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    • Da Marrakech a Tangeri: on the road in Marocco
      06-06-2019
    Sei qui: Destinazioni > Africa > Marocco > Da Marrakech a Tangeri: on the road in Marocco

    Da Marrakech a Tangeri: on the road in Marocco

    Ultimo aggiornamento il 31/01/2023

    Questa è la seconda parte del nostro viaggio in Marocco, l’ho divisa in due perché sono due viaggi totalmente diversi nonostante siano entrambi in Marocco. Quello che vi racconto qui è il nostro viaggio on the road da Marrakech a Tangeri che inizia proprio dove finisce il primo: in fuoristrada dalle dune del deserto all’oceano.

    Contenuto dell'articolo nascondi
    Qualche dettaglio sul nostro viaggio in Marocco
    L’itinerario del nostro viaggio in Marocco
    1. da Marrakech a Rabat (338 km)
    Casablanca
    Rabat
    2. da Rabat a Meknes (204 km)
    Volubilis
    Meknes
    3. da Meknès a Fès (71 km)
    Il nostro tour fotografico
    4. da Fès a Chefchaouen (203 km)
    5. Chefchaouen
    6. da Chefchaouen a Tangeri (131 km)
    Il museo della Kasbah
    7. Tangeri e rientro in Italia (35 km)
    Dettaglio delle spese sostenute in Marocco
    Qualche considerazione sul nostro on the road

    Qualche dettaglio sul nostro viaggio in Marocco

    • Periodo

      Dal 17 Marzo al 23 Marzo 2019

    • Spostamenti

      Aereo (Ryanair acquistato due mesi prima) + auto a noleggio con Hertz

    • Fuso Orario

      Il Marocco si trova a -1 dall’Italia ma, siccome da Gennaio 2019 ha deciso di mantenere per sempre l’ora legale, il fuso orario tra Italia e Marocco dipende unicamente dal periodo in cui si viaggia. Se in Italia è in vigore l’ora solare non ci sarà fuso orario, se invece in Italia è in vigore l’ora legale si avrà un fuso orario di -1. Attenzione che SOLO durante il periodo del Ramadan invece il Marocco sarà 2 ore indietro.

    • Sistemazioni

      Riad o Dar nelle Medine, camera in famiglia a Rabat

    L’itinerario del nostro viaggio in Marocco

    1. da Marrakech a Rabat (338 km)

    Dopo il ritiro dell’auto alla Hertz in centro città partiamo subito da Marrakech direzione Tangeri.

    La prima tappa del nostro viaggio è Casablanca.

    Per risparmiare ma allo stesso tempo passare in strade un po’ meno monotone dell’autostrada optiamo per seguire la strada statale N9. Il tempo di percorrenza segnalato da Google Maps è di circa 4 ore ma consideratene di più perché si devono attraversare due grandi città: Marrakech e Casablanca.

    Già solo uscire da Marrakech è un’impresa, i marocchini guidano veramente malissimo, senza alcuna regola, si infilano ovunque e bisogna avere “mille occhi” per non rischiare un incidente.

    Casablanca

    Partendo verso le 11 da Marrakech riusciamo, fermandoci solo una volta per pochi minuti, ad arrivare a Casablanca più o meno alle 15. Solo che poi, con il traffico che c’era, per attraversare la città e trovare parcheggio vicino alla moschea Hassan II, ci abbiamo messo quasi un’ora.

    Molto più affascinante dell’interno è la maestosità della moschea dall’esterno perché si trova su un promontorio proprio sul mare. Se riuscite ad essere lì al tramonto e con l’alta marea deve essere uno spettacolo.

    Siamo comunque riusciti ad entrare con l’ultima visita guidata (quella delle 16:00). L’interno della moschea è molto particolare ma non così come me l’aspettavo, molto più maestosa la moschea del Sultano Qaboos a Muscat in Oman, se anche voi l’avete già vista e avete poco tempo in Marocco, potete tranquillamente saltarla. E pensare che noi siamo passati apposta da Casablanca per la moschea!

