A New York in giro per musei
Questa volta il nostro amico Luigi Lazzaroni ci porta alla scoperta dei musei di New York: un museo al giorno. Sei è il totale dei musei che Luigi e la moglie hanno visitato a New York e sempre sei è il numero dei musei che Luigi ha descritto per noi in questo articolo. Eccoli!
I musei di New York
Sei contenta? Invece di India e Cambogia finalmente New York! Mia moglie si è sempre lamentata del fatto che la porto in giro per il mondo a vedere posti lontani ed esotici e mai che la porti in un posto civile come New York, ci hanno pensato le figlie regalandoci il biglietto aereo in occasione del nostro xx-esimo di matrimonio. Va bene andiamo, però vediamo anche i musei – alla fine sei ne abbiamo visti, il settimo era chiuso, uno al giorno, di più no, avremmo fatto indigestione.
New Museum of Contemporary Art
Primo giorno e primo museo, il New Museum of Contemporary Art in Bowery Street – sembra una pila di scatoloni – commentano tra di loro i due provinciali nella grande città non sapendo che l’edificio è opera di uno studio d’architettura giapponese incluso nel 2016 nelle “The World’s 50 Most Innovative Companies”.
Lavori in corso ma è aperta la retrospettiva di Carol Rama, simboli fallici, forme anatomiche, disegni di corpi straziati – ma è italiana?! E uno dei direttori artistici è Massimiliano Gioni, anche lui italiano! – capito poco ma orgoglio tanto.
Di sera via WhatsApp con una figlia – e c’erano anche dei quadri con camere d’aria di biciclette che sembravano pezzi d’intestino – ma non conoscete Carol Rama? E’una delle artiste d’avanguardia più importanti d’Italia! – ignoranti, sottinteso.
MoMA
Oggi è venerdi? Allora dalle quattro del pomeriggio l’ingresso al MoMA è gratuito. Detto fatto, ed eccoci in coda in West 54 Street, sarà lunga almeno 100 metri, non siamo gli unici provinciali.
Il numero di persone davanti a un quadro dà l’idea di quanto l’autore sia famoso e conosciuto, ad esempio davanti al quadro di Marc Chagall “Io e il mio paese” c’è un capannello di persone incantate dai colori da favola del dipinto, mentre davanti ai quadri asciutti ed enigmatici di De Chirico c’è un solo spettatore perplesso, non ti preoccupare Giorgio, ci pensiamo noi a darti il giusto riconoscimento.
Un cerchio di persone attorno a “Les demoiselles d’Avignon” – ah beh, è Picasso – assembramento davanti al grande “Campbell’s Soup Cans”, 2,40 x 2,0 m circa, ma il massimo è la folla davanti al ritratto di Marylin Monroe, 40 x 40 cm, sempre di Andy Warhol, manco fosse la Gioconda. E questo che sembra un pavimento sporcato dagli imbianchini? – Jackson Pollock, “One: Number 31, 1950” – questo lo conosco, pitturava come un matto facendo sgocciolare i colori direttamente dalle taniche, poi si è suicidato.
Su un pianerottolo una grande faccia nera circondata da un collage di fogli pieni di schizzi – bella!dice lei – è un Basquiat, è morto a 27 anni per overdose, chissà cosa avrebbe potuto fare.
Whitney Museum
n fondo alla High Line c’è il Whitney Museum – è quella specie di altoforno bianco con le pensiline aeree – a me sembrano i cannoni di una nave – ssst, è bello a prescindere, è un progetto di Renzo Piano!
Dentro tanta gente e tanti sguardi persi nel vuoto tranne quelli che si danno arie da intellettuale, primo: tantissime, troppe opere, secondo: è un guazzabuglio di tele e di colori, disegni minimali e scarabocchi, fotografie in bianco e nero, una camera da letto, sono pazzi questi americani, gli immancabili Hopper e Wharol, terzo: forse siamo troppo stanchi dopo aver fatto tutta la High Line. Bello il panorama dalle terrazze, si vede la punta dell’Empire State Building emergere sopra un caos di palazzi e magazzini e in fondo la sagoma inconfondibile della Freedom Tower.
Guggenheim Museum
Dopo lo stordimento mentale generato dal tourbillon d’arte del Whitney, un’oasi di pace ordine e relax al Guggenheim lungo il famoso Museum Mile della Fifth Avenue.
Non è avveniristico come quello di Bilbao o minimalista come quello di Venezia e da lontano, pace all’anima di Frank Lloyd Wright, sembra un grande vaso da fiori a righe bianche e nere, ma dentro la luce soffusa che cade dall’alto, il bianco puro delle pareti, l’essenzialità della hall, le curve ipnotiche delle balconate valgono da soli il prezzo del biglietto e poi i quadri hanno il loro giusto spazio e li puoi guardare senza distrazioni, dopo un po’ capisci anche che sono raggruppati per corrente artistica, lo capiscono anche i due provinciali nella grande città e, ovviamente, ogni volta che vediamo un’opera italiana ci ringalluzziamo – guarda, Balla Boccioni Severini – ma quelli preferiti, anche a vedere la gente immobile ad ammirarli, sono un nudo e un ritratto di Modigliani, inconfondibili.
La sala preferita da mia moglie è invece quella dove sono esposti i lavori fatti dai bambini durante i corsi organizzati dal museo – guarda questa chitarra fatta col cartone, belle queste facce e quei gioppini neri? – e via con le foto per la nipotina, grande invenzione la fotografia digitale.
