Canyon del Kirghizistan
Il Kirghizistan, piccolo stato dell’Asia Centrale attraversato dall’antica via della seta, è un paese con una natura spettacolare che sorprende per la varietà dei suoi paesaggi: dalle catene montuose alle valli lussureggianti, dai fiumi e i laghi alpini agli affascinanti canyon di arenaria rossa.
Sono proprio i meravigliosi canyon quelli di cui vi vogliamo parlare in questo articolo perché per noi sono lo spettacolo della natura per eccellenza in tutto il mondo: magici e scenografici ovunque. Ma in Kirghizistan superano ogni aspettativa: i canyon in Kirghizistan sono uno più bello dell’altro!
I canyon assolutamente da vedere in Kirghizistan
I canyon (o gole) sono delle profonde fessure tra le rocce dovute alle continue e ripetute attività erosive dei fiumi e degli agenti atmosferici. Questi continui processi di erosione, nell’arco di migliaia di anni, hanno formato dei canyon soprattutto in luoghi le cui sorgenti del fiume e l’estuario si trovavano a quote significativamente diverse e soprattutto in regioni in cui gli strati di roccia più morbidi si mescolano a strati più duri più resistenti agli agenti atmosferici.
I canyon nel mondo sono tutti spettacolari, basti pensare al Grand Canyon nel nord dell’Arizona, che è uno dei canyon più grandi del mondo o al Colca Canyon in Perù che è uno dei più profondi del mondo.
Noi amiamo in particolare i canyon formatisi tra le rocce di arenaria rossa: una roccia sedimentaria compatta che risulta facilmente modellabile dagli agenti erosivi. Questi per noi sono i canyon più magici, dalle forme bizzarre e uniche al mondo, come il Bryce Canyon nello Utah o l’Antelope Canyon in Arizona e i canyon del Kirghizistan.
Approfondimento
Skazka Canyon (Fairy Tale)
Uno dei canyon più famosi in Kirghizistan è lo Skazka Canyon. Conosciuto anche come Fairy Tale Canyon, il suo nome Skaska in russo, così come Fairy Tale in inglese, significa favola/fiaba. Un luogo da favola nel vero senso della parola per via delle sue formazioni rocciose irregolari che ricordano draghi, castelli e altre figure fantastiche e surreali.
Non sono però solo le forme ad essere uniche; in questo canyon anche colori delle rocce sono sorprendenti. Una volta entrati nel canyon ci si ritrova catapultati in un mondo magico dalle sfumature di rosso, rosa, arancione e giallo.
Sono i minerali di quarzo e di calcite che cementificano e colorano strato dopo strato i depositi di arenaria. Gli ossidi di ferro producono tonalità rosse e gialle, i feldspati le tonalità verdi. Il gesso lascia invece tracce bianche e i cristalli di quarzo brillano in tutti i colori dell’arcobaleno.
La zona con queste sfumature è solo una parte del canyon ma per me è la più affascinate. Siamo rimasti a camminare tra le rocce colorate e ad ammirare tutte le sue sfumature per un sacco di tempo.
Ci siamo anche tornati per il tramonto ma quell’orario non è il momento migliore come invece immaginavamo. Purtroppo il sole cala dietro le formazioni rocciose alle spalle della distesa colorata e gli fa ombra. Se volete vedere le rocce colorate al massimo splendore secondo me dovete andare all’alba: provate e fateci sapere!
Paragonabile alla Montagna Colorata in Perù e al Landmannalaugar in Islanda lo Slazka Canyon è uno di quei luoghi al mondo che non può lasciare indifferente chiunque passi da qui.
Qui sotto potete vedere le foto delle altre due destinazioni che vi ho citato con al centro lo Skazka Canyon.
Cosa fare e quanto stare allo Skazka Canyon
Prevedete di restare nel canyon almeno mezza giornata (noi ci siamo stati 6 ore) perché ci sono un sacco di sentieri da percorrere.
Ci sarà da scalare la “muraglia cinese”: chiamata così per la somiglianza con grande muraglia (la vedete sopra e nella foto di copertina). Attenzione che non è per niente semplice, è molto ripida e scivolosa, inoltre non ci sono appigli se non le rocce sporgenti da un lato della formazione rocciosa a cui appoggiarsi e aggrapparsi.
Abbiamo visto alcuni turisti incoscienti salirci con scarpe non adatte per cui bisogna fare il doppio dell’attenzione che si farebbe da soli: quesi turisti sono un pericolo non solo per se stessi ma anche per chi gli sta accanto!
