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  • Curon: i misteri del campanile del Lago di Resia
    02-07-2020
Sei qui: Destinazioni > Europa > Italia > Trentino Alto Adige > Curon: i misteri del campanile del Lago di Resia

Curon: i misteri (poco misteriosi) del campanile del Lago di Resia

Ultimo aggiornamento il 30/07/2020

Da pochi giorni su Netflix è disponibile la serie tv ambientata in Alto Adige e precisamente a Curon (come si può ben intuire dall’originalissimo titolo della serie). In questo articolo non vi vogliamo però parlare della serie tv ma di come i misteri del campanile di Curon sommerso dal Lago di Resia non sia proprio un mistero quanto più una catastrofe.

La leggenda del campanile di Curon

Il paese, oggetto della leggenda, è Curon Venosta, un piccolo comune in provincia di Bolzano, più vicino alla Svizzera piuttosto che alla provincia altoatesina stessa. Curon sorge sulle sponde del misterioso Lago di Resia. Un mistero che ruota tutto attorno al campanile sommerso che si trova nel bel mezzo del Lago.

La leggenda vuole che in alcune notti si sentano i rintocchi delle campane provenire dal lago; campane che naturalmente nel campanile non ci sono più da tempo.  Ma non solo, alcuni abitanti di Curon giurano che chiunque le senta rintoccare avrà un destino non troppo roseo (si parla addirittura di morte certa).

Curon di giorno

Prima di parlarvi di quello che è accaduto nel paese di Curon vi invito a guardare lo spettacolo di Marco Paolini che parla della tragedia del Vajont perché quella tragedia è strettamente legata a questa avvenuta qui in Alto Adige.

L’epoca storica italiana

Tutto inizia negli anni del ventennio fascista quando il governo italiano lasciò in mano alle principali aziende elettriche italiane lo sfruttamento di quell’energia idroelettrica che fu alla base della prima industrializzazione italiana, costruendo dighe lungo l’arco alpino. Marco Paolini all’inizio ci scherza su, dicendo “Quante volte, mi ricordo da bambino col papà andando a fare un pic-nic in montagna, girando con la macchina alla curva della valle e trovavo la diga davanti, dicevo: orco cane anche qua! L’anno scorso c’era mica!”.

E continua: “Voi su che sussidiario avete studiato alle elementari? Il sussidiario delle elementari aveva un disegno chiarissimo il mio … dove il fiume italiano si getta nel mare c’era sempre un porto operoso … in alto sul fiume c’era la diga … dalla diga uscivano i tubi che arrivavano alla centrale da cui uscivano i fili … i fili seguono il corso del fiume e arrivano fino al porto operoso dove arrivano navi da tutto il mondo che scelgono noi altri in Italia per scaricare le loro merci che scaricate dalle navi son caricate sulle chiatte che risalgono i fiumi (perché sui libri di scuola i fiumi italiani sono tutti navigabili). Arrivano fino a una città operosa dove scaricate dalle chiatte son lavorate dall’industria che usa gli stessi fili che vengon giù dalle montagne”.

E ancora: ” Sul suddiiario c’era una frase da imparare a memoria l’Italia è un paese povero di risorse ma ricco di energia! … Quando nasce quest’idea negli anni ’30, come il mio sussidiario!”

Ecco, con queste idee negli anni ’30 sono state costruite più di 600 dighe in tutto il nord Italia compresa quella di Curon, ed è di questo che vorrei parlarvi qui ma se volete vedere questo bellissimo monologo di Marco Paolini sulla tragedia del Vajont vi lascio qui sotto l’intero video.

Le sorti del campanile di Curon

A Curon già in epoca austro-ungarica si era pensato di utilizzare il torrente incanalandolo per creare un bacino artificiale in modo da produrre energia. E il governo italiano non si è lasciato sfuggire l’occasione, nel 1939 ha concesso i permessi per costruire una diga, pensate un po’, alla stessa azienda che stava (negli stessi anni) costruendo la diga del Vajont. L’azienda all’epoca non era ancora famosa, si chiamava Montecatini ma poi si è fusa con la Edison facendo nascere più famosa Montedison.

Anche a Curon come al Vajont i lavori erano iniziati prima della seconda guerra mondiale ma tutto si era bloccato durante la guerra. Dopo la guerra, gli abitanti di Curon si erano ormai dimenticati del progetto ed erano convinti che il progetto fosse sepolto per sempre.

E invece, come se niente fosse, tutto è ripartito nel 1947 e, nel giro di soli tre anni la Montecatini mise in funzione la diga facendo innalzare il livello del Lago di Resia di ben 22 metri sommergendo 677 ettari di terreno. Quasi 150 famiglie hanno perso tutti i loro averi e di queste, quasi la metà, senza più nulla, è stata costretta ad emigrare.

Ecco qua: questo è il mistero di Curon!

Un mistero tutto italiano, dovuto alla scelleratezza dei politici di allora, che incuranti dei danni causati alle famiglie e agli abitanti dei paese toccati dai loro progetti: a Curon le famiglie hanno “solo” perso i loro averi ma a Longarone (a valle della diga del Vajont) anche perso la vita centinaia di persone.

Il campanile del Lago di Resia

Per fortuna gli anni cancellano anche i brutti ricordi. Nel 2009 il campanile è stato restaurato abbassando anche il livello del lago ed ora questo è diventato il simbolo del comune di Curon.

Gli abitanti del paese, che probabilmente non sono nemmeno più quelli che lo abitavano negli anni’50, possono così godere dell’afflusso turistico che ogni giorno affolla le rive del lago.

Dall’uscita della serie tv Netflix ce ne sarà sicuramente molto di più. Se state pensando di pianificare una gita in Val Venosta cercate di andarci in momenti del giorno meno affollati in modo da godere di più della tranquillità del lago.