Metropolitan Museum of Art
l museo di una volta? Il Met, il Metropolitan Museum of Art, sempre lungo il Museum Mile ma sul lato del Central Park. Cosa si vede? – boh, c’è un po’ di tutto – la sala delle armature non mi interessa – e neanche quella di arte contemporanea, ne abbiamo già vista fin troppo – andiamo a sinistra. Arte greca – basta vasi, tutti i musei ne sono pieni – brontola mia moglie, e poi la sala dei Romani – abbiamo già visto il Museo Capitolino e quello del Vaticano cosa vuoi vedere ancora su Roma? – aspetta guarda questi affreschi, Villa romana di Boscoreale sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. assieme a Pompei, ma questi sono anche meglio di quelli di Pompei!
Un’altra sala? No, un altro mondo, l’Africa! Maschere nere ma non come quelle che vendono alle fiere dell’artigianato, silhouette metafisiche di animali, statue di legno così uniche e così tipiche che non ti puoi sbagliare, questa è proprio Africa, bellissime! Quando si entra nelle sale dell’arte americana cambia tutto, basta legno, statuine e vasi antropomorfi di terracotta, una enorme palla di pietra, a cosa serviva? statuine di giada, grandi stele ricoperte da geroglifici maya, davvero un Nuovo Mondo!
E questa cos’è? Un’ampia sala con una parete di vetro, sul soffitto quella che sembra la chiglia di una nave composta da tanti scudi dipinti, una fila di totem traforati talmente aerei da sembrare di filigrana, una sottile piroga dalla prua a coccodrillo, scheletriche sagome umane in legno, la testa di un maori con la lingua in fuori come nella haka, anche noi siamo a bocca aperta, l’Oceania, una bellezza sorprendente! E’ incredibile, una sola terra, mille mondi.
American Museum of Natural History
E ti ricordi l’ultimo? Quello che abbiamo visto dopo Strawberries fields al Central Park? L’American Museum of Natural History, quattro piani, enorme? Sì, abbiamo anche pranzato lì dentro. Non si può vedere tutto, ci vorrebbe una settimana.
Nella sala dove si parla dei vulcani c’è un grande pannello sul Vesuvio, orgoglio, e ovviamente delle migliaia di morti a Pompei e dintorni al tempo dei Romani, vabbè è successo tanto tempo, cosa dice lì in fondo? “Oggi un milione di persone vive nell’area del vulcano che potrebbe eruttare ancora in maniera catastrofica”, lo sanno anche in America? Le sale delle civiltà del mondo via veloci, già visto al Met ma il Moai – ??? – la facciona di pietra dell’isola di Pasqua – ah, come quelle del film Rapa Nui – esatto, quella la si nota per forza, anche la Pietra del Sole degli Aztechi non puoi non vederla – e quella testa enorme dove mi hai fatto una foto? – quella era una testa olmeca, impressionante, la testa.
Nella sala della biodiversità ho perso la cognizione del tempo, una parete luminosa con una specie di albero della vita, flaconi di batteri, bottiglie di alghe, funghi strani – guarda le felci, sono come i quadretti che avevamo a casa – sì ma andiamo che è ora – e le farfalle? guarda questi vasetti coi vermi, Ascaris lumbricoides c’è scritto – che schifo! – e i ragni? Le sale dei diorami sono imperdibili, lo so che non bisogna sprecare i superlativi ma qui è impossibile, alcuni sono stupefacenti, i rinoceronti, i puma, i bisonti, gli orsi, puoi perderci un giorno intero, vedere per credere.
E per finire il paradiso di grandi e piccini, le sale dei dinosauri. Il più grande? Il titanosauro, han fatto una sala solo per lui ma hanno sbagliato le misure e la testa esce dalla porta, del resto dove mettere un bestione di 37 metri di lunghezza, come due TIR ma grandi, alto quasi tre piani e pesante 70 tonnellate? E poi il triceratopo, il mio preferito, con la corazza e i corni – e quello con tutte quelle scaglie sulla schiena? – ma dai è uno stegosauro, lo sanno anche i bambini – ma il massimo, l’attrazione indiscussa di grandi e piccini è lui il T. Rex, il tirannosauro di Jurassic Park, è proprio così come nel film anche se è solo lo scheletro, non ci fosse stato l’asteroide a distruggerli noi non saremmo mai esistiti. Terribili e affascinanti.
Al Dino Store – lo comperiamo questo uovo di dinosauro per la nipotina? Come funziona? E’ del T. Rex?
Qui il racconto di quando siamo andati a cercare la casa di Martin Mystère
ALTRO SU NEW YORK?Ci auguriamo che abbiate trovato interessante il racconto di Luigi e che vi abbia incuriosito tanto da organizzare anche voi una viaggio negli States per visitare New York e i suoi bellissimi musei.
gli altri articoli che Luigi ha scritto per noi
SCOPRITENoi ringraziamo di cuore Luigi per il tempo che ci ha dedicato e vi ricordiamo che, se anche voi volete cimentarvi nella scrittura di un articolo per noi o volete condividere una vostra avventura con tutti i nostri amici, ci potete contattare!
Saremmo felici di ospitarvi qui su Travel With The Wind!!
Mamma mia quanto mi sento ignorante! Sono stata tane volte a New York e tra questi musei ho visto solo l’American Museum of Natural History che mi è piaciuto tantissimo: la sala dei dinosauri è spettacolare anche per chi come me non è più bambina da secoli.
La prossima volta cercherò di aggiungere almeno il Guggenheim e il MoMA!
Non sono mai stata a New York pur sperando di visitarla un giorno, musei compresi. Alcuni li ho visti solo nei film, altri non li conoscevo proprio. Tutti interessanti e pieni di storia e cultura pronta ad essere appresa.
Ho passato giornate intere dentro i musei di New York, e altrettante sarei felice di passarne! Troppo ben fatti e con troppe cose da vedere, davvero una meraviglia.