complimenti a chi mantiene nel tempo questi luoghi caratteristici e queste tradizioni ricche di sapere e di sapori che creano convivialità e buonumore ! Interessantissimo il filmato . GRAZIE CLAUDIA
Dovremmo viaggiare anche quando siamo a casa. Tutte le regioni italiane sono ricche di luoghi caratteristici e poco conosciuti tutti da scoprire.
Mai sentito parlare di questo borgo! E che ci piacerebbe andare. Il fenomeno geologico che caratterizza i balmetti non l’avevo mai sentito e sarebbe bellissimo poterlo vedere dal vivo. Mi son segnata tutto, magari in agosto riusciamo ad andarci!
Se riesci partecipa alla visita guidata perché solo così puoi godere della vera essenza dei balmetti.
Ci sono stata ieri con il mio gruppo dell’Unitre di Volvera. È un luogo caratteristico che merita essere scoperto. Abbiamo pranzato al Farinel, tutto ottimo e abbondante, poi, con il signor Dario, il quale ci ha spiegato molto bene e con passione questo fenomeno naturale, abbiamo visitato qualche Balmet.