Caprarola: Villa Farnese e le sue donne
Oggi con Luigi, facciamo un salto alla scoperta di uno dei monumenti tardo rinascimentali più importanti ed intriganti d’Europa, il Palazzo Farnese di Caprarola. Solo che questa volta Luigi non lo fa come ci potremmo immaginare; lo fa attraverso una storia di donne, di intrighi e di amori taciuti. Siete pronti?
Villa Farnese a Caprarola
Prima di lasciare la parola a Luigi inquadriamo brevemente la zona in cui si trova Villa Farnese.
Villa Farnese si trova a Caprarola, un piccolo comune della Tuscia viterbese situato a circa una ventina di chilometri a sud dal capoluogo di provincia. La zona dell’alto Lazio in cui si trova Caprarola viene chiamata Tuscia perché un tempo abitata dai Tusci. Noi a scuola li abbiamo studiati come Etruschi, sono sempre loro, solo che in latino si chiamavano Tuscus.
Non molto distante da Caprarola si trova il famoso Parco dei Mostri di Bomarzo (che sicuramente conoscete) dove sembra sia stata sepolta una delle donne di cui ci parla oggi Luigi, la bella Giulia Farnese.
Ad ovest di Caprarola si trova il lago di Vico che, insieme al lago di Bolsena e al lago di Bracciano, è uno tra i più bei laghi vulcanici d’Europa. Non molto distanti dal lago di Bolsena si trovano anche la bellissima Civita di Bagnoregio, meglio conosciuta come “La città che muore” e Farnese, il paese natale di mio papà nonché location del Pinocchio di Comencini, e paese che ci ricorda che dobbiamo parlare di Villa Farnese.
Villa Farnese, costruita per volere dalla famiglia Farnese, oggi è la sede della direzione musei della regione Lazio ma, alla sua costruzione, tra il 1559 e il 1575, doveva essere una fortezza difensiva, poi trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, ed in seguito diventata la residenza estiva del cardinale e della sua corte. Gli intrighi alla corte della famiglia Farnese li lasciamo raccontare a Luigi.
Giulia la Bella
Cosa c’entra Giulia la Bella col Palazzo Farnese di Caprarola? C’entra, c’entra…
Giulia Farnese, nata nello stesso anno di Michelangelo, era tanto bella da far perdere la testa Alessandro VI Borgia, papa ormai sessantenne, non che ci volesse molto visti i numerosi suoi figli naturali tra cui la famosa Lucrezia, appena più giovane e amica di Giulia. Si sa come vanno queste cose tra una molto giovane e uno molto vecchio, e così tra promesse e regali la bella Giulia ottiene da papa Borgia la nomina a cardinale del fratello Alessandro.
E’ Alessandro che commissiona la costruzione di una rocca in quel di Caprarola al Sangallo, il più famoso architetto militare di quel tempo, e difatti, anche se dal piazzale d’ingresso non lo si capisce, il palazzo è in realtà pentagonale, doveva essere una fortezza ma quando il Cardinale Alessandro Farnese il Vecchio (sì c’è poi un altro Cardinal Farnese…) viene eletto papa col nome di Paolo III, la costruzione viene sospesa.
Quindi, senza Giulia la Bella e senza i bollori senili di un papa non ci sarebbe stato nessun cardinale o papa Farnese e nessun Palazzo a Caprarola.
Anche Paolo III, alias Alessandro Farnese il Vecchio, non è insensibile al fascino femminile, difatti ha quattro figli e vari nipoti e tra questi, per rafforzare la famiglia, nomina cardinale il nipote appena quattordicenne Alessandro, suo omonimo, che sarà conosciuto come il Gran Cardinale. E’ lui che, dopo la morte del nonno, riprende i lavori a Caprarola ma li affida al Vignola, un’archistar del Cinquecento, chiedendogli di costruire sopra la base pentagonale della fortezza un palazzo che dia gloria alla famiglia, e il Vignola non si smentisce costruendo quella che viene ritenuta una delle più belle dimore signorili di quel periodo.
Tanti sono e importanti gli ospiti del Gran Cardinale a Caprarola e tutti se ne vanno magnificando il Palazzo tranne il Cardinale Carlo Borromeo che non apprezza tutto quello sfarzo; Papa Gregorio XIII invece, invidioso della bellezza della Sala del Mappamondo, appena tornato a Roma fa affrescare la Galleria delle Carte Geografiche nei Musei Vaticani, non sia mai che il Papa sia inferiore a un cardinale.
Il palazzo è famoso per i suoi affreschi e il Gran Cardinale, non contento dei ritratti suoi e del nonno commissionati a Tiziano, si fa ritrarre in varie stanze, in particolare nella Sala dei Fasti Farnesiani, la più importante di tutto il palazzo, ovviamente c’è anche il nonno Paolo III, affrescato anche in un’altra sala mentre indice il Concilio di Trento, alla fine era anche un Papa, non solo un Farnese.
