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    • Candy Candy: il museo
      31-01-2019
    Sei qui: Destinazioni > Asia > Giappone > Candy Candy: il museo

    Candy Candy: il museo

    Ultimo aggiornamento il 05/07/2022

    Questo articolo è per gli appassionati di cartoni animati ma non solo, è anche per chi vuole conoscere la storia di quella volta in cui abbiamo fatto 400 km solo per andare al museo di Candy Candy.

    Contenuto dell'articolo nascondi
    Il Museo di Candy Candy in Giappone
    Premessa sull’epoca di viaggio
    Tutto ebbe inizio a Kyoto
    Il Japan Rail Pass
    Yumiko Igarashi e il rapporto con Candy Candy
    Come abbiamo raggiunto il Museo di Candy Candy
    Il Museo di Igarashi è il veramente il museo di Candy?
    La città che ospita il museo: Kurashiki
    Come raggiungere il Museo da Kyoto
    Conclusioni

    Il Museo di Candy Candy in Giappone

    Premessa sull’epoca di viaggio

    Oggi sarebbe tutto più semplice ma il fatto di cui vi voglio raccontare si è svolto in un’epoca in cui non avevamo ancora uno smartphone: era il 2008!

    Viaggiavamo anche diversamente: non potevamo collegarci a internet dove volevamo o dove trovavamo un free Wi-Fi, dovevamo chiedere informazioni alla gente o aspettare di arrivare la sera in ostello e utilizzare un computer condiviso.

    La premessa era dovuta solo per collocare gli avvenimenti in uno spazio temporale differente da quello attuale.

    La tastiera giapponese dei pc della sala comune dell’ostello

    tastiera giapponese

    Tutto ebbe inizio a Kyoto

    Tutto ha inizio all’uscita del Museo di Osamu Tetzuka ad Osaka in Giappone quando un volantino pubblicitario ha attirato la mia attenzione: quello che vedete qui sotto:

    volantino museo candy candy

    Naturalmente il depliant era tutto in giapponese e noi non capivamo una parola ma sono bastate le immagini di Candy e Terence per capire che quello era un museo che non dovevo, e non volevo, perdermi.

    Abbiamo quindi chiesto alla reception che ci ha dato le informazioni necessarie a capire che il museo di Yumiko Igarashi si trova ad Okayama, da lì a circa 200 km di distanza. Anche se la receptionist continuava ad insistere che il museo era troppo lontano da lì, a noi 200 km non sembravano così tanti. Eravamo a più di 9.000 km da casa, 200 km più o 200 km meno non facevano certo la differenza. E poi noi potevamo prendere lo Shinkansen (il treno superveloce giapponese) che va a più di 200 Km all’ora perché avevamo fatto il Japan Rail Pass: in questo modo in meno di un’ora potevamo raggiungere la città di Okayama.

    Lo Shinkansen

    shinkansen in stazione

    Il Japan Rail Pass

    Viaggiare in treno in Giappone è molto costoso ma, in questo caso essere turisti è una fortuna perché, a differenza di chi vive in Giappone, è possibile acquistare il Japan Rail Pass.

    Il JR Pass è un abbonamento alle ferrovie giapponesi, che deve essere acquistato in Italia e poi ritirato in Giappone, che può valere per 7, 14 o 21 giorni. L’abbonamento è molto più economico dell’acquisto dei singoli biglietti, soprattutto se si prende lo Shinkansen. Noi il pass l’abbiamo acquistato per 14 giorni in agenzia di viaggio ma adesso è anche possibile acquistarlo on line.

    Japan rail pass

    Curiosità sulle date in Giappone

    Sul Japan Rail Pass fotografato qui sopra la data di validità stampata non è nel futuro come sembra 23/04/2020. In Giappone infatti gli anni non si contano come nel resto del mondo. Si contano invece a partire dall’insediamento del nuovo imperatore: ogni nuovo imperatore inizia una nuova era. Quando siamo andati noi era l’anno 20 dell’era Hesei cioè il ventesimo anno dall’insediamento dell’imperatore Akihito.

