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    • I più bei castelli di Bolzano tra storia e leggenda
      02-12-2021
    Sei qui: Destinazioni > Europa > Italia > Trentino Alto Adige > I più bei castelli di Bolzano tra storia e leggenda

    I più bei castelli di Bolzano tra storia e leggenda

    Ultimo aggiornamento il 04/01/2022

    In Alto Adige c’è la maggior concentrazione di castelli d’Europa, ne avevamo già parlato nell’articolo sulle rovine dei castelli storici della Bassa Atesina, ma non avevamo ancora avuto modo di presentarvi i castelli di Bolzano.
    Pensate che, solo a Bolzano, una città di poco più di 100.000 abitanti sono presenti ben ben 7 castelli ma sono oltre ottocento i castelli dell’Alto Adige.

    In questo articolo vi portiamo virtualmente insieme a noi alla scoperta dei più bei castelli di Bolzano con l’augurio che possiate vederli presto anche voi. Ogni castello è unico come le storie e le leggende che si narrano da generazioni. Alcuni sono più conosciuti altri meno ma non per questo meno belli o meno enigmatici.

    Contenuto dell'articolo nascondi
    Castel Mareccio
    Castel Roncolo
    Castel Flavon
    Castel Firmiano
    I castelli privati di Bolzano

    Castel Mareccio

    Il castello più semplice da visitare, anche da chi è in città per pochi giorni, è Castel Mareccio che si trova a due passi dal centro storico di Bolzano e vi si accede comodamente dalla passeggiata che si trova sul lungo Talvera (il fiume che attraversa Bolzano).

    Il Castel Mareccio, più che un castello difensivo, data anche la posizione a così bassa quota, era una residenza.

    Di proprietà dei Signori di Mareccio il castello risale alla fine del 1100 anche se venne in seguito ampliato più volte aggiungendo le quattro torri laterali e il fossato.
    In epoca rinascimentale le pareti interne del castello furono poi finemente affrescate.
    Il castello per come lo possiamo vedere oggi è il risultato di un impegnativo restauro avvenuto negli anni ’80 in seguito all’acquisto da parte dell’azienda di soggiorno e turismo di Bolzano.

    Come in tanti castelli anche a Castel Mareccio la storia si intreccia con la leggenda che narra di un amore corrisposto ma non andato a buon fine e di un fantasma che ancora oggi si aggira nel castello.

    Castel Mareccio visto dalla passeggiata del Talvera

    castel mareccio bolzano

    La leggenda narra la storia di Clara, ultima discendente della famiglia Mareccio, e del suo fidanzato, il cavaliere Teobaldo. Un giorno il giovane parte per andare a combattare in Terra Santa.
    Dopo tre anni torna in patria ma prima di presentasi al cospetto della sua fidanzata decide di cercare una prova d’amore.
    Si presenta quindi da lei come uno sconosciuto pellegrino appena rientrato dalla Terra Santa e le racconta delle prodezze del giovane Teobaldo.
    Per vedere la reazione di lei, le dice che un ricchissimo pascià per ripagarlo del coraggio dimostrato in guerra gli ha offerto in moglie la figlia e lui ha accettato.
    La povera Clara, innamoratissima del cavaliere, scappa nella torre e si getta dalla finestra in preda alla disperazione. Bell’idea che ha avuto il cavaliere!
    Beh, la leggenda vuole che il fantasma della bella Clara giri ancora tra le sale del Castel Mareccio in cerca del suo amato.

    Dalle leggende al mistero che aleggia nel Castello il passo è breve: al secondo piano del castello, su una parete della torre, si trova il misterioso quadrato di Sator.
    Si tratta di un’antichissima iscrizione latina, ritrovata un po’ ovunque in Europa. La più antica è stata rinvenuta tra gli scavi di Pompei ed è pertanto databile a prima del 79 d.C. (anno dell’eruzione del Vesuvio che distrusse la città).

    La misteriosa particolarità del quadrato di Sator è che la sua iscrizione forma un palindromo perfetto.

    Le cinque parole latine sono SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS che scritte in questo modo possono essere lette da destra verso sinistra, da sinistra verso destra, dall’alto verso il basso o ancora dal basso verso l’alto. Provateci anche voi!

    SATOR
    AREPO
    TENET
    OPERA
    ROTAS

    Al centro del quadrato la parola TENET forma una croce palindromica.