Qui sotto un video registrato in quell’occasione, scusate se è in verticale, dei turisti scendono dalla “muraglia cinese”. Guardate come scendono le due donne: attanagliate dalla paura ma soprattutto con che scarpe!
Anche se molto turistica in questo “parco” naturale non trovate nulla se non una bancarella con qualche oggetto da collezione come cartoline, la classica yurta porta monete che tutti i kighisi hanno in auto, le calamite e quant’altro possa interessare un turista, ma niente cibo né acqua. Quindi portatevi qualche snack (soprattutto se state lì tutto il giorno) e acqua in abbondanza (sopratutto se ci andate in estate quando può fare molto caldo).
Portatevi anche qualcosa per ripararvi dalla pioggia. Quando siamo andati il tempo è stato molto variabile, in 6 ore ha piovuto 3 volte: Da pieno sole, arrivava la nuvola nera piena di pioggia, faceva una scaricata di una decina di minuti e poi tornava il sole caldissimo.
Come Raggiungere lo Skazka Canyon
Lo Skaska Canyon si trova sulla sponda meridionale del lago Issy-Kul tra i villaggi di Tosor e Kaji-Say ed è facilmente raggiungibile dalla strada principale. Una volta arrivati al cartello di ingresso del canyon la strada diventa sterrata per cui vi consigliamo di continuare solo se avete un fuoristrada altrimenti potete lasciare l’auto al bivio, sono circa un paio di chilometri di cammino ma sono tutti in piano.
Questo è l’unico dei quattro canyon di cui vi parliamo qui ad essere diventato un’attrazione turistica anche per la popolazione locale, infatti l’ingresso è a pagamento. Ad Agosto 2019 il biglietto d’ingresso era di 50 som kirghisi a persona (al cambio attuale di Aprile 2020 sono 58 centesimi!).
Considerate che, essendo turistico per i kirghisi, ci potrebbe essere un sacco di gente, molta più di quella che troverete negli altri tre canyon. Quando siamo andati noi era periodo di matrimoni e tutti gli sposi, insieme alla troupe fotografica e la colonna di parenti, si cimentavano nell’impresa di salire sulla “muraglia cinese”.
Konorchek Canyon
Il Konorchek (o Konorchok) Canyon, conosciuto anche come Boom Gorge è una perla nascosta sulla strada tra Bishkek (la capitale del Kirghizistan) e il bellissimo lago Issyk-Kul.
Il Konorchek è un meraviglioso e selvaggio canyon interamente formato di arenaria rossa nonché è anche un vulcano estinto formatosi la bellezza di 2,5 milioni di anni fa!
Il canyon è raggiungibile solo a piedi attraverso un vero e proprio labirinto di rocce che si trova nel letto di un fiume secco. Il percorso non presenta dislivelli, è pressoché in piano, ma occasionalmente è necessario aiutarsi con le braccia per salire su qualche grosso masso.
In questo video potete vedere uno dei massi più grossi da superare, qui siamo al ritorno quindi la parte più difficile: la discesa!
Una volta terminata la prima parte del percorso, ci si ritrova in mezzo ad un altipiano con una magnifica vista sul canyon se spettacolari formazioni rocciose. Considerate almeno un’oretta di cammino per raggiungere la parte centrale del canyon da cui poi partono altri sentieri tra le gole con la possibilità di salire più in alto per una vista spettacolare su tutta la valle rossa.
Dove si trova e quanto stare al Konorchek Canyon
Il Konorchek Canyon si trova a circa un paio d’ore di strada asfaltata da Bishkek. Potete quindi decidere di raggiungere il canyon come esclusione giornaliera dalla capiate o come tappa intermedia del vostro viaggio in Kirghizistan. Noi ci siamo andati prima di tornare a Bishkek e gli abbiamo dedicato una giornata intera. Siamo partiti al mattino dal lago Issyk-Kul e abbiamo iniziato ad incamminarci verso la parte centrale del canyon alle 11:30. In totale, tra andata e ritorno e le deviazioni varie, abbiamo camminato per 17 chilometri in 6 ore. Siamo rientrati all’auto alle 17:30.
Nel canyon, ovviamente, non si trova acqua quindi portate con voi l’acqua necessaria all’escursione (almeno 2 litri per persona). Poi ovviamente la quantità di acqua dipende anche dal periodo in cui andate, considerate che d’estate può fare anche molto caldo quindi magari un po’ d’acqua in più male non fa. Probabilmente non serve che ve lo dica ma io lo ripeto sempre, andateci con scarpe adatte ai trekking, non con scarpe da ginnastica e men che meno con le ciabatte. Se avete i bastoncini da trekking portarteli, possono essere utili.
