Candy Candy: il museo
Questo articolo è per gli appassionati di cartoni animati ma non solo, è anche per chi vuole conoscere la storia di quella volta in cui abbiamo fatto 400 km solo per andare al museo di Candy Candy.
Il Museo di Candy Candy in Giappone
Premessa sull’epoca di viaggio
Oggi sarebbe tutto più semplice ma il fatto di cui vi voglio raccontare si è svolto in un’epoca in cui non avevamo ancora uno smartphone: era il 2008!
Viaggiavamo anche diversamente: non potevamo collegarci a internet dove volevamo o dove trovavamo un free Wi-Fi, dovevamo chiedere informazioni alla gente o aspettare di arrivare la sera in ostello e utilizzare un computer condiviso.
La premessa era dovuta solo per collocare gli avvenimenti in uno spazio temporale differente da quello attuale.
Tutto ebbe inizio a Kyoto
Tutto ha inizio all’uscita del Museo di Osamu Tetzuka ad Osaka in Giappone quando un volantino pubblicitario ha attirato la mia attenzione: quello che vedete qui sotto:
Naturalmente il depliant era tutto in giapponese e noi non capivamo una parola ma sono bastate le immagini di Candy e Terence per capire che quello era un museo che non dovevo, e non volevo, perdermi.
Abbiamo quindi chiesto alla reception che ci ha dato le informazioni necessarie a capire che il museo di Yumiko Igarashi si trova ad Okayama, da lì a circa 200 km di distanza. Anche se la receptionist continuava ad insistere che il museo era troppo lontano da lì, a noi 200 km non sembravano così tanti. Eravamo a più di 9.000 km da casa, 200 km più o 200 km meno non facevano certo la differenza. E poi noi potevamo prendere lo Shinkansen (il treno superveloce giapponese) che va a più di 200 Km all’ora perché avevamo fatto il Japan Rail Pass: in questo modo in meno di un’ora potevamo raggiungere la città di Okayama.
Il Japan Rail Pass
Viaggiare in treno in Giappone è molto costoso ma, in questo caso essere turisti è una fortuna perché, a differenza di chi vive in Giappone, è possibile acquistare il Japan Rail Pass.
Il JR Pass è un abbonamento alle ferrovie giapponesi, che deve essere acquistato in Italia e poi ritirato in Giappone, che può valere per 7, 14 o 21 giorni. L’abbonamento è molto più economico dell’acquisto dei singoli biglietti, soprattutto se si prende lo Shinkansen. Noi il pass l’abbiamo acquistato per 14 giorni in agenzia di viaggio ma adesso è anche possibile acquistarlo on line.
Curiosità sulle date in Giappone
Sul Japan Rail Pass fotografato qui sopra la data di validità stampata non è nel futuro come sembra 23/04/2020. In Giappone infatti gli anni non si contano come nel resto del mondo. Si contano invece a partire dall’insediamento del nuovo imperatore: ogni nuovo imperatore inizia una nuova era. Quando siamo andati noi era l’anno 20 dell’era Hesei cioè il ventesimo anno dall’insediamento dell’imperatore Akihito.
Yumiko Igarashi e il rapporto con Candy Candy
Yumiko Igarashi è la mamma di Candy: una delle due mamme.
Si perché se nella fantasia Candy è un’orfanella, nella realtà ha ben due mamme: Kyoko Mizuki, colei che ha ideato la storia e Yumiko Igarashi, che l’ha disegnata. Purtroppo però le due mamme si contendono la figlia da un bel po’ di anni, più precisamente dal 1997, quando Kyoko Mizuki ha accusato Yumiko Igarashi di aver venduto merchandising senza chiedere il permesso all’autrice.
Da lì ci sono state cause su cause. E soprattutto la sospensione in tutto il mondo della programmazione televisiva, iniziata negli anni ’70, del mio cartone animato preferito.
La sentenza finale del 2002 ha riconosciuto Kyoko Mizuki primo titolare dei diritti di Candy Candy e Yumiko Igarashi secondo titolare dei diritti. A Yumiko Igarashi però è stato vietato di disegnare e vendere immagini o prodotti di Candy Candy senza il permesso di Kyoko Mizuki.
Questo divieto a me sembra un po’ troppo categorico: la Mizuki può fare quello che vuole di Candy, infatti ha fatto uscire un romanzo in due volumi nel 2010 intitolato “Candy Candy Final Story” mentre la Igarashi non può più utilizzare le sue immagini perché legate alla storia di Candy. E a noi non pensa nessuno? Noi bambini (dentro) che vorremmo rivedere Candy in televisione, o che che vorremmo farla vedere ai nostri bambini di oggi?
Come abbiamo raggiunto il Museo di Candy Candy
Tornando alla nostra avventura in Giappone abbiamo comprato il biglietto ferroviario che ci avrebbe portato ad Okayama.