    Una visita a Castel Mareccio vi permetterà, non solo di vedere il misterioso quadrato del Sator, ma anche di entrare in uno dei castelli più belli della città. Oggi il castello è utilizzato principalmente come location per eventi, fiere e matrimoni ma può essere visitato nei giorni in cui non sono previste manifestazioni.

    Sul sito ufficiale trovate le date in cui il castello è aperto al pubblico e i contatti.

    Castel Roncolo

    Arroccato sull’altura che domina tutta Bolzano, Castel Roncolo (in tedesco Runkenstein) si trova sulla strada che va verso la Val Sarentino. Diversamente da altri castelli sudtirolesi, che sono stati più volte ristrutturati modificandone lo stile, Castel Roncolo ha mantenuto il suo stile medievale ed è famoso per i suoi bellissimi affreschi che si possono ammirare al suo interno. E’ infatti soprannominato Maniero Illustrato.

    Il ciclo di affreschi medievale propone scene cavalleresche con dame e cavalieri, scene di caccia e pesca, scene di feste danzanti ed episodi tratti della storia di Tristano e Isotta.

    Nato come fortificazione di vedetta, data soprattutto la sua posizione strategica sulla valle, Castel Roncolo ha cambiato proprietari molte volte, l’ultima nel 1880 quando l’Arciduca Giovanni Salvato d’Austria l’ha regalato a Francesco Giuseppe d’Austria che nel 1893 l’ha donato al comune di Bolzano che nel 2000 l’ha aperto al pubblico.

    Gli orari di apertura li trovate sul sito ufficiale.

    Castel Roncolo

    castel roncolo bolzano

    Castel Flavon

    Il Castel Flavon (in tedesco Haselburg) è un castello enigmatico, molto particolare perché a differenza degli altri due, nasce su un avamposto retico diventato in seguito romano.

    Fatto costruire nel XII secolo dalla famiglia di Aslago (Haselburg) venne poi venduto a Mainardo II (conte di Tirolo) e modificato dai signori di Fiè (gli stessi di Castel Presule, sull’altopiano dello Sciliar).

    Purtroppo questo è uno di quesi castelli quasi interamente ricostruito anche se mantiene la forma originale e parti delle fondamenta trecentesche visibili nelle sale sotterranee. Molti affreschi cinquecenteschi interni andarono perduti nel 1880 a causa del crollo dell’ala nord.

    L’ultima ristrutturazione risale ai primi anni 2000 dove è stato completamente ricostruito che e trasformato in ristorante e location per eventi privati. Qui è possibile noleggiare lo skybar con una vista unica su tutta la valle.

    Per raggiungere Castel Flavon potete anche farvi una passeggiata di circa 45 minuti dal centro sportivo che si trova nel quartiere Aslago di Bolzano seguendo le indicazioni per “Castel Flavon” attraverso il sentiero numero 3.

    Se siete interessati agli affreschi cinquecenteschi che sono ancora visibili dopo la ristrutturazione potete chiedere al proprietario del ristorante di vedere la sala degli affreschi.

    Castel Firmiano

    Il Castel Firmiano è stato il primo castello che abbiamo visitato dopo esserci trasferiti in Alto Adige. L’abbiamo scelto, non tanto per il castello in se, quanto perché il castello è sede del primo Messner Museum.

    Il Castel Firmiano (in tedesco Sigmundskron) è uno dei più antichi situati nella zona di Bolzano, dagli scritti ritrovati sembra che sia anche precedente all’anno 1000. Usato nel XII secolo come tribunale feudale dei vescovi e, nel 1957, sede della più grande manifestazione di protesta nella storia dell’Alto Adige, questo castello è sempre stato molto importante per gli abitanti della zona. Non a caso Reinhold Messner l’ha scelto come sede per il suo primo museo e ha dedicato alla storia del Sudtirolo un’intera ala del rinnovato castello.

    Dell’antico castello oggi restano solo le mura esterne (ampiamente restaurate) ma all’interno, l’importante intervento dell’architetto altoatesino Werner Tscholl ha unito sorprendentemente bene il moderno delle strutture alle antiche parti del castello rimaste in piedi. Assolutamente da non perdere!

    Castel Firmiano

    castel firmiano bolzano

    Lo sapete perché si chiama Castel Firmiano?

    Di Ettore Tolomei abbiamo già parlato e potremmo parlarvene a lungo per i tanti “scempi” che ha fatto in Alto Adige. Noi non siamo altoatesini e non abbiamo vissuto ciò che hanno vissuto le famiglie locali quando hanno dovuto subite i soprusi da parte dei conquistatori italiani e siamo molto interessati a quella parte di storia che abbiamo imparato a conoscere solo da quando abitiamo in queste zone.