    Yumiko Igarashi e il rapporto con Candy Candy

    Yumiko Igarashi è la mamma di Candy: una delle due mamme.

    Si perché se nella fantasia Candy è un’orfanella, nella realtà ha ben due mamme: Kyoko Mizuki, colei che ha ideato la storia e Yumiko Igarashi, che l’ha disegnata. Purtroppo però le due mamme si contendono la figlia da un bel po’ di anni, più precisamente dal 1997, quando Kyoko Mizuki ha accusato Yumiko Igarashi di aver venduto merchandising senza chiedere il permesso all’autrice.

    Da lì ci sono state cause su cause. E soprattutto la sospensione in tutto il mondo della programmazione televisiva, iniziata negli anni ’70, del mio cartone animato preferito.

    La sentenza finale del 2002 ha riconosciuto Kyoko Mizuki primo titolare dei diritti di Candy Candy e Yumiko Igarashi secondo titolare dei diritti. A Yumiko Igarashi però è stato vietato di disegnare e vendere immagini o prodotti di Candy Candy senza il permesso di Kyoko Mizuki.

    Questo divieto a me sembra un po’ troppo categorico: la Mizuki può fare quello che vuole di Candy, infatti ha fatto uscire un romanzo in due volumi nel 2010 intitolato “Candy Candy Final Story” mentre la Igarashi non può più utilizzare le sue immagini perché legate alla storia di Candy. E a noi non pensa nessuno? Noi bambini (dentro) che vorremmo rivedere Candy in televisione, o che che vorremmo farla vedere ai nostri bambini di oggi?

    Come abbiamo raggiunto il Museo di Candy Candy

    Tornando alla nostra avventura in Giappone abbiamo comprato il biglietto ferroviario che ci avrebbe portato ad Okayama.

    Arrivati a destinazione non sapevamo l’indirizzo del museo anche se sull’opuscolo era scritto, ma ovviamente in giapponese!

    Insomma sperduti dall’altra parte del mondo anche se non ci siamo mai sentiti persi; fortunatamente il popolo giapponese si prodiga ad aiutarti come meglio può e se non riesce cerca qualcuno che possa aiutarti (come quella volta a Kobe di cui un giorno vi racconterò).

    Abbiamo chiesto aiuto all’ufficio informazioni dove per fortuna un po’ di inglese lo parlavano. Abbiamo scoperto così che il museo non si trova ad Okayama bensì in un paese limitrofo (Kurashiki) e per cui dovevamo prendere un altro treno.

    Dopo parecchie peripezie e richieste di aiuto ai passanti alla fine siamo arrivati al museo.

    Ripensandoci ancora mi chiedo come abbiamo fatto ad arrivarci. Ora, con internet, e sapendo prima dell’esistenza del museo, sarei partita preparata. Avrei scritto tutti gli orari dei treni di andata e ritorno, saprei esattamente in quale uscita della stazione uscire e avrei la mappa esatta del luogo da raggiungere (ma forse sarebbe stato meno avventuroso).

    Il Museo di Igarashi è il veramente il museo di Candy?

    Nato nel 2000 il museo si chiamava “I ❤️ Candy Museum” poi, non so se al termine della causa con Kyoko Mizuki o prima ancora, il nome di Candy è stato rimosso ed ora è solo “I ❤️ Museum”.
    Si può vedere dalla foto qui sotto lo spazio vuoto dopo il cuore:

    Ingresso del museo di Yumiko Igarashi

    I Love Museum Kurashiki

    Questo qui sotto è invece il reperto (trovato nella mia Lonely Planet) del biglietto di ingresso al museo, è del 21 Aprile 2008. Il biglietto di ingresso costava come adesso nonostante siano passati più di 10 anni: 600 yen

    Se guardate con attenzione sul biglietto l’insegna del museo riporta ancora la scritta CANDY (noi ce ne siamo accorti solo adesso….).