Arrivati a destinazione non sapevamo l’indirizzo del museo anche se sull’opuscolo era scritto, ma ovviamente in giapponese!
Insomma sperduti dall’altra parte del mondo anche se non ci siamo mai sentiti persi; fortunatamente il popolo giapponese si prodiga ad aiutarti come meglio può e se non riesce cerca qualcuno che possa aiutarti (come quella volta a Kobe di cui un giorno vi racconterò).
Abbiamo chiesto aiuto all’ufficio informazioni dove per fortuna un po’ di inglese lo parlavano. Abbiamo scoperto così che il museo non si trova ad Okayama bensì in un paese limitrofo (Kurashiki) e per cui dovevamo prendere un altro treno.
Dopo parecchie peripezie e richieste di aiuto ai passanti alla fine siamo arrivati al museo.
Ripensandoci ancora mi chiedo come abbiamo fatto ad arrivarci. Ora, con internet, e sapendo prima dell’esistenza del museo, sarei partita preparata. Avrei scritto tutti gli orari dei treni di andata e ritorno, saprei esattamente in quale uscita della stazione uscire e avrei la mappa esatta del luogo da raggiungere (ma forse sarebbe stato meno avventuroso).
Il Museo di Igarashi è il veramente il museo di Candy?
Nato nel 2000 il museo si chiamava “I ❤️ Candy Museum” poi, non so se al termine della causa con Kyoko Mizuki o prima ancora, il nome di Candy è stato rimosso ed ora è solo “I ❤️ Museum”.
Si può vedere dalla foto qui sotto lo spazio vuoto dopo il cuore:
Questo qui sotto è invece il reperto (trovato nella mia Lonely Planet) del biglietto di ingresso al museo, è del 21 Aprile 2008. Il biglietto di ingresso costava come adesso nonostante siano passati più di 10 anni: 600 yen
Se guardate con attenzione sul biglietto l’insegna del museo riporta ancora la scritta CANDY (noi ce ne siamo accorti solo adesso….).
A differenza del museo di Osamu Tezuka dove è possibile vedere i disegni della Principessa Zaffiro (ve lo ricordate il cartone animato?) e dello Studio Ghibli dove si trovano i rodovetri di Hayao Miyazaki, nel museo della Igarashi c’erano pochissimi disegni di Candy. Allora non sapevo ancora che era per via della causa persa con Kyoko Mizuki.
Questi qui sotto sono due dei disegni di Yumiko Igarashi che ho fotografato:
Chissà se ora qualche disegno in più è tornato visibile. Se siete stati da poco al museo Igarashi fateci sapere nei commenti se avete trovato Candy al museo.
La città che ospita il museo: Kurashiki
Sembra che Yumiko Igarashi abbia deciso di aprire il suo museo a Kurashiki perché è rimasta folgorata dal quartiere Bikan.
Passeggiando per lo storico quartiere si capisce come mai la fumettista sia rimasta affascinata da questo quartiere. A Bikan sembra che il tempo si sia fermato: i pittori lungo il canale fiorito, i vicoli e i negozietti del quartiere fanno pensare e immaginare come poteva essere il Giappone antico.
Come raggiungere il Museo da Kyoto
Se siete interessati ai lavori di Yumiko Igarashi o volete solo fare un tuffo nel passato per visitare Kurashiki vi lascio qui sotto le informazioni che mancavano a noi 11 anni fa.
Fino ad Okayama potere prendere lo Shinkansen. Poi dovete cambiare treno fino a Kurashiki.
Per trovare le informazioni aggiornate sui treni potete andare su Rome2Rio
Come potete vedere in 17 minuti siete a Kurashiki da Okayama.
Trovate poi qui sotto anche la mappa di Google Maps su come arrivare a piedi dalla stazione dei treni al museo:
Conclusioni
Vi lascio il link al sito del museo anche se purtroppo è interamente in giapponese. Se usate Google Translate riuscite comunque ad utilizzarlo. Sul sito trovate gli orari di apertura ma anche tantissime informazioni sul museo e altre attività da fare nella cittadina di Kurashiki.
Io andrei in Giappone apposta per Candy Candy! Se penso al povero Anthony mi viene ancora da piangere, e se penso a Terence che ha scelto di stare accanto a Susanna… lo prenderei a pugni! Il mio cartone animato preferito: da bambina (parliamo di secoli fa, ma visto che nomini anche la principessa Zaffiro presumo che siamo state bambine più o meno nella stessa era) avevo i dischi con le puntate del cartone che riascoltavo e ripetevo a memoria, costringendo mia nonna a “interpretare” i personaggi minori. Poi all’epoca dell’università avevo registrato le puntate su VHS e ogni tanto me le riguardavo… devo chiedere a mia madre se le ha conservate.
Me lo segno perché se andrò in Giappone non mi perderò sicuramente questa tappa!
