Champagne: un viaggio di scoperte
Non avrei mai pensato di fare questo viaggio, io, astemia fino a 15 anni fa adesso faccio un viaggio “enologico” alla scoperta dello Champagne?
Infatti non era un viaggio nel mio di cassetto ma piuttosto in quello di Gabri.
Dopo tanto rimandare, c’erano sempre altri viaggi davanti, ho deciso di “organizzarlo” come regalo a Gabri per il nostro decimo anniversario di matrimonio.
Ho scritto “organizzarlo” tra virgolette perché non ho organizzato molto. Abbiamo deciso di partire in auto dall’Italia mettendoci due giorni per andare (fermandoci sul Lago di Costanza, a Sciaffusa e a Basilea in Svizzera ed a Strasburgo in Francia) e un giorno intero per tornare (passando da Belgio, Lussemburgo, Germania e Austria).
Non ho prenotato quasi nulla se non tre giorni nei sobborghi di Reims, in un hotel con pochi servizi ma molto economico, circa 30€ a notte in una regione dove il prezzo medio è di 140€ a notte! Le due notti successive le ho lasciate libere. L’idea era, infatti, quella di andare verso Calais per vedere, anche se da lontano, le bianche scogliere di Dover. Alla fine però abbiamo deciso di rimanere in zona Champagne perché avevamo ancora molto da visitare e tanto ancora da scoprire sullo Champagne.
Un viaggio all’insegna delle scoperte
Noi di Champagne sapevamo veramente poco se non un minimo di nozioni su metodo. Si perché il metodo Martinotti-Charmat (quello del Prosecco) e il metodo classico (quello dello Champagne, del Trento DOC e del Franciacorta) sono diversi tra loro!
L’assemblaggio
Prima di partire per questo viaggio non sapevamo nemmeno che lo Champagne fosse un assemblaggio (in francese assemblage) di tre differenti tipi di uve (Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier) in percentuali differenti.
Non solo, non avevamo mai sentito nominare il Pinot Meunier che, nel nostro viaggio alla scoperta dello Champagne, si è rivelata l’uva che da quel tocco in più allo Champagne, tant’è che per me, Claudia, il miglior assemblage è quello con la maggior percentuale di Pinot Meunier.
Quindi se mi volete fare un regalo una bella bottiglia di Blanc de Noir di Pinot Meunier è un regalo più che gradito!
Il Blanc De Noir è un particolare tipo di Champagne fatto di sole uve nere, in questo caso Pinot Meunier ma potrebbe anche essere di Pinot Noir. Esiste poi anche un altro tipo di Champagne chiamato Blanc de Blanc fatto invece di sole uve bianche (Chardonnay).
Ah dimenticavo di dirvi che, sia il Blanc de Blanc che il Blanc de Noir, sono Champagne bianchi! Sono infatti le bucce che danno il colore rosso al vino. E gli Champagne rossi non li fanno, anche se si trovano anche dei rosè
Tutti gli assemblaggi con percentuali diversi dal 100%, quindi assemblaggi di due o tre uve, si chiamano “semplicemente” Champagne.
Spesso sull’etichetta dopo il nome della casa di produzione e la dicitura Champagne o Blanc de Blanc o Blanc de Noir c’è dell’altro.
Subito dopo il tipo di Champagne è indicata (se rilevante) la zona di produzione delle uve che può essere Grand Cru o Premiere Cru.
Champagne Grand Cru o Champagne Premiere Cru?
Come per tutti i vini una parola in più sull’etichetta aumenta il prezzo, anche per lo Champagne è la stessa cosa. Come potete facilmente immaginare uno Champagne senza altre indicazioni costerà meno di un Premiere Cru che costerà meno di un Grand Cru.
Nel nostro viaggio alla scoperta degli Champagne abbiamo conosciuto e visitato cantine di Gran Cru e di Premiere Cru e imparato quali sono le differenze.
Alla fine il Cru non è altro che la zona di provenienza delle uve, un po’ come dire Valdobbiadene e Cartizze per i Prosecchi: Cartizze è una zona molto rinomata tanto che il prosecco con l’indicazione Cartizze costa più di un Valdobbiadene.
Le uve Grand Cru, quelle che hanno una valutazione del 100%, sono uve coltivate in circa 4.000 ettari di terreno di solo 17 comuni.
Mentre le uve Premiere Cru, con valutazione dal 90 al 99%, arrivano da altri 44 comuni su un’area di 5.000 ettari.
Infine ci sono le uve che arrivano da 210.000 ettari di terreni, esse sono valutate solo tra ’80 e l’89% ma sono quelle che danno vita alla maggior parte degli Champagne.
