Da Sparone a Prascondù – andata e ritorno
Nostro ospite di oggi è nuovamente Gianni, che dopo il suo racconto sulla Venezia ai tempi del coronavirus, ci porta oggi a conoscere il Santuario della Madonna di Prascondù, uno dei principali luoghi di culto dell’Alto Canavese (a due passi da parco del Gran Paradiso) in provincia di Torino.
Da Sparone a Prascondù – il racconto di Gianni
Oggi, 27 agosto 2020, sono trascorsi 401 anni dall’apparizione della Madonna ad un pastorello muto di nome Giovannino.
L’altro ieri due nostri amici avevano deciso di caricare le biciclette in macchina, andare a Sparone, lasciare la macchina e salire a Prascondù con le loro mountain bike elettriche.
Conoscendo la nostra proverbiale qualità ciclistica ci dicono: “Perché non prendete l’auto e ci raggiungete al Santuario di Prascondù? Così potremo mangiare qualcosetta assieme.” Detto fatto! Con altri due nostri amici, alle undici e mezzo, ci troviamo tutti e sei ai piedi del Santuario.
Prascondù e la statua di San Rocco
Pascondù in piemontese significa “prato nascosto”. Se ci andate, capite subito che non c’è nome più azzeccato per quel luogo. Fino a quando non vi fermate nel piccolo piazzale davanti al Santuario non sapete di essere arrivati. Viste poi le condizioni della strettissima strada, non vedete l’ora di avercela fatta.
Entriamo nella piccola e bella chiesa in fase di addobbo per la festa dei giorni successivi e, vista la situazione che da febbraio sta preoccupando il mondo intero, ci rivolgiamo a San Rocco con l’invocazione scritta proprio sopra la sua statua “Proteggici dal contagio”.
Gli amici si soffermano a parlare con le persone che stanno preparando per la festa, e io ne approfitto per visitare un po’ intorno.
Mentre attraverso il Rio Bordone, che ha dato il nome al paese di Ribordone – che conta 49 abitanti ed ha il Municipio nell’unica casa libera di una delle varie frazioni – sento chiaro l’inconfondibile grido delle aquile che stanno volteggiando sotto le nubi sopra la vetta del Monte Colombo.
L’apparizione della Madonna a Prascondù
Come dicevo precedentemente, il 27 agosto del 1619 la Madonna apparve ad un pastorello di nome Giovannino Berardi che da un anno aveva perso l’uso della parola.
Il padre del ragazzo aveva fatto un voto alla Madonna promettendo di recarsi in pellegrinaggio a Loreto (allora i pellegrinaggi si facevano a piedi, andata e ritorno) con il figlio se questo avesse riacquistato la favella.
La Bella Signora, che certamente si era fidata dell’Arcangelo Gabriele, un po’ meno dei comuni mortali, ricordò a Giovannino il voto del padre e gli suggerì di mettersi in viaggio per Loreto.
Entrambi partirono. Giunti dove gli Angeli avevano depositato la casa della Beata Vergine si inginocchiarono a pregare e a richiedere la grazia. Questa volta la Madonna non poteva avanzare scuse, ma volle metterli alla prova.
Forse in cielo, con le loro preghiere, non era salito il profumo dell’incenso ma il fumo della pretesa, così Giovannino continuava a rimanere muto.
Nella strada del ritorno però, una sera all’imbrunire, si fermarono sotto una Croce nei pressi di un pilone votivo. Mentre il padre faticava a riposarsi, Giovannino mise tutta la sua fede nella supplica. Fu solo allora che, la Madonna commossa, gli concesse la parola.
Il santuario dedicato all’apparizione della Madonna
Da quel momento, il ritorno a Ribordone fu tutto in discesa (si fa per dire).
Il fatto fu riconosciuto ufficialmente come un miracolo e i valligiani si rimboccarono le maniche per costruire una cappella nel luogo dell’apparizione.
Il tempo di benedirla e una valanga la spazzò via.
Ma si sa che i montanari hanno la testa dura (come lo dimostra la statua posta davanti al Santuario) ed iniziarono una nuova costruzione appena un po’ più in là, ma protetta dalle valanghe.
Poi, piano piano, con il contributo di tutte le valli del Canavese e del Parco Gran Paradiso che l’adottarono come loro Santuario, fu portato fino all’attuale complesso nel quale è compresa una struttura espositiva multimediale: il Museo della religiosità popolare.
Oltre al Santuario: escursioni, alpeggi e ristoranti tipici
Dal santuario sono possibili varie escursioni verso gli alpeggi e le cime circostanti. Prascondù è inoltre collocato lungo il percorso della Grande Traversata delle Alpi nonché sulla tappa D26 del percorso blu della Via Alpina.
I patti tra amici però non sono “voti” e si devono mantenere puntualmente.