    Secondo me quello che merita di più è la moschea vista dall’esterno ma in condizioni favorevoli per fotografarla, non come quando siamo andati noi: bassa marea e sole ancora troppo alto! Potete vedere la foto qui sotto, si carina ma, nulla di così eclatante…

    La moschea di Casablanca

    moschea di casablanca

    Subito dopo la visita alla moschea abbiamo passato un po’ di tempo sul lungo mare mangiando street food marocchino: patatine fritte a pochi centesimi, gelati, zucchero filato…. sembrava di essere da noi alle giostre durante il periodo di carnevale.

    Rabat

    Siamo poi partiti direzione Rabat. Ci avremmo dovuto mettere solo un’oretta ma ogni volta che ci si sposta, da e per, una grande città bisogna mettere in conto più tempo di quanto prevede Google Maps.

    Anche a Rabat abbiamo trovato parecchio traffico per cui siamo arrivati che era già buio e abbiamo faticato a trovare l’indirizzo dell’appartamento in cui avremmo passato la notte.

    Era una sistemazione molto economica (trovata su Booking) nella parte nuova della città. Abbiamo capito una volta arrivati il motivo per cui era così economica. Siamo infatti stati ospitati a casa di una famiglia del posto che ci ha lasciato a disposizione la camera del figlio. E’ stata una strana esperienza: tutti i componenti della famiglia hanno dormito sui divani della sala mentre noi, e altri gli ospiti, ce ne stavamo comodamente nelle loro stanze da letto. Affittare i loro letti è un modo per racimolare qualche dhiram però a noi hanno fatto una gran pena!

    2. da Rabat a Meknes (204 km)

    Dall’appartamento di Rabat abbiamo deciso di partire prestissimo, un po’ perché non abbiamo dormito granché bene, un po’ perché avevamo un sacco di cose da fare e poco tempo per farle. Abbiamo girato per Rabat quasi all’alba e senza turisti in giro siamo riusciti a visitare:

    • la Kasba degli Oudaïa: un quartiere fortificato posto su uno sperone roccioso che è stato un assaggio di quello che avremmo visto a Chefchaouen, una città blu magica forse perché era semi-deserta o forse perché era la prima volta che vedevamo una città blu, ad ogni modo da vedere!
    • la Torre di Hassan (che però si può ammirare solo dall’esterno).
      Due particolarità sulla Torre:
      • quando è iniziata la sua costruzione doveva diventare la torre più alta del mondo ma i lavori si sono fermati, con la morte del sultano che l’aveva commissionata, a metà altezza: 40 metri
      • non ha scale, ma una rampa, in modo che il muezzin avrebbe potuto salirci a cavallo quando doveva chiamare i fedeli per la preghiera
    • il Mausoleo dove si trova la tomba di Muhammad V del Marocco e dei suoi figli Moulay Abdellah e Hassan II.

    Foto scattata nella Kasbah degli Oudaïa

    kasba rabat

    In tarda mattina lasciamo Rabat direzione Meknes ma decidiamo di andare subito a Volubilis e arrivare poi a Meknes in serata.

    Volubilis

    Se, mentre siete in viaggio, un marocchino vi chiede dove siete diretti e voi gli dite Volubilis e lui vi guarda stralunato e voi vi chiedete perché. Sappiate che è perché Volubilis è il nome romano del sito archeologico, non marocchino. Questo è quello che è capitato a noi in un luogo imprecisato tra Rabat e Meknes, continuavamo a dire che stavamo andando a Volubilis ma non capiva, abbiamo dovuto fargli vedere la cartina e ci ha detto “aaaaaah, Wailli”, ok, chiaro, Wailli è Volubilis!

    Panorama nei dintorni di Volubilis

    panorama marocchino

    In circa 2 ore e mezza, da Rabat, arriviamo a Volubilis. Passiamo qui tutto il pomeriggio tra i resti archeologici di una romana in cui non sembra quasi di essere in Marocco, non solo per la città ma anche per i panorami circostanti. Prati, colline e distese di ulivi a perdita d’occhio, sembra di essere in una zona d’Italia non ben definita tra colline dell’astigiano e la valle d’Itria.

    A Volubilis ho passato almeno un’ora ad aspettare questa cicogna maschio. Era volata via per procacciare il cibo per la femmina che stava covando le uova su una colonna del sito archeologico.