La percentuale di valutazione identifica il prezzo dell’uva. Ogni anno, infatti,il prezzo di acquisto di un chilo d’uva viene definito solo al termine della raccolta. Nei comuni con il 100% di valutazione l’uva verrà pagata a quel prezzo mentre per un comune all’90% verrà pagata all’90% del prezzo massimo, e così via. Sotto l’80% l’uva non è considerata da Champagne.
Questo è il motivo per cui uno Champagne grand Cru costerà effettivamente di più di uno Champagne. Questo però non vuol dire che un Grand Cru sia più buono di uno Champagne come non necessariamente un Cartizze lo sia di un Valdobbiadene.
Il retro dell’etichetta
Da ignoranti in materia quando abbiamo comprato il nostro primo champagne al supermercato non ci siamo posti nessuna domanda a riguardo e non abbiamo letto l’etichetta. Anche perché comprando uno Champagne al supermercato in Italia non ha nemmeno molto senso leggerla.
Adesso vi spiego perché.
I produttori di Chanpagne sono più di 5.000 in tutta l’omonima regione francese. Di questi poco più di un centinaio sono grandi Maison e sono loro che possono permettersi di esportare lo Champagne in tutto il mondo.
Negotiant Manipulant: NM
Gli Champagne che arrivano in Italia sono quindi solo quelli delle grandi Maison. Sull’etichetta, ovvero sul retro dell’etichetta, per le grandi Maison è presente la sigla NM che significa Negotiant Manipulant. Questa sigla significa che non sono loro a produrre l’uva, o magari in parte la producono anche ma non interamente. Le Maison acquistano le uve e le lavorano (manipulant) per produrre lo Champagne.
Quello che abbiamo capito visitando queste cantine (siamo stati da Moet Et Chandon a Epernay e da Taittinger a Reims) è che hanno dei criteri ben precisi per produrre uno Champagne. Questo vuol dire che se assaggiate oggi un Moet et Chandon Imperial (il loro Brut classico) questo avrà lo stesso sapore, profumo e colore di quello che assaggerete tra 10 anni.
Questo può essere considerato come una cosa positiva (se ti piace quel particolare Champagne, come alla Regina d’Inghilterra che compra solo quello, grazie Freddie per questa chicca) o come una cosa negativa (perché sempre uguale).
Récoltant Manipulant: RM
Nel nostro viaggio, oltre ad assaggiare e comprare qualche bottiglia delle grandi Maison abbiamo voluto provare gli altri Champagne. Quelli che in Italia difficilmente arrivano sono gli Champagne dei Vignerons Indipendant. Si tratta di viticoltori che producono Champagne e li commercializzano con la loro etichetta. Utilizzano solo uve provenienti dai propri vigneti, da qui il nome Récoltant Manipulant (la sigla in etichetta è RM).
Immaginate come sia complicato per loro competere con le grandi maison che possono acquistare le migliori uve e hanno a disposizione i migliori Chef de Caves per produrre uno Champagne stratosferico vincitore di premi su premi.
I piccoli viticoltori devono fare affidamento solo alla loro bravura e alla fortuna di avere ettari di uva proveniente dai terreni migliori. Inoltre per produrre lo Champagne dovrebbero avere tutti e tre i differenti tipo di uva, non facile perché ogni uva si coltiva in zone differenti. Solo Epernay si trova al centro di tutti i tipi di terreno in cui si coltivano le tre tipologie di uva. Non a caso Epernay si è autoproclamata capitale dello Champagne.
Il problema principale per loro, più che per le grandi Maison, che hanno sempre riserve di anni precedenti, è che non tutti gli anni il sole è dalla loro parte.
Ma quando lo è possono arrivare ad ottimi livelli salendo sul podio con le grandi Maison.
Siamo passati, ad esempio, da una cantina, che ci avevano consigliato degli amici. Il proprietario è diventato così famoso in tutto il mondo da essere stato preso letteralmente d’assalto. Non gli era rimasta nemmeno più una bottiglia in cantina da poter vendere, e lui ne produce solo 45.000 all’anno contro le milioni di bottiglie delle Maison!
Consigli
Dopo quel che vi abbiamo raccontato in questo articolo è chiaro che se volete degustare veramente un buon Champagne, uno di quelli che in Italia non arriverà mai, l’unico modo è fare un salto in Francia, nella zona tra Reims ed Epernay!
Non sono un’amante di vini, ma ti dirò, un tour enologico lo farei volentieri, anche solo per ammirare un paesaggio simile! Adoro la campagna e sono rimasta incantata davanti all’immagine di copertina :) Che belle terre!