Noi per esempio ci siamo passati una notte di ritorno dalla Francia: è stato un momento molto particolare, non c’era nessuno e l’atmosfera era magica, ma per fortuna non abbiamo sentito nessuna campana suonare!

Curon di notte

Volete abbinare la visita alla Lago di Resia ad altre escursioni in Trentino Alto Adige? Trovate tutti i nostri articoli nella sezione dedicata alla nostra regione.

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13 commenti
  1. Claudia
    Claudia dice:
    03/07/2020 in 11:20

    Ho conosciuto questo campanile tramite i social e incuriosita mi sono informata poi sulla sua storia. Incredibile cosa possa fare l’uomo per seguire i soldi. Oggi è quasi un simbolo e mi piacerebbe molto vederlo!

    Rispondi
  2. Michela A.
    Michela A. dice:
    03/07/2020 in 11:32

    L’ ho sempre visto d’inverno, di passaggio, giusto il tempo di fare due foto.e via. Ora guarderei la serie e ci tornerei!

    Rispondi
  3. Sara
    Sara dice:
    03/07/2020 in 17:21

    Mi ha sempre affascinato quel campanile in mezzo al lago e così mi sono informata sulla sua storia! Vederlo di notte deve essere davvero suggestivo!

    Rispondi
  4. Francesca
    Francesca dice:
    03/07/2020 in 22:56

    Avevo già sentito parlare del lago di Resia e del suo campanile, ma non pensavo avesse alle spalle una storia così tragica. Mi consola il fatto che, essendo diventato un posto turistico, la sua storia non verrà facilmente dimenticata.

    Rispondi
    • Lucy
      Lucy dice:
      05/07/2020 in 10:12

      Bellissimo il campanile sommerso! Comunque pazzesca questa storia, non ne avevo mai sentito parlare. Si conosce solo il Vajont ma, almeno per quanto mi riguarda, poco o niente del contesto e di altri episodi simili. Mi dispiace per quelle famiglie, è tremendo!

      Rispondi
  5. Michela
    Michela dice:
    04/07/2020 in 14:39

    che storia particolare! Non ne avevo mai sentito parlare. Certo che i nostri politici ne hanno combinate proprio tante ma nonostante ciò hanno permesso la creazione di un luogo che tutti conosceranno!

    Rispondi
  6. paola
    paola dice:
    05/07/2020 in 19:42

    Conoscevo la leggenda delle campane, ma non la storia vera. Guarderò la serie con interesse.

    Rispondi
  7. Valeria
    Valeria dice:
    05/07/2020 in 23:57

    Che assurdità sacrificare la vita di tante famiglie in nome delle risorse energetiche recuperabili da una diga. Ma certo l’effetto involontario di rendere così romantico, misterioso e affascinante il campanile che sorge dalle acque ricompensa forse in parte con le risorse del turismo chi vi è rimasto nonostante tutto stretto attorno e non ha voluto abbandonare i luoghi natii.

    Rispondi
  8. Valentina
    Valentina dice:
    17/07/2020 in 14:36

    Su Instagram vedo molto spesso le foto di questo campanile immerso nell’acqua. Nonostante sia stata varie volte in Alto Adige, non ho mai visitato il lago di Resia che come tutti i laghi mi incuriosisce molto. Non conoscevo la storia del campanile così come non sapevo dell’uscita di questa nuova serie su Netflix. Nonostante non sia un’amante di serie tv, credo che questa la guarderò.

    Rispondi
  9. Valentina
    Valentina dice:
    20/07/2020 in 22:20

    Ho messo la serie TV nella mia lista su Netflix, effettivamente il nome non è molto originale ? mi piacerebbe molto vedere dal vivo questo campanile!

    Rispondi
  10. Ilenia
    Ilenia dice:
    24/07/2020 in 10:07

    Ho sempre visto questo campanile nelle foto e mi ha sempre affascinato; scoprire che purtroppo è il risultato di scelte più che scellerate mi rattrista. Deve però rimanere a ricordo di certi atti, nella speranza che non si ripetano più

    Rispondi
  11. Helene
    Helene dice:
    24/07/2020 in 21:32

    Sono sempre stata incuriosita da questo campanile vedendo le foto su internet ma non avevo mai approfondito la storia; ho letto pertanto molto volentieri il tuo articolo e spero di riuscire a visitarlo durante un tour in quelle zone.

    Rispondi
  12. Moira
    Moira dice:
    26/07/2020 in 08:35

    Credo che guarderò CURON solo per vedere la location. Non amo molto le serie TV italiane .. ma questa è ambientata in un posto splendido quindi credo che farò un’eccezione!

    Rispondi

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Claudia e Gabri

Io sono Claudia, sono io che organizzo i viaggi, che scelgo le mete (quasi sempre), che gestisco il blog e scrivo gli articoli che state leggendo.

Gabri è colui che mi sopporta in viaggio come nella vita di tutti i giorni. A lui piace guidare per cui nei viaggi on the road è lui che guida e, ogni tanto, quando glielo lascio fare, è anche quello decide anche la meta.

Insieme viaggiamo da più di 15 anni e dopo il nostro primo viaggio in Giappone abbiamo capito che, se siamo sopravvissuti in un paese in cui quasi nessuno parlava inglese e dove la maggior parte dei cartelli stradali erano in una lingua incomprensibile, potevamo viaggiare in qualsiasi posto avremmo voluto e così abbiamo fatto e continuiamo a fare.

Insieme abbiamo vissuto il viaggio più importante della nostra vita: il viaggio in cui abbiamo deciso di sposarci a Las Vegas!

Se volete seguirci nei nostri viaggi in giro per il mondo ne saremo molto felici!

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