    Cicogne a Volubilis

    Quindi mi sono poi fatta di corsa il resto del sito prima che chiudesse. Per fortuna avevo Gabri come guida d’eccezione che si era appena fatto una cultura – mentre io aspettavo la cicogna – seguendo tutte le guide italiane e inglesi che trovava.

    Da questa foto si vede il nido della cicogna sulla colonna di destra

    volubilis e il nido della cicogna

    Meknes

    La notte la passiamo in un Riad situato nella Medina di Meknès: è uno dei Riad che ci è piaciuto di più e che consiglio un po’ per tutto: per la particolarità delle camere e della struttura, per la disponibilità del proprietario e per l’ottimo rapporto qualità/prezzo. Si tratta del Riad Benchekroun. Lo consiglia anche Lorenza che c’è stata una settimana prima di noi!

    3. da Meknès a Fès (71 km)

    Al mattino, prima di partire per Fès, facciamo ancora un giro nella Medina di Meknès dove passiamo un po’ di tempo a perderci tra i vicoli che iniziano ad animarsi di bancarelle di ogni genere e visitiamo ancora l’antica Madrasa Bou Inania che la sera prima, quando siamo arrivati in città, era chiusa.

    la Madrasa Bou Inania

    medersa meknes

    A Fès il Riad che abbiamo scelto è nella Medina ma molto in alto e vicino alla città nuova per cui è facilmente ritrovabile una volta rimasti soli senza accompagnatore. La prima volta infatti il gestore ci è venuto a prendere fuori dalla Medina e ci ha accompagnato al Riad. Dopo aver memorizzato la strada tornare indietro è stato un gioco da ragazzi ma se ci fossimo trovati più a fondo nella Medina non saremmo riusciti a tornare indietro molto facilmente.

    Fes ha probabilmente la Medina più bella ma allo stesso tempo più complicata da girare di tutto il Marocco. Immaginatevi di perdervi in una città con più di 6.400 vicoli tutti uguali tra loro! L’unico modo per uscire da essa è andare verso l’alto: più si scende verso il basso più si penetra nella Medina antica, più si sale e più si torna all’esterno, verso la città nuova, il problema è che, è vero che si esce, ma da che parte della città?

    Il nostro tour fotografico

    Il pomeriggio abbiamo partecipato ad un tour fotografico privato, prenotato qualche giorno prima, con il famoso fotografo marocchino Omar Chennafi.

    Omar, oltre a darci consigli fotografici, ci ha portato alla scoperta di una Medina più autentica, quella che lui ama fotografare. Con lui abbiamo scoperto vicoli nascosti e scorci di vita quotidiana. Ci ha raccontato come si vive nella Medina e ci ha anche portato da Abdullah in Rue Machatin dove abbiamo assaggiato uno straordinario infuso di erbe fresche (mai bevuto da altre parti del Marocco).

    Abdullah mentre ci prepara l’infuso di erbe fresche

    abdullah prepara il the alla menta

    Ci ha anche raccontato come vivono gli abitanti nel dedalo di vicoli, alcuni talmente stretti da passarci a malapena e ci ha raccontato come fanno, ad esempio, a portare a casa mobili o elettrodomestici ingombranti: facendoli entrare dalla porta della casa più comoda e transitare poi di casa in casa attraverso i balconi comunicanti tra loro fino a giungere a destinazione.

    Fes moderna

    marrakech moderna

    Insomma è stato un piacevole pomeriggio alla scoperta di questa magnifica Medina. Siamo stati troppo poco tempo però, quindi ci torneremo sicuramente!

    4. da Fès a Chefchaouen (203 km)

    Penultima tappa del nostro viaggio e anche quella più attesa (da me): Chefchaouen. Siamo partiti da Fès con molta calma alla mattina tanto non avevamo fretta in quanto avremmo passato ben due notti nella città blu.

    Anche questa parte di percorso, per i panorami che offre, è uno strano Marocco: colline, ulivi e montagne verdeggianti ci fanno credere di essere in Italia. Solo quando all’orizzonte vedi comparire una moschea capisci in un attimo che non può essere Italia.