Jeti Oguz
Il Jeti Oguz è un’area geologica protetta dal 1975 che si trova a circa 25 km a sud-ovest di Karakol, sempre sul lago Issyk-Kul.
Jeti Oguz significa “sette tori” (Jeti = sette, Oguz = toro) e deve il suo nome alla somiglianza tra le formazioni rocciose in arenaria rossa e i corpi degli animali. Sembra infatti che questa formazione somigli ad una fila di sette tori visti di spalle.
Un’altra formazione rocciosa che si trova nelle vicinanze è il Razbitoe Serdce che significa “cuore spezzato”. La roccia assomiglia realmente ad un cuore spezzato ma c’è anche una leggende che ne spiegherebbe l’origine. La storia è quella di due uomini entrambi innamorati della stessa donna che si scontrano furiosamente per lei. Il sanguinoso scontro termina però tragicamente con la morte di entrambi e la roccia si spezza in due così come il cuore della fanciulla.
Jeti Oguz si raggiunge comodamente in auto da Karakol ma, se non avete l’auto, potete prendere la mashrutka (taxi collettivo) numero 355 dal mercato Ak-Tilek di Karakol o, in alternativa, un taxi privato.
Mataevs Canyon
Il fratello meno famoso del Jeti Oguz che si trova proprio nella valle parallela è il Mataevs Canyon. Già solo trovarlo è stata una faticaccia per cui vi racconto la nostra esperienza.
Abbiamo deciso di andare al Mataevs Canyon perché indicato su maps.me come attrazione turistica. Le cose facili a noi non piacciono, andare al più famoso Jeti Oguz, no vero?
Approfondimento
Partiamo seguendo la strada sterrata che parte dal paese di Konkino e si inerpica verso l’interno. È un po’ sterrata, in alcuni tratti fangosa e in altri pietrosa ma fattibile.
Ad un certo punto, vicino ad una yurta inizia la salita ed essendo molto fangosa, per non rischiare di impantanarci, decidiamo di andare a piedi: sono le 16:30. Arriviamo al primo punto in cui maps.me segnala il canyon ma non vediamo nulla. Saliamo sulla collina per cercare di avere una migliore vista dall’alto ma anche da lì nulla. Nel frattempo inizia anche a piovere!
Decidiamo di proseguire fino al secondo punto segnalato da maps come canyon Mataevs e bingo! Appare davanti a noi una formazione rocciosa in tutto il suo splendore con un colore di rosso intenso nonostante il cielo grigissimo da pioggia.
Ogni tanto cade qualche goccia ma la bellezza delle rocce intorno a noi è tale che non ci facciamo nemmeno più caso.
Decidiamo allora di girarci intorno e mentre siamo dall’altra parte su vediamo su maps.me che sembra sia fattibile tornare alla macchina da un’altra strada continuando da lì invece di tornare indietro: sono solo 2 ore di cammino! Alla fine saranno ben più di due ore e siamo riusciti a tornare alla macchina poco prima del tramonto ma solo così abbiamo avuto la fortuna di vedere una valle verdissima da un lato, rossa per le formazioni rocciose dall’altro, e piena di cavalli e mucche libere al pascolo.
Se da un lato la valle è strepitosa per la formazione rocciosa che la sovrasta, dall’altro lo è per la natura rigogliosa, ma ciò che ci ricordiamo di quell’escursione è soprattutto il silenzio: c’eravamo solo noi, le mucche e i cavalli!
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Avevo già sentito vagamente parlare di questa località ma non sapevo che offrisse queste meraviglie della natura. Le foto rendono appieno quella che credo sia la bellezza del luogo.
Questo è proprio il genere di viaggio che mi piacerebbe intraprendere. Alla scoperta di un paese non battuto dal turismo di massa. E delle sue bellezze naturali.
Che panorami meravigliosi! Non ho mai pensato di visitare questa nazione ma mi stai incuriosendo un sacco!
Proprio qualche giorno fa ho seguito un corso su questa destinazione. Sinceramente non la conoscevo ma ho visto delle immagini stupende ed ho sentito tanti racconti che mi hanno colpito. Sarei curiosissima di poterle vedere dal vivo.. non ho visto le montagne colorate in Perù, magari potrei approfittarne qui!