Eh si mi sa che abbiamo più o meno la stessa età. ? Il mio cartone animato preferito insieme a Candy era Creamy che poi è sempre disegnato da Yumiko Igarashi.
Creamy! Mi ero fatta la bacchetta magica usando il tubo del rotolo scottex ??♀️
E quando pronunciavi “pampulu pimpulu parimpampum” cosa succedeva? ?
Mi arrabbiavo come una bestia perché non funzionava ?
Ho gli occhi a cuoricino, e tanta invidia per te che sei riuscita ad entrare in questo magico mondo che ha fatto parte della nostra generazione! Mi sono solo un po’ confusa con tutti i nomi giapponesi, e devi dire la verità io non ne avrei ricordato nemmeno uno ? davvero un bellissimo articolo per me che sono una nostalgica
Appena ho visto il titolo del post mi sono fiondata a leggerlo! Era il mio cartone preferito!! Avevo pure la cartella e il diario in prima elementare!! E ti ricordi che c’erano anche i giornalini di Candy?? Che tempi!!???
Che meraviglia!!! Non sapevo esistesse il museo di candy candy. Sono stata in Giappone proprio lo scorso anno ma ero un po’ fuori majo, al prossimo giro nella terra del sol levante ci faccio sicuramente un pensierino ?
Ma dai !!!! A distanza di 11 anni riesci a fare un articolo così! Non ci posso credere ! Sei forte ciao Claudia ?
No vabbè quest’articolo ha catturato la mia attenzione appena sono entrata sul tuo blog!! Che dire, da appassionata di cartoni animati non ne sapevo nulla e visto che non sono stata ancora in Giappone, lo terrò sicuramente presente quando deciderò di andarci. Grazie ?
Wow, questa sì che è una grande passione! Io ricordo che guardavo Candy Candy da piccola, ma non sapevo tutta la storia della disputa tra le autrici e non sapevo nemmeno che in Giappone gli anni si contano diversamente, a dirla tutta! Quindi grazie, ora ho imparato un sacco di cose, ma anche che quando deciderò di fare un viaggio in Giappone dovrò studiare molto bene usi e costumi!
Degli anni contati in modo diverso in Giappone non me lo ricordavo più nemmeno io, sono passati troppi anni. Riguardando il pass me lo sono ricordata!
Non ci credoooo un museo dedicato a Candy? Lo dico sempre che i giapponesi hanno una marcia in più.
Se riesco ad includerlo nel mio itinerario non me lo perderò assolutamente. Con tutto quello che voglio visitare ci dovrei restare almeno 6 mesi in Giappone. ;) Grazie della dritta anzi “Domo arigato”!
Il Giappone è immenso e bisogna fare delle scelte purtroppo nelle poche settimane di viaggio che abbiamo a disposizione e mi sa che anche 6 mesi sarebbero pochi…. Buon viaggio!!!
Lo so :( sono già in crisi ma per fortuna ho tempo, ci andrò nel 2020 per un mio compleanno speciale. ;)
Ma che meraviglia il Museo di Candy! Io andrei in Giappone solo per quello, era uno dei miei cartoni animati preferiti. Un po’ triste ma bellissimo, me o rivedrei anche ora! ?
Oddio, che meraviglia! Conservo ancora un libro di Candy Candy a cui sono particolarmente affezionata! Quindi sicuramente lo dovrò visitare quando finalmente verremo in Giappone! Grazie per questa chicca super :-)
Io io io , anche io voglio andare al museo di Candy Candy! Quanti pianti ho fatto vedendo le sue storie,Terence, ricordi? Che bello questo post, mi hai riportato indietro negli anni.
e visitando il museo, che idea ti sei fatta rispetto al finale della storia? Dal punto di vista dell’illustratrice almeno….
Visitando il museo nessuna, c’era solo qualche bozza di disegno, non si parlava della storia né del finale. Ad ogni modo il finale italiano è diverso da quello giapponese, a quale finale ti riferisci?
Mi incuriosiva sapere come l’illustratice avesse immaginato il finale della storia… mi immaginavo una sorta di storytelling nella disposizione dei bozzetti ;)
Magari nell’idea iniziale della Igarashi c’era anche questa, purtroppo quando siamo andati noi era già in atto l’eliminazione di ogni traccia di Candy dal museo per cui si trovavano bozzetti sparsi qua e la.
Io mi sarei arrabbiata moltissimo a non trovare tutto il museo tappezzato da Candy Candy dopo un viaggio del genere! Non sapevo la storia della battaglia legale, per noi fan è un vero peccato
Io l’ho apprezzato lo stesso, era il mio primo grande viaggio fuori dall’Europa, non avevo grosse aspettative. E la storia della battaglia legale l’ho scoperta anche io molto tempo dopo, all’epoca non si trovano in rete molte informazioni soprattutto su paesi così distanti da noi.