    L’arrivo a Chefchaouen non è stato dei migliori: trovare la nostra sistemazione è stata un’impresa! Abbiamo prima chiamato il proprietario ma non parlava quasi inglese. Abbiamo poi provato a chiedere aiuto in giro ma nessuno parlava inglese. Alla fine abbiamo fatto un pezzo di strada con dei ragazzi, che comunque non parlavano inglese ma, che ci volevano aiutare. Una volta arrivati abbiamo capito che era molto più semplice di come sembrava. Il Dar Aldea, infatti, si trova in piena Medina, esattamente nella via blu più fotografata della città blu!

    Questa foto l’abbiamo scattata poco dopo l’alba altrimenti trovare questa strada vuota sarebbe stato un miracolo…

    vicolo dar aldea

    Passiamo il resto del pomeriggio e la sera a perderci tra il saliscendi di vicoli e ad esplorare la tanto attesa città blu. Ho fatto una marea di fotografie ai gatti della città che sembra stiano in posa in attesa dei turisti.

    gatto chefchaouen

    Abbiamo memorizzato qualche strada in modo da riuscire a ritornare “a casa” nonostante le vie sembrino tutte uguali. E’ comunque molto più semplice qui trovare dei riferimenti piuttosto che a Fes: le strade sono molte meno e basta arrivare in una delle poche vie e piazze principali per capire in quale punto della città ci si trova.

    5. Chefchaouen

    Giornata dedicata alla caccia al tesoro che ci siamo inventati Gabri ed io per assaporare al meglio questa città che regala ogni angolo degli scorci blu da fotografare. E dove non sono abbastanza blu ci pensano gli abitanti della città a renderli ancora più blu!

    verniciamo di blu chefchaoeun

    Dopo aver vinto la caccia al tesoro – non conoscete la nostra caccia al tesoro? Allora potete leggerla qui! – ci siamo goduti una perfetta passeggiata verso la collina più alta della città dove ci siamo goduti un magnifico tramonto su tutta la città. Ecco la città come appare dall’alto, sulla collina dove si trova la moschea spagnola:

    Panorama di Chefchaouen dalla moschea spagnola

    panorama di Chefchaouen

    6. da Chefchaouen a Tangeri (131 km)

    Al mattino ci facciamo ancora qualche giro tra i vicoli di Chefchaouen e poi partiamo per Tangeri dove arriviamo nel primo pomeriggio.

    Dopo esserci sistemati nel nostro ultimo Riad, a pochi passi dall’area di parcheggio di Bab Maras, passiamo il pomeriggio nella Medina a districarci tra i profumi di spezie e vetrine di dolci che solo a riguardarli adesso mi viene l’acquolina in bocca.

    vetrina dolci marocchini

    Tra un saliscendi di vicoli visitiamo la Kasbah e il suo museo.

    Il museo della Kasbah

    Il museo della Kasbah è situato poco fuori dalla Medina, nella parte alta della città, in quello che un tempo era il palazzo del Sultano chiamato anche “Dar-Al- Makhzen”.

    palazzo kasbah tangeri

    Nel palazzo/museo è presente una mostra permanente che percorre la storia delle culture mediterranee a partire dalla preistoria fino al XIX secolo, anche se purtroppo le informazioni sono solo in arabo e in francese.

    La particolarità del palazzo, almeno per me, è stata però molto più interessante del museo. Non avevo mai visto degli intarsi come questi sulla cupola dodecagonale della prima sala del palazzo. Sono intarsi nel legno di cedro ma ce ne sono moltissimi altri fatti nel gesso, ognuno di essi ti lascia a bocca aperta.

    intarsi palazzo kasbah tangeri

    7. Tangeri e rientro in Italia (35 km)

    Al mattino avendo ancora tempo ci facciamo ancora qualche giro fuori Tangeri dove sulla collina di Cap Spartel si vede il Mar Mediterraneo che incontra l’Oceano Atlantico.

    incontro dei mari Tangeri

    Visitiamo ancora le Grotte di Ercole che si trovano sul mare e dove si dice che Ercole si sia riposato dopo le sue 7 fatiche. L’altra particolarità di queste grotte è che l’apertura che da sul mare sembra il profilo del continente africano. Oppure, se guardate solo il lato sinistro, sembra il profilo di un volto di una donna. A voi cosa sembra?

