Farinheira de Alentejo: piatto tipico portoghese
Nel nostri giorni a Lisbona abbiamo assaggiato un po’ tutta la cucina portoghese ma ci ha colpito in particolare questo: la Farinheira de Alentejo.
Perché vi parlo della Fainheira de Alentejo?
Non perché mi sia piaciuta particolarmente, anzi, ma perché è parte della storia degli abitanti dell’Alentejo, la zona portoghese che si trova tra Lisbona e l’Algarve. Il nome Alentejo significa “al di là del fiume Tejo” (in italiano Tago).
Perché abbiamo provato la Farinheira?
Tra le tante pietanze tipiche portoghesi abbiamo scelto la Farinheira quasi senza sapere di cosa si trattasse. È stata l’assonanza con la farinata genovese ad attrarre la mia attenzione. La traduzione in inglese sul menu non era così chiara, pensavamo fosse qualcosa di più simile alla polenta e avevo già l’acquolina in bocca, invece…
Che cos’è la Farinheira?
La Farinheira è un insaccato simile, nella forma, ad un salsicciotto. A prima vista sembra proprio una salamella solo che non è fatto carne di maiale. Si tratta di un impasto di farina, polpa di peperoni, cipolla e vino, il tutto è amalgamato con un colorante naturale giallo-rossiccio, chiamato annatto, usato per rendere l’impasto più somigliante al colore della carne. Una volta cotto, l’impasto viene affumicato.
L’aspetto è veramente molto simile quello della salamella arrostita, il sapore proprio no!
Perché gli abitanti dell’Alentejo hanno inventato la Farinheira
Erano forse vegani? No, non erano vegani. E’ stata una necessità dettata dalla sopravvivenza durante il periodo dell’inquisizione spagnola.
Dal V al XV secolo in Portogallo, e soprattutto nella regione dell’Alentejo, era presente una nutrita comunità ebraica che ha contribuito in vari modi alla formazione della cultura portoghese. Per esempio, il grande matematico e cosmografo del XVIº secolo, Pedro Nunes, inventò il Nónio, uno strumento utilizzato per la navigazione.
Nel 1496, l’Editto di Espulsione degli ebrei dal Portogallo li obbligò, a convertirsi al cattolicesimo o a lasciare il paese. Molti se ne andarono, ma tanti altri invece rimasero e mantennero la loro fede in segreto.
Uno degli escamotage che trovarono per far credere all’inquisizione di essersi convertiti al cattolicesimo era far finta di mangiare la carne di maiale.
È così nacque la Farinheira: una salsiccia senza carne!
Se volete fare questa esperienza gastronomica a Lisbona vi consiglio di andare nel cuore dell’Alentejo e cioè alla taverna della Casa do Alentejo che si trova nel caratteristico Palazzo Alverca (dove, una volta entrati, vi sembrerà di essere stati catapultati in un riad marocchino).
LEGGI di più sul Riad marocchino
L’altra opzione invece è quella di organizzare un bel viaggetto on the road nella regione dell’Alentejo: un itinerario fuori dalle principali rotte turistiche che vi farà scoprire il sapore antico del Portogallo.
Avendo vissuto a Lisbona per sei mesi..ho imparato che non tutto ciò che luccica nel menù è oro! :) Mi spiace che vi siate imbattuti in una delusione ma purtroppo soprattutto i piatti alentejani sono davvero pesanti e molto conditi. Il risultato è che o ti piace il genere, o con un bel polvo à bras non sbagli mai!
Vero! O anche con il baccalà in tutte le sue ricette.
Quando ho letto il titolo anch’io ho pensato si trattasse di qualcosa simile alla farinata! Mai mi sarei aspettata una salsiccia vegana. Però è sempre interessante scoprire le storie dietro alcuni cibi particolari!
Quando l’ho ordinata e assaggiata non lo sapevo ancora che fosse una salsiccia vegana! Io però preferisco la salsiccia vera!
Da grande appassionata di cultura portoghese non conoscevo questo piatto, ho letto molto volentieri l’articolo e la storia della farinheira. Davvero super interessante, grazie per averne parlato!