    Biglietto di ingresso al museo di Candy

    biglietto ingresso candy candy museum

    A differenza del museo di Osamu Tezuka dove è possibile vedere i disegni della Principessa Zaffiro (ve lo ricordate il cartone animato?) e dello Studio Ghibli dove si trovano i rodovetri di Hayao Miyazaki, nel museo della Igarashi c’erano pochissimi disegni di Candy. Allora non sapevo ancora che era per via della causa persa con Kyoko Mizuki.

    Vista dall’interno del museo: Terence

    terence

    Questi qui sotto sono due dei disegni di Yumiko Igarashi che ho fotografato:

    Candy e Terence

    disegno candy Terence autografato

    La famosa “Signorina Tarzan Tutta Lentiggini”

    candy candy

    Chissà se ora qualche disegno in più è tornato visibile. Se siete stati da poco al museo Igarashi fateci sapere nei commenti se avete trovato Candy al museo.

    La città che ospita il museo: Kurashiki

    Sembra che Yumiko Igarashi abbia deciso di aprire il suo museo a Kurashiki perché è rimasta folgorata dal quartiere Bikan.

    Passeggiando per lo storico quartiere si capisce come mai la fumettista sia rimasta affascinata da questo quartiere. A Bikan sembra che il tempo si sia fermato: i pittori lungo il canale fiorito, i vicoli e i negozietti del quartiere fanno pensare e immaginare come poteva essere il Giappone antico.

    panorama Kurashiki
    pittori Kurashiki

    Come raggiungere il Museo da Kyoto

    Se siete interessati ai lavori di Yumiko Igarashi o volete solo fare un tuffo nel passato per visitare Kurashiki vi lascio qui sotto le informazioni che mancavano a noi 11 anni fa.

    Fino ad Okayama potere prendere lo Shinkansen. Poi dovete cambiare treno fino a Kurashiki.

    Per trovare le informazioni aggiornate sui treni potete andare su Rome2Rio

    Come potete vedere in 17 minuti siete a Kurashiki da Okayama.

    Trovate poi qui sotto anche la mappa di Google Maps su come arrivare a piedi dalla stazione dei treni al museo:

    treno Okayama Kurashiki
    percorso museo candy

    Conclusioni

    Vi lascio il link al sito del museo anche se purtroppo è interamente in giapponese. Se usate Google Translate riuscite comunque ad utilizzarlo. Sul sito trovate gli orari di apertura ma anche tantissime informazioni sul museo e altre attività da fare nella cittadina di Kurashiki.

    Timbro del museo (sempre dalla mia collezione di reperti salvata nella Lonely Planet)

    timbro Yumiko Igarashi museum

    LEGGI altri articoli dedicati al nostro viaggio in Giappone

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    24 commenti
    1. Silvia - The Food Traveler
      Silvia - The Food Traveler dice:
      31/01/2019 in 14:09

      Io andrei in Giappone apposta per Candy Candy! Se penso al povero Anthony mi viene ancora da piangere, e se penso a Terence che ha scelto di stare accanto a Susanna… lo prenderei a pugni! Il mio cartone animato preferito: da bambina (parliamo di secoli fa, ma visto che nomini anche la principessa Zaffiro presumo che siamo state bambine più o meno nella stessa era) avevo i dischi con le puntate del cartone che riascoltavo e ripetevo a memoria, costringendo mia nonna a “interpretare” i personaggi minori. Poi all’epoca dell’università avevo registrato le puntate su VHS e ogni tanto me le riguardavo… devo chiedere a mia madre se le ha conservate.
      Me lo segno perché se andrò in Giappone non mi perderò sicuramente questa tappa!

      Rispondi
      • Claudia
        Claudia dice:
        31/01/2019 in 14:56

        Eh si mi sa che abbiamo più o meno la stessa età. ? Il mio cartone animato preferito insieme a Candy era Creamy che poi è sempre disegnato da Yumiko Igarashi.