E Giulia la Bella? Niente. Il Gran Cardinale non poteva rischiare di sentirsi chiedere da qualche ospite – chi è quella bella donna? – e via con domande più imbarazzanti, insomma di Giulia la Bella non c’è un ritratto sicuro che è uno, anche se qualche storico dice che è la donna in primo piano nel capolavoro “La trasfigurazione” di Raffaello e altri che è la Madonna nel dipinto “Madonna con Bambino” di Pinturicchio, comunque era sicuramente bella.
Clelia la Bella
Intanto il Gran Cardinale ha il suo daffare a gestire cinque arcivescovadi, nove episcopati, nove governatorati e quattro abbazie e in più è spesso in giro per l’Europa a imbastire alleanze e a sedare conflitti per conto del Papa, ma trova il tempo di mettere al mondo, pare con una dama della corte di Caterina de’ Medici moglie del re di Francia, una figlia e così, settant’anni dopo Giulia la Bella, un’altra Farnese entra nella storia del palazzo di Caprarola, Clelia la Bella.
Che fosse una donna incantevole lo conferma in un suo scritto Montaigne e lo testimoniano anche i versi del sonetto che Torquato Tasso le dedica, e il padre, il Gran Cardinale, per sviare le inevitabili chiacchiere che una tale figlia avrebbe sollevato in una società formalmente austera ma gioiosamente libertina, la fa sposare con un Cesarini, un casato importante di Roma. Il problema è che lui corre troppo dietro alle sottane e Clelia reagisce prendendo a bastonate una delle sue amanti, c’è chi dice che l’amante, una certa Barbara, sia addirittura morta ma non è una notizia sicura come non è sicura la storia della relazione di Clelia con il Cardinale Ferdinando de’ Medici, anche se le battute al riguardo si sprecano.
Quale che sia la verità, alla morte del marito, per calmare le acque il Gran cardinale esilia Clelia a Caprarola dove, immagino, passa i giorni affacciata a uno dei finestroni della Loggia di Ercole a fissare in lontananza il solitario Monte Soratte e a mescolare le sue lacrime con gli zampilli della fontana che occupa la parete della loggia.
Non contento, il Gran Cardinale, che le cronache dicono amasse tantissimo la figlia, la obbliga di nuovo a sposarsi nella piccola cappella del palazzo con il signore di Sassuolo Marco III Pio di Savoia, figurati cosa avrebbe fatto se non l’avesse amata, e la obbliga a firmare nella sala del torrione, l’unica sala del palazzo con soffitto a cassettoni di legno, la rinuncia al figlio Giuliano, avuto, secondo le solite male lingue, non dal marito ma dal Cardinale Ferdinando de’ Medici.
Ovviamente tra le centinaia di volti dipinti sulle pareti e sui soffitti del palazzo non ce n’è uno di Clelia la Bella, figurati se un Cardinale di Santa Romana Chiesa che aspira a diventare papa come il nonno può ammettere pubblicamente di avere una figlia e così l’unico suo ritratto è quello dipinto da Jacopo Zucchi quando era sposa del marchese Cesarini, comunque il Gran cardinale non è riuscito a diventare papa.
Gladys
Passano più di trecento anni, i Farnese scompaiono da Caprarola ma non le belle donne.
Agli inizi del Novecento arriva al palazzo, ospite di don Agostino Doria Pamphili che per lei ha perso la testa, un’americana dalla vita un po’ movimentata in fuga dal marito dopo che questi ha ucciso il suo amante.
Florence Baldwin, questo il suo nome, porta con sé tre figlie, una in particolare, Gladys, bella e disinibita. “Non ho mai visto una ragazza con così tanta bellezza”scrive di lei Marcel Proust e Boldini la ritrae sognante e maliziosa, l’imperatore Guglielmo II invece avvia trattative diplomatiche urgenti per avere indietro un prezioso anello che suo figlio, il principe Guglielmo di Prussia, le ha regalato in un impeto di passione, insomma questa Gladys scatena un tourbillon in tutta Europa.
E Caprarola? Un tourbillon anche qui tra le pareti di bosso dei giardini, un fremito che turba la vita dei giardinieri e di tutto il personale maschile del palazzo, avete presente il racconto biblico di Susanna e i vecchioni? Gladys, con la scusa del caldo mediterraneo, si rinfresca nuda e provocante nelle fontane dei magnifici giardini all’italiana. Dov’è andata? Nella fontana del Bicchiere? È in quella dei Satiri? Dove?