Noi eravamo già a pochi minuti dall’una. Dovevamo scendere a Talosio, la frazione “più grande” di Ribordone dove Walter, che aveva organizzato la giornata, aveva prenotato, non si sapeva cosa (sapevamo solo che avremo dovuto accontentarci ), al Ristorante Grisolano Marina.
Qui, fratello e sorella, in attesa dei pellegrini che sarebbero affluiti al Santuario nel fine settimana per la festa, avevano allestito una capiente tensostruttura in grado di ospitare una sessantina di persone.
Noi, con ben 17 Euro a persona, ci siamo “accontentati” di 4 antipasti, agnolotti alla piemontese, arrosto con purè, vari tipi di formaggio della valle oltre ad acqua, vino e caffè: tutto servito dalla gentilissima Marina.
Scendendo a Sparone, non potevamo non fare una breve sosta nel capoluogo Ribordone per ammirare il bel ponte romano, nonché una pausa caffè/birra/gelato nel bar del paese.
Rocca di Re Arduino e Chiesa di Santa Croce
Mentre si tiravano le somme della giornata, notiamo un’insegna nella casa di fronte che indicava “Rocca di Re Arduino e Chiesa di Santa Croce”.
Per chi non lo sapesse noi abitiamo poco distante da Ivrea, città della quale Arduino, prima di farsi Re, ne era Marchese. Il nostro paese, Montanaro, faceva parte dei territori dell’Abbazia di Fruttuaria della quale possedeva la zecca per coniare moneta per conto degli Abati, e nella quale Abbazia Re Arduino si ritirò ed ora riposa.
Tutto questo per dirvi che Arduino, Marchese o Re, ci è piuttosto noto. Ed è per questo che lancio l’idea di andare a fare una visita alla Rocca che Arduino ha fatto costruire intorno all’anno 1000.
I ciclisti preferiscono salire in macchina e tornarsene a casa. Franco vorrebbe posare la testa su un morbido cuscino ma non lo trova. Rita, Bruna ed io ci incamminiamo.
In questa rocca Arduino, inseguito dai soldati dell’esercito imperiale di Federico II di Germania, si era rifugiato e, da questo esercito, assediato per un anno tra il 1004 e il 1005.
La fortezza era a quel tempo imprendibile. I soldati di Arduino, aiutati dal rigore dell’inverno, ebbero la meglio sui soldati imperiali e, dopo una cruenta battaglia, costrinsero i sopravvissuti a ritornare in Germania.
Proprio sulla strada dove si combatté questa sanguinosa battaglia, saluto le mie compagne e ritorno a fare compagnia a chi era rimasto a riposare.
Le “angiolette” della chiesetta
Al ritorno delle intrepide e coraggiose signore, che nel frattempo mi tenevano al corrente di tutto quanto vedevano inondandomi di foto via WhatsApp, mi resi conto di aver rinunciato ad una “ghiotta” occasione.
Non solo ho abdicato a proseguire quando ormai ero arrivato (ma dov’ero non si vedeva né la Rocca né la Chiesa).
Non solo mi sono perso delle opere storiche di inestimabile valore che a vederle in fotografia mi hanno fatto ancor più rabbia.
Ma mi sono perso una piccante particolarità che … lascio a voi giudicare.
Sulla pietra del portico davanti aella chiesa hanno trovato un libriccino sulla cui copertina erano rappresentati due angioletti. Sopra a questi erano appoggiati una penna ed un paio di occhiali da sole.
Incuriosite, aprono il libriccino e, con grande sorpresa, scoprono che il libretto veniva utilizzato da “angiolette” per lasciare messaggi invitanti. Ovviamente Bruna e Rita hanno provveduto a cancellare il numero di telefono prima di inviarmele.
Come raggiungere la Rocca di Re Arduino e la chiesa di Santa Croce
La Rocca di Arduino è raggiungibile percorrendo a piedi un breve e facile sterrato immerso nella ricca vegetazione che circonda la collina, detta il monte della Motta, dominante l’abitato di Sparone.
Oppure si può raggiungere utilizzando il servizio navetta messo a disposizione dal Comune di Sparone nelle domeniche pomeriggio da giugno a settembre.
La chiesa di Santa Croce, dove si possono ammirare i bellissimi affreschi absidali e la nuova mostra fotografica dell’antica parrocchiale di Santa Croce, arricchita da un originale documentario video sulla storia e la vita di Sparone, viene aperta dalle 15.00 alle 18.00 di tutte le domeniche estive.
Le visite guidate in periodi diversi sono possibili rivolgendosi all’Assessore alla Cultura.
Anche questa volta ringraziamo Gianni per averci fatto conoscere un una zona del Piemonte che, anche se a poco meno di un’ora e mezza da Torino, pochi conoscono (inclusi noi).
Vi ricordiamo che, se anche voi volete cimentarvi nella scrittura di un articolo per noi o volete condividere una vostra avventura con tutti i nostri amici, ci potete contattare!
Saremmo felici di ospitarvi qui su Travel With The Wind!!
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