        Rispondi
        • Silvia - The Food Traveler
          Silvia - The Food Traveler dice:
          31/01/2019 in 16:00

          Creamy! Mi ero fatta la bacchetta magica usando il tubo del rotolo scottex ??‍♀️

          Rispondi
          • Claudia
            Claudia dice:
            31/01/2019 in 16:10

            E quando pronunciavi “pampulu pimpulu parimpampum” cosa succedeva? ?

            Rispondi
            • Silvia - The Food Traveler
              Silvia - The Food Traveler dice:
              31/01/2019 in 20:20

              Mi arrabbiavo come una bestia perché non funzionava ?

    2. Annalisa
      Annalisa dice:
      01/02/2019 in 13:50

      Ho gli occhi a cuoricino, e tanta invidia per te che sei riuscita ad entrare in questo magico mondo che ha fatto parte della nostra generazione! Mi sono solo un po’ confusa con tutti i nomi giapponesi, e devi dire la verità io non ne avrei ricordato nemmeno uno ? davvero un bellissimo articolo per me che sono una nostalgica

      Rispondi
    3. Alessandra
      Alessandra dice:
      01/02/2019 in 19:32

      Appena ho visto il titolo del post mi sono fiondata a leggerlo! Era il mio cartone preferito!! Avevo pure la cartella e il diario in prima elementare!! E ti ricordi che c’erano anche i giornalini di Candy?? Che tempi!!???

      Rispondi
    4. Silvia Montis Sylvié
      Silvia Montis Sylvié dice:
      03/02/2019 in 00:16

      Che meraviglia!!! Non sapevo esistesse il museo di candy candy. Sono stata in Giappone proprio lo scorso anno ma ero un po’ fuori majo, al prossimo giro nella terra del sol levante ci faccio sicuramente un pensierino ?

      Rispondi
    5. Bruna
      Bruna dice:
      03/02/2019 in 08:58

      Ma dai !!!! A distanza di 11 anni riesci a fare un articolo così! Non ci posso credere ! Sei forte ciao Claudia ?

      Rispondi
    6. Emanuela
      Emanuela dice:
      03/02/2019 in 19:17

      No vabbè quest’articolo ha catturato la mia attenzione appena sono entrata sul tuo blog!! Che dire, da appassionata di cartoni animati non ne sapevo nulla e visto che non sono stata ancora in Giappone, lo terrò sicuramente presente quando deciderò di andarci. Grazie ?

      Rispondi
    7. panannablogdiviaggi
      panannablogdiviaggi dice:
      07/02/2019 in 10:38

      Wow, questa sì che è una grande passione! Io ricordo che guardavo Candy Candy da piccola, ma non sapevo tutta la storia della disputa tra le autrici e non sapevo nemmeno che in Giappone gli anni si contano diversamente, a dirla tutta! Quindi grazie, ora ho imparato un sacco di cose, ma anche che quando deciderò di fare un viaggio in Giappone dovrò studiare molto bene usi e costumi!

      Rispondi
      • Claudia
        Claudia dice:
        07/02/2019 in 12:20

        Degli anni contati in modo diverso in Giappone non me lo ricordavo più nemmeno io, sono passati troppi anni. Riguardando il pass me lo sono ricordata!

        Rispondi
    8. lillyslifestyle
      lillyslifestyle dice:
      08/02/2019 in 11:04

      Non ci credoooo un museo dedicato a Candy? Lo dico sempre che i giapponesi hanno una marcia in più.
      Se riesco ad includerlo nel mio itinerario non me lo perderò assolutamente. Con tutto quello che voglio visitare ci dovrei restare almeno 6 mesi in Giappone. ;) Grazie della dritta anzi “Domo arigato”!

      Rispondi
      • Claudia
        Claudia dice:
        08/02/2019 in 11:12

        Il Giappone è immenso e bisogna fare delle scelte purtroppo nelle poche settimane di viaggio che abbiamo a disposizione e mi sa che anche 6 mesi sarebbero pochi…. Buon viaggio!!!