    Grotte di Ercole

    grotte ercole

    Prima di lasciare il Marocco ci facciamo ancora una passeggiata (solo un po’ ventosa) sul lungo mare che si trova a pochi chilometri dall’aeroporto.

    mare mediterraneo Tangeri

    Bye Bye Marocco ❤️

    Dettaglio delle spese sostenute in Marocco

    • Volo

      327€

    • Noleggio auto

      92€ + 108€ (assicurazione completa) + 80€ (per consegna in località diversa)

    • Benzina

      48€ x 47 litri x 987 km

    • Pernottamenti

      380€ x 7 notti

    • Pasti

      103€

    Una settimana in Marocco: 600€ a testa

    Qualche considerazione sul nostro on the road

    Considerate che questa cifra si può notevolmente ridurre. Il volo di andata l’abbiamo pagato 273€, ma solo perché non eravamo flessibili come al solito, la data di partenza del tour, infatti, era quella e non potevamo cambiarla. Per il volo di ritorno, invece, siamo riusciti a spendere (in 2) solo 54€. Se trovate quindi una buona offerta Ryanair potreste riuscire a spendere veramente poco!

    Lo stesso potete fare con il noleggio dell’auto, noi abbiamo deciso di fare l’assicurazione completa (casco) ma se volete risparmiare evitandola sono altri 100€ in meno. Quest’ultima opzione non ve la consiglio però se avete intenzione di guidare in città visto lo stile di guida marocchino e la facilità di finire in mezzo ad un incidente.

    Per concludere, con qualche accortezza, un viaggio come il nostro, on the road da Marrakech a Tangeri, può costare anche meno di 400 euro a testa.

    Se volete aggiungere un tour nel deserto da Marrakech vi lascio qui sotto qualche idea:

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    3 commenti
    1. Annalisa trevaligie
      Annalisa trevaligie dice:
      28/06/2019 in 08:23

      Articolo bellissimo, e foto splendide! Un esplosione di colori, dettagli, luci stupende. La mia idea di viaggio è proprio questa. Seguire la strada e perdersi tra viuzze suggestive e cibo di strada. Noi abbiamo pensato di collegare il Marocco al nostro prossimo road trip nel Portogallo. Imbarcheremo l’auto a Gibilterra!

      Rispondi
    2. Dani
      Dani dice:
      18/07/2019 in 14:09

      Il Marocco ha un fascino speciale. Questo itinerario è bello, ricco e completo… ho visitato solo Marrakech, ma mi è rimasta nel cuore

      Rispondi
    3. Martina Bressan
      Martina Bressan dice:
      04/07/2022 in 15:35

      Grazie per questo itinerario! Sto studiando proprio in queste settimane per un prossimo viaggio in Marocco in autunno e questo itinerario è davvero utile perché è esattamente quello che mi piacerebbe fare. Chefchaouen poi è da sempre nella mia lista dei desideri! Avete trovato semplice guidare in Marocco? Qualche problema o suggerimento?

      Rispondi

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    Claudia e Gabri

    Io sono Claudia, sono io che organizzo i viaggi, che scelgo le mete (quasi sempre), che gestisco il blog e scrivo gli articoli che state leggendo.

    Gabri è colui che mi sopporta in viaggio come nella vita di tutti i giorni. A lui piace guidare per cui nei viaggi on the road è lui che guida e, ogni tanto, quando glielo lascio fare, è anche quello decide anche la meta.

    Insieme viaggiamo da più di 15 anni e dopo il nostro primo viaggio in Giappone abbiamo capito che, se siamo sopravvissuti in un paese in cui quasi nessuno parlava inglese e dove la maggior parte dei cartelli stradali erano in una lingua incomprensibile, potevamo viaggiare in qualsiasi posto avremmo voluto e così abbiamo fatto e continuiamo a fare.

    Insieme abbiamo vissuto il viaggio più importante della nostra vita: il viaggio in cui abbiamo deciso di sposarci a Las Vegas!

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