Donne provocanti e dalle relazioni pericolose e talvolta inaspettate. Se Giulia era amante di un papa e amica della famosa o famigerata Lucrezia Borgia, Clelia era amante di un cardinale e parente acquisita di Marianna de Leyva, la Monaca di Monza di manzoniana memoria e sorellastra del secondo marito, Gladys è stata amante e poi moglie del Duca di Marloborough, cugino e amico di Winston Churchill.
A Caprarola non sono certo mancate nobiltà, passione e bellezza.
Perché visitare Villa Farnese a Caprarola (5 motivi)
Se non vi sono bastate le donne di Caprarola e i racconti degli intrighi alla corte Farnese di Luigi aggiungiamo noi 5 buoni motivi per cui andare a visitare palazzo Farnese a Caprarola.
Primo fra tutti la Scala Regia progettata dal Vignola, non una semplice scala a chiocciola ma una sontuosa scala di rappresentanza elicoidale ispirata alla più famosa scala del Bramante dei Musei Vaticani.
La scala è stata costruita interamente con materiali provenienti dalla zona ed in particolare utilizzando il marmo peperino, un particolare tipo di marmo dal colore grigiastro con piccole macchie nere che ricordano i grani di pepe (da qui il nome peperino).
Salendo le scale sorrette da trenta colonne doriche in peperino vi troverete letteralmente avvolti dai meravigliosi affreschi del Tempestino (Antonio Tempesta).
E’ anche grazie a questa scala che Villa Farnese è stata scelta da registi cinematografici di tutto il mondo come location da film. Tra i film girati qui vi citiamo State buoni se potete del 1983, l’Avaro con Alberto Sordi del 1989, Il padrino – Parte III del 1990, Sogno di una notte di mezza estate di Michael Hoffman del 1999 fino ad arrivare al più recente Operazione U.N.C.L.E. di Guy Ritchie del 2015.
Un altro motivo per cui visitare Villa Farnese sono i 6000 metri quadri di affreschi che ricoprono l’intero palazzo; dai soffitti alle pareti dei due piani nobili.
Una delle stanze da non perdere è la Stanza del Mappamondo. Le pareti sono totalmente ricoperte da mappe affrescate dei più illustri esploratori e sul soffitto è possibile ammirare le costellazioni, le stesse che hanno guidato gli esploratori alla scoperta di nuove terre.
Senza contare i bellissimi giardini esterni alla Villa ideati dal Vignola, due giardini geometrici, un giardino d’estate e un giardino d’inverno, uno orientato a nord est e l’altro a sud ovest, ognuno in corrispondenza dei relativi appartamenti dai quali si accedeva tramite due piccoli ponti che scavalcano il fossato.
A Caprarola non c’è poi “solo” Villa Farnese. Caprarola è anche uno dei borghi più belli d’Italia ed è famosa per la produzione delle nocciole, ben ben 100.000 tonnellate all’anno. Una buona parte delle nocciole che il signor Ferrero usa per produrre la Nutella arriva proprio da qui!
Come raggiungere e come visitare Villa Farnese a Caprarola
Villa Farnese è aperta tutti i giorni (escluso il lunedì) con i seguenti orari:
- da martedì a venerdì dalle 8;30 alle 19:30 (ultimo ingresso 18;45)
- sabato e domenica dalle 10:30 alle 17;30 (ultimo ingresso 16:45)
Il parco invece chiude un’ora prima del tramonto (controllate su internet l’ora del tramonto nel periodo in cui andate).
Il prezzo del biglietto è di 5 euro per gli adulti a partire dai 25 anni e di 2 euro per i ragazzi dai 18 ai 25 anni, i bambini non pagano.
Se avete bisogno di maggiori informazioni andate sul sito ufficiale del Palazzo Farnese a Caprarola.
Qui sotto trovate la mappa per raggiungere il palazzo.
Noi, come sempre, non possiamo far altro che ringraziare Luigi che, raccontandoci l’intrigante storia delle donne della famiglia Farnese, ci ha dato l’ispirazione per un futuro viaggio nella Tuscia tra laghi vulcanici, piccoli borghi da riscoprire e palazzi storici di gran pregio da visitare, come Villa Farnese a Caprarola!
Vi ricordiamo che se anche voi volete fare come Luigi e scrivere un articolo per i nostri e i vostri amici, potete contattarci, saremo felici di ospitarvi.
Tutti gli articoli che Luigi ha scritto per noi li trovate sulla sua pagina dedicata qui su Travel With The Wind!! Altri suoi articoli li potete leggere su Non Solo Turisti e su Gli scrittori della porta accanto.
Ho visitato Civita di Bagnoregio anni fa, ma mi piacerebbe tornare in quelle zone proprio per visitare altri tesori della Tuscia come Villa Farnese. Ho letto che il paese di Farnese è quello dove hanno girato Pinocchio di Comencini: questa è una cosa interessantissima che mi segno subito! Grazie