Badami e la valle del Malaprabha
Dopo una breve sosta estiva torniamo con la Saga Indiana di Luigi (e la moglie) che ci accompagna alla scoperta di Badami e della valle del Malaprabha in India. In questo articolo ci parlerà di templi antichi, di grotte famose, di sorgenti misteriose e di una piscina piena di vita.
Badami
Dalla cima della diga di Badami si vedono le donne in fondo al ghat lavare i panni nell’acqua verde incuranti dei macachi che gironzolano sfaccendati lì attorno, se alzi lo sguardo non puoi restare indifferente allo spettacolo della bastionata di rocce rosse che circonda a ferro di cavallo tutto il lago, là in fondo i bassi templi del Bhutanatha, a sinistra a mezza costa il piccolo gioiello del Malagitti Shivalaya, a destra le occhiaie scure delle grotte, dai, è ora!Â
Cielo carico di pioggia, tante scimmie lungo la strada che costeggia il lago, convincere mia moglie a venire è stata dura, i templi del Bhutanatha sono pesanti e tarchiati ma la posizione in fondo al lago è molto scenografica, i bassorilievi sulle rocce appena dietro sarebbero belli da vedere se non fosse per l’arrivo di una banda di macachi litigiosi, urla e rincorse, digrignar di denti – sì, è meglio che ce ne andiamo.Â
l Malagitti Shivalaya, il più bel tempio di Badami costruito nel 1543 d.C., è appollaiato su uno spuntone di arenaria rossa, dalla sua terrazza si può spiare la vita di sotto, case mai terminate, tetti di lamiera, bufali annoiati, donne che sciacquano le pentole, scimmie che pattugliano i parapetti, bambini che strillano, il tutto sotto gli occhi di Shiva e di Vishnu che osservano impassibili dalle loro nicchie di pietra.Â
Le grotte di Badami
Sull’altro versante, per salire alle grotte scavate nella roccia a metà del Primo Millennio, oltre al biglietto d’ingresso bisogna scattare una foto a famiglia indiana con donna bionda (mia moglie, tinta).
- Sulla parete di destra della prima grotta c’è Shiva che fa la danza cosmica, un tourbillon di braccia, 18 per la precisione, e la nostra guida, un simpatico trentenne, ci mostra come a ogni coppia di braccia corrisponda una posizione di danza – è proprio bravo! – si congratula mia moglie, una signora cinquantenne con sari rosso e tilaka in fronte non sembra d’accordo.
- La seconda grotta è meno interessante, sul soffitto la composizione di svastiche crea un certo disagio mentale.
- L’ingresso della terza è il più teatrale, una lunga fascia nera scavata nella roccia rossa segmentata da pilastri, coppie di amanti sui capitelli, splendide venature porpora e viola, altorilievi di Vishnu sulle pareti laterali – sono tra le più belle sculture di quel periodo – ci dice il nostro ballerino e belle sono anche le due ragazze more che scattano un selfie assieme alla bionda (mia moglie, tinta).
Piove, bloccati nell’ultima grotta ammiriamo il panorama come fanno da più di mille anni i maestri jain incisi sulle pareti, lago verde, rocce rosse, nuvole bianche, squarci d’azzurro, le casette giù in basso non disturbano.
Aihole
Abbiamo impiegato un’ora abbondante per percorrere i 35 km che separano Badami da Aihole, un villaggio nella valle del Malaprabha.
Perché siamo qui? Per i templi antichi ovviamente. Quanto antichi? Alcuni costruiti nel 500/700 d.C., all’inizio del Medioevo, altri nel 1000/1100 d.C. quando da noi si andava alle Crociate.
Come in tutte le aree archeologiche che si rispettino ci sono pezzi abbandonati qua e là , muri ipotetici e ricostruzioni verosimili come il tempio di Durga – è unico perché ha l’abside arrotondata e non squadrata come tutti i templi – ci spiega la guida, sui pilastri della veranda che corre attorno alla cella coppie di innamorati dai sorrisi cancellati dal tempo, sulle pareti della cella, nelle nicchie tra le finestre traforate, divinità indiane di scultorea bellezza, sul sedile di pietra all’ingresso due file di buchi – è un gioco indiano, qui molti templi sono stati usati in passato come abitazione. E’il caso del Lad Khan, così chiamato dal nome del musulmano che lo abitava, una bassa costruzione color ocra con gli spigoli smussati dalla pioggia, la cella sacra è un cubicolo sul tetto, la guardiana in sari azzurro seduta sulla veranda è perfetta per una foto – la street dance? è nata qui – dice ridendo la guida indicando su una colonna un ballerino che fa evoluzioni sulle mani, dall’arte scultoria ai graffiti stradali.