    Ettore Tolomei è stato colui che ha proposto e portato poi avanti l’italianizzazione dei toponimi dell’Südtirol (anche il termine Alto Adige è suo) ma non solo anche l’italianizzazione dei cognomi delle famiglie di origine tedesche (ne parla molto bene Lilly Gruber nel suo libro Eredità, che vi consigliamo di leggere se siete interessati a questa parte di storia).

    Tornando a Firmiano, il nome del castello in tedesco era “Sigmundskron” storpiato dai contadini della zona in “Sibizzicróm”. Ettore Tolomei scelse di cambiagli il nome partendo dal nome italiano più antico conosciuto che era “Formicaria”, poi diventato “Formigar” ed infine “Firmiano”.

    Scrive testualmente Ettore Tolomei nel suo Prontuario dei nomi locali dell’Alto Adige:

    La toponomastica dell’Alto Adige va trattata in rapporto al fatto dell’avanzata etnica nostra. Non dev’essere accademica, ma pratica. Sopra ogni altro, fra i tanti e complessi criteri che governano questa resurrezione, quello dell’uso vivo, di nomi entrati ormai da lungo in consuetudine, doveva avere la prevalenza indiscussa. Talvolta la deformazione è troppo goffa, il nome si presenta stranamente corrotto o storpiato nei modi più curiosi e in forme diverse o incostanti.

    II nome di Sigmundskron imposto da un arciduca austriaco all’antico Castel Firmiano veniva ridotto dai poveri contadini italiani dei dintorni in Sibizzicróm.

    Queste non sono accettabili, ma piuttosto da sostituirsi con le antiche o con versioni e rifacimenti italiani. Nè sono punto da accettare certi storpiamenti letterari (men giustificabili dei popolari) dei quali qualche autore in passato fece troppo facile uso, fatti d’una desinenza. Meglio ricorrere a forme storiche anteriori, e se no, fare i nomi nuovi.”

    I castelli privati di Bolzano

    Il primo di cui vi parliamo è il Castel Sant’Antonio (Klebenstein in tedesco) che si trova a Bolzano presso il ponte S. Antonio sul torrente Talvera poco distante da Castel Roncolo. Questo castello è famoso perché nel 1950 nella sua cantina è nata la Thun, la famosa fabbrica altoatesina conosciuta in tutto il mondo soprattutto per i suoi angioletti di ceramica.

    A pochi passi dal Castel Sant’Antonio (lungo il corso del Talvera) si trova il Castel Rendelstein (Rendlstein in tedesco). Costruito nel 1237 come avamposto di Castel Roncolo di proprietà della famiglia Rendelstein (che ne ha dato il nome).

    In zona zona S. Osvaldo alle pendici dell’altopiano del Renon troviamo invece il Castel Hörtenberg. Nato del 1471 da un maso contadino venne ampliato nel XVI secolo sotto forma di castello rinascimentale. Quando, nel 1849, il quartiere Dodiciville (il quartiere in cui si trova il castello) divenne comune autonomo rispetto a Bolzano (fino al 1911), nel castello di Hörtenberg si tennero le assemblee della giunta comunale.

    Se siete amanti dei castelli impazzirete in Alto Adige, ce ne sono talmente tanti e di ogni tipologia e forma che avrete solo l’imbarazzo della scelta. Purtroppo non tutti sono visitabili in quanto sono privati ma se chiedete ai proprietari magari un giro al loro interno ve lo faranno fare. Tornate a trovarci più avanti che vi parleremo anche dei castelli sudtirolesi al di fuori del comune di Bolzano.

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    Io sono Claudia, sono io che organizzo i viaggi, che scelgo le mete (quasi sempre), che gestisco il blog e scrivo gli articoli che state leggendo.

    Gabri è colui che mi sopporta in viaggio come nella vita di tutti i giorni. A lui piace guidare per cui nel viaggi on the road è lui che guida e, ogni tanto, quando glielo lascio fare, è anche quello decide anche la meta.

    Insieme viaggiamo da più di 15 anni e dopo il nostro primo viaggio in Giappone abbiamo capito che, se siamo sopravvissuti in un paese in cui quasi nessuno parlava inglese e dove la maggior parte dei cartelli stradali erano in una lingua incomprensibile, potevamo viaggiare in qualsiasi posto avremmo voluto e così abbiamo fatto e continuiamo a fare.

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