        Rispondi
        • lillyslifestyle
          lillyslifestyle dice:
          08/02/2019 in 12:39

          Lo so :( sono già in crisi ma per fortuna ho tempo, ci andrò nel 2020 per un mio compleanno speciale. ;)

          Rispondi
    9. Sara
      Sara dice:
      01/03/2019 in 22:15

      Ma che meraviglia il Museo di Candy! Io andrei in Giappone solo per quello, era uno dei miei cartoni animati preferiti. Un po’ triste ma bellissimo, me o rivedrei anche ora! ?

      Rispondi
    10. Martina
      Martina dice:
      04/03/2019 in 10:17

      Oddio, che meraviglia! Conservo ancora un libro di Candy Candy a cui sono particolarmente affezionata! Quindi sicuramente lo dovrò visitare quando finalmente verremo in Giappone! Grazie per questa chicca super :-)

      Rispondi
    11. anna di
      anna di dice:
      10/04/2019 in 02:32

      Io io io , anche io voglio andare al museo di Candy Candy! Quanti pianti ho fatto vedendo le sue storie,Terence, ricordi? Che bello questo post, mi hai riportato indietro negli anni.

      Rispondi
    12. Ross
      Ross dice:
      29/07/2019 in 12:00

      e visitando il museo, che idea ti sei fatta rispetto al finale della storia? Dal punto di vista dell’illustratrice almeno….

      Rispondi
    13. Claudia
      Claudia dice:
      29/07/2019 in 15:27

      Visitando il museo nessuna, c’era solo qualche bozza di disegno, non si parlava della storia né del finale. Ad ogni modo il finale italiano è diverso da quello giapponese, a quale finale ti riferisci?

      Rispondi
      • Ross
        Ross dice:
        30/07/2019 in 09:50

        Mi incuriosiva sapere come l’illustratice avesse immaginato il finale della storia… mi immaginavo una sorta di storytelling nella disposizione dei bozzetti ;)

        Rispondi
        • Claudia
          Claudia dice:
          01/08/2019 in 08:24

          Magari nell’idea iniziale della Igarashi c’era anche questa, purtroppo quando siamo andati noi era già in atto l’eliminazione di ogni traccia di Candy dal museo per cui si trovavano bozzetti sparsi qua e la.

          Rispondi
    14. Paola
      Paola dice:
      30/09/2020 in 23:57

      Io mi sarei arrabbiata moltissimo a non trovare tutto il museo tappezzato da Candy Candy dopo un viaggio del genere! Non sapevo la storia della battaglia legale, per noi fan è un vero peccato

      Rispondi
      • Claudia
        Claudia dice:
        01/10/2020 in 11:03

        Io l’ho apprezzato lo stesso, era il mio primo grande viaggio fuori dall’Europa, non avevo grosse aspettative. E la storia della battaglia legale l’ho scoperta anche io molto tempo dopo, all’epoca non si trovano in rete molte informazioni soprattutto su paesi così distanti da noi.

        Rispondi

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    Io sono Claudia, sono io che organizzo i viaggi, che scelgo le mete (quasi sempre), che gestisco il blog e scrivo gli articoli che state leggendo.

    Gabri è colui che mi sopporta in viaggio come nella vita di tutti i giorni. A lui piace guidare per cui nei viaggi on the road è lui che guida e, ogni tanto, quando glielo lascio fare, è anche quello decide anche la meta.

    Insieme viaggiamo da più di 15 anni e dopo il nostro primo viaggio in Giappone abbiamo capito che, se siamo sopravvissuti in un paese in cui quasi nessuno parlava inglese e dove la maggior parte dei cartelli stradali erano in una lingua incomprensibile, potevamo viaggiare in qualsiasi posto avremmo voluto e così abbiamo fatto e continuiamo a fare.

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