Ci sono molti altri templi nel villaggio ma mancano i fondi per restaurarli, per vederli basta fare un giro a piedi nelle strade fangose, tre uomini seduti sul parapetto di un tempio, panni stesi sulla piattaforma di un altro, tetti di lamiera addossati a muri antichi, carretti appoggiati a pietre cadute, mucche negli spazi una volta sacri, donne sorridenti e bambini stupiti sulle porte, una capra nera in ghingheri, corno rosso, corno verde, collana colorata, sonaglio roco.
Siddanakolla
Più avanti, sul bordo della collina, costruzioni nascoste tra gli alberi, coppie di piedi scolpiti sui massi, gradini bianchi che si perdono in un avvallamento profondo nascosto tra gli alberi – togli le scarpe che scendiamo – no, ho paura – di sotto c’è un piccolo mondo misterioso, un tempietto bianco si confonde nella roccia, cobra incisi sulle pietre, per terra statue di divinità aliene, sotto la grotta buia che corre lungo la parete pile disordinate di sassi, un linga di pietra nera, l’acqua gocciola in una vasca nascosta e cola come un filo scuro sulla traccia nella pietra, silenzio inquietante, è la sorgente sacra di Siddanakolla.
Pattadakal
Ma questi sono stati portati qui! – a Pattadakal, sulla via del ritorno a Badami, nel mezzo del prato all’inglese c’è il viale dei templi – no, non è vero, sono stati costruiti qui dai Chalukya (IX secolo d.C.) – si affanna a smentire la nostra guida – prima erano circondati dalle case come ad Aihole – è ovvio che ha ragione ma vedere una decina di templi tutti assieme fa impressione – è stato un importante centro dove si sono sviluppati gli stili dravida del sud e nagara del nord – e ce li indica, vogliamo semplificare?
Quelli con la torre rastremata, a pannocchia per intenderci, sono stile nagara, quelli con la torre piramidale a strati sovrapposti sono dravida, con una foto si capisce tutto, o quasi. Il Galaganatha ha la torre più elegante, a pannocchia ovviamente, ma è al Virupaksha, in fondo, il più grande e il più interessante che ci porta la guida.
Una lucida statua nera del toro Nandi con ghirlanda di fiori riposa sotto il suo padiglione, nelle nicchie sulle pareti esterne coppie di amanti si fissano rapiti, Shiva danza incurante del sole che picchia, due guardiani di pietra stanno immobili come corazzieri sulla porta d’ingresso, nella fresca penombra dell’interno un ragazzo seduto per terra disegna su un foglio bianco i contorni di una dea nera, sui pilastri solenni scorrono le storie antiche e i miti infiniti dell’India.Â
Maakootha
Deviazione sulla via del ritorno.
Mahakootha è nascosta in una specie di valletta ombreggiata da grandi alberi da cui scendono fasci di radici volanti, c’è un tempio dipinto di bianco con una veranda di cemento e piastrelle verde acqua, un toro Nandi nero lì davanti, pietre serpente e altre divinità di pietra appoggiate ai muri, un venditore di olio per lampade votive e un uomo addormentato sul pavimento lì di fianco, ma c’è soprattutto un gran vocio, urla di ragazzi, risate argentine, richiami di mamme, bambini che corrono, sembra l’ora della ricreazione, è la di sicuro.
Oltre il parapetto di pietra la piscina è una fossa brulicante, bambini che sguazzano nell’acqua, ragazzi che fanno le capriole, giovanotti in canottiera che si tuffano dall’alto, ragazzine in un angolo che li osservano ridendo, inizia a piovere, adesso diluvia come solo i monsoni sanno fare, pensate che qualcuno esca dall’acqua? Illusi, chi è dentro dentro rimane, chi è fuori cerca riparo nei numerosi tempietti che circondano la piscina.
L’acqua dura poco, il sole sbuca dalle nuvole e tra le fronde degli alberi torna a illuminare Vishnu sulla parete di un tempio, le due statue scheletriche di Kaala e Kaali di guardia a una porta, le donne che si pettinano i capelli bagnati e gli spruzzi di gioia nella bolgia della piscina.
Mai visto un luogo sacro così pieno di vita.
Curiosi di sapere come continua il viaggio di Luigi in India? Tornate a trovarci per